Accettarsi

  • Accettazione > amarsi, volersi bene.
    Quindi no, non di distacca dall'amor proprio.

    E il punto è proprio che chi quelle ferite non le ha non si pone il problema di accettersi perché già lo fa, vive il rapporto con se stesso in modo sereno.


    Nel caso tu abbia ricevuto amore e sei sereno cosa dovresti cambiare?

    Non credo sia così semplice, o bianco o nero, altrimenti non saremmo qui a parlarne.

    Di nuovo, non avevo aperto un thread per parlare dei motivi per cui non si prova amore verso se stessi (anche se stanno alla base del processo di introspezione). Bensì >


    Cosa significa accettarsi? Come si raggiunge la condizione di amore per se stessi? Non fittizio, ma reale, sincero.
    ...
    Come si arriva al punto in cui quel "mi sento accettato/amato" si trasforma in un "mi accetto/amo

    :)

    ----

    "Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti."

  • In che senso? :/

    Era una leggera provocazione, perché sapevo di potertela lanciare.

    Era riferito a una delle tante filosofie che parlano di accettazione, lati oscuri, archetipi. Dentro di noi abbiamo parti di archetipi che poi ritroviamo negli altri. Quindi quando odi te stesso e' come se odiassi anche gli altri, e viceversa. Penso siano filosofie che hanno a che fare con quello che viene chiamato "inconscio collettivo". Ma era un frase buttata li' a caso, in un contesto che come ti ho detto e' molto complicato e non saprei come approcciare seriamente.

    :/ Proverò a leggere qualcosa al riguardo.

    ----

    "Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti."

  • Accettazione > amarsi, volersi bene.
    Quindi no, non di distacca dall'amor proprio.

    Non credo sia così semplice, o bianco o nero, altrimenti non saremmo qui a parlarne.

    Di nuovo, non avevo aperto un thread per parlare dei motivi per cui non si prova amore verso se stessi (anche se stanno alla base del processo di introspezione). Bensì >


    :)

    Ti faccio un esempio pratico.

    Una ragazzina che non si accetta perché si vede grassa. Da cosa deriva questo pensiero se non dal confronto con gli altri, con degli standard, dal rifiuto da parte dei coetanei suoi prossimi?

    Se fosse cresciuta in una società/tribù dove il grasso è visto come espressione di salute e fertilità si sarebbe sentita accettata e non si sarebbe posta nemmeno il problema.


    Ho capito che il thread è come impare ad accettarsi, ma volevo esprimere il mio punto di vista per cui secondo me prima di accettarsi bisogna capire le motivazioni che ci sono dietro a questa esigenza.

  • Mi sa che mi sono spiegata male o forse sono stata mal interpretata. Non sto dicendo che non sia corretta o valida la tua opinione. Penso che siamo tutti concordi sul fatto che la non accettazione possa derivare da traumi, ferite, cause recondite e altro. Stavo solamente cercando, ribadisco, qualche nuova chiave di lettura (cosa che sto ricevendo), perché purtroppo quei pensieri non sono sufficienti.

    ----

    "Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti."

  • Cosa significa accettarsi? Come si raggiunge la condizione di amore per se stessi? Non fittizio, ma reale, sincero.
    È così semplice quando il soggetto non sei tu in prima persona. Tutto sembra naturale, facile. Dare un consiglio, esporre un parere, parlare delle proprie esperienze, mostrare le proprie conoscenze con empatia, o in modo distaccato ma apparentemente consapevole... Poi, quando sei solo, crolla tutto. Dietro quella maschera, che non è nulla di perfido o nocivo, se non per te stesso, c'è un mare di fragilità.
    Come si arriva al punto in cui quel "mi sento accettato/amato" si trasforma in un "mi accetto/amo"?

    Questo non era ovviamente un monologo interiore, anche se ne ha l'aspetto, ma solo riflessioni e sincera curiosità su cosa ne pensate e come la vivete o l'avete vissuta voi.

    "Accettarsi" nella mentalità mainstream dominante ha preso un significato che ha spiegato bene diverso nella sua prima risposta.


    In realtà l'accettazione di sé passa per un percorso imperfetto e non ha mai fine. Ogni giorno potrebbe esserci un ritocco da fare. I più equilibrati lo fanno in automatico. I più rimuginanti o le persone traumatizzate o deviate: possono non arrivarci mai.


    Accettarsi significa "fare pace con se stessi nel realizzare i propri limiti e le proprie imperfezioni" ed è il primo passo per migliorare. L'accettazione è finalizzata a trovare quella quiete interiore che permette di intervenire su se stessi.


    Da un punto di vista psichico la non accettazione si sé può portare a vari problemi; per citarne un paio: l'autolesionismo o l'ansia.


    E attenzione: per accettarsi non deve essere necessario sentirsi amati, bisogna prima amarsi quel tanto che basta per accettarsi, ovvero per non continuare a proiettare un'immagine distorta di sé al di la dello specchio della psiche.


