E se non passasse più?

  • non so, non dico che l'avrei presa per pazza, ma non so se avrei eseguito il suo compito.

    Io invece l'ho fatto, anche se non capivo, come ho fatto altre cose 'strane' che mi dava da fare. Mi sono fidato e affidato, e dopo circa 2 anni e mezzo la terapia è finita e ora sto discretamente bene.

    Se non mi fossi fidato di lei e avessi abbandonato la terapia a quest'ora probabilmente starei ancora male.

    Tutti voi, avete affetti? Siete soli? C'è un ambito in cui siete appagati?

    Ho moglie e 3 figli, non ho più i miei genitori da molti anni. Il mio problema non era la solitudine.


    Non c'è un ambito preciso dove mi sento più appagato, sono appagato da tutta la vita che vivo, e cerco di essere grato per ogni momento che passo su questa terra...dopo aver vissuto l'inferno tutto ora mi sembra bello, anche le rotture di scatole :)

    Accettare non significa rassegnarsi - Mai giocare a scacchi con un piccione

  • Ragazzi, però vedete che ci sono grosse differenze? È vero che la solitudine è di chi ce l'ha, però ditemi: avete mai passato mesi, giorno e notte interamente soli? Dove sei il primo e l'ultimo che ascolti? Dove non c'è nessuno che ti possa dare il seppur minimo aiuto, se si sente il bisogno?


    Non voglio fare la vittima. Ripeto: il vuoto è in noi, ma c'è oggettività e soggettività. Voi avete la seconda, rispettabilissima; io le ho entrambe. È più difficile, doloroso, terrorizzante.

  • Ragazzi, però vedete che ci sono grosse differenze? È vero che la solitudine è di chi ce l'ha, però ditemi: avete mai passato mesi, giorno e notte interamente soli? Dove sei il primo e l'ultimo che ascolti? Dove non c'è nessuno che ti possa dare il seppur minimo aiuto, se si sente il bisogno?

    Non voglio fare la vittima. Ripeto: il vuoto è in noi, ma c'è oggettività e soggettività. Voi avete la seconda, rispettabilissima; io le ho entrambe. È più difficile, doloroso, terrorizzante.

    Hai ragione, sei in una situazione difficile. Se sei sola e non in buona salute devi mettere in atto tutto quello che ti è possibile per alleviare la tua condizione, quindi sì alla richiesta della pensione e di qualsiasi forma di sostegno sociale ti possa essere fornita. Non ci sono enti pubblici o volontari che forniscono assistenza e accompagnamento a chi non è pienamente autonomo? Il tuo medico di base cosa suggerisce?

  • Ragazzi, però vedete che ci sono grosse differenze? È vero che la solitudine è di chi ce l'ha, però ditemi: avete mai passato mesi, giorno e notte interamente soli? Dove sei il primo e l'ultimo che ascolti? Dove non c'è nessuno che ti possa dare il seppur minimo aiuto, se si sente il bisogno?

    Non voglio fare la vittima. Ripeto: il vuoto è in noi, ma c'è oggettività e soggettività. Voi avete la seconda, rispettabilissima; io le ho entrambe. È più difficile, doloroso, terrorizzante.

    Non credo si possa fare una classifica del livello di sofferenza, ognuno porta la sua croce, oggettività o meno.

    Accettare non significa rassegnarsi - Mai giocare a scacchi con un piccione

  • Ragazzi, però vedete che ci sono grosse differenze? È vero che la solitudine è di chi ce l'ha, però ditemi: avete mai passato mesi, giorno e notte interamente soli? Dove sei il primo e l'ultimo che ascolti? Dove non c'è nessuno che ti possa dare il seppur minimo aiuto, se si sente il bisogno?


    Non voglio fare la vittima. Ripeto: il vuoto è in noi, ma c'è oggettività e soggettività. Voi avete la seconda, rispettabilissima; io le ho entrambe. È più difficile, doloroso, terrorizzante.

    Stai notando che da quel che scrivi stanno uscendo fuori piano piano le risposte alle domande esistenziali che ti ponevi?

  • Ragazzi, però vedete che ci sono grosse differenze? È vero che la solitudine è di chi ce l'ha, però ditemi: avete mai passato mesi, giorno e notte interamente soli? Dove sei il primo e l'ultimo che ascolti? Dove non c'è nessuno che ti possa dare il seppur minimo aiuto, se si sente il bisogno?


    Non voglio fare la vittima. Ripeto: il vuoto è in noi, ma c'è oggettività e soggettività. Voi avete la seconda, rispettabilissima; io le ho entrambe. È più difficile, doloroso, terrorizzante.

    Solitudine? Non voglio citare gli antichi, gli eremiti che ne facevano una virtù.
    Come sempre è la postura a dare la prospettiva.

  • Pulmino73, puoi spiegarti meglio, a parte il fatto che ognuno percepisce a proprio modo la solitudine.


    Comunque lunedì sono stata da un'agopuntora omeopata, credo tanto nell'ago, poi anche qui è questione di operatori. Mi dice che a seconda dei soldi, posso fare solo ago o ago e una dieta, la chiama lei, che è un pappone cinese, di farine, che mi farebbe stare con più energie, perdere peso, ma dovrei dimezzare l'insulina che i malefici in ospedale mi fecero iniziare lo scorso anno, pur essendo contraria. Ora fare di testa mia, non credendo di riuscire a vivere con alcune cose restrittive e in più il pappone, di cui ho letto recensioni non buonissime, che mi chiedo come fidarmi di lei, questa agopuntora, ma sulla salute non vado a tentativi. Questa dieta costa cara… sto valutando se fare qualche seduta e stop. Io ci sono andata per la tendinite.


