Messaggi di Domenico85

    In merito alle voci credo si tratti di una cosa normale che può capitare a tutti. A me spesso è successo mentre dormo, senza volerlo mi si materializzano in testa frasi pronunciate con la voce di persone che conosco (anche se il più delle volte non le hanno mai dette realmente).


    Riguardo al pin penso che, come hanno già scritto altri, possa trattarsi di una sorta di pensiero compulsivo mentale atto a calmare uno stato ansioso. A me accade toccando o grattando una parte del corpo a caso, così come camminare; infatti se mi viene un attacco e mi sento svenire, mi aiuta a farlo passare passeggiare ininterrottamente per casa (che poi potrebbe apparire un controsenso affaticarsi se ti senti debole, ma trattandosi di ansia quel falso sintomo di stanchezza a poco a poco scompare).

    Tieni conto che uno stato di ansia influisce moltissimo sull'apparato digerente. Una sensazione di stomaco chiuso, nausea e digestione difficile che perdura anche per diverse ore è cosa normalissima. Solamente che quando si manifesta si tende a ritenerlo un problema fisico e non un sintomo riflesso che genera nella tua mente e si ripercuote poi sugli organi della digestione. Io stesso mangio e digeririsco normalmente per giorni di fila, mentre in altri è possibile si presenti nausea improvvisa, o che rimanga tutto bloccato per ore.


    E ti assicuro che ogni volta penso che è colpa mia, che non potró più mangiare niente di buono, che forse non passerà più... e poi niente, passa e si ritorna alla solita routine...

    Questo ragionamento l'ho fatto tante volte anch'io, pressoché identico a come lo hai esposto.

    Purtroppo quando ci scatta in testa l'allarme non è come uno reale, che una volta constatato non esistere pericolo si spegne e ritorna la calma quasi all'istante. Questo no, scatta all'improvviso, lo senti, ti agiti, raggiunge un picco, cala, ti tranquillizzi, provi a stare calmo per non farlo tornare, passa... ed il ciclo si ripete... Non credo esista un meccanismo grazie al quale pensando in un determinato modo possa sparire e sentirmi piu' forte di prima.


    Quello che possiamo fare è prendere atto dei nostri miglioramenti. Prima andavamo nel pallone più completo finché non spariva (senza aver fatto nulla se non provare una paura irrefrenabile), ora quando si presenta sappiamo cos'è, cosa può o non può farci, e si aspetta pazientemente che passi così come è sempre stato. Capisco possa risultare comunque frustante, ma arrivare a questo risultato dal pensare terrorizzati che sia giunta l'ora fatale è comunque un passo mica da poco.

    Ti ringrazio per avermi risposto, il fatto è che avrei voluto non toccare proprio più certi farmaci, ho paura di non riuscire più ad eliminarli e non posso passare la vita così, sono giovane e non posso permetterlo. Vivo tutto come una sconfitta: appena apro gli occhi la mattina, presto perché in questo momento ho il sonno leggero, mi sento in un tunnel senza uscita, poi quando penso alla colazione ed al pranzo mi viene uno sdegno assurdo, non ho appetito e soffro tantissimo per questo in quanto adoro mangiare. La sera sembra tutto più semplice e riesco a trovare un po' di forza anche se, pensando al giorno dopo, mi sale l'angoscia. Ho chiesto allo psichiatra se in attesa della visita avrei potuto iniziare ad assumere qualcosa, e mi risposto di prendere l'ansiolitico ma non l'ho fatto perché ho proprio un rifiuto mentale in tal senso. Non so cosa fare. Vorrei esistesse una cura alternativa, più leggera e senza ricorso obbligato a queste medicine, ma non credo ci sia. Temo di rientrare in questo circolo vizioso. Comunque lo psichiatra ha detto che i farmaci non guariscono del tutto, "ammortizzano" i sintomi ma la vera causa del malessere rimane sempre lì, se non risolta altrimenti, ed infatti eccomi qui dopo tutti questi anni di cure, ad essere come prima. È terribile.