    Lo specchio della psiche è quello nel quale vediamo noi stessi (anche senza avere uno specchio a disposizione). In Matrix (il film) viene rappresentata con la definizione "immagine residua di sé", che rende molto bene l'idea. Ovviamente si parla di immagine non solo in senso estetico fisico, ma anche estetico in toto (l'estetica è molto più dell'immagine fisica) e soprattutto del nostro essere psichico.


    Chi non si accetta spesso scade in comportamenti autodistruttivi in modo occulto: abuso di alcool, abuso di droga, spericolatezza, comportamenti sessualmente rischiosi o svalutanti, abuso di cibo, anoressia, etc.


    Accettare se stessi è parente dell'autostima.. e come l'autostima quando è eccessivo diventa autodistruttivo ed involutivo.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Stavo solamente cercando, ribadisco, qualche nuova chiave di lettura (cosa che sto ricevendo), perché purtroppo quei pensieri non sono sufficienti.

    Sai cosa, con il tempo, (perlomeno per me) si capisce che più che farsi domande, bisogna analizzare se stessi.

    Il quadro che ne verrà fuori, bello o brutto che sia, rappresenta ciò che siamo. Avere ben chiaro questo e conoscere il nostro vero io è la parte principale.

    Molto spesso noi per primi abbiamo un'immagine irrealistica di noi stessi, alcuni si sopravvalutano mentre altri si sottovalutano.

    In che modo il nostro sè può diventare così forte da non sentirsi sminuiti dal pensiero degli altri? O anche dal nostro stesso giudizio?

    Riconoscendo e avendo ben chiare le nostre qualità tanto quanto i nostri limiti, cosicchè se qualcuno ci fa notare un "difetto" o quello che noi crediamo lo sia, ci toccherà in misura minore perchè già lo avremo elaborato nella nostra mente e saremo in pace con quella parte. Penseremo "beh, questo non lo so fare e allora?" con estrema tranquillità. Poi magari si può passare a far conoscere quello che invece ci riesce bene.

    Da qui possono partire un sacco di strade, tra cui lavorare su se stessi per migliorarsi. Partendo dal raggiungimento di un equilibrio interiore.

    Altro tassello non meno importante: cosi come riconosciamo pregi e difetti in noi, farlo anche negli altri, magari aiuterà, avere la consapevolezza che nessuno è davvero migliore di un altro, ma solo migliore in alcune cose e peggiore in altre.

    Nella mia testa, c'è sempre stata una stanza vuota per te..quante volte ci ho portato dei fiori, quante volte l'ho difesa dai mostri. Adesso ci abito io e i mostri sono entrati con me.

  • Mi sa che mi sono spiegata male o forse sono stata mal interpretata. Non sto dicendo che non sia corretta o valida la tua opinione. Penso che siamo tutti concordi sul fatto che la non accettazione possa derivare da traumi, ferite, cause recondite e altro. Stavo solamente cercando, ribadisco, qualche nuova chiave di lettura (cosa che sto ricevendo), perché purtroppo quei pensieri non sono sufficienti.

    Non penso che la non accettazione derivi solo da traumi o ferite.

    Dal mio punto di vista deriva dal confronto, non può nascere dal proprio sè.


    Per l'appunto bruce0wayne parlava di immagine di sè, che non è oggettiva ma distorta da proiezioni. Ma da cosa può mai derivare questa immagine in una mente candida? Sono proiezioni che provengono dal confronto con l'ambiente esterno al proprio sè.

    Quando parlavo di ferita non intendevo necessariamente traumi, ma ferita come rottura tra me e l'ambiente, appunto il percepire che la mia immagine non si accorda con quello che viene accettato fuori. È nel momento che mi accorgo di non venire accettato o potenzialmente non accettato che non mi accetto, perché voglio raggiungere quell'accettazione.

    Solo in una fase di maturazione successiva poi si può arrivare ad accettarsi quando si impara a bastare a se stessi (e il metaforico bosco lo porti dentro di te vivendo anche in mezzo alla gente).


    Se una persona dal confronto con l'ambiente ha sempre riscontrato che la sua immagine (fisica e psichica) è stata sempre accettata e validata, perché mai dovrebbe non accettarsi? Non si pone proprio il problema della non accettazione. Non deve fare alcun lavoro interiore di accettazione perché è la sua condizione naturale già presente.


    Comunque credo di aver espresso abbastanza il mio parere, che non mi sembra gradito oltre. Quindi da adesso in poi mi taccio.

    Era solo per chiarire.

  • Cosa significa accettarsi? Come si raggiunge la condizione di amore per se stessi? Non fittizio, ma reale, sincero.
    È così semplice quando il soggetto non sei tu in prima persona. Tutto sembra naturale, facile. Dare un consiglio, esporre un parere, parlare delle proprie esperienze, mostrare le proprie conoscenze con empatia, o in modo distaccato ma apparentemente consapevole... Poi, quando sei solo, crolla tutto. Dietro quella maschera, che non è nulla di perfido o nocivo, se non per te stesso, c'è un mare di fragilità.
    Come si arriva al punto in cui quel "mi sento accettato/amato" si trasforma in un "mi accetto/amo"?

