Messaggi di Pulmino73

    Simysimy hai mai riflettuto che forse i disagi (tutti) nascono dalla postura alla vita? Diverse volte leggo che sei arrabbiata per qualcosa, con qualcuno etc.

    Ho il timore che sei in una cunetta, chiamata comfort zone. Sostieni che non ti piace ma mostri il contrario. Cerchi compassione?

    Spero di essere chiaro.

    Senza voler ovviamente giudicare. Ti sono vicino.

    Simysimy hai mai riflettuto che forse i disagi (tutti) nascono dalla postura alla vita? Diverse volte leggo che sei arrabbiata per qualcosa, con qualcuno etc.

    Ho il timore che sei in una cunetta, chiamata comfort zone. Sostieni che non ti piace ma mostri il contrario. Cerchi compassione?

    Spero di essere chiaro.

    Ragazzi, dite che era normale quella nuova sensazione di angoscia e peso sul petto comparse alla sesta settimana di sertralina (non nelle prime settimane)? Sono tentato di chiedere alla psichiatra di riprovarla, infatti anche lei era dell'idea di portarla direttamente da 50 a 100, ma poi ha optato con fluvoxamina ma è più pesante come effetti collaterali, e soprattutto interagisce con l'antipsicotico.

    noioso Il miglior consiglio è nella tua domanda: consultarsi con lo specialista. Chiedi a lei.

    Gli racconti dei sintomi e in generale come va.


    Puoi chiedere di ritentare se funzionava (alla sesta settimana, se avvertivi un peggioramento dei sintomi può darsi fosse troppo attivante o non adatto). Però queste considerazioni le fa lo specialista, in base ai tuoi racconti.


    Per passare da fluvoxamina a sertralina, rientrando nella stessa categoria di medicinali, non è un problema.

    Anche io sono passato velocemente da escitalopram a paroxetina (e viceversa).


    In genere si fa un cross-taper: si riduce gradualmente la fluvoxamina mentre si inizia con una dose bassa di sertralina (es. 25–50 mg/die).


    In alcuni casi il medico può anche fare uno switch diretto (interrompere la fluvoxamina e iniziare subito la sertralina il giorno dopo), soprattutto se le dosi non erano alte e il paziente tollera bene i cambiamenti.

    Grazie Paoletta90, vedremo in questi giorni come riuscirò a gestire la cosa...

    papavero1978 In passato hai avuto altri episodi simili? Dalla insistenza, pare quasi una recidiva.


    Non sono "esperto" di DOC ma ho una discreta esperienza in disturbi di ansia con somatizzazioni. In pratica condividiamo l'ipercontrollo. E per l'ipercontrollo ci vuole tempo, persistenza ed una terapia combinata farmaci (SRRI ed altri eventualmente) e Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale.

    Vorrei suggerire anche altri aspetti dell'agire proprio come una educazione sul disturbo (capire che i pensieri ossessivi non definiscono la persona), tecniche classiche di gestione dell’ansia (come il rilassamento, la respirazione, mindfulness) e lo stile di vita (attività fisica, stare attivi, sonno regolare etc).


    Il supporto familiare credo sia fondamentale. E' importante perché spesso alcuni familiari potrebbero tendere (senza volerlo) ad assecondare le compulsioni.

    Ciao a tutti, mi chiamo Anselmo e anche io soffro di ansia ormai da troppo tempo. Più che ansia e basta, diciamo un misto tra ansia, ipocondria e un po' di panico. Volevo chiedervi: anche voi avete molti sintomi fisici che non riuscite a ricondurre all'ansia? Questi sintomi cambiano anche? Ultimamente ho un problema di respiro, nel senso che respiro corto, alto, toracico, con la pancia ritirata. A volte sembra che l'aria non basti, quindi mi viene da sospirare, ma ci sono giorni in cui non riesco a completare i respiri, come a volte con gli sbadigli. Allora iniziano i pensieri catastrofici di malattie incurabili.

    Ciao anselm benvenuto. Certo che li abbiamo avuti (o li abbiamo). Il disturbo d'ansia si presenta così (respiro corto) ed in decine di altre somatizzazioni (sudorazioni, intestino o stomaco sottosopra, brividi, nodo alla gola, formicolii, tensioni facciali etc etc).

    Per conto mio, ne ho posso contare di averne provate una quindicina almeno :D


    Per carità spetta agli specialisti, medici, sincerarne l'origine. Ma è naturale. Quando si ha il disturbo si inseriscono anche i pensieri che dici tu. Ed allora aumenta ancora di più.


    Visto che riguarda il respiro, aspetto centrale della vita, tutte le tecniche si basano proprio su questo. Quello diaframmatico, in pratica gonfi la pancia di aria e non il petto, è una pratica classica anti-ansia.

