Messaggi di Domenico85

    Salve a tutti. Tempo fa avevo scritto sull'Anafranil che stavo prendendo dopo una brutta esperienza avuta con l'aumento della sertralina + Lyrica, che mi aveva dato problemi seri (non riuscivo a stare fermo, il tempo sembrava fermarsi, avevo di continuo e in modo ossessivo brutti pensieri... non voglio scrivere quella parola).

    Purtroppo anche questo antidepressivo mi aveva riportato ad avere quei brutti pensieri. La psichiatra ha provato a raddoppiare la dose, ma come effetto mi ha completamente bloccato l'intestino (ho dovuto farmi la peretta per andare in bagno dopo oltre una settimana che non ci andavo).


    Ora, sempre parlando con la psichiatra, sto tentando con la duloxetina.


    Qualcuno ha delle esperienze a riguardo?

    Come ho già letto nel forum, non mi devo dare fretta ed essere paziente affinché faccia il suo effetto. Dopo quattro diversi antidepressivi, sono riuscito a trovare quello che non mi dà problemi sessuali (gli altri mi azzeravano completamente la cosa).

    A parte un po' di nausea e dormire male (mi sveglio e mi riaddormento nella notte), non vedo controindicazioni.

    Volevo solo sapere se chi l'ha usato, più o meno, quando ha visto dei benefici. Lo so che varia da persona a persona, ma sono curioso di sapere se magari questo sia finalmente il farmaco giusto per me.

    Non essere pessimista. Cambio molecola è un classico.

    Capitato a tutti (o quasi) nel forum ;)


    Guarda dritto alla ripresa. Verrà come sono venuti i tempi grigi... verrà.

    Lo so, ma è dura... sono già al quarto o quinto cambio, se mal ricordo.

    E ora con questa sospensione forzata mi sta salendo un'angoscia profonda.

    Spero soltanto che mi riporti il sonno e l'appetito il prima possibile.

    Purtroppo anche l'ennesimo farmaco ha floppato...

    Avevo iniziato da una decina di giorni un aumento dello Zoloft da 50 a 100 mg.

    Per un mese e mezzo non avevo avuto benefici, ma almeno andavo a lavoro, mangiavo e dormivo.

    Con l'aumento invece ho avuto una crisi di nausea, insonnia e agitazione.

    Mi era stato affiancato alla Lyrica e forse questa combo ha fatto più danni che benefici. Ho passato 4 giorni infernali...

    Ora, sotto consiglio della psichiatra, mi ha detto di sospendere i due farmaci.

    E si riparte da zero... mi sa che non ho fortuna e mal sopporto le molecole; penso che torno a fare psicoterapia...

    A me è iniziata come per te, un giorno mi sono svegliato e ho cominciato a pensarci in modo ossessivo senza una ragione precisa. Un giorno di 10 anni fa. Se sono ancora qui a scriverne significa che non è impossibile possa passare ma nemmeno che basti poco perché ciò accada.


    Posso solo dirti che dopo un po' di tempo (e non parlo purtroppo di giorni o settimane) alla fine anche la mente si stanca di farsi delle domande alle quali non può dare una risposta.

    Ho già letto il thread in cui descrivi ogni tua insicurezza, e posso dirti che ognuno ha i propri punti deboli che possono sembrare sciocchezze agli altri, ma per chi li sta vivendo sono enormi ostacoli. Tu però sembri avere paura di tutto, si va da situazioni difficili ad altre innocue che non comportano alcuna conseguenza negativa. Cerchi di sviare il problema scrivendo e aspettando che qualcuno ti dia la soluzione che possa farlo sparire, ma questa strategia non risolve nulla poiché ogni volta che sorgono nuovi dubbi finisci nello stesso circolo infernale.

    Guidare non è un capriccio, richiede studio e una conoscenza approfondita delle regole della strada, oltre a mantenere sempre il controllo sul volante. Non ci si può permettere distrazioni perché un errore può avere conseguenze gravi, non solo per te ma anche per gli altri utenti della strada. Devi essere attento anche agli altri conducenti, poiché i loro errori possono influire su di te e su altri.

