Lui non vuole fare nulla di ciò che gli chiedo

  • Caro Bruce, dalla discussione su questo thread mi sembra che sia emerso il concetto, detto terra terra, figlio “adulto e indipendente “ solo se alla larga da mamma e papà ed in modo particolare mi ha rattristato il post di La huesera in cui scrive della madre del suo compagno al quale la stessa aveva chiesto di trascorrere il Natale insieme. Da anziana immagino il dispiacere della mamma. Tutto qua.

  • Io 30 lui 36, quindi direi che sia bello che maturo… o forse no?! A quanti anni maturano gli uomini? :face_with_tears_of_joy:

    Non c'è un'età anagrafica per maturare, conosco alcuni che sono eterni Peter Pan, anche in età avanzata. Essendo genitore anche io lascio stare i miei figli, ormai sono in grado di decidere da soli, senza invadere la loro vita, sia sentimentale che pratica.

    Comunque il tuo lui non credo sia pronto per affrontare la vita di coppia, a 36 anni avevo una famiglia e due figli, uno di nove anni e l'altro di sei.

  • Caro Bruce, dalla discussione su questo thread mi sembra che sia emerso il concetto, detto terra terra, figlio “adulto e indipendente “ solo se alla larga da mamma e papà ed in modo particolare mi ha rattristato il post di La huesera in cui scrive della madre del suo compagno al quale la stessa aveva chiesto di trascorrere il Natale insieme. Da anziana immagino il dispiacere della mamma. Tutto qua.

    Visto che mi citi, provo a spiegarti meglio la situazione: non si tratta di passare delle ore insieme a Natale ma si tratta di essere obbligati a festeggiare secondo uno schema e un rituale personalizzato della madre, ovvero: giorno prestabilito (dalle mie parti, essendo etnie diverse, ci si divide tra chi festeggia la vigilia e chi festeggia Natale), dress code dettato, posizione a tavola e sul divano imposti, scaletta musicale prestabilita, simboli e rituali religiosi imposti...il tutto senza minimamente rispettare orari, credo, riti o famiglie altrui.


    Dov'è il rispetto per i figli, per la loro famiglia, i loro figli e i loro riti? Dov'è il rispetto per la famiglia di mariti/mogli che ugualmente possono avere il desiderio di passare del tempo con figli e nipoti?


    Concretamente, sai come andava a finire? Dopo alcuni anni di liti, il figlio aveva trovato la sua soluzione: andare a festeggiare e brindare con amici e conoscenti per arrivare alticcio al tavolo della madre, sopportando silenziosamente e passivamente la serata.


    Ora prova sd indovinare perché la madre fosse comunque soddisfatta...


    Comunque, con la mia mediazione abbiamo ottenuto qualche miglioramento. Però devo ringraziare anche la mia famiglia (molto numerosa e molto unita) che per la mia serenità ha fatto non uno ma dieci passi indietro (i miei passi indietro non si contano nemmeno, è ovvio, ma io voglio bene al mio uomo e il suo bene arriva prima del mio).

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

  • Da anziana immagino il dispiacere della mamma. Tutto qua.

    Senza alcuna allusione a nick intervenuti in questo thread, e solo guardando la realtà reale, altrettanto dispiacere può immaginarsi anche in quei figli (maschi e femmine, identico) che sarebbero stati benissimo a passare il Natale ANCHE con la famiglia d'origine e che, non essendo (loro sì) abbastanza adulti e autonomi, si "adeguano" (con la morte nel cuore) al dictat del compagno o della compagna che irride a tutto ciò (e magari per scompensi propri!).


    Quasi OT: prima pensavo ai tanti uomini e donne che non hanno mai sentito l'esigenza di fare coppia e famiglia, ma tra quelli super-riuscitissimi agli occhi del mondo intero (si potrebbe andare da Rita Levi Montalcini a Giorgio Morandi, e mille altri, tra le sole eccellenze assolute e indiscutibili). Ma quella che mi fa più allegria, e che è anche comodissima perchè universalmente nota, è quella di Alberto Sordi !

    Altra eccellenza italiana, che però ha lo specifico di una capacità di "lettura psicologica dell'umano" da aver fatto di lui un vero Maestro (al pari di Verdone) nello scandagliare e tradurre in "maschere teatrali" i tipi umani, anche e soprattutto nelle loro miserie e bassezze.

    Quest'uomo è stato praticamente per tutta la vita all'apice di tutto il meglio del meglio, e di tutto il meglio della "vita da bere".

    Ha vissuto il fascino di parecchie Donne di indubbio fascino.

    Non solo non si è mai sposato e ha sempre vissuto con le sue adorate sorelle, ma è noto anche per la storica frase «Non mi sposo perché non mi piace avere gente estranea in casa».


    Domande: qualcuno può avere dubbi che fosse un irrisolto? ^^

    O forse non sarà che uno, come lui, che aveva per natura il "centro diagnostico modello" per fare radiografie e tac e risonanze al prossimo...avesse concluso (e poi praticato per tutta la vita) le conclusioni di avente famiglia d'origine SANA, dall'alto della quale...quella è sicura dalla nascita e abbiamo un mondo intero insieme di fiducia e comunanza DA SEMPRE, mentre l'altro/a ...per quanto accattivante...sempre resta un estraneo (come ben detto da lui) con cui dover scendere TROPPO SPESSO a compromessi anche stravaganti e del tutto indesiderati e talvolta direttamente inconcepibili?

