gloriasinegloria: ma io un matrimonio simile, per quanto durevole, non lo vorrei mai! E certamente nel mio caso non sarebbe durato, non avrei retto ad un patto simile, bisogna esserci portati per simili compromessi nella vita! Credo di conoscere una coppia così, che ha fondato la propria unione su simili premesse, e credo anche io possano durare, ma non farei mai a cambio di vita con loro. Io ho scelto la passione e la bellezza e la poesia e l'incanto quando mi sono sposata, lo ammetto: non avrei accettato nulla di meno e non avevo l'ambizione di sposarmi, non mi "serviva", ero più che benestante e autonoma economicamente e non ero in cerca di "mariti". Infatti ho sposato un uomo non ricco, se non di qualità morali e fascino intelligenza simpatia cuore. Lo risposerei domani, subito senza un pensiero. Ma il mio approccio era, è, e rimane fermo al goderci il più possibile la vita insieme, facendo cose il più possibile piacevoli e allontanando i problemi inutili ed evitabili, e affrontando quelli inevitabili. Al momento ha funzionato, ed ho i miei dubbi che saremmo più felici cominciando a sacrificarci in nome di non so quale causa, resto del parere che la miglior cura per un matrimonio sia coltivare la reciproca felicità e il reciproco benessere.

Il segreto della durata di un matrimonio
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io non sono cattolico ma ho ricevuto una profonda educazione cattolica, ma il senso intero del cattolicesimo è il tendere a qualcosa di sovraumano avendo la consapevolezza che siamo umani e che c'è sempre la misericordia divina; è una concetto molto difficile da comprendere intimamente e non vale solo per il marimonio...è farsi Cristo avendo sempre la consapevolezza di non poter essere Cristo, ma avendo anche la consapevolezza che il Padre è comunque sempre pronto ad accogliere anche la debolezza. Difficile da spiegare e infatti spesso viene confuso con ipocrisia (e spesso si trasforma in questo), ma in realtà è un concetto molto profondo. In sostansa tutto il cattolicesimo (inteso come pensiero cattolico non come apparato) è tensione.
Non solo c'è la misericordia divina ma anche la mestizia delle limitazioni e perdizioni umane: "Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris ... "
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ipposam : ma non mi pemetterei mai di sentenziare del tuo matrimonio (di cui ovviamente non so nulla). Sto soltanto dicendo che, per quel che mi consta nel mio reale, gli unici matrimoni che vedo resistere (anche a livello transgenerazionale) sono quelli basati sulla ragion di status, a partire da quello di mia madre con mio padre che comunque hanno fatto gran bella vita insieme - di facciata - sino all'ultimo giorno di vita di mio padre, e so per certo che per mio padre fosse fifty/fifty tra abnegazione cattolica nel DNA e ...opportunismo, mentre per mia madre era solo l'incapacità totale di gestirsi la vita di suo, con l'aggravante di non avere NESSUNA ragione economica per poter solo pensare di non farcela) e per finire a quello di mia carissima amica da una vita...che si sposò per il terrore di restare <zitella>, e che ODIA suo marito, ma...esattamente come mia madre...non sarebbe mai capace di affrontare la vita senza "coperchio" ...
Tutti gli altri miei coetanei che non hanno seguito la "regola del coperchio" ...ti dico senza esagerazioni che la pentola l'hanno scoperchiata, chi un un anno prima e chi un anno dopo, e vivono solo meglio...(guardandosi molto bene , ma senza sforzo alcuno, dal pericolo di "ricadere in tentazione"......
ho i miei dubbi che saremmo più felici cominciando a sacrificarci in nome di non so quale causa, resto del parere che la miglior cura per un matrimonio sia coltivare la reciproca felicità e il reciproco benessere.
Non capisco.
Ti sembra che io abbia parlato di persone che si sposano perchè hanno come obiettivo di condividere sacrifici (e senza neanche sapere per quale causa)
Se il mio scrivere, per ragioni a me ignote, avesse ingenerato questo equivoco...non posso che scusarmene ancora e cogliere l'occasione per chiarirmi : compromessi, difficoltà, problemi, divergenze, ma anche piccoli e grandi egoismi...li porta la vita.
