Panico con agorafobia

  • Parlo per esperienza e dico: sì, i farmaci mi hanno aiutato molto. L'unica cosa che veramente manca è una campagna di informazione su quanti danni il loro uso sconsiderato (leggasi senza controllo e guida di uno specialista) possa portare.

    A me per esempio la prima benzodiazepina (Lexotan) fu prescritta dal medico di base perché "tanto lo prende anche tua madre". Niente avvisi sulla dipendenza e quant'altro. E così a forza di aumentare la dose la benzo (che nel frattempo era diventata Xanax) andò a fare l'effetto paradosso. E più aumentava l'effetto paradosso e più aumentavo la dose.

    Una volta liberatami dal Kraken, con una terapia mirata e sotto controllo medico sono riuscita a liberarmi per ben 7 anni dagli ansiolitici, imparando a controllare il panico e l'agorafobia con una serie di esercizi e cambiando completamente lo stile di vita.

    Sono d'accordo anche sul fatto che bisogna esporsi alla situazione che ci fa paura, ma anche quello non può essere fatto da soli: l'ideale è sempre un terapeuta specializzato.

    E, permettetemi senza polemica, mia nonna diceva "Se mai si prova, mai si trova".

    Non sopporto più le persone che mi annoiano anche pochissimo e mi fanno perdere anche un solo secondo di vita. (Goffredo Parise)

  • Intanto, nel 2014, non riuscivo a percorrere neanche 2km e 20 giorni dopo escitalopram sono andato in Sicilia e non mi sono perso il matrimonio del mio più caro amico.


    Ok. Nel 2014, grazie al farmaco, sei riuscito a partecipare ad un matrimonio. Il tuo cervello ha quindi registrato la seguente informazione "io ho bisogno del farmaco per andare ad un matrimonio" e l'ha scolpita nella pietra all'interno delle tue mappe neuronali.


    L'agorafobia è, già di suo, il risultato di schemi neuronali disfunzionali. Noi che facciamo ? Invece di cercare di demolirli... invece di cercare di farli regredire... rinforziamo quelli già presenti ed, addirittura, aggiungiamo nuove sovrastrutture disfunzionali... ed oggi, infatti, stai ancora a cercare la nuova molecola...


    Immagina adesso cosa sarebbe successo se nel 2014 tu avessi partecipato comunque a quel matrimonio, senza farmaco. "Ci vado e se svengo, impazzisco o muoio. Amen". Probabilmente avresti vissuto 10 ore di disagio ma certamente non saresti svenuto, impazzito, morto. Saresti tornato a casa a pezzi ma il tuo cervello avrebbe registrato un altro tipo di informazione: "nonostante l'agorafobia io le cose le posso fare ed i disturbi a cui si vado sono soltanto sensazioni cognitive che non possono ledere realmente la mia salute".


    In ottica lungo periodo e risoluzione, quale delle due strategie secondo te paga ? Occhio che le due strategie si escludono mutualmente. Quindi più si prosegue su una strada e più insormontabile appare cambiare strada...

    Modificato una volta, l'ultima da leonardh ().

  • Credo che tu non possa comprendere a pieno. Nel 2010 (dal 2008 al 2014 non ho assunto farmaci) ho provato a fare esattamente quello che dici tu. A 25km da casa (e non 800km), non sono riuscito in alcun modo ad andare al matrimonio di mia cugina. Ci ho provato dalle 12:00 alle 19:00. Da solo, accompagnato, da guidatore e da passeggero. Non volevo arrendermi in alcun modo. Provavo e riprovavo. Ero anche quasi arrivato al locale ma, siccome era in collina e soffro anche di acrofobia più mi avvicinavo più il sintomo aumentava. Una sensazione terribile che ancora a pensarci sto male. Sintomi di difficilisima gestione, nonostante tutti gli strumenti cognitivi che avevo imparato ad utilizzare. Ci ho provato fino allo sfinimento, ma è stato davvero impossibile per me. Tornavo indietro e poi riprovavo, non volevo arrendermi in alcun modo. Ma non ci fu verso. Poi mi arresi. Fu una sconfitta insopportabile e, qualche anno dopo, fu ancora peggio. Non è stata l'unