Spinta artistica molto forte

  • In questo periodo, forse complice la primavera che tende sempre a darmi una certa energia, mi capita di sentir emergere dentro di me una certa spinta artistica, chiamiamola così, una specie di risorsa istintuale che ho da sempre dentro di me e che ho sepolto in profondità per ragioni pragmatiche ed esistenziali, ma a cui dò comunque voce ogni tanto non riuscendo a spegnerla del tutto, e non volendo nemmeno farlo. Ecco quindi l'hobby del pianoforte, a cui dedico il giusto, quel poco che posso, ma che comunque è come un respiro per me, a volte quando suono mi sento chiaramente come uno che sta facendo immersioni senza bombola e che emerge dalle profondità degli abissi per respirare in superficie, prende tutta l'aria che può, sa che deve farlo rapidamente e massimizzare l'efficacia del gesto, e ritorna giù. Ecco la sensazione è questa. Sono scarsa, non sono certo una pianista, nella vita faccio tutt'altro, poter suonare Bach e Chopin è per me un privilegio ed è così che mi avvicino allo spartito, è con questo spirito che apro il cassetto di legno che copre i tasti, ed è un piacere solitario che mi concedo quasi di nascosto, è rarissimo infatti che qualcuno mi senta suonare, a parte i vicini.

    Un'altra cosa che mi piace moltissimo è scrivere, da giovanissima non avevo dubbi che sarebbe stata la mia professione, poi anche lì...le scelte sono state altre; e mi piacciono moltissimo la fotografia e la pittura, le arti visive in generale, sono bravissima con la fotografia, con la pittura molto meno, per mancanza di tecnica e di pratica; in passato, sempre da giovanissima, alcuni miei disegni sono stati esposti in piccole mostre locali ed ho avuto dei riconoscimenti, ma non ho coltivato poi questa mia passione...mi ripropongo sempre di colmare questo gap facendo dei corsi e se solo capitasse l'occasione la coglierei, probabilmente non è ancora capitato il momento e nella mia vita c'è già moltissimo di cui occuparmi. Purtroppo nella vita di tutti i giorni non ho tempo per l'arte, in nessuna delle forme che amo...o meglio il tempo che posso dedicargli è tempo rubato, e forse anche per questo mi attrae moltissimo, forse idealizzo il tutto, ma a volte mi piacerebbe poter riscrivere diversamente la mia vita e trovare una forma che possa dare alla spinta artistica che sento una sua dignità che oggi non ha. A volte passo dei periodi, come questo, in cui fatico moltissimo a mettere a tacere questo istinto, devo usare molta forza di volontà per mettere in scena la vita che ho scelto e non quella che sentivo, mi sento ispirata dalla realtà come se volesse a tutti i costi essere interpretata e messa in una foto, in un quadro, in una storia. La mia vita mi appare depotenziata rispetto a quello che avrei forse voluto e forse saputo fare. Capita solo a me? E come si scende a patti con queste forze che cercano di trovare un loro spazio?

  • Secondo me non è mai troppo tardi. Non ho vena artistica, zero, ma è un dono di mia figlia. Sta studiando per quello ed il prossimo anno andrà in accademia. Forse la sua scelta non avrà grandi sbocchi lavorativi, non so, ma adoro che lei studi quella che è la sua dote innata.


    Perché devi mettere a tacere questo tuo istinto? Lascialo uscire, invido tantissimo chi come te ha questo dono.

  • Poco tempo fa invidiavi la tua amica per il suo essere estremamente pragmatica, determinata, con ogni dettaglio della vita calcolato in base al ritorno economico. Ora invece invidi gli artisti, che al contrario hanno la testa tra le nuvole, sono tipicamente disorganizzati, e che basano le proprie vite sulle emozioni piu' che sulle cose concrete. Non ho consigli da darti purtroppo, perche' essendo io un artista, l'unico consiglio che potrei darti e' quello di fumarti una canna.