Sono LORO a richiedere quella Capacità di Comprensione dell'Altro che può tradursi in proprio sacrificio.
E se li si è messi in conto in nome di Amore si superano (ma su Amore resto sulla stessa linea espressa da La mente mente ). Mentre tutto mi induce a pensare che se si escludono dalla propria vista (come fa la mia amica di sempre) ritenendo che una cena Rotary o una crociera risolveranno il problema...il problema resterà e crescerà, crescerà, crescerà... in stile Titanic...
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gloriasinegloria: credo solo che abbiamo convinzioni e approcci alla vita differenti.
Ad ogni modo concordo con te che un matrimonio fatto su base ragionieristica abbia in generale più chance di durare rispetto ad uno nato per passione, anzi su questo non ho dubbi. Ma che una simile unione abbia qualche attrattiva...ecco su questo dubito fortemente, o almeno per me non ce l'ha, non potrei rinunciare all'amore e alla passione. Io poi credo di essere simile alla tua amica nel senso che per me il viaggio ai Caraibi, la crociera, l'avventura nella foresta Amazzonica o la scalata di Uluru aiutano e molto nell'alleggerire i pensieri e la vita e nel dare un nuovo stimolo a un rapporto, per me anzi l'esperienza del viaggio è qualcosa che unisce una coppia più di molte altre cose ed è tra le priorità della vita. Poi che ci siano difficoltà...nella vita...ti direi che per qualcuno possono essercene di grandi, per altri meno, e anche questo va messo in conto. E infine, un buon lavoro devono fare entrambi i coniugi per tutelare l'unione da agenti esterni e non mi riferisco solo ai tradimenti, mi riferisco a tutto il resto: non portarsi a casa problemi inutili, fare della propria casa una specie di zona franca dove appunto ci si dedica al reciproco benessere, dove insomma non fare confluire per quanto possibile problemi esterni, di lavoro, familiari ecc. Il post chiedeva il segreto per fare durare un matrimonio, ecco per me è questo, non perdere mai il focus sul proprio reciproco benessere.
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Io poi credo di essere simile alla tua amica nel senso che per me il viaggio ai Caraibi, la crociera, l'avventura nella foresta Amazzonica o la scalata di Uluru aiutano e molto nell'alleggerire i pensieri e la vita e nel dare un nuovo stimolo a un rapporto, per me anzi l'esperienza del viaggio è qualcosa che unisce una coppia più di molte altre cose ed è tra le priorità della vita.
Ormai ci conosciamo un pochino, e ...per quella empatia e stima che può fluire attraverso un forum...sinceramente ho stima di te, oltre al fatto che abbiamo sensibilità provate dalle famiglie di origine in modo abbastanza simile.
Ma proprio per questo NON ti auguro assolutissimamente di vivere nulla di simile a quello che vive la mia più cara amica. La sua è una sorta di dipendenza da agenti esogeni quanto effimeri (la cena, la crociera, la c∙∙∙∙∙a f∙∙a, anche lo spritz su spiaggia locale allestita in stile caraibico...) ma dura tutto per il tempo che dura (+ quello necessario a postarlo sui social)..............e come per un tossicodipendente..........subito dopo c'è l'abisso di una vita vera che resta diversa e che genera solo altra dipendenza da distrazioni/evasioni/"viaggi" mentali tanto artati per quanto inutili a colmare uno sconforto di fondo che ha diecimilioni di cause, e forse più, e che siccome la conosco meglio di me stessa....ti assicuro che dipendono dalla sua storia, e non da quel bravo marito che la ama e che ama la famiglia.
Poi che ci siano difficoltà...nella vita...ti direi che per qualcuno possono essercene di grandi, per altri meno, e anche questo va messo in conto.
Nel breve periodo ci si può illudere di questo. Ma il periodo medio-lungo tende a confermare il contrario.
n buon lavoro devono fare entrambi i coniugi per tutelare l'unione da agenti esterni e non mi riferisco solo ai tradimenti, mi riferisco a tutto il resto: non portarsi a casa problemi inutili, fare della propria casa una specie di zona franca dove appunto ci si dedica al reciproco benessere, dove insomma non fare confluire per quanto possibile problemi esterni, di lavoro, familiari ecc.