    Se desideri ottenere la patente dovresti provare a iscriverti e vedere se riesci a comprendere come guidare. Ci sono istruttori e auto per le scuole guida proprio per questo motivo. Se non riesci, va bene. Non è una sconfitta o un dramma.

    Purtroppo, temo che se provi e non riesci lo considererai un fallimento e avrai paura che le future sfide saranno uguali o peggio. Ma questa è un'idea sbagliata.

    Ho avuto attacchi di panico mentre portavo fuori il cane, ma ho continuato a farlo.

    Ho avuto attacchi di ansia o panico rimanendo da solo a casa di notte, ma ho continuato a vivere da solo.

    Ho avuto un attacco di panico nei primi giorni di lavoro, ma due giorni dopo sono tornato e ho lavorato con ancora più impegno.

    Ho ricevuto un rifiuto da una ragazza e, anziché autocommiserarmi, ho pensato sia normale ricevere dei "no". Ho proseguito e ora ho un buon rapporto con lei.

    In sintesi, il risveglio deve essere una decisione che spetta a te. Non è necessario che te lo dica io, i tuoi parenti o gli amici, ma devi costruire questa consapevolezza attraverso un percorso di psicoterapia adeguato, anziché rivolgerti al solo forum.

    So di essere stato diretto, ma non voglio vedere persone cadere negli stessi errori già visti...

    La temperatura è sicuramente uno strumento reale per comprendere se il corpo sta realmente male o meno, ma bisogna considerare una soglia specifica per determinare se si tratta effettivamente di febbre o no.


    Ad esempio, una temperatura di 37°C o 37 e qualcosa di solito non viene considerata febbre (in realtà, molte persone hanno una temperatura di base che varia di mezzo grado in più o in meno rispetto a quella che è comunemente definita "normale", cioè 36,5°C).

    Si può parlare di febbre certa quando la temperatura raggiunge i 38°C, di febbre alta intorno ai 39°C e di febbre pericolosa veramente quando supera i 40°C. Ogni altra variazione può diventare un'ossessione, come misurare la temperatura o i battiti ogni mezz'ora. Non è necessario misurare la temperatura a intervalli regolari. Se ti senti male puoi farlo di sera, quando di solito la temperatura corporea è più alta, per valutare se hai effettivamente la febbre. Comunque è importante non fissarsi troppo sulla temperatura, poiché potresti finire per misurartela in continuazione creando una sorta di disturbo ossessivo-compulsivo.

    Ti rispondo in modo diretto e schietto così che tu possa comprendere la prospettiva mentale. Per chi soffre di ansia e attacchi di panico la principale problematica risiede nella mente. Il corpo rappresenta soltanto il veicolo attraverso cui la mente manifesta i suoi segnali.

    I famosi "spilli" che tutti noi, compreso me, abbiamo sperimentato non sono realmente un grosso problema (scusa la franchezza, ma voglio sottolineare quanto siano effettivamente sintomi insignificanti). Sintomi come un fastidio al petto, al braccio o alla testa sono comuni e spesso non indicano alcuna condizione medica seria. Un vero problema al cuore si manifesta con un dolore intenso e continuo, non con un piccolo fastidio che dura solo un secondo e poi scompare.


    Ho sperimentato anch'io tutti questi sintomi e non ho mai considerato di recarmi al pronto soccorso o di chiamare un medico di guardia. Questi "spilli" possono manifestarsi quando ci agitiamo, scatenando il circolo vizioso dell'ansia. Ogni volta che percepisci una sensazione diversa, l'ansia tende ad aumentare.


    Relativamente ai battiti cardiaci, ci si concentra su un battito e si inizia a contarli (usando apparecchi o toccando collo, polso o tempie) e questa abitudine diventa un ciclo interminabile. Continuerai a farlo per giorni, settimane, mesi e, nel peggiore dei casi, anni. La cosa davvero positiva che hai menzionato è il desiderio di intraprendere un percorso psicologico fin da subito. Affrontare questi problemi sin dall'inizio offre molte più possibilità di superare gli ostacoli rispetto a chi ha accumulato ansia e paura nel corso degli anni.