    Attenzione: i miei post possono provocare vertigini, nausea, visione offuscata, allucinazioni.

  • Per scendere a patti, come in ogni cosa, dipende quanto tu sei disposta a concedere e sacrificare di ciò che hai e quante nevrosi hai da sfamare. E per fortuna questo è assolutamente personale. Dipende, se sei infelice o senti di reprimere il tuo estro forse dovresti concedere alla te pianista/scrittrice un po' più di spazi. Può essere che ti basterebbe ritagliarti qualche ora in più la settimana per suonare il piano o per scrivere. Non tutti abbiamo bisogno di suonare 12 ore al giorno e diventare dei concertisti per stare meglio.
    Io ho lasciato medicina quando mi mancavano 3 esami alla laurea, per inseguire la mia "vocazione artistica" e farne una professione. Forse fu una follia ma in quel momento ero troppo infelice e dovevo farlo per non spararmi. In generale è una c∙∙∙∙∙a fare una cosa del genere, ma sono convinto che allora fu la scelta corretta.

    Per fare un esempio più nobile, mi sembra che Kafka mentre scriveva i suoi capolavori facesse l'agente assicurativo (o non ricordo, comunque un mestiere noioso) e riusciva a conciliare entrambe le cose.

    E poi dipende:
    senza scendere nelle solite pippe su cosa sia l'arte, è opinione diffusa che debba essere espressione di qualità. Non sono troppo d'accordo. Per me Ed wood era un artista al pari di Frank Capra, certo il primo aveva meno qualità del secondo, ma credo che lui realizzando i suoi film stesse in un certo senso meglio e riusciva a colmare le forti nevrosi di cui era vittima. La vera arte secondo me serve in primis a questo. Che poi alla gente piaccia ciò che l'artista produce secondo me è soltanto incidentale, ed è anche conseguenza della pratica che lo porta ad esercitarsi e a migliorarsi 12 ore al giorno in ciò che ama.

    Faccio un esempio col pianoforte, dal momento che anche io suono per diletto il pianoforte classico e non riesco a dedicare allo strumento il tempo che vorrei:
    probabilmente se questa mia passione fosse più forte sacrificherei qualche altra cosa nella mia vita. Non lo faccio, io suono un'ora al giorno...suono quello che mi piace, dovrei fare l'hanon almeno una volta al giorno prima di iniziare a suonare, ma non lo faccio mai. Quindi forse va bene così.

    Se avverti un senso di incompletezza secondo me dovresti dare più spazio alla creatività, questo non significa sacrificare lavoro e famiglia, ma trovare il giusto compromesso che non ti faccia sentire una macchina a regime industriale

  • Poco tempo fa invidiavi la tua amica per il suo essere estremamente pragmatica, determinata, con ogni dettaglio della vita calcolato in base al ritorno economico. Ora invece invidi gli artisti, che al contrario hanno la testa tra le nuvole, sono tipicamente disorganizzati, e che basano le proprie vite sulle emozioni piu' che sulle cose concrete. Non ho consigli da darti purtroppo, perche' essendo io un artista, l'unico consiglio che potrei darti e' quello di fumarti una canna.

    Onestamente non credo di invidiare nessuno, al massimo mi capita di confrontare il mio percorso con quello degli altri e di fare autocritica, se per te questo è invidiare forse posso consigliarti io di fumare meno.


    Non lo faccio, io suono un'ora al giorno...suono quello che mi piace, dovrei fare l'hanon almeno una volta al giorno prima di iniziare a suonare, ma non lo faccio mai. Quindi forse va bene così.

    Se avverti un senso di incompletezza secondo me dovresti dare più spazio alla creatività, questo non significa sacrificare lavoro e famiglia, ma trovare il giusto compromesso che non ti faccia sentire una macchina a regime industriale

    Io non riesco a suonare un'ora al giorno, ma quando lo faccio parto dall'hanon, un po' di scale e poi quello che mi piace, mi sono data questo metodo. Ogni tanto prendo lezioni.

