Credo sia un atteggiamento ottuso sottovalutare i messaggi che le nuove generazioni stanno lanciando al mercato del lavoro.
Io vivo questo “problema” ogni giorno direttamente nel momento in cui fatico a trovare per la mia azienda determinati profili professionali. E questo nonostante le condizioni contrattuali e le garanzie offerte siano più che buone.
Queste difficoltà sono ancor più evidenti quando si parla di mansioni da svolgere ciclicamente in orario serale o fine settimanale: li trovare qualcuno inizia a diventare un utopia.
Insomma rivendicano giustamente il loro diritto a svagarsi “quando lo fanno tutti”.
Il fatto è che a questo punto andrebbe ripensata la società nel suo complesso (può essere una cosa buona) compreso il fatto, ad esempio, di essere disposti a rinunciare a berlo proprio l’aperitivo perché nessuno te lo servirà più, a rinunciare ai negozi aperti il sabato e la domenica, ma anche ai rifugi, alle palestre, ai mezzi pubblici e, perché no, anche ai pronto soccorsi.
È un tema che, per essere sviluppato come merita, necessità di tempo e accurata analisi.