    Parli con uno che ha preso lo xanax tutti i giorni per 4 anni. Poi ho parlato con una psichiatra che me l'ha fatto scalare lentamente e sostituito con un farmaco che tratta il disturbo ossessivo compulsivo. E lo xanax sì che può dare problemi se lo togli repentinamente senza parere con uno specialista (ci vuole quasi un anno perché il corpo lo dimentichi). Una cura si può iniziare e terminare ma sempre parlando a cuore aperto con chi se ne intende di queste problematiche, che non siamo di certo né io né te.


    Pensa poi a coloro che hanno problemi fisici reali diagnosticati e devono assumere medicinali a cadenza giornaliera perché stanno male per davvero, e non hanno il capriccio di dire "vabbé ci provo e vedo come sto e se miglioro mi sono levato una seccatura e posso vivermi la vita al meglio". Se si prende qualcosa è perche' vogliamo cercare di stare bene, sarebbe certo meglio non prendere nulla e stare bene ma come ben sai la vita e' un percorso ad ostacoli, se vuoi andare avanti devi superarli, altrimenti puoi rimanere ferma ed aspettare che gli ostacoli cadano da soli per miracolo così da poterci passare sopra senza sforzi.

    Quindi la prima cosa da fare è cercare un professionista capace che, in funzione della tua storia personale, ti indirizzi verso un percorso (mentale, farmacologico od entrambi) che tu possa seguire, facendoti partecipe della tua stessa evoluzione collaborando attivamente con lui.

    La prima paura che abbiamo è proprio il timore a mostrare le nostre debolezze ed i nostri dolori, è necessario invece aprirsi, confrontarsi ed affrontarli senza nascondersi. Te lo dice uno che chiamava i genitori nel cuore della notte per farsi venire a prendere, credendo di essere sul punto di morire da un momento all'altro.

    Allora, dal messaggio che hai scritto mi pare che la prima a capire che sia stato uno sbaglio interrompere le cure senza un percorso condiviso e deciso con lo psichiatra sia tu stessa. Riconoscere un errore è un fatto positivo e di conseguenza il ritorno alla cura farmacologica non andrebbe visto affatto come una sconfitta (si perde quando si rinuncia a voler stare meglio, non quando si cerca di migliorare).


    Lo sbaglio che penso commettiamo in molti sul questo forum non consiste tanto nell'abbassare la guardia (non è che se non assumi il farmaco muori perché è vitale) ma arrivare a ritenere che se ci sentiamo bene allora possiamo fare come vogliamo, che tanto nulla può succedere.


    Hai parlato di problemi alimentari, io stesso quando sto male penso che non mangerò più niente, poi la nausea e la sensazione di malessere passano e torno a farlo. A quel punto invariabilmente arrivo a ripetere ancora i medesimi sbagli stupidi in grado di far ripresentare gli stessi sintomi, e torno a lamentarmi e piangermi addosso perché non mi sento bene ed a sperare che passino ancora una volta.


    Quindi per ora cerca di tornare sul percorso indicato dallo specialista competente in materia e parla con lui anche delle nuove sfide che ti si presentano davanti, come la convivenza ed il farti una famiglia. Il primo passo da affrontare è questo, poi verrà il secondo, il terzo e così via...

    Allora, in diversi su questo forum abbiamo probabilmente avuto come causa scatenante un malessere improvviso senza risposta, e lo spavento è stato così forte che è rimasto impresso nella mente, scatenando da quel momento in poi l'ossessione. Siamo rimasti talmente impauriti dalle ipotetiche conseguenze che abbiamo cominciato a monitorare costantemente qualunque minimo sintomo il nostro corpo manifestasse. E non parlo di dolori lancinanti al petto, perché in questi casi anche una semplice fitta alla mano od alla gamba fa scattare l'allarme ed i peggiori presentimenti, e ti convinci che se rimani in tensione perenne allora queste preoccupazioni non potranno concretizzarsi e resteranno sotto controllo.


    Come già anticipato dagli altri, la prima cosa che dovresti fare è rivolgersi ad uno specialista, il quale saprà di certo indicarti il percorso più opportuno da intraprendere.

