Non poter avere figli

  • Personalmente conosco solo una famiglia pesantemente appoggiata ai nonni; in ogni caso, sempre personalmente, il mio stile di vita è rimasto molto simile al prima dei figli: con la prima ho girato il mondo in lungo e in largo, col secondo che ha un anno ancora no ma solo per via del covid, quest'anno inizierà a viaggiare anche lui se tutto va bene.

    Per il resto onestamente non ho modificato in nulla il mio stile di vita; due giorni dopo il parto ero a lezione di piano, ho continuato a fare musica, a fare sport, corsi di lingue, e a lavorare, e non ho nonni a disposizione, solo nido, scuole, baby sitter occasionale. Quelli che sostengono che con i figli si è costretti a una vita sul divano o non hanno figli e parlano per sentito dire o non sanno organizzarsi.

    Sono felice per te, ma purtroppo devo confermarti che il tuo caso è un eccezione, tranne che per chi si appoggia ai nonni o ha una disponibilità economica che gli permette di pagare strutture/persone per accudire i figli (e sono sempre meno).


    È un problema riconosciuto a tal punto che ne parlano in Parlamento da diversi anni ed è stata identificata come una delle cause della bassa natalità del Paese.


    Per parlare di esperienze personali: ieri sera ero a cena con un gruppo di persone di una certa età che si vantava (giustamente) dei propri nipotini sani e vivaci (tutti bambini relativamente piccoli), ma quando hanno iniziato a vantarsi dei propri figli non ho impiegato molto a fargli ammettere che quei nipotini in realtà sono "figli dei nonni", ovvero sono più figli di loro anziani che non dei rispettivi genitori.


    I genitori di questi bambini vivono sommersi dal lavoro e dalla reperibilità e non guadagnano abbastanza per "figliare". Casa, piscina e vacanze, etc. sono tutte a spese dei nonni che non appena finisce la scuola se li tengono anche in modalità baby-sitter, così da permettere ai genitori di questi bambini di continuare a farsi sfruttare a lavoro.


    La realtà purtroppo è più simile a questa che non alla tua.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Chi decide di avere un figlio sa che i suoi prossimi 10-15 anni saranno a casa sul divano a guardare la tv e lavorare per spendere un sacco di soldi per il figlio. Quella sarà la sua vita.

    Chi decide di non avere figli non starà certo tutti i weekend sul divano a guardare la tv! Vorrà divertirsi. I soldi li vorrà spendere per godersi la vita, ecc.

    Mi pare un concentrato di luoghi comuni:

    - chi non sa "godersi la vita" non se la godrà comunque, che abbia figli o meno. E' sufficiente guardarsi in giro o anche leggere questo forum;

    - a casa sul divano ci sta chi non ha iniziativa, figli o non figli; non è indispensabile fare cose costose per divertirsi assieme ai figli, anzi spesso il mondo infantile ti insegna di come godere anche delle piccole cose che spesso diamo per scontate.

    Consultando abbastanza esperti puoi trovare conferma a qualsiasi opinione.

  • Guarda che il welfare sia scarso, e che siano necessari tanti soldi per mantenere dei figli sono la prima a dirlo.

    Tuttavia il resto è una tua teoria assolutamente priva di fondamento; i nonni che mantengono economicamente le famiglie è davvero un'assurdità, considerato che il mondo delle pensioni è messo malissimo. Finché diciamo che i nonni sostituiscono in molti casi baby sitter e nidi mi trovo, ma che poi paghino case e piscine e vacanze è una vera assurdità.

    Il punto è che chi aveva una vita piena di cose prima di fare figli continua ad averla anche dopo, questo l'ho visto succedere intorno a me a tutti ma proprio tutti quelli che conosco, amici, non amici, conoscenti, tutti.


    Mi pare un concentrato di luoghi comuni:

    - chi non sa "godersi la vita" non se la godrà comunque, che abbia figli o meno. E' sufficiente guardarsi in giro o anche leggere questo forum;

    - a casa sul divano ci sta chi non ha iniziativa, figli o non figli; non è indispensabile fare cose costose per divertirsi assieme ai figli, anzi spesso il mondo infantile ti insegna di come godere anche delle piccole cose che spesso diamo per scontate.

    Precisamente. Aggiungo che sulla maggior parte dei voli i bimbi sotto i 2 anni viaggiano gratis, e fino a 4-5 è gratis anche il pernotto negli hotel, eppure quanti sono quelli che proprio i primi anni di vita dei figli sostengono di non poter viaggiare?