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • Senza alcuna allusione a nick intervenuti in questo thread, e solo guardando la realtà reale, altrettanto dispiacere può immaginarsi anche in quei figli (maschi e femmine, identico) che sarebbero stati benissimo a passare il Natale ANCHE con la famiglia d'origine e che, non essendo (loro sì) abbastanza adulti e autonomi, si "adeguano" (con la morte nel cuore) al dictat del compagno o della compagna che irride a tutto ciò (e magari per scompensi propri!).

    A casa nostra più che di "adeguamento con la morte nel cuore" si deve parlare di sopravvivenza con alcol in vena :D :D :D


    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

  • A casa nostra più che di "adeguamento con la morte nel cuore" si deve parlare di sopravvivenza con alcol in vena

    Continuo dall'inizio a dire che i casi specifici sono tanti quanti le persone.

    E chi non aveva nessun piacere di stare con i suoi genitori l'ho avuto proprio per marito!

    (Non si arrivava assolutamente al livello di non tollerare le feste insieme a loro, ma certo è che ogni volta che includevo i suoi in una una cena organizzata da noi...sapevo di dovercelo "preparare" con un po' di anticipo e sapevo che mi sarei sentita dire "anche i miei? nooo...!")

    Comunque: fin quando si tratta di decisioni del figlio o della figlia nei confronti dei loro genitori...non si può che prenderne atto.

    La percezione del "perverso", invece, mi subentra quando si fa di tutto e di più per allontanare il/la partner dai suoi genitori, e magari però facendogli fare full immersion con le proprie famiglie d'origine e tutti i loro problemi, o anche solo per avere la misera certezza di avere pieno dominio et esclusiva sul/la partner.

    Fenomenologia, quest'ultima, tutt'altro che rara e che, come anche cronaca nera ci insegna, si abbina il più delle volte a personalità patologicamente manipolatorie e narcisistiche in senso clinico, come accade in tanti casi femminicidio in cui le "grandi manovre" dello sciroccato partirono proprio ed esattamente dall'isolare la povera partner prima dalla di lei famiglia, poi dai di lei amici e conoscenti, per il delirio di essere lui (sciroccato) l'unico mondo (segregato e segregante) della malcapitata poveretta.

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • Mah...a me non sembra proprio di aver letto questo... (piuttosto non so dove l'hai letto tu)...

    Precisamente nel post di apertura dell'opener.

    è innegabile che chi vive solo...a meno che non abbia ostinatissime velleità da chef...si ritrovi molto spesso a svoltare con la scatoletta di tonno o con i prontocuoci o con la pizza (magari congelata o da asporto) o anche con "piatti" molto costosi ma rapidi (tipo il filetto o il trancio di salmone alla griglia...magari con contorno di indivia belga perchè si lava in mezzo secondo): è una umanissima questione di <tempo e voglia> , cioè non è così frequente che, anche chi vuol molto bene a se stesso e tende a coccolarsi

    Quindi vale anche per le madri di questi ragazzini che vivono sole, giusto? Tutte col prontocuoci? Perché a me pare un cliché da ragazzone tardo adolescente magari fuori sede al terzo anno fuori corso. Quello che insomma il venerdì riparte verso casa con lo zaino dei panni sporchi.

    Le madri e i padri SANI di figli SANI sempre saranno e sempre si sentiranno Famiglia.

    Il problema forse è proprio in questa tua strana e ambigua frase. Perché capisci, tu potrai pure credere di essere la famiglia di tuo figlio, ma se tuo figlio è normodotato a un certo punto avrà una propria famiglia che non sarai tu, pur restando la madre e uno dei suoi affetti principali. A me pare che sotteso a tutto quel che scrivi sull'argomento ci sia un ambiguo senso della parola Famiglia, che si riduce a genitore -figlio; gli altri rapporti stanno un passo o più dietro. È per questo che traspare dal tuo scritto una totale mancanza di considerazione per la compagna/moglie del ragazzo, perché Famiglia (sacra e quant'altro) è genitore - figlio, no Coppia di conviventi - marito/moglie ecc. Non se ne esce, la tua personale idea di famiglia è questa, poi la compagna/moglie del figlio è un orpello, nulla di sacro la lega al ragazzone in questione. Ma questa stortura non può certo essere portata a esempio, e famiglia che ti piaccia o no è dove due persone si amano. Abbiamo tutti, da adulti, una famiglia di origine da cui "si esce" per formarne una nuova, sacra uguale se ti piace questa parola; io stessa nonostante i rapporti discutibili con mia madre le sono ancora legata e tanto lo sono a mio padre che non c'è più, e anche a mia sorella, ma la famiglia oggi è quella che ho costruito, e così è per mio marito, e per chiunque abbia un matrimonio che funzioni.

    Quando un ragazzone ha la sua ragazzona e fa progetti con lei e convivono, la famiglia del ragazzone è la sua ragazza, non il padre o la madre, che pur restano (e ci mancherebbe) affetti profondi e insostituibili, ma staranno un passo indietro, e se non lo faranno questo ragazzone non sarà emotivamente libero di realizzarsi e costruire i suoi nuovi riferimenti, che non sono "orpello", ma necessità. Questa è la vita, la vita delle persone sane.

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