Ne vale ancora la pena?

  • Dove non arrivano i ricordi, è la nostra memoria sensoriale che ci trasporta violentemente indietro nel tempo e ci fa sperimentare senza filtri ogni sentimento, ogni tumulto dell'animo, e stimola il nostro raziocinio a realizzare ciò che si era, ciò che poteva essere, e cosa non sarà mai più. Bastano pochi stimoli per sprigionare in noi quel languore suadente, quella seducente malinconia, la saudade il cui veleno è nascosto dietro la soave dolcezza che inebria i nostri poveri sensi. Un tramonto estivo, la tintura rossiccia e sanguigna latrice di una brezza asciutta, troppo calda per essere gradevole, ha creato il perfetto quadro del mio passato, dei paradisi perduti ai quali agognavo, i quali rendevano sopportabili la mia cronica infelicità. Tali gloriosi scenari si sono orami chiusi di fronte a me, e un pugno allo stomaco tale consapevolezza mi causa. E intanto lo scirocco africano scuote la mia pelle, a testimoniare il deserto infinito del mio malessere. Un'altra visione mi si sprigiona in tutta la sua crudeltà: l'infelicità ha ora di nuovo un nome e un volto. Gli orridi palazzoni dell'università, le lunghe ore di solitudine, la mancanza di calore umano in quelle interminabili giornate, l'avere a che fare con persone grezze e volgari che mi disgustavano, il dover scendere a troppi compromessi meschini, umilianti. Ero alienato, ma anche in quell'alienazione vedevo una via di fuga, per non impazzire, pensando che sarebbe finita e che mi sarebbero state spalancate le porte di un futuro radioso. La crisi, il crollo avuto ormai quasi due anni fa hanno prolungato la tirannia delle tenebre, e nel torpore ho dimenticato ciò che il dolce liquore al cianuro che mi ha travolto con la brezza estiva mi ha crudelmente ricordato: sta per arrivare il momento in cui dovrò tornare in quella triste fabbrica del malessere per tornare a rivedere quei pochi bagliori che mi ero illuso di vedere nella penombra. Ed è tutto da vedere se la mia corazza sarà abbastanza forte da evitare di esserne travolto un'altra volta.

    Che meraviglioso scritto! <3

  • Talvolta la rabbia che scaturisce dalla consapevolezza di essere diverso dagli altri diventa insopprimibile, non tanto per quanto riguarda l'intensità del sentimento che questo pensiero suscita, quanto piuttosto dalla sua manifestazione in occasioni banali: in un batter d'occhio ci si ritrova in compagnia di persone che raccontano dei loro trascorsi, delle loro esperienze con entusiasmo, nostalgia e un pizzico d'imbarazzo, quell'imbarazzo di chi si rende conto di aver un po' abusato dell'indulgenza plenaria che solo la fanciullezza può farsi languidamente dispensare con ancestrale naturalezza. Se dalle fonti di questo supremo appagamento avessi attinto anch'io quando gli anni della scoperta me l'avrebbero permesso, non avrei motivo per struggermi così tanto per un disagio così impetuoso, tuttalpiù avrei provato indifferenza, qualche immedesimazione qua e là. Invece mi ritrovo a vagare confuso nella notte con lo stomaco sottosopra e il fiato corto per il turbamento. Posso simulare una curiosità, ma tale sforzo si rende vano in quanto mi è oltremodo impossibile nascondere l'irritazione. Ma non c'è motivo razionale per provare questa sensazione, peraltro poco definibile, in nessun modo etichettabile con precisione: che sia rimpianto? Che sia angoscia? Che sia depressione? Da dove deriva questa nausea, che si abbatte sulle mie viscere come una pugnalata? Forse è solo la vita.

