Io ho fatto due ECG e un terzo da sforzo e non è uscito, fortunatamente, nulla... poi ho fatto una RM all'encefalo, una eco addome completo e analisi del sangue... tutto perfettamente nella norma.
Eppure da giorni penso che non ho mai fatto una vera e propria visita cardiologica e i pensieri mi spingono verso una repentina prenotazione.
Tutti mi prenderebbero per pazza e non capirebbero (persino il mio terapista ha detto che in questo modo eviterei il problema, non volendolo affrontare)... io ho solo paura.
Ora sono a letto e mi sento strana e quando ispiro provo fastidio al petto... sempre il solito continuo fastidio!
Guarda, siamo in due stanotte ad avere lo stesso problema fisico e malessere. Solo che io al contrario sto rimandando le analisi, ho le ricette ma non ho ancora prenotato l'appuntamento...
Stasera alle sette da un momento all'altro prima stavo bene e poi è arrivata questa sensazione di essere sul punto di stare male. Ho sentito una fitta durata un secondo al braccio e poi al petto una forte vampata di calore sul torace durata qualche minuto e poi, come gran finale, un'oppressione al petto per ore (anche se non veramente forte perché fidati ho sentito di gente che ne ha avuti di infarti per davvero e mi racconta che è come se ti salisse un elefante sullo sterno, altro che "senso fastidioso") fino a quando l'ansia ha deciso di smetterla di farmela fare sotto per la paura del "fiato corto", come se non stessi davvero respirando abbastanza. Basta un sintomo ed è un saliscendi continuo, ti spaventi, cerchi di calmarti, ti senti meglio ma sempre allertato, arriva un altro sintomo di un secondo, ti rispaventi e via così...
Hai fatto bene a passare una bella visita di controllo (male non fa), solo che dopo aver ricevuto i risultati e verificato il buon stato di salute del tuo cuore, è inutile che ci rimugini sopra all'infinito pensando che si sono sbagliati, che può succedere lo stesso e via dicendo. L'ansia ti provoca precisamente questo genere di dubbi ed amplifica ogni piccola cosa, allora non serve più affidarsi alle cartelle cliniche per sentirsi sicuri ma, piuttosto, ad un percorso di psicoterapia.