    Tuttavia sono giorni che sono stanca, tanto tanto che sogno male troppo. Pensate stanotte, mentre abbracciavo il cuscino ironizzando prima di provare a dormire, che era il mio tesoro… mi sono ritrovata a piangere di dolore, perché sono tornate immagini di 17 anni fa, quando il mio povero fratello, per la sua malattia, aveva ferro basso, sentiva freddo, si metteva uno scaldino di quelli moderni e, con la sua immancabile ironia, mimava di coccolare un bimbo. Ho cercato di riprendermi, di cancellare tutto, ma ormai non ci riuscivo. Detto ciò, ho dormito poco male e con vari sognacci.


    Stamane sto a tocchi. Se ad esempio mi dicessero: "Esci, vai", farei tre passi. Non ho energie e torniamo al blocco. Quindi ho scritto alla mia psicoterapeuta perché domani avrei una seduta, ma se lei continua a dirmi: "Vai pure se ti portano, basta che ti svaghi", la 'uccido'!


    Le ho scritto che se non ho più soldi o persone che mi portano, pure gli svaghi non fare. Quindi è sul blocco che dobbiamo lavorare. Altrimenti non ha senso proseguire. E sapete la risposta?


    Sul blocco stiamo lavorando, ma il blocco deriva dall'ansia e quindi, come ti dicevo, bisogna stare sui pensieri che ti portano al blocco.


    Non è vero che ci stiamo lavorando. Parlo di mio padre ed emozioni annesse. Lei, brutalmente, l'ultima volta, mi ha detto che non devo andarci perché tanto non avrò mai l'amore che volevo, e andarci mi fa star peggio.


    Sui pensieri… quando dico blocco, lei mi dirotta sulla frase scritta prima: "Vai ovunque, pure se portata".


    Quindi, che devo fare?


    Io mi sento male, debole, oggi sarà pure il tempo brutto, sono distrutta, sola, ho fame ma non posso mangiare, mi stufo a cucinare, sì, forse sarò un tantino depressa(?).


    Ieri, portata, sono stata a fare due commissioni. Ero in un casalinghi, ero distrutta mentre entravo, camminavo, temevo di cadere, di non stare in piedi. Ecco i miei pensieri. E lei, da psicoterapeuta, non sa che dire?


    Voi che siete più pratici di antidepressivi, se potessi prenderlo serenamente e, ahimè, con una problematica epatica, non posso (né ho di cose di salute ;(), secondo voi il blocco andrebbe via?


    Leggevo una frase dell'attirerà Jim Carrey: la depressione non è altro che il bisogno del corpo e della mente di doversi riposare, deprimersi, perché hanno fatto troppo o troppo male e hanno bisogno di tempo per riprendersi. Più o meno dice così.


    Un po' mi sono ritrovata: ero distrutta un anno fa, stanca dei soliti posti, vita, dinamiche ecc. Ma dopo un anno, mi ci sento pure di più. E quindi? Boh.

  • Ciao Simy, mi permetto di esprimere un mio pensiero. Perché è ciò che farei e faccio per me.

    Sono anch'io propensa alle cure alternative e le pratico, tipo andare da un chiropratico per curare le artrosi, le ho sparse in tutto il corpo, specie alla cervicale.

    Ma quando si parla di malattie più serie, come ad esempio il diabete, lì mi affido alla medicina tradizionale. Sospendere l'insulina di cui hai necessità per curare il diabete mi sembra un'idea troppo azzardata.

    Visto che dovevi curare la tendinite, cura quella.

    Per la dieta, io andrei da un nutrizionista.

  • leila19, guarda che puoi esprimere il tuo pensiero sempre e comunque. C'è stata un'incomprensione, ma io sono pronta al confronto. Detto ciò, infatti non farei di testa mia. Il punto è che, dopo 40 anni e più di diete, non ne posso più. Non sono in grado, non mi va, di bilancini, grammi ecc. Il nervoso e la solitudine mi portano a non riuscire a star ligia. Non faccio abbuffate, anzi, ma tra diabete, ormoni e dismetabolismo, non perdo facilmente. Pure questo è un fardello pesante da portare. Almeno prima, camminando, mi tenevo un po' in movimento, ora col blocco è un casino.

    Sono le 16.44. Ho visto un po' di TV... A parte che il tempo non è al massimo, ma che cavolo si fa soli in casa?


    Che rabbiaaaa!

  • E se provassi a fare un po' di attività fisica a casa? Quando c'è stato il COVID e le palestre erano chiuse, io sono entrata in crisi e allora che ho fatto? Ho aperto YouTube, dove c'erano i video di ginnastica, e ho iniziato ad allenarmi a casa. E sai che ti dico? Che ora in palestra non ci torno più e continuo ad allenarmi a casa. Ho comprato elastici, pesetti, cavigliere, tappetino e vai con la ginnastica. Su un foglio scrivo tutti gli esercizi da fare in modo che mi possa ricordare e niente, mi alleno quattro volte a settimana.

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