    Questo non era ovviamente un monologo interiore, anche se ne ha l'aspetto, ma solo riflessioni e sincera curiosità su cosa ne pensate e come la vivete o l'avete vissuta voi.

    Per accettarsi e amarsi veramente bisogna essere semplicemente delle belle persone, con sani principi e valori e in pace con la coscienza. Salvo i casi di narcisismo patologico e direi anche estremo, le persone sane che hanno gravi carenze umane difficilmente si accettano, perchè sono consapevoli dei loro limiti. Si impara dai propri errori, ci si perdona sinceramente e da lì l'accettazione e l'amore per sé stessi.

  • Per l'appunto bruce0wayne parlava di immagine di sè, che non è oggettiva ma distorta da proiezioni.

    Esatto.


    Ma da cosa può mai derivare questa immagine in una mente candida? Sono proiezioni che provengono dal confronto con l'ambiente esterno al proprio sè.

    Esatto x 2.

    In particolare dal confronto con le figure educative durante l'infanzia.


    Quando parlavo di ferita non intendevo necessariamente traumi, ma ferita come rottura tra me e l'ambiente, appunto il percepire che la mia immagine non si accorda con quello che viene accettato fuori. È nel momento che mi accorgo di non venire accettato o potenzialmente non accettato che non mi accetto, perché voglio raggiungere quell'accettazione.

    Solo in una fase di maturazione successiva poi si può arrivare ad accettarsi quando si impara a bastare a se stessi (e il metaforico bosco lo porti dentro di te vivendo anche in mezzo alla gente).

    Esatto x 3 !


    Se una persona dal confronto con l'ambiente ha sempre riscontrato che la sua immagine (fisica e psichica) è stata sempre accettata e validata, perché mai dovrebbe non accettarsi? Non si pone proprio il problema della non accettazione. Non deve fare alcun lavoro interiore di accettazione perché è la sua condizione naturale già presente.

    Esatto x 4 !


    Questa ultima citazione fa il pari con quando scrivevo che "...i più equilibrati lo fanno in automatico...", ovvero: essendo abituati a vedere riflessa la loro immagine, senza paure e senza distorsioni che ne magnificano i difetti (o gli effetti): si auto-accettano giorno per giorno senza bisogno di lavorarci su, senza bisogno di "pensarci".


    Chi invece ha ricevuto una immagine distorta di sé durante l'infanzia, magari proprio dai genitori tramite parole come: "Perché non sei normale! Perché sei strana? Perché non fai come tutti gli altri?", oppure: "Io alla tua età avevo un anno in più!", "Sei incapace: lascia fare a me!", etc. tende a sviluppare una immagine imprecisa di sé, delle sue capacità, dei suoi limiti, dei suoi meriti e la paura e la vergogna fanno il resto.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Comunque credo di aver espresso abbastanza il mio parere, che non mi sembra gradito oltre. Quindi da adesso in poi mi taccio.

    Era solo per chiarire.

    Mi dispiace tu abbia percepito questo, quando ogni commento è invece per me prezioso, che io la pensi in modo simile o meno, perché arriva da una mente diversa e quindi può solo che arricchirmi. Proprio per questo avevo aperto questo thread. Ora però mi limiterò anch'io a leggere e basta, per evitare ulteriori fraintendimenti, perché questo onestamente non mi fa bene. Grazie a chi ha risposto e chi vorrà rispondere.

    ----

    "Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti."

Unisciti a noi!

Non sei ancora iscritto e vorresti partecipare? Registrati subito ed entra a far parte della nostra comunità! Ti aspettiamo.

Thread suggeriti

    1. Topic
    2. Risposte
    3. Ultima Risposta
    1. A proposito del gruppo Facebook "Mia Moglie" 477

      • giuseppex
    2. Risposte
      477
      Visualizzazioni
      16k
      477
    3. fran235

    1. La giornata perfetta? 36

      • Andre73
    2. Risposte
      36
      Visualizzazioni
      1.4k
      36
    3. Ailene

    1. L'educazione di ieri, l'educazione di oggi: secondo voi cos'è cambiato? 2

      • Andre73
    2. Risposte
      2
      Visualizzazioni
      132
      2
    3. Andre73

    1. Tradimento della donna... ma anche dell'uomo 92

      • Horizon
    2. Risposte
      92
      Visualizzazioni
      2.4k
      92
    3. fran235

    1. Cosa spinge i bulli a prendere in giro? 34

      • Lu_Ca
    2. Risposte
      34
      Visualizzazioni
      867
      34
    3. Andre73

    1. Gli evitanti esistono davvero? 5

      • Stregatta@
    2. Risposte
      5
      Visualizzazioni
      181
      5
    3. Stregatta@