Messaggi di MorningMoon

    Non è facile, ma volevo scrivere questo post ora che sono riuscito a riprendere in mano la mia vita, anche per aiutare chi si sente perso e senza via d'uscita. Ho sempre avuto una vita normale, anche se sono sempre stato timido, fino a quando un giorno, mentre cenavo con amici e amiche, mi sono accorto di essere agitato e di tremare un po'. Da allora si è innescato una sorta di feedback che mi portava a tremare tutte le volte che dovevo mangiare, bere o manovrare piccoli oggetti davanti agli altri. Questo mi ha portato ad utilizzare parecchie benzodiazepine per poter uscire con le ragazze o fare le cose che facevo prima. Per un bel po' ho anche usato diversi antidepressivi, che poi ho eliminato pian piano per i pesanti effetti collaterali, fino a ritornare come ero. Ora, da più di un anno, uso CBD senza THC. L'ansia si è ridotta parecchio e riesco a fare cose che prima mi sembravano impossibili... Tipo bere un caffè in pubblico. Non sono guarito, ma mi sento molto meglio, non ho nessun effetto collaterale... Spero che questo post possa servire ad aiutare anche voi.

    Grazie per la tua testimonianza. Seguo il topic per saperne di più.

    Purtroppo no, ne ho parlato giusto ieri con mio cugino che però vive all'estero.

    I nostri padri sono fratelli e anche lui ha passato dei momenti molto difficili. Però suo padre si preoccupava per lui mentre con il mio è molto più difficile. Forse ora inizia a rendersi conto.

    Ma in una delle rare occasioni di ritrovi familiari mesi fa, mio cugino ha assistito ad un dialogo fra me e mio padre e il suo commento di ieri è stato: "effettivamente non ti aveva trattato con molta dolcezza".

    Allora cerca di evitare discorsi in cui sei troppo vulnerabile... Rimani sul vago e superficiale. Purtroppo non puoi cambiarlo...

    Quindi mi confermi che è una situazione trasversale a tutte le aziende, tutti i settori, sia pubblico che privato?!

    Questa è l'esperienza mia e di chi mi sta intorno, ovviamente non posso dire che è universale. Io posso dire che di tanti posti in cui ho lavorato, solo uno era un ambiente, non dico totalmente sano, ma per lo meno non del tutto tossico (ho fatto l'errore di andarmene per avvicinarmi a casa).

    Sicuramente lavorare per decenni in condizioni così non è auspicabile. Se possibile, è meglio prendersi il part time per almeno dimezzare l'agonia.

    Qui altra dipendente pubblica esaurita (non per aver a che fare con ragazzi e altri insegnanti, ma con troppi soldi e colleghi tossici e aggressivi), ti capisco molto bene e mi dispiace.

    Te la butto lì, hai mai pensato di fare l'insegnante freelance?

    ... Mi dice che si genera sempre un clima dove nessuno sa esattamente cosa fare e questo crea disagio assoluto.

    Cosa questa che ho più volte visto anche io nelle aziende... pazzesco... secondo voi perché tutto ciò?

    È stato così nella maggior parte dei posti in cui ho lavorato, sia privati che pubblici, sia piccoli che grandi.

    Il perché ho smesso di chiedermelo: incompetenza? Superficialità? Mancanza di informazioni e formazione su come un'organizzazione dovrebbe funzionare? Mah. Eppure ci vorrebbe così poco a mettere chiaramente le cose nero su bianco e iniziare a lavorare bene.

    Detto ciò, sembra che la tossicità nei luoghi di lavoro aumenti esponenzialmente col passare delle decadi, quindi non riesco a immaginarmi una soluzione.

    [...]

    Ma poi mi dispiace vederlo sereno che pensa che vada tutto bene mentre io talvolta ho paura per me stesso nel futuro.

    Non mi sento del tutto tranquillo, troppe cose da controllare.

    Ti capisco, ma non è che poi loro possano effettivamente aiutarci nelle nostre difficoltà. Primo perché non possono capire davvero come ci sentiamo (nel caso in cui per vari motivi siamo persone ansiose), e secondo perché loro sono stati adulti o giovani adulti in un mondo completamente diverso da quello in cui lo siamo noi.

    Mio papà fa un po' come il tuo, perché è molto ansioso e teme che io faccia un disastro in tutti gli ambiti della mia vita (cosa molto probabile, visto che mi hanno cresciuta con zero fiducia in me stessa).

    Ho imparato a fare slalom, evitando accuratamente temi sui quali mi potrebbe "attaccare", come il voler lasciare il mio posto fisso. Cerco di rimanere il più possibile su argomenti neutri e generici.

    Premetto che è solo la mia esperienza personale, ma anche io non ho avuto risultati con la terapia, e nel mio caso non posso attribuire il fallimento alla generazione di appartenenza dei professionisti (ho fatto, in periodi diversi della mia vita, un percorso di media durata con tre psicologhe di mezza età, uno di breve durata con uno psicologo anziano, e un consulto singolo con una psicologa giovane).

    Ho avuto risposte e risultati più concreti facendo un percorso breve con un coach.

    Saritta ora sarò incoerente rispetto al primo messaggio, ma ero più felice quando avevo minore stabilità lavorativa e molte più possibilità aperte. Magari avevo pensieri per il futuro, ma avevo quella sensazione che "tutto fosse ancora possibile" e nulla fosse ancora definito.

    Non collego necessariamente la spensieratezza alla parte più bella della vita.

    Gli anni più emozionanti e interessanti, per vari motivi, per me sono stati approssimativamente dai 29 ai 33. E non erano esattamente spensierati... Vedo separatamente questi due aspetti.

    Ora, vorrei anni emozionanti e al contempo spensierati. Chiedo troppo? :)