Messaggi di MorningMoon

    Mi è successo di essere stata tradita (almeno con le intenzioni, dato che alla fine la mia "rivale" dell'epoca non ci era stata...), ma si è trattata di una storia relativamente molto più breve e meno significativa (della durata di 4 anni).

    L'evento è accaduto al terzo anno, ho provato a rimanerci e a riprendere fiducia ma non sono più riuscita a fidarmi. Francamente, credo che chi abbia tradito o provato a tradire una volta, specialmente se non si rende conto della gravità del gesto, lo farà o proverà a farlo ancora.

    Nel mio caso eravamo a un passo dalla convivenza ed ero economicamente quasi indipendente, quindi l'unico dubbio se lasciare o meno era di tipo sentimentale. Per rapporti più lunghi, con implicazioni materiali ed economiche di una certa rilevanza (es. una casa insieme, l'eventuale aver rinunciato alla carriera per il matrimonio, ecc.), posso immaginare che si tenga conto anche di queste cose prima di decidere di rompere il rapporto.

    Non sono d'accordo con il suggerimento di resistere: tanti anni fa, prima di passare nel settore pubblico (che purtroppo non è sempre idilliaco, anzi: anche lì dipende dall'ufficio in cui si finisce) ho lavorato in un'azienda dove c'era lo stesso abuso verbale. Ho resistito due anni, e quando per forza di cose ho dovuto andarmene, ero psicologicamente talmente devastata che ho avuto bisogno di mesi di riposo per poter ricominciare a lavorare normalmente.

    Prima di questo avevo fatto un lungo stage in un'altra azienda privata, dove non c'era questo tipo di problema, quindi non è detto che debba essere uguale ovunque.

    Mi ritrovo molto nella sensazione di ansia e paura di cui parla Creamy; altrove sarei considerata immatura per questo ma è un sollievo poterne parlare qui.


    A chi chiede se la situazione nella PA è meno ansiogena che nel privato, rispondo che ci sono alcuni innegabili vantaggi, come il fatto che non si è costretti a "saper vendere", cosa molto difficile per chi è timido e introverso. D'altra parte però c'è lo svantaggio che, se per gli errori del dipendente privato risponde l'azienda, il dipendente pubblico risponde personalmente. Di qui il motivo della mia ansia: l'ufficio in cui lavoro ora muove molti soldi, i carichi di lavoro sono insostenibili, i rapporti con i colleghi molto negativi e tossici, le responsabilità non sono commisurate alla mia qualifica e al mio stipendio, e quindi il rischio di perdere la concentrazione e sbagliare è dietro l'angolo.


    La situazione, come nel privato, dipende dalle persone e dal tipo di ambiente. Io sono nella PA da quasi 10 anni e il mio primo posto era in un ufficio con un'atmosfera piuttosto serena, che ho lasciato per un problema di distanza (ora sono pentita). Da lì ne ho cambiati due finendo prima nella proverbiale padella e trovandomi ora nella brace... Ho il terrore di cambiare ancora e ritrovarmi direttamente nelle fiamme ?( ma prima o poi dovrò cambiare perché l'ansia non mi fa dormire e entro lì tutti i giorni con lo stomaco chiuso.


    Come si diceva all'inizio, non avremmo il diritto di recarci al lavoro, se non entusiasti, quantomeno tranquilli? Dover aspettare il fine settimana o le ferie per "vivere" è triste...