    Io ho trovato questo compromesso, riesco a dedicare un po' di tempo agli hobby ed è già tanto poterlo fare; forse arrivati a una certa età si fanno anche riflessioni su come sarebbe stato se....se fosse fatto altro, perché in fondo c'è un'età in cui ancora tutto è possibile e un'età in cui non è più così.

    Modificato una volta, l'ultima da ipposam: Incorporato un post creato da ipposam in questo post. ().

  • ipposam, mi ritrovo in quello che dici.


    Ho sempre voluto fare una professione legata a qualcosa di artistico, ma la vita poi mi ha portato altrove.


    Ero bravo a disegnare, suonavo e ho ripreso recentemente a suonare il piano, mi attira la fotografia, in genere non c'è un arte che non mi attira (a parte canto e recitazione, che non potrei mai, nemmeno ad esserne capace).

    Ogni anno mi dico "quest'anno mi piacerebbe iniziare a fare questo o fare quello", ma passano gli anni e malgrado, come te, sento spesso questa spinta artistica non faccio mai nulla (a parte il piano).

    Vorrei iniziare pittura, ma trovo sempre scuse, a volte reali a volte meno.


    Ho sempre creduto che molti problemi che ho siano legati al fatto di avere represso il mio lato artistico.

    Non so perché ho chiuso le porte a tutto questo, so solo che da piccolo ho avuto qualche delusione a riguardo, una scuola artistica dove non sono stato accettato (scuola molto selettiva), difficoltà ad avviare un percorso lavorativo in questi ambiti. tutto questo fra i 16 e i 20 anni.

    Probabilmente la delusione mi ha portato a rinunciare del tutto.

    La mia paura è che anche se facessi qualcosa non sarebbe all'altezza, sono molto esigente delle mie creazioni, se non sono perfette perdono tutto il loro valore. So che è sbagliato, e cerco di cambiare in questo.


    Ma questo fuoco artistico è sempre li, che vuole emergere in qualche modo.

    Ho la sensazione di aver perso delle occasioni, ma nello stesso tempo pensare di fare qualcosa mi fa provare vergogna.

    Come te quando suoni il piano, lo fai solo per te, cosa proveresti a farlo sentire ad altri?


    Cosa è successo nella tua vita per non ascoltare il desiderio artistico?

  • La mia paura è che anche se facessi qualcosa non sarebbe all'altezza, sono molto esigente delle mie creazioni, se non sono perfette perdono tutto il loro valore. So che è sbagliato, e cerco di cambiare in questo.

    Penso di poter sottoscrivere tutto quello che hai scritto, soprattutto questa frase, anche se a mio parere ha molta ragione anche Aiden il venerabile quando dice che l'arte ha un suo senso che è indipendente dal pubblico e dal riscontro del pubblico, ci si esprime per la voglia di esprimersi e non solo per un pubblico pagante.

    Io sono esigentissima con me stessa in tutto, vivo un po' controllando un mio bisogno di perfezione che so essere deleterio e con cui ho imparato a convivere, ma anche io ho questa percezione di non essere meritevole ad esempio che qualcuno mi ascolti.

    E oggettivamente non ho mai raggiunto un livello significativo in nessun campo artistico.

    Come te quando suoni il piano, lo fai solo per te, cosa proveresti a farlo sentire ad altri?

    Capita che amici mi ascoltino e in questi casi sono contenta di condividere, peraltro nessuno dei miei amici è esperto e quindi non mi sento giudicata...

    Cosa è successo nella tua vita per non ascoltare il desiderio artistico?

    Cosa è successo...tante cose...ho avuto durante la giovinezza moltissimi stimoli...artistici da mio padre, pragmatici da mia madre. Ho finito con l'assecondare lei, che aveva all'epoca un ascendente più forte su di me. Mi ha convinta lei a smettere di suonare, durante l'adolescenza, e mi ha convinta lei a laurearmi in ingegneria...non posso poi dire che fu sbagliato, ma è come se una parte di me sia rimasta del tutto inespressa e tenti di ribellarsi ogni tanto.

