Accettarsi

  • Mi dispiace tu abbia percepito questo, quando ogni commento è invece per me prezioso, che io la pensi in modo simile o meno, perché arriva da una mente diversa e quindi può solo che arricchirmi. Proprio per questo avevo aperto questo thread. Ora però mi limiterò anch'io a leggere e basta, per evitare ulteriori fraintendimenti, perché questo onestamente non mi fa bene. Grazie a chi ha risposo e chi vorrà rispondere.

    Mi scuso allora, non volevo creare dissapori. Avevo capito di essere OT rispetto alla linea che volevi dare al thread. Ma non mi sembra giusto che per via di un mio fraintendimento l'opener si limiti a leggere. Spero continuerai ad intervenire.

  • Forse dovremmo accettare che questa discussione sull'accettazione sia ormai finita. Ma cosa vuol dire accettare che la discussione sia finita? Come si raggiunge una vera consapevolezza che la discussione sia finita? Se io accetto che sia finita, devono accettarlo anche gli altri? E se lo accettano gli altri, devo accettarlo pure io? Accetto suggerimenti.

    Sono un troll. Tutto quello che dico è vero, ma anche falso, ma anche no, ma anche sì.

  • Se io accetto che sia finita, devono accettarlo anche gli altri? E se lo accettano gli altri, devo accettarlo pure io? Accetto suggerimenti.

    Devo, devono, io non li userei.


    Se tu la ritieni finita e lo accetti, cosa fanno o non fanno gli altri non ti riguarda, in linea generale, poi potrebbero esserci N motivi che ti potrebbero spingere verso gli altri.


    Questa discussione è stata aperta da Hagumi, lei ha sentito l'esigenza di questo confronto, è molto bello, e anche tutto questo fa parte del conoscere se stessi e gli altri.


    Se non conosci puoi accettare solo il fatto di non sapere, e non è poco.


    p.s. accette, lance, spade, mazzafrusti, asce bipenni per tutti! : D

  • Io credo che non ci sia nulla di male se ci si vuole fare delle domande, almeno una volta nella vita ce le siamo poste tutti, solo che dopo un po’ si capisce che non a tutto c’è risposta.

    Anzi lo vedo un desiderio sano di capirsi e voler capire il mondo.

    Trovo Hagumi una ragazza molto carina e rispettosa, capisco il senso che voleva dare a questo thread, l’ho apprezzato.

    Nella mia testa, c'è sempre stata una stanza vuota per te...quante volte ci ho portato dei fiori, quante volte l'ho difesa dai mostri. Adesso ci abito io e i mostri sono entrati con me.

  • "fare pace con se stessi nel realizzare i propri limiti e le proprie imperfezioni"

    Sì, credo che questo sia alla fine il punto essenziale.

    non continuare a proiettare un'immagine distorta di sé al di la dello specchio della psiche.

    E qui si ritorna al: come fare?
    A questo punto suppongo si tratti di un percorso indefinito. Il riconoscimento di limiti e imperfezioni è il punto di partenza giusto. Accettare che la strada è impervia ma non per questo impercorribile, credo sia un'altra tappa fondamentale e per nulla scontata e semplice. Per il resto, rimane l'esperienza, mettersi in gioco e alla prova costantemente, trovare la corretta motivazione, distaccarsi dal feedback altrui e focalizzarsi sul proprio, imparare ad accoglierlo come valido e reale, autosufficiente. Non so, questi sono solo alcuni pensieri.

    Mi scuso allora, non volevo creare dissapori. Avevo capito di essere OT rispetto alla linea che volevi dare al thread. Ma non mi sembra giusto che per via di un mio fraintendimento l'opener si limiti a leggere. Spero continuerai ad intervenire.

    Non preoccuparti, nessun dissapore. Sono consapevole che a volte data la mia emotività posso esprimere i miei pensieri in modo distorto e fraintendibile.

    Forse dovremmo accettare che questa discussione sull'accettazione sia ormai finita. Ma cosa vuol dire accettare che la discussione sia finita? Come si raggiunge una vera consapevolezza che la discussione sia finita? Se io accetto che sia finita, devono accettarlo anche gli altri? E se lo accettano gli altri, devo accettarlo pure io? Accetto suggerimenti.

    Quoto totalmente laformadelvuoto (escludendo la parte che mi riguarda perché sono terribilmente autocritica ed incapace di accettare i complimenti o tutto ciò che ci assomiglia haha)

    ----

    "Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti."

  • E qui si ritorna al: come fare?
    A questo punto suppongo si tratti di un percorso indefinito. Il riconoscimento di limiti e imperfezioni è il punto di partenza giusto. Accettare che la strada è impervia ma non per questo impercorribile, credo sia un'altra tappa fondamentale e per nulla scontata e semplice. Per il resto, rimane l'esperienza, mettersi in gioco e alla prova costantemente, trovare la corretta motivazione, distaccarsi dal feedback altrui e focalizzarsi sul proprio, imparare ad accoglierlo come valido e reale, autosufficiente. Non so, questi sono solo alcuni pensieri.

    Attenzione, perché non bisogna assolutamente distaccarsi dal feedback altrui, ma soprattutto non bisogna focalizzarsi troppo sul proprio.