Qui ti sono sincera sul fatto che, per mia indole, faccio molta fatica a seguirti.
Solo per cercare di spiegarmi: io per indole sono sempre stata e resto molto "inclusiva".
Questo mi ha comportato quel che ho sempre fatto e che faccio, come devo riconoscere che sia stato sempre fatto anche da mio padre.
Per me non esiste "ho trovato la mia dimensione (più o meno illusoria di benessere ) e mo' a vaffa tutti e me la godo!".
Non è mai esistita per me questa dimensione, e piuttosto ho vissuto nel mito della famiglia estesa, che non avrei mai avvertito come minaccia, ma piuttosto come DONO.
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Il legame che unisce la tua vera famiglia non è quello del sangue, ma quello del rispetto e della gioia per le reciproche vite. Di rado gli appartenenti ad una famiglia crescono sotto lo stesso tetto. (Richard Bach)
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La discussione si sta facendo interessante. Molti punti di vista e qualche frase illuminante.
Vorrei precisare che io uso il termine "matrimonio" per indicare la scelta di vivere sotto lo stesso tetto fino alla morte, indipendentemente dal tipo di contratto che si ha firmato.
Le cose vincolanti in realtà ,a parte i sentimenti, sono la casa e i figli. Se una coppia vive in affitto e non ha figli, può lasciarsi con uno schiocco di dita o al limite ,se ufficialmente sposati, con una lettera di un avvocato.
Atra precisazione: per me "farsi i fatti propri" non significa fare sesso con altre. O almeno non significa solo questo. Piace anche me fare sesso (non sono asessuato), però non è l'unico mio motivo di vita (che poi, pure da libero, non è che abbia la vita sessuale di rocco siffredi...).
Il punto è che esistono tante altre passioni che magari il coniuge non condivide.
In questa discussione s'è fatto l'esempio dei viaggi in coppia: oh che bello condividere i viaggi e le avventure! E' fantastico!
Ma se invece lui preferisse fare sempre tutte le ferie al paesello di origine? Magari addirittura ospiti dei suoi genitori? E così tutti gli anni, tutte le vacanze estive e pure quelle di natale...?
Se lui trovasse soddisfazione e felicità giocando a tennis (che a lei non piace) anzichè facendo viaggi?
E' qui che sta il sacrificio: o ai suoi sogni di viaggi mette una pietra sopra e andrà al paesello del marito con la suocera tutti gli anni per il resto della vita, oppure bisognerà trovare un'alternativa.
Quali sono le alternative?
-I buonisti illusi direbbero: un anno al paesello e un anno in viaggio.
Ma la realtà funziona così: entrambi vorrebbero fare SEMPRE le vacanze che sognano e quindi saranno infelici e inc∙∙∙∙ti a turno.
Ma il problema sarebbe ancor più a monte: non si arriverebbe nemmeno a questo compromesso, perchè lui (soprattutto se leader della coppia) farebbe sentire in colpa lei spiegandole (rinfacciandole!) che lui ha sacrificato un sacco di cose per lei e adesso nemmeno può rivedere i suoi parenti 1 volta all'anno; a quel punto lei (soprattutto se remissiva della coppia) lascerebbe perdere e resterebbe coi sogni per sempre nel cassetto per colpa di lui.
Per colpa di lui. Anno dopo anno. Per colpa di lui.
Finirebbe con l'odiarlo! Col fantasticare la morte dei suoceri! Sognerà di dare fuoco a quel maledetto paesello!
Dopo anni si chiederebbe se ha fatto bene a buttare nel c∙∙∙o i suoi sogni per uno che 3 sere a settima va a giocare a tennis.
-Altra alternativa: lui va al paesello e lei va in viaggio da sola.
In una coppia tradizionale, sarebbe l'inizio della fine.
Le coppie di una volta funzionavano meglio perchè non avevano alcun altro sogno oltre a quelli per forza condivisi: faticare nei campi, crescere figli, mangiare, andare al c∙∙∙o e dormire. Ogni tanto una sveltina (per mettere al mondo degli aiutanti nei campi) e un fiasco di vino per prendere la ciucca.