    Nevrotico della porta accanto

  • Talvolta la rabbia che scaturisce dalla consapevolezza di essere diverso dagli altri diventa insopprimibile, non tanto per quanto riguarda l'intensità del sentimento che questo pensiero suscita, quanto piuttosto dalla sua manifestazione in occasioni banali: in un batter d'occhio ci si ritrova in compagnia di persone che raccontano dei loro trascorsi, delle loro esperienze con entusiasmo, nostalgia e un pizzico d'imbarazzo, quell'imbarazzo di chi si rende conto di aver un po' abusato dell'indulgenza plenaria che solo la fanciullezza può farsi languidamente dispensare con ancestrale naturalezza. Se dalle fonti di questo supremo appagamento avessi attinto anch'io quando gli anni della scoperta me l'avrebbero permesso, non avrei motivo per struggermi così tanto per un disagio così impetuoso, tuttalpiù avrei provato indifferenza, qualche immedesimazione qua e là. Invece mi ritrovo a vagare confuso nella notte con lo stomaco sottosopra e il fiato corto per il turbamento. Posso simulare una curiosità, ma tale sforzo si rende vano in quanto mi è oltremodo impossibile nascondere l'irritazione. Ma non c'è motivo razionale per provare questa sensazione, peraltro poco definibile, in nessun modo etichettabile con precisione: che sia rimpianto? Che sia angoscia? Che sia depressione? Da dove deriva questa nausea, che si abbatte sulle mie viscere come una pugnalata? Forse è solo la vita.

    Ti abbraccio forte amico,

    abbiamo trascorsi molto diversi, ma conosco quella orrenda sensazione di cui parli.

    E la ferocia con cui il senso di ingiustizia sembra stritolarti togliendoti il respiro.

    Ti auguro il meglio! <3

  • Al posto di COLPA metti CAUSA mia, sembra una stupidaggine, ma conta moltissimo, te lo dice uno che per CAUSA sua stava per rimetterci le penne.

    Parte della mia amarezza e sofferenza dipende dal non riuscire a associare all'origine del mio malessere e della mia situazione attuale una causa, un fattore diverso dalla mia volontà, come se esse fossero un parto della mia ritrosia a combattere e andare avanti. Non aiuta il fatto che ciò mi sia stato ricordato di recente e che sovente riceva il biasimo di chi si interfaccia con me quando si viene a sapere, in un modo o nell'altro, della mia condizione. Per questo ho adoperato, quasi inconsciamente, il sostantivo "colpa" come agente della mia frustrazione, termine che possiede un connotato morale.


    Talvolta vivere diventa insostenibile.

    Nevrotico della porta accanto

  • A me sembra che evolvi di più tu, con una carriera di studi brillante e un futuro promettente! Quale sarebbe la tua colpa, e soprattutto la colpa di cosa?

    Carriera di studi brillante? Intendi quella che ho interrotto in preda al burnout e che faccio fatica a riprendere, procedendo a passo di lumaca non riuscendo nemmeno a recarmi in ateneo per l'ansia? A quale futuro fai riferimento? Quello che esiste solo nella mia fantasia? Fatto sta che mi ritrovo con niente in mano, eterno incompiuto.

    Nevrotico della porta accanto

  • Carriera di studi brillante? Intendi quella che ho interrotto in preda al burnout e che faccio fatica a riprendere, procedendo a passo di lumaca non riuscendo nemmeno a recarmi in ateneo per l'ansia? A quale futuro fai riferimento? Quello che esiste solo nella mia fantasia? Fatto sta che mi ritrovo con niente in mano, eterno incompiuto.

    Non hai mai perso anni a scuola, ti sei fermato perchè stavi male non perchè giocavi a carte e bevevi vino.. gli incidenti di percorso capitano a tutti, e devi imparare a conviverci! Ora stai studiando e dando gli esami che ti sei prefissato di dare, quindi mi sembra che le cose stiano procedendo bene! Non essere troppo intransigente con te stesso, anche se sei una mente acuta sei pur sempre un essere umano! ;-)

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