Scuse accettate, può capitare a tutti di esprimersi male anche se, il messaggio, oltre ad essere "duro" (leggi offensivo) era anche poco comprensibile. Era un giudizio affrettato e basta. Adesso che ci sono delle argomentazioni è possibile rispondere nel merito.
Oggi contro l'ansia e soprattutto contro il disturbo da attacchi di panico (a mio avviso trattati impropriamente come "malattia") si adoperano di fatto 2 tipologie di farmaci: 1) antidepressivi SSRI; 2) sedativi benzodiazepinici
A mio avviso è anacronistico non voler parlare di "malattie mentali" per certi disturbi. Io credo che sia addirittura deleterio. Soffrire di ansia ogni giorno per una vita intera è invalidante e anzi io dico di più: estenderei la legge 104 agli agorafobici che spesso devono anche rinunciare al lavoro non per loro volontà ma perché costretti. Per quanto riguarda i farmaci, ci sono anche gli SNRI e altre categorie di farmaci. Ad oggi nessuno ha potere curativo, sono tutti asintomatici.
Non spenderei troppe parole sui secondi, perché fondamentalmente si tratta di droghe che vanno a spegnere i recettori precursori di tutta la cascata che sta a valle del sistema nervoso simpatico, regalando al soggetto un momentaneo trip artificiale di calma/benessere...
A meno che non sia una "inglesismo" sono farmaci, non droghe. (E se pure si stesse mutuando il termine dall'inglese allora tutte le medicine sarebbero drugs). Farmaci che, se usati bene, possono essere di grande supporto in tantissimi casi. Ovviamente non bisogna abusarne e non bisogna utilizzarli per lunghi periodi. E non bisogna avere false aspettative. La consapevolezza è la prima cosa. Di certo non curano l'ansia anzi, se usati male o a lungo termine e con prospettive diverse da quelle per cui vengono prescritti possono anche peggiorare la sintomatologia (effetto paradosso).
Andiamo agli antidepressivi SSRI (tra cui rientra il citato escitalopram). Sono, per l'appunto, antidepressivi che molto brutalmente vanno a risollevare l'umore agendo sulla serotonina. Punto. Ad un certo momento della storia, visto che mancavano farmaci per la cura del disturbo da attacchi di panico, si è detto "perché non li prescriviamo pure a questi soggetti oltre che ai depressi ?"...
L'utilizzo degli SSRI per l'ansia non è off-label ma la maggior parte di questi farmaci ha un'indicazione diretta anche per DAP, GAD etc. Quindi, evidentemente, l'aumento della serotonina un "cavolo" di senso ce l'ha. Citare l'effetto placebo, invece, è decisamente fuori luogo: il 90% di chi assume SSRI o SNRI lamenta un drastico aumento dei sintomi nei primi 10-15 giorni. Molti smettono. Quindi l'effetto placebo è da escludere. Intanto, nel 2014, non riuscivo a percorrere neanche 2km e 20 giorni dopo escitalopram sono andato in Sicilia e non mi sono perso il matrimonio del mio più caro amico. A quello di mia cugina nel 2010 non ero riuscito ad andare. Ovviamente questi farmaci spengono il sintomo, non curano e smettendo la terapia di solito si ricade nel problema.
Ed è qui che dovrebbe entrare in gioco la psicoterapia e dare gli strumenti cognitivi per affrontare l'ansia e gestirla ma non curarla. Perché ad oggi neanche la psicoterapia cura l'ansia ma insegna come gestirla. I farmaci sono di grande aiuto perché in alcuni casi, quando i sintomi sono troppo invalidanti per le esposizioni, possono dare una grossa mano.
Fatte queste precisazioni, dal 2008 al 2014 non ho assunto farmaci ed ho cercato in ogni modo di farne a meno. Ma non ho trovato risultati con la psicoterapia: a livello razionale e cognitivo sento di avere delle armi importanti per gestire ma nel 90% dei casi i sintomi erano/sono troppo forti e ogni fallimento dell'esposizione era un rinforzo positivo per l'ansia. Avevo smesso di vivere. Come adesso che non riesco a fare una fermata di treno.
Quindi ribadisco il mio pensiero: i farmaci possono essere un supporto importante e non sono da demonizzare. Se possono fare vivere meglio, perché demonizzarli? L'importante è conoscerli e sapere a cosa servono, come funzionano e valutare il rapporto rischi-benefici. Se con il farmaco la qualità della vita aumenta rispetto agli effetti collaterali (da valutare anche a lungo termine) il farmaco va preso senza paura. La psicoterapia, così come la farmacoterapia, in alcuni casi, come nel mio caso, non ha portato grossi risultati. Quindi non bisogna avere paure o resistenze, in caso di bisogno, ad aiutarsi con la "chimica". Perché d'altro canto, è di chimica che parliamo.