La vita era tutta lì, quindi era impossibile avere passioni non in comune.
Quindi quale sarebbe la soluzione? Quale condizione è quella ottimale? Parlo per me, ovviamente. Cioè sto..."ragionando ad alta voce".
Forse per me l'ideale sarebbe una relazione atipica, svincolata. Ognuno a casa propria, con il proprio lavoro e conto in banca, come eterni "amici speciali" ("fidanzati" sarebbe già un po' troppino).
Certo se tutto il mondo facesse come me, l'essere umano si estinguerebbe. Ma a me non importa di cosa fanno gli altri, anzi facciano pure tanti tanti figli, che mi serviranno per farmi pagare la pensione!
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Le coppie di una volta funzionavano meglio perchè non avevano alcun altro sogno oltre a quelli per forza condivisi: faticare nei campi, crescere figli, mangiare, andare al c∙∙∙o e dormire. Ogni tanto una sveltina (per mettere al mondo degli aiutanti nei campi) e un fiasco di vino per prendere la ciucca.
La vita era tutta lì, quindi era impossibile avere passioni non in comune.
Quelle coppie lì sono estinte, come il mondo dove si erano formate e cresciute e risulta superata una buona parte dei valori che erano imperanti alla loro epoca.
A quel tempo la "necessità" (economica) era il collante principale e persino la scelta del partner era vincolata a quel fattore.
Da almeno 40 anni ci si è affrancati dalla "necessità" (valore programmatico della famiglia) per giungere alla realizzazione di ciascun partner (valore individuale non sempre compatibile con la famiglia).
Non è un caso che Ipposam parla insistentemente di "ricerca del reciproco benessere" come valore della sua famiglia e non vuole prendere in considerazione una prospettiva di sacrificio delle proprie esigenze.
Gloria, Germano ed altri (compreso chi scrive) sono alquanto scettici sulla validità di quel programma. Perché se non c'è un partner che abbozza (e lascia l'altro perseguire la propria crescita, accontentandosi di limitare il proprio orizzonte) la coppia rischia l'implosione, l'unione matrimoniale e non (convivenza in ogni forma) non dura.
E, per perseguire il proprio benessere si cercano relazioni meno impegnative, specie dopo aver avuto esperienze di coppia non riuscite.
Per quello che mi riguarda, la mia seconda vita di coppia non sarebbe poi durata così tanto se non fosse stata per la modalità di relazione a distanza. Vacanze e qualche week-end insieme e poi ognuno a casa sua (paese con relativi costumi, dal mangiare agli orari lavorativi e di vita).
Una coppia basata sul compromesso, tollerabile perché ognuno ha un proprio benessere (modo di vita) da tutelare ed una casa propria. Abbiamo un cane in comune, il quale è intelligente abbastanza per capire quanto gli si comunica in 4 lingue (tedesco, francese, inglese ed italiano) perché è dotato di intuito animale (se potesse dire la sua, chissà ...).
Per questo motivo, anche inconsciamente, non riesco a vedermi pensionato.
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gloriasinegloria: anche io ho stima di te, ma come ti dicevo, ho percepito che abbiamo un modo differente di approcciare la vita. Ho capito il tuo, il mio è diverso. Nel mio medio-lungo periodo ti assicuro che ho vissuto col mio approccio e ne sono pienamente consapevole e felice, e anzi ne sono sempre più convinta.
Ma non credo sia l'unico applicabile, ognuno trova il proprio equilibrio, non siamo macchine ed è giusto così.
Germano: la realtà è molto più semplice di quanto pensi. La base per evitare assurdi compromessi è trovare un partner che sia sulla stessa lunghezza d'onda, una persona che ti sia affine; per me la relazione con qualcuno che ha obiettivi e aspettative del tutto diverse dalle tue non può funzionare nel lungo periodo, se non a costo di vistosi compromessi.