    Io son sempre del parere che chi vuole fare trova il modo, chi non vuole trova scuse

    Modificato una volta, l'ultima da ipposam: Incorporato un post creato da ipposam in questo post. ().

  • Io sicuramente faccio molte meno cose ora che ci sono i bambini, soprattutto da quando è nata la seconda perché gestirne 2 non autonomi assieme è complicato. Poi le cose diventano più a misura di bambino: invece che mangiar fuori nel ristorante sfizioso vado magari in quello semplice, dove ti fanno un piatto di pasta al pomodoro per il piccolo e dove non ti guardano male se fa un po' di caos... Invece dei viaggi all'estero, vacanze in Italia in località raggiungibili in auto... Francamente, questo non mi pesa affatto, mentre mi pesa il faticare ad uscire con 2 oppure non avere mai un'ora libera per fare qualcosa in tranquillità.

    Usare i nonni come babysitter è comunissimo; qualcuno che li usa anche come bancomat c'è.

  • A me soprattutto pesa a livello organizzativo, cioè è chiaro che quando si è soli adulti si prende e si decide e si parte, quando hai dei bambini piccoli ti serve una capillare organizzazione per tutto, ma a tutti i livelli: devi tener conto anche delle loro esigenze, dei loro interessi, delle loro attività, e poiché non sono autonomi in niente (da piccoli) serve sempre un supervisore/accompagnatore. Io e mio marito ci aiutiamo l'un l'altro e dove non arriviamo deleghiamo, ma io ogni domenica sera mi siedo con mio marito davanti al tavolo e faccio il planning settimanale di attività e accompagnamenti e lo condivido su outlook.

    Per i ristoranti non ho cambiato nulla perché mia figlia mangia qualunque cosa, non ha mai voluto il menù bambini, forse questo mio nuovo piccolo non sarà così semplice, c'è da dire che io non ho mai dato ai miei figli alcun cibo pensato per i bambini, mai un omogeneizzato o biscotto/merendina industriale, sono contraria al baby food, trovo si abituino meglio ai sapori da grandi dandoglieli precocemente.

    Per i viaggi io l'ho portata davvero ovunque, ho fatto viaggi in macchina, aereo, treno, traghetti, e perfino l'ho portata due volte ai Caraibi, mai un problema.

  • Per i viaggi io l'ho portata davvero ovunque, ho fatto viaggi in macchina, aereo, treno, traghetti, e perfino l'ho portata due volte ai Caraibi, mai un problema.

    Giusto ieri sera siamo tornati dopo una settimana all'estero a 5 ore di aereo e pure mio figlio (6 anni) non ha avuto problemi, anzi abbiamo fatto escursioni tutti i giorni.

    Certamente ci sono bambini più o meno facili (ne conosco anche io) ma tanto incide anche l'atteggiamento dei genitori e l'abitudine a viaggiare.

    Consultando abbastanza esperti puoi trovare conferma a qualsiasi opinione.

  • La maternità, bellissima vero? E poi c'è la depressione post-partum.

    E poi c'è chi il figlio lo butta dal balcone. Penserete che c'entra, quella ragazza aveva problemi psichiatrici. Secondo me la narrazione del mito della maternità è appunto molto mito e alcune donne si trovano poi atterrite di fronte alla realtà.

    Non ho un partner stabile, ma se un giorno lo trovassi mi distruggerebbe non poter avere un figlio. Inoltre le varie ipotesi alternative sono costose, non sempre efficaci.

    L'ipotesi stessa dell'adozione pare remota, difficile, complicata.

  • La maternità, bellissima vero? E poi c'è la depressione post-partum.

    E poi c'è chi il figlio lo butta dal balcone. Penserete che c'entra, quella ragazza aveva problemi psichiatrici. Secondo me la narrazione del mito della maternità è appunto molto mito e alcune donne si trovano poi atterrite di fronte alla realtà.

    Non ho un partner stabile, ma se un giorno lo trovassi mi distruggerebbe non poter avere un figlio. Inoltre le varie ipotesi alternative sono costose, non sempre efficaci.

    L'ipotesi stessa dell'adozione pare remota, difficile, complicata.

