Antidepressivi o "droghe ricreative"? Autorevole studio sconfessa il legame tra serotonina e depressione

  • A sua volta questo sistema organico soma-psiche si trova in costante collegamento con altri analoghi in costante gioco di reciproci feedback e con l'ecosistema in cui è immerso.

    Esatto. Scommetto che se avessimo fatto dei test nei campi di concentramento, sarebbe risultato che quasi tutti i detenuti erano depressi. Eppure nessuno si sognerebbe di dire che avevano uno squilibrio chimico nel cervello da curare, sarebbe considerato parecchio offensivo.

    Attenzione: i miei post possono provocare vertigini, nausea, visione offuscata, allucinazioni.

  • Qualche sera fa o ascoltato in radio un'intervista al fisico Federico Faggin...quello che è stato a capo del progetto Intel 4004, insomma uno dei padri dei microprocessori, oggetti necessari anche a scrivere qui o a smanettare con gli smarthfone.

    In pratica hai ascoltato un intervista all'equivalente di uno psichiatra dei computer, visto che si occupa solo di hardware ma non di software, e men che meno di AI.


    Faggin ha detto che la parte software del cervello non è matematicizzabile e non lo sarà mai per un fatto ormai chiaro...ma ci arrivo dopo perchè va prima detto questo.

    L'IA è informazione, ma anche la nostra struttura cerebrale così come è fatta è informazione (a livello microbiologico è così)...e fin qui ok, il punto è il nostro "software" che non è informazione quindi Bit o matematica, ma è sensazione...

    E la sensazione non è e non sarà mai replicabile...ergo ogni essere umano è unico ed irripetibile.

    Gli uccelli non sono imitabili e non lo saranno mai, con la loro grazia, la loro leggerezza, tutte quelle piume e quei meccanismi cosi' perfetti che gli permettono di volare. Eppure l'uomo ha messo un elica davanti a due ali rigide, e ha superato gli uccelli.


    Se la scienza non sa di cosa è fatto il nostro software che fa funzionare il nostro cervello la nostra mente la nostra psiche (loro dicono che non è conoscibile e replicabile), come si fa a dire che funzionerà su tutti o no nella nostra psiche una molecola chimica straterrena?

    Ma infatti la psichiatria non e' piu' come in passato, quando era convinta che la malattia fosse soltanto del cervello. Oggi non si vergogna di ammettere che oltre al farmaco serve normalmente anche un percorso psicoterapico, di cui pero' non si occupa e non si interessa. In altre parole la psichiatria stessa non nasconde piu' di essere soltanto un aiuto per farti solo "sentire meglio" senza pero' risolvere veramente i tuoi problemi.

    Attenzione: i miei post possono provocare vertigini, nausea, visione offuscata, allucinazioni.

  • Premesso che non sono un medico, e che sicuramente sono molto più ignorante in materia. Vorrei capire secondo gli studi riportati quali sono le conclusioni che dovrei trarne. Io ho riportato una mia personale esperienza e vorrei quindi capire, secondo questi studi che ho letto, ma che forse proprio per la mia pochezza in materia non ho compreso, il giusto approccio che dovrebbe avere una persona con queste problematiche. Partendo dal presupposto che del cervello si conosce ben poco...

  • Se la scienza non sa di cosa è fatto il nostro software che fa funzionare il nostro cervello la nostra mente la nostra psiche

    La scienza ha dubbi e lacune immense anche sull'hardware, sul software è proprio in alto mare.

    Soft&hardware sono comunque riduzioni simboliche, e vanno prese come tali, la psiche è anche un calcolatore, ma soprattutto è moltissimo altro che non è al momento conosciuto, e probabilmente mai lo sarà.

    E questo non è necessariamente un male, anzi.


    Uso anch'io una metafora per sintetizzare il mio pensiero:

    Un cieco è in un campo aperto, vuole tirare con l'arco, c'è un pannello con il bersaglio a cerchi concentrici, non ha la minima idea della direzione.

    Nei pressi ci sono persone che passeggiano serenamente, ignare delle intenzioni del cieco, non ci badano.

    Il cieco è la psichiatria, la freccia è la molecola, il bersaglio il disturbo.

    Quante possibilità avrà il cieco di colpire il bersaglio (cioè di risolvere parzialmente il disturbo e consentire una vita vivibile)?

    Poche, pochissime.

    E quante ne avrà di fare esattamente centro? (cioè risolvere completamente il problema senza rischi di recidive)?

    Ancora meno, tendenti a zero.

    E quante ne avrà di colpire con una freccia un gluteo dell'ignaro passeggiatore? (con questo intendo simboleggiare la possibilità di effetti collaterali indesiderati)?

    Tante, troppe, un numero che non si può trascurare.


    In sintesi: la psichiatria non sa quello che fa, compra un biglietto della lotteria di Capodanno e spera.


    Questo metodo, che ha più a che fare con la superstizione che con la Scienza, non sarebbe neppure da biasimare se si limitasse a sparare a caso su individui che volontariamente le prestano fede ed accettano consapevolmente il rischio.

    Quello che mi preoccupa è che è idoneo ad essere strumentalizzato per colpire e rendere inoffensive persone poco gradite all'Intellighentia.

    E questo è già successo.

    Ho accennato alla superstizione: non ci sono analogie con l'opera dell'Inquisizione dove chi si discostava dal Dogma assoluto per cercare strade alternative (Eretici, Streghe, dissidenti di ogni tipo) rischiava di fare una bruttissima fine?


    Lo scientismo moderno e contemporaneo non è paragonabile a ciò che nel mondo non secolarizzato era superstizione?


    Partendo dal presupposto che del cervello si conosce ben poco...

    Esattamente.

    Credo sia opportuno farsi un bel bagno di umiltà e volare a quote più basse.

  • Ciao Choupette, mi sono imbattuto in un articolo e volevo sottoporti questo passaggio:


    "Un aumento dei livelli di dopamina si associa anche alla diminuzione di un altro neurotrasmettitore, la serotonina. In particolare, gli studi hanno mostrato una marcata riduzione della serotonina soprattutto nelle prime fasi dell'innamoramento, proprio come si verifica nei pazienti affetti da disturbi ossessivi."


    Immagino che se non ci sono evidenze scientifiche che dimostrino il collegamento tra serotonina e depressione, allo stesso modo non possano esistere prove che un innamorato sia affetto da un disturbo ossessivo determinato sempre da uno squilibrio chimico legato alla stessa molecola.

    Correggimo se sbaglio.


    Secondo me qui sta il punto centrale della questione: applicare il paradigma riduzionista/meccanicista ad una realtà organica estremamente complessa come la mente umana, in perenne profonda interazione con il corpo da cui non può in alcun modo essere considerata scissa, è un approccio fuorviante.

    Sono d'accordo con te, e mi è piaciuta molto la tua metafora del cieco che tenta di centrare il bersaglio.


    A proposito di interazione con il corpo, sembrano esserci dei collegamenti anche tra celiachia e disturbi psichiatrici, ho sentito di soggetti che non sapevano di essere intolleranti al glutine e che dopo i pasti sviluppavano attacchi psicotici rischiando di finire psichiatrizzati.


    Ma dubito che uno psichiatra si interessi alla dieta dei pazienti che prende in cura, quindi anche in quel caso la molecola sarebbe stata la freccia conficcata nel gluteo del passante ignaro, causando ulteriori danni anziché risolvere il problema.

    Insomma, antidepressivo diseguale da droga.

    Mi sono domandato anch'io quale sia la linea di demarcazione tra farmaco e droga.


    Ho letto di recente un libro sulla storia degli oppiacei il cui autore sosteneva che la differenza tra eroina e morfina fosse come quella tra il vino bianco e il vino rosso.

    Secondo altre fonti l'eroina sarebbe più potente, ma resta il fatto che entrambe le sostanze sono oppiacei potenti, assuefacenti, e comunque molto simili.

    Nemmeno la morfina mi pare sia acqua fresca, anzi.


    Come mai però si è deciso di declassare a "droga pericolosa" solo una delle due sostanze?

    A me sembrano decisioni politiche, arbitrarie.

    Assolutamente non legate ad una questione di salute della collettività, ma a ben altri fattori.

  • Come mai però si è deciso di declassare a "droga pericolosa" solo una delle due sostanze?

    Ci sono dei motivi ben precisi per cui l'eroina è considerata peggiore farmacologicamente rispetto alla morfina, specialmente rispetto all'attuale morfina che viene utilizzata in ambito clinico, ma anche come viene impiegata oggi: formulazioni quasi sempre a rilascio prolungato, utilizzo di protocolli di somministrazione ben precisi con rotazioni e rimodulazioni di dosaggio tramite le scale del dolore - cosa difficilissima da fare con l'eroina causa alta potenza e minima durata nell'organismo*, uso di elastomeri il 99% delle volte, una nettamente inferiore capacità di legarsi ai recettori agenti sul centro del respiro rispetto all'eroina, una emivita* molto più lunga che permette ai recettori di assuefarsi in tempi più lenti. Se la morfina può essere vista come un bicchiere di vino, l'eroina ne vale almeno 3 colmi. Ciò per me è una differenza abissale...

  • Ho letto i vostri interventi e vorrei continuare a riflettere su questa tematica.


    A mio avviso non si può paragonare la dipendenza da droghe a quella da farmaci.

    Le prime vengono raffinate da organizzazioni criminali che non potranno mai essere soggette ai controlli che subisce un'azienda farmaceutica (ok, ok pure il colosso può corrompere chi controlla, sono note le storie di farmaci -e qui non parlo più solo di psicofarmaci- che hanno ucciso più di qualcuno prima di venire ritirati dal mercato).


    Non ho l'intenzione di sminuire le sofferenze di chi dismette alcuni psicofarmaci (scosse alla testa, tremori, incapacità di stare in piedi...)

    Ho motivo di credere che la crisi di astinenza da droghe sia decisamente peggiore.

    Ho letto il libro "A spasso con Bob" dove l'autore, a parte la storia del gatto che gli cambia la vita, descrive in maniera dettagliata il suo inferno per uscire dalla tossicodipendenza.


    Sono più propensa a ritenere che il genere di dipendenza per chi ha abbandonato uno psicofarmaco sia diverso: per me è quello relativo alla fatica nell'affrontare il riemergere delle emozioni... ma fino ad ora non è stato nulla di ingestibile.


    Se dovessi dire che idea mi sono fatta alla fine della fiera... ammetto di essere molto confusa.


    Ci sono momenti di difficoltà nella vita in cui non sai più a che santo votarti. Il "fai-da-te" non è più sufficiente (libri motivazionali, passeggiatine nella natura, rimedi omeopatici, tisanucce rilassanti etc). Non sapendo più quali pesci prendere, sentendo di non avere nulla da perdere, spaventata da reazioni che senti non essere più tanto "normali", senza dimenticare il pensiero "peggio di così non può andare"... provi a rivolgerti a chi pensi ne sappia più di te (in fondo: quali sono le alternative disponibili?).

    Chissà poi che il fatto stesso di capire che qualcosa non va, non sia comunque indice di un residuale barlume di sanità mentale.


    A parte qualche eccezione, sono rimasta soddisfatta dal servizio offerto dalla asl: io che brontolo su tutte le cose che non vanno in Italia, devo però riconoscere che quel dipartimento fa il suo lavoro e funziona bene.


    Critico il fatto che se in passato una psicologa ti tratteneva almeno 50 minuti o addirittura 1 ora, adesso la terapia dura 30 minuti. Non è colpa della terapeuta: evidentemente per fare più spazio al maggior numero possibile di persone, hanno preso questa misura.


    Penso che il problema possa essere di natura organica quando nella vita non ti è mancato nulla, non hai avuto traumi particolari, eppure ti ritrovi a riscontrare certe problematiche. Porto l'esempio di quelle celebrità che con una vita da favola (successo, salute fisica, bellezza, soldi, vita sociale...) decidono comunque di suicidarsi.


    Badate bene, non sto dicendo che ritengo che la psichiatria sia perfetta. Io stessa ho detto che in base a pochi elementi che ho fornito, hanno fatto ipotesi che non mi sono piaciute affatto.

    Indubbiamente si porta dietro tutta una serie di pregiudizi giustificati da come trattava i suoi pazienti in tempi più antichi, o il fatto stesso che serviva per confinare personaggi con idee scomode. Ho guardato anche un video con le testimonianze degli ultimi ex internati italiani che raccontavano una realtà orribile (ringrazio di essere capitata in questa epoca).


    Vero è che la malattia mentale esiste, e in assenza di cure migliori di quelle che vengono offerte (che vanno comunque perfezionate), non riesco ad intravedere quale potrebbe essere l'alternativa.

  • La psichiatria non era perfetta in passato e non è assolutamente scienza esatta oggi, per me il discorso è solo questo: i farmaci vanno presi se la tua qualità di vita è gravemente compromessa. Prendo il caso di una mia amica schizofrenica: voci nella testa, deliri assurdi, talora auto ed etero aggressività, rischio di perdere i lavori per cui veniva assunta, terrorizzare tanto la sua famiglia e fidanzato (immaginatevi il calvario anche delle persone intorno). Coi farmaci giusti e moderni è diventata una persona lucida senza essere però, di contro, trasformata in un automa cerebralmente morto come avveniva dopo una lobotomia o dopo dosi estreme di vecchi farmaci neurolettici di prima generazione. Io in questa psichiatria confido, perché ho avuto anche in famiglia persone in queste situazioni e vederle cambiare è stato... miracoloso. A volte queste benedette pillole diventano fondamentali, ma non per tutti ci mancherebbe. È tuttavia per persone come loro che a me sembra, scusatemi davvero se insisto, doveroso riportare questi esempi.

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