Ti posso fare degli esempi. Io sono sempre stata molto dinamica, ho bisogno di nuovi stimoli continuamente perché per me è importante sentire di vivere arricchendomi di esperienze e cultura. Non mi basta il lavoro, non mi basta la famiglia, io devo sentire che di anno in anno "cresco" in qualche modo. Anni fa ho avuto una lunga relazione con un ragazzo con cui stavo anche bene, mi amava moltissimo, e anche io penso di averlo amato, ma col passare degli anni è emerso un nostro profondo sfasamento: lui pur di stare con me cercare di venirmi dietro nelle mie esigenze, ma non riusciva, lo faceva con fatica, lo faceva "cambiando" per me, e alla fine era diventato un'altra persona, ma non era felice, e nemmeno io lo ero. Perché di base a lui di viaggiare, di fare nuove esperienze, di fare dei corsi per approfondire questo o quel tema, di venire alle mostre con me, di darsi alla musica o alla pittura....non gliene importava assolutamente nulla. Lui voleva vivere tranquillamente, voleva sposarsi e fare 3 figli e lavorare tanto per dargli un futuro, e la sera stare abbracciati sul divano a godersi quello che per lui era il massimo della vita. Io sapevo che era così ed ero mortificata per non riuscire ad essere la metà del suo quadretto: io avevo altre profonde e insopprimibili esigenze. Per questo l'ho lasciato...e ho dovuto farlo, nonostante ci volessimo molto bene, perché sapevo che non saremmo stati felici.
Viceversa, con il ragazzo che ho poi sposato, è stato assolutamente immediato trovarci sulla stessa lunghezza d'onda, volere reciprocamente le stesse cose, avere le stesse ambizioni, capirsi su tutto senza bisogno di parlare. Non so esprimere quanto l'alchimia sia stata immediatamente profonda. Ti dico solo che le persone intorno a noi percepivano che c'era qualcosa, prima ancora che ci fosse, e senza che ci fossimo mai rivolti nemmeno la parola. Ed è stato tutto rapidissimo, ma ti parlo ormai di 15-16 anni fa. Questo non significa che siamo identici: per capirci, dei compromessi li abbiamo dovuti trovare. Io sono molto sportiva, lui è assolutamente lontano dallo sport. Ma è semplice fasarsi, mentre io faccio sport lui segue i suoi hobby più casalinghi. Il viaggio piace a entrambi e passiamo ore a fantasticare su nuovi posti, e ognuno dà all'altro nuovi stimoli. Lui è molto attento e ogni volta che vede che mi avvicino a una nuova passione mi fa trovare materiale per approfondire, alimenta i miei desideri, le mie fantasie, mi rafforza, e anche io cerco di fare altrettanto. Lui è la risposta alle mie domande. Poi chiaramente sono capitate anche situazioni delicate e antipatiche, veniamo da contesti sociali diversi, e non mi sono mai trovata bene con i suoi familiari da parte della madre (mentre da parte del padre c'è stima e rispetto), ma abbiamo trovato un nostro equilibrio, perché tra di noi stiamo benissimo. Certamente ci sono occasioni di divergenza, ma nulla di importante; per dire, a Natale io premo per andare ai Caraibi, per lui è doveroso il pranzo tradizionale: il compromesso per noi è partire dopo. Ma fa parte credo della reciproca maturità venirsi incontro in questi casi.
Certo una cosa che ritengo fondamentale è avere questa maturità e un certo equilibrio personali quando ci si unisce a qualcuno: bisogna sentirsi pronti a lasciare andare qualcosa di se stessi per accogliere qualcosa di nuovo, e bisogna sentirsi pronti a lasciar cadere le aspettative di persone esterne alla coppia.... genitori, parenti, devono venire un passo dopo la coppia, anche questa premessa è importante. Ci sono persone che si sposano per far contenti i genitori, o fanno figli per dovere, perché i genitori vogliono fare i nonni...nulla di più sbagliato. I genitori vanno lasciati un passo fuori, le scelte devono essere fatte internamente alla coppia, e alla coppia va data la priorità, gli altri devono adeguarsi.
Uno dei motivi di separazione più comune è essere in troppi nel matrimonio: può essere un'amante, ma anche un genitore intrusivo. Essere abbastanza maturi da saper difendere la propria unione da influenze esterne aiuta moltissimo.