    Allora, è già un passo positivo che tu abbia riconosciuto di essere ipocondriaca, cioè di avere paura delle malattie, anche se non hai una diagnosi reale. Sicuramente, come tutti noi, avrai fatto molti esami e controlli che non hanno rilevato alcuna anomalia, ed è per questo che il medico e l'ospedale non possono dirti altro se non che si tratta di ansia.


    L'Ipocondria è un disturbo che si manifesta con una preoccupazione eccessiva riguardo alla propria salute, quindi qualsiasi cosa ti sembri "anormale" scatena un segnale nel cervello: basta un attimo in cui vedi poco bene, una lieve fitta al braccio o al petto, un battito cardiaco che sembra strano per mandarti nel panico... In quei frangenti il cervello entra in modalità di allerta massima e da lì iniziano la stanchezza, la nausea, il battito cardiaco che sembra accelerare, la sensazione di svenire, la stranezza ed dolori al corpo che sembrano reali. Insomma, hai ciò che molte persone qui hanno, alcune in misura minore e altre in misura maggiore.


    Sei finita di recente in ospedale e quindi ti chiedo: se non ci fossi andata, pensi che sarebbe cambiato qualcosa? Te lo chiede uno chi soffre di ipocondria da dieci anni ed è andato una sola volta al PS (il primo dell'anno, e pensavo che sarei morto proprio quella notte di Capodanno). Non ho mai chiamato un'ambulanza, ma sai quante volte ci ho pensato o ho immaginato che avrei dovuto farlo? E anche oggi, quando mi sento male e ho voglia di vomitare, ricordo che abito da solo da tre anni.


    Come ti è stato detto, la strada da percorrere è quella dei farmaci e della terapia. Non hai nessuna malattia vera ed i sintomi che riscontri sono tutti dovuti all'ansia. In bocca al lupo.

    Lo so, ma ho questo vizio di cercare i miei sintomi. Non riesco a non farlo.


    Il fatto è che queste strane fitte alla testa vanno e vengono e non durano poco, anzi a volte non si calmano nemmeno con l'antidolorifico. Mi sfogo piangendo perché penso al peggio e non capisco più se quello che provo è solo somatizzazione dell'ansia, oppure un fastidio reale.

    Ti sei risposta da sola: hai questi fastidi e non riesci a non cercare su Internet (che non è un dottore reale) le possibili cause. Innanzitutto in Rete ogni sintomo può essere causa di tutto e di niente, per questo non ha senso consultarla. Quando si sta male si dovrebbe andare da un vero medico che possa prescrivere le analisi necessarie, se poi queste non rivelano valori anomali non c'è più motivo di allarmarsi.


    Ma noi siamo ansiosi e anche a me capita di cascarci. A volte vorrei quasi sentirmi dire che ho davvero qualcosa, in questo modo potrei giustificare la mia condizione di disagio e sofferenza mentale. Vabbè, cerchiamo di essere seri e coscienti senza pensare e fare queste stupidate, e di questo rimprovero te esattamente come spesso faccio con me stesso...

    Ne ho avuta una proprio stanotte e, come ti ha risposto Giada prima di me, non puoi fare altro che aspettare. Innanzitutto, non puoi controllare con il pensiero la vampata, in realtà un minuto prima già senti che qualcosa non va e poi arriva questa onda di calore in testa, che varia da pochi secondi a pochi minuti. Di per sé non è dolorosa, è il dopo che è fastidioso perché il corpo si mette in allerta e si avverte come se stesse cominciando a manifestarsi qualcosa. Ho avuto queste vampate per anni e il dopo non è mai stato così grave da richiedere un ricovero. Si soffre, si ha paura e si manifestano anche altri sintomi, ma poi non succede nulla...


    Ieri mi è arrivata mentre ero a letto e mi sono messo a pensare ripetutamente: "È solo frutto della mia mente". Tante volte, dopo che scompare la sensazione di calore, se ne va anche quella di allarme e poi si dorme normalmente.