    Scusate ma da non esperto, ipocondria e DOC non sono due cose separate?

    Sì, ma anche no. Confine labile.


    L'ipocondria (disturbo d’ansia da malattia) e DOC (disturbo ossessivo-compulsivo) sono due diagnosi diverse, anche se a volte possono avere caratteristiche che si sovrappongono.

    L’ipocondria per esempio può appartenere allo spettro ossessivo-compulsivo, proprio perché le modalità di pensiero e i rituali di controllo ricordano quelli del DOC.

    Ragazzi, però vedete che ci sono grosse differenze? È vero che la solitudine è di chi ce l'ha, però ditemi: avete mai passato mesi, giorno e notte interamente soli? Dove sei il primo e l'ultimo che ascolti? Dove non c'è nessuno che ti possa dare il seppur minimo aiuto, se si sente il bisogno?


    Non voglio fare la vittima. Ripeto: il vuoto è in noi, ma c'è oggettività e soggettività. Voi avete la seconda, rispettabilissima; io le ho entrambe. È più difficile, doloroso, terrorizzante.

    Solitudine? Non voglio citare gli antichi, gli eremiti che ne facevano una virtù.
    Come sempre è la postura a dare la prospettiva.

    Ciao Simysimy, nessun biasimo, assolutamente. Per esperienza personale - anche io ho 51 anni - mi sono trovato a fronteggiare la difficoltà di non avere un lavoro dal marzo 2024 in poi. Per mia scelta, quasi obbligata peraltro.


    Una crisi di identità - la mia - per verità iniziata già precedentemente. Insoddisfazione, ansia ed altri disturbi motivazionali già facevano capolino. Nella vita esistono pagine che ci ostiniamo talvolta a non voler girare.


    Fortuna vuole che sia stato costretto a dimettermi. Che è stata quasi una fortuna. Come per te, con l'occupazione per tuo padre.


    Capisco esattamente cosa significa perdere la routine, avere giornate senza uno scopo ecc. È stato forse - lo scorso marzo/agosto - uno dei momenti più delicati della mia vita, dove ero aggredito ovviamente dall'ansia, pensieri, rimuginii e un conflitto legale per ottenere riconoscimento del lavoro prestato.

    La testa fuori dall'acqua l'ho messa io. Ho chiesto aiuto. In primo luogo, per spegnere l'incendio a bordo ho contattato un nuovo psichiatra e parlato dei miei disturbi ansiosi.


    Insieme abbiamo concordato per una nuova terapia farmacologica per i sintomi invasivi dell'ansia (dunque paroxetina dimezzata a 20 mg, sostituita poi da escitalopram a 10 mg abbinata a Deniban e EN al bisogno). L'estate scorsa è passata senza scossoni.

    Contemporaneamente ho iniziato una psicoterapia dinamica online con sedute settimanali. Effetti immediati sui disturbi? Zero. Ma non ho mollato. Ho cercato soprattutto un professionista che fosse più "grande" di me. Uomo come me.


    Al momento sto andando avanti con lo stesso. A volte non mi sembra utile, altre non ho voglia, altre invece sì. Insomma, non tutti i periodi sono uguali. Ma non ho mai smesso e stiamo esplorando ancora - piano piano - tutte le mie recondite insicurezze, mancanze di autostima, critica ed altro.


    Accendere il PC e connettermi con lo psicologo è comodissimo. Come andare nella palestra sotto casa. Ogni settimana cerco di non mancare all'appuntamento che costa appena 49€. Ho provato, pagando anche di più, la strategica breve o quella somatica. Alla fine nessuna è efficace.

    Molto dipende dalla nostra propensione e voglia. Per ritrovarla non credo tu debba fare moltissimo. Devi semplicemente ripartire in qualche maniera.

    Dici che il tuo limite è 200 mt. Prova a portarlo a 1 km (è un paradosso). Vai oltre. Rimboccati le maniche e ricordati di osservare ogni tanto il tuo respiro. Non si ferma mai. Fa il suo lavoro costante per farci vivere.

    Leggo, capisco e mi ripeto.


    Occorre fissare il traguardo. Lo devi fissare. Ragionarsi addosso, oltre che inutile, è pure dannoso: deprime!


    Essendo uomo, ovviamente, consiglierei di iniziare a cercare un lavoro carino. Viene quasi spontaneo. Nel lavoro si trovano sovente amicizie, contatti o semplice interazione. Quando si lavora, interessati, non si pensa.


    Propenderei per qualcosa di attivante, magari al pubblico. Non certo l'ufficio. Lo sblocco avviene comunque per gradi.


    Cosa ne pensi? Parliamo concretamente di soluzioni. Datti un tempo, due mesi, per fare interviste e cercare in zona.