    Il mio problema sono principalmente i sintomi fisici, non tanto l'ansia "classica".

    Nel senso che sto proprio male fisicamente, come se avessi un'influenza che non passa...

    Comunque grazie per i tuoi suggerimenti e la tua storia :smiling_face_with_smiling_eyes:

    Con sintomi fisici intendi la sensazione di sentirti debole ma non troppo? Come se all'idea di fare qualcosa potresti sentirti mancare e magari finire con lo svenire? Se così fosse purtroppo sono anche questi sintomi dell'ansia, il corpo è talmente all'allerta alla ricerca di potenziali pericoli che il costante stress risultante conferisce questo permanente senso di debolezza.

    Hai descritto perfettamente cosa provo anch'io quando sto bene...

    In realtà ho sempre un basso livello di energia e una facile stancabilità...

    Mi fa piacere che tu abbia imparato a gestire meglio i tuoi problemi!

    C'è qualcosa in particolare che ti aiuta a farlo, che ti fa realmente sentire meglio?

    Grazie mille per il tuo messaggio!!!

    I metodi credo siano tanti ed ognuno ha il suo, quindi non scoraggiarti se provandone uno scopri che non funziona. Io ad esempio quando mi prende l'ansia forte cammino per casa, e se ci pensi farlo quando ti senti svenire parrebbe un controsenso camminare per un'ora o magari anche due di seguito. Il fatto è che la mente si pone in uno stato di allerta, se riesci a distrarla sufficientemente questo sparisce.


    Una volta sono uscito col cane quando già mi trovavo nello stato di cui parli, ed una persona mi ha convinto a fare una passeggiata al parco più lunga del solito. Nei primi minuti credevo non ce l'avrei fatta, ma alla fine ho smesso di pensarci ed ho camminato per più di due ore e mezza macinando diversi chilometri.


    L'ansia è solo un campanello d'allarme che avvisa di stare in guardia perché potrebbe succedere qualcosa, ma dopo che passano le ore senza che accade nulla progressivamente scema. Non suggerisco di prenderla di petto, qui sul forum chiunque sconsiglia di lottarci insieme sperando di avere la meglio, ma devi accettare che esiste e trovare un percorso che possa portarti a conviverci e continuare con la tua vita. Io prima stavo giorni interi a letto senza muovermi dalla paura, ora anche se sto male la notte il giorno dopo esco comunque.

    La mia paura più grande è di aver realmente un attacco cardiaco, o qualsiasi altra cosa, e di non saperlo riconoscere pensando sia un attacco di panico...

    Tranquilla, quando penso che potrebbe arrivare un attacco di panico subito dopo mi sovviene che in realtà quando succede realmente non ho nemmeno il tempo di allarmarmi. Quando si immagina un infarto vengono in mente i film con quelli che si toccano il petto e dicono che stanno male, mentre nella realtà ho visto video di persone che dieci secondi prima stavano facendo cose normalissime e dopo poco si accasciano a terra. Un po' come i dolorini, che tu senta una fitta di un secondo od anche un minuto non significa debba essere il cuore, ho chiesto ad un signore che di infarti ne ha avuti quattro e mi ha detto che la sensazione è come quella di un elefante che ti schiaccia il petto, non certo come una puntura di ape.

    Pensa che io facevo politica attiva anni fa. Prima mi recavo al lavoro e poi in sezione. Da quando ho cominciato ad accusare questi attacchi d'ansia ho ridotto al lumicino la militanza attiva.


    Ad oggi la mia testa elabora sui programmi da proporre alla gente, su cosa dovremmo rispondere ad un avversario politico, come comportarci di fronte ad un eventuale scenario. Insomma penso che la mente instauri questo loop continuo di pensieri anche solo per estraniarsi ed allontanare l'ansia. L'ultima volta che sono dovuto andare a firmare per la presentazione della lista mi sembrava di star compiendo un atto eroico, ed anche un semplice presidio sotto casa mi pare ormai un'impresa. Prima invece potevo andare da un capo all'altro della città per dare una mano agli altri iscritti.