    Tu forse sei più giovane, magari puoi trovare una quadra migliore, per me è tardi.

  • ha molta ragione anche Aiden il venerabile quando dice che l'arte ha un suo senso che è indipendente dal pubblico e dal riscontro del pubblico, ci si esprime per la voglia di esprimersi e non solo per un pubblico pagante.

    Io sono esigentissima con me stessa in tutto, vivo un po' controllando un mio bisogno di perfezione che so essere deleterio e con cui ho imparato a convivere, ma anche io ho questa percezione di non essere meritevole ad esempio che qualcuno mi ascolti.

    Verissimo, l'arte è l'espressione di se stessi che non ha alcun scopo di mostrarsi o appagare altri. La bellezza o meno del risultato è unicamente una conseguenza, che purtroppo viene troppo valorizzata economicamente facendo perdere ogni senso all'arte stessa.


    E forse siamo cresciuti con questa idea distorta, che l'arte sia qualcosa di valore, qualcosa che se non "piace" non vale nulla.

    Da qui nasce la paura che ciò che creiamo non siano all'altezza.

    Visto che la creazione artistica rispecchia noi stessi, se non abbiamo un buon rapporto con noi stessi, allora non possiamo fare altro che vedere le nostre creazioni non perfette e non meritevoli, cosi come ci vediamo noi stessi.


    Forse bisognerebbe cominciare a rieducare i giovani e meno a cosa sia l'arte, a non farla vedere come qualcosa che solo pochi sono in grado di creare, tutti lo siamo.

    Che poi in realtà non è importante il risultato, è importante ciò che esprime il nostro essere.


    Tu forse sei più giovane, magari puoi trovare una quadra migliore, per me è tardi


    Ho 45 anni, come si dice c'è sempre tempo, ma per dirottare la vita in qualcosa totalmente diverso è tardi pure per me.

    Introdurre invece qualcosa è possibile fino all'ultimo.

  • Ho 45 anni, come si dice c'è sempre tempo, ma per dirottare la vita in qualcosa totalmente diverso è tardi pure per me.

    Introdurre invece qualcosa è possibile fino all'ultimo.

    Allora siamo praticamente coetanei, io li farò quest'anno 45; e hai ragione, introdurre qualcosa è possibile fino all'ultimo! Io ho molti esempi di questo tipo, attorno, zii che hanno iniziato a sciare alla nostra età (e l'hanno fatto fino a 80 anni), mia mamma imparò ad andare in bicicletta a circa questa età...ho un amico che ha iniziato a ballare (balletto classico) over 30 e lo fa regolarmente...ma ecco, diciamo che è tardi per farne professioni, sicuramente non per crearsi degli spazi propri.

  • ipposam lasciatelo dire: hai fatto una descrizione della sensazione che provi quando suoni veramente stupenda. io vorrei tanto saper suonare (a proposito...come lo vedi il pianoforte - mai suonato né letto la musica- a 36 anni?), ma a prescindere, la sensazione che hai espresso è quella precisa che si prova quando si fa qualcosa che piace davvero e profondamente, nel mio caso ad esempio quando la musica classica l'ascolto. Complimenti.

    Ciò premesso, sicuramente avere qualcosa (e quindi il pianoforte, ma anche la pittura) che ti fa ancora stare così assolutamente bene, è raro e me lo terrei stretto, provando a lasciarvi sempre più spazio. Io ero una grande lettrice e ora sono di quelle che dice: "non ho mai tempo per leggere", quando in realtà il tempo lo potrei trovare togliendolo a quelle ore di ca****o sul divano col cellulare o il pc. Non è il tuo caso (so che hai due bambini e tantissimi impegni lavorativi e sociali), ma il concetto penso si possa applicare. Ho amici e conoscenti che non hanno un hobby che sia uno, una passione manco a pagarla, ed effettivamente ne soffrono.

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