    La nostra immagine riflessa dalla psiche è distorta proprio perché inficiata da paure e desideri: le nostre paure e i nostri desideri. Se ci basiamo solo sulla nostra capacità di realizzazione lo specchio mostrerà sempre una proiezione.


    Bisogna imparare a cogliere i feedback esterni, imparando a distinguere quelli strumentali da quelli sinceri e imparando a convertire quelli sinceri tenendo conto della fonte.


    Il mettersi alla prova è un valido metodo, ma è attraverso lo specchiarci negli altri (anche pochi fidati) che riusciamo a ricostruire una immagine realistica del nostro essere; e solo dopo aver fatto questo: possiamo accettarla ed eventualmente tentare di correggerla.


    Siamo "animali sociali": non siamo in grado di vederci (vedere noi stessi) in modo realistico se qualcuno non ci da una mano.


    E in effetti una scarsa accettazione di sé, solitamente è figlia del non aver ricevuto i corretti feedback da parte dei genitori in età infantile. Da li in poi la strada è in salita, poiché non avendo sviluppato la capacità di auto-valutarsi (o di farlo correttamente) sulla base dei feedback dei genitori: non riusciamo più a farlo nemmeno con tutti gli altri.


    Possiamo riuscire a vedere noi stessi in modo corretto sfruttando la nostra sola mente, ma bisogna prima sviluppare una capacità di auto-analisi che di per sé è imperfetta. Talmente imperfetta che chi esercita come psicoterapeuta è costretto talvolta dall'ordine a fare a sua volta terapia con un altro terapeuta per restare il più in equilibrio possibile.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • ma è attraverso lo specchiarci negli altri (anche pochi fidati) che riusciamo a ricostruire una immagine realistica del nostro essere

    Nessuno ci può conoscere meglio di noi stessi, persino una persona che ci vuole bene o ci ama, vedrà sempre e solo una parte di noi poichè c'è tutto un mondo che non mostriamo e solo noi sappiamo esistente (possono essere debolezze o virtù, cose buone o terribili).

    Bisogna sforzarsi nel fare introspezione ed esaminare poco alla volta ogni parte, distaccandoci dai pareri esterni (gli altri inevitabilmente ci condizionano) e sviluppare una nostra propria capacità di valutazione.

    Possiamo riuscire a vedere noi stessi in modo corretto sfruttando la nostra sola mente, ma bisogna prima sviluppare una capacità di auto-analisi che di per sé è imperfetta.

    Siamo in generale esseri imperfetti, quello che si può fare è solo aspirare alla versione migliore di noi stessi.


    Dico solo che dobbiamo avere una nostra lucidità di fondo e dobbiamo utilizzarla per migliorarci ed evolverci, per non vivere nella gabbia mentale che noi stessi ci siamo creati, libertà è vivere in equilibrio con i nostri limiti, imperfetti e spesso danneggiati come lo sono molti di noi.

    Spesso gli altri sono solo un abbaglio, finzione, non esiste la persona perfetta, esiste chi nonostante tutto non smette di osservare se stesso e provare nonostante tutto ad andare oltre.

    Nella mia testa, c'è sempre stata una stanza vuota per te...quante volte ci ho portato dei fiori, quante volte l'ho difesa dai mostri. Adesso ci abito io e i mostri sono entrati con me.

    Edited once, last by NakedInThedark ().

  • Quali sono i feedback carenti? Mi piacerebbe leggere qualcosa di approfondito.

    In rete dovrebbe essere possibile trovare articoli che ne parlano.

    Di base la materia è psicologica; in particolare psico-pedagociga.


    In generale (vado a memoria e in breve) i feedback ambigui da parte dei genitori sono quelli troppo accudenti del tipo "Lascia fare a me che non sei capace!", anziché insegnare e spiegare, oppure quelli del tutto assenti. Il figlio che prende un bel voto e viene ignorato è un feedback dannoso quanto quello di lodarlo e premiarlo ad ogni occasione.


    In generale vanno trattati con buon senso, senza esagerazioni né dei loro meriti, né dei loro demeriti.


    Nessuno ci può conoscere meglio di noi stessi, persino una persona che ci vuole bene o ci ama, vedrà sempre e solo una parte di noi poichè c'è tutto un mondo che non mostriamo e solo noi sappiamo esistente (possono essere debolezze o virtù, cose buone o terribili).

    Bisogna sforzarsi nel fare introspezione ed esaminare poco alla volta ogni parte, distaccandoci dai pareri esterni (gli altri inevitabilmente ci condizionano) e sviluppare una nostra propria capacità di valutazione.

    E' vero, ma gli altri vedono una parte diversa di noi, una parte che noi non possiamo vedere. SI tratta proprio di due prospettive differenti che si completano.


    Demandando solo a noi stessi il ruolo di "specchiarci": l'immagine che ne risulta non sarà mai completa, poiché normalmente non è possibile percepire tutte le sensazioni dell'altro.


    Per fare un esempio banale restando in tema "genitori": quando un genitore è troppo autoritario di solito non se ne rende conto. Solo il figlio può specchiare e quindi restituire questa immagine al genitore.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

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