Anche qui, per mia esperienza, non tutti hanno gli stessi tempi: si è vissuti magari per 30 anni con i propri genitori, e a 32 ci si ritrova a convivere con un'altra persona...a pensarci è una bomba! Per tutti. Lo dico da figlia, ma anche da mamma...un po' si soffre, e non tutti hanno l'intelligenza e la maturità per ridefinire spazi e perimetro.
Naturalmente avere una famiglia intelligente alle spalle, che sa lasciar andare e crescere i figli, in questo caso è un gran vantaggio, ma quanti hanno questa fortuna? Quanti hanno familiari problematici o disfunzionali? Lo vediamo su questo forum...Alla fine anche questo è un vero percorso, non semplice...staccarsi dall'identità della famiglia di origine per costruirne una nuova...Lo dico chiaramente, non è banale.
Ma sentire che giorno dopo giorno si sta costruendo qualcosa di bello, sentire di essere nel posto giusto, sentirsi appagati e sereni..dà la spinta per far crescere nel tempo i sentimenti, e avere una bella unione...
Per inciso, non credo che le coppie di una volta funzionassero meglio, credo che ci si dovesse adattare. Oggi potenzialmente si può condurre una vita molto più in sintonia con noi stessi, scegliendo il partner giusto.
Se fossi una donna del passato avrei sposato quel mio primo amore, me lo sarei tenuta per tutta la vita non potendo fare altrimenti...ma sarei stata felice? Non lo ero nemmeno in prospettiva...figuriamoci...
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In questa discussione s'è fatto l'esempio dei viaggi in coppia: oh che bello condividere i viaggi e le avventure! E' fantastico!
Ma se invece lui preferisse fare sempre tutte le ferie al paesello di origine? Magari addirittura ospiti dei suoi genitori? E così tutti gli anni, tutte le vacanze estive e pure quelle di natale...?
Se lui trovasse soddisfazione e felicità giocando a tennis (che a lei non piace) anzichè facendo viaggi?
E' qui che sta il sacrificio: o ai suoi sogni di viaggi mette una pietra sopra e andrà al paesello del marito con la suocera tutti gli anni per il resto della vita, oppure bisognerà trovare un'alternativa.
Esatto, e mi piace questa concretezza applicativa!
Quello della fruizione del tempo libero è solo uno dei tanti esempi di "piccoli" sacrifici che, come la goccia, scavano la pietra.
Ma il fare coppia convivente li moltiplica per ogni ora del giorno e per ogni giorno dell'anno. Piccole o grandi sopportazioni si impongono all'uno e/o all'altro anche per menate quotidianissime, quali possono essere i gusti alimentari, gli orari dei pasti, gli amici da scegliere per condividere una serata speciale, i gusti nell'allestimento della casa, e oggi più che mai... persino le scelte di lavoro!
Non parliamo poi dell'arrivo di figli! La gestione del loro accudimento comporterà un altro oceano di visuali diverse che comportano reciproca sopportazione.
E non parliamo infine di eventuali vere e proprie calamità di salute, anche di familiari dell'uno o dell'altro, che comportano sacrifici veri, giacchè malaugurati problemi di salute del familiare di uno dei coniugi...è proprio del tutto ovvio che lo tocchino in modo e su basi del tutto diverse rispetto all'altro.
Tutti sacrifici, questi (il cui elenco sopra è esemplificativo ma certo non esaustivo), che certamente si affrontano anche "senza accorgersene" fin quando dura l'incantesimo di chi si sposò <per amore> . Ma il dramma è che...di sopportazione in sopportazione...è proprio l'accumularsi delle sopportazioni (che sono sempre auto-compressioni) a svuotare l'incantesimo... E anche questo step mi sembra molto spiegabile : per "incantesimo", infatti, intendo l'aver profondamente creduto che "con lui/lei la mia vita sarà meravigliosa", come poi si scopre che non è, perchè si può anche andare d'accordissimo, ma quel d'accordissimo si conquista con reciproche tolleranze e auto-compressioni che nel tempo pesano, eccome pesano!
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