    Io penso che la maggior parte delle donne che soffre di depressione post partum ne soffrisse anche prima o quantomeno avesse una certa predisposizione. Ho detto la maggior parte, per chiarire. Io penso di essere un'eccezione, dal momento che ne ho sofferto prima, durante e non dopo. Poi il parto e la maternità, per quanto eventi meravigliosi, sono allo stesso tempo fortemente destabilizzanti sia fisicamente che emotivamente. Ti garantisco che 3 parti naturali non sono una passeggiata, ho avuto forse più difficoltà con l'arrivo del secondo, con il terzo sono tornata a stare bene. La gioia di avere un figlio è stato il mio antidepressivo, per me è stato così.

    La depressione scatenata dalla maternità secondo me ha già radici nella storia pregressa della donna.

    Non dimentichiamoci comunque che gli episodi da te descritti sono casi limite, per fortuna il quotidiano è un po' meno drammatico, poi ci sono storie nel sommerso che non sapremo mai.

  • La maternità, bellissima vero? E poi c'è la depressione post-partum.

    E poi c'è chi il figlio lo butta dal balcone. Penserete che c'entra, quella ragazza aveva problemi psichiatrici. Secondo me la narrazione del mito della maternità è appunto molto mito e alcune donne si trovano poi atterrite di fronte alla realtà.

    Non ho un partner stabile, ma se un giorno lo trovassi mi distruggerebbe non poter avere un figlio. Inoltre le varie ipotesi alternative sono costose, non sempre efficaci.

    L'ipotesi stessa dell'adozione pare remota, difficile, complicata.

    La maternità porta un notevole sconvolgimento (fisico, ormonale, emotivo) ma fortunatamente la maggior parte delle donne lo affronta in modo piuttosto naturale, a parte, a volte, qualche leggero calo dell'umore detto baby blues. Non siamo predisposte a stare male con il figlio piccolo.

    Il problema è che per la mia esperienza e per l'esperienza di alcune persone a me vicine posso dire che la gravidanza, il parto e il piccolo spalancano tutte le porte dell'anima (dell'inconscio, delle emozioni... ). È un evento che mette a nudo e costringe in qualche modo a fermarsi, a mettersi in secondo piano e a tarare la propria emotività sui tempi e i bisogni di un altro essere umano da te completamente dipendente.

    Se si hanno problematiche di tipo psicologico che in qualche modo si sono riuscite a tenere a bada/compensare precedentemente è possibile che con il figlio saltino quegli equilibri precari che ci hanno permesso di contenere/arginare il disagio. Disagio che in alcuni casi può essere anche molto grave.

    Per ciò che ho potuto vedere nella mia esperienza sono più a rischio le persone giovani che fanno i figli e hanno problematiche psicologiche che spesso non sono tanto chiare nemmeno a loro vista la giovane età. Alcune addirittura pensano che fare un figlio costituisca una sorta di possibile soluzione al malessere e idealizzano un ruolo (moglie e madre) che poi le ingabbia. Le donne più grandi di solito un po' di più i conti con loro stesse li hanno fatti e più facilmente hanno affrontato in qualche modo i loro fantasmi. (e anche in caso di depressione tendono a essere più consapevoli e si rivolgono più facilmente al medico per affrontare la malattia psicologica).

    Ovviamente parlo di persone con problemi di natura psicologica, non certo di ogni ragazza giovane che decide di diventare mamma presto. Comunque visti i tempi in cui viviamo io consiglio (ho due nipoti ragazze) di prendersela con calma e di vivere childfree almeno fino ai 30, pensare a fare le loro esperienze e a godersi la vita da ventenni il più possibile.

    Un altro tabù che dovrebbe cadere è quello dell'interruzione di gravidanza. Sono consapevole che l'aborto sia un evento brutto e traumatico e si dovrebbe insistere sempre su una buona educazione sessuale e sui metodi contraccettivi. Ma se una ragazza o donna rimane incinta e sente che non lo vuole/non se la sente/è presto/non è pronta non dovrebbe sentirsi giudicata se sceglie di non continuare. E invece spesso non è così e le famiglie insistono per la strada opposta.

    Certo per evitare pentimenti e rimorsi si potrebbero predisporre dei colloqui con uno psicologo e entrare un po' in profondità.


    La ragazza siciliana che ha ucciso la figlia ha 22 anni e quindi ha avuto la figlia a 17! Con un coetaneo (sembra problematico) con cui prevedibilmente il rapporto è naufragato. Al di là che è impossibile giudicare o capire quello che è successo senza conoscere a fondo le persone coinvolte, mi viene da pensare che il carico fosse notevole se confrontato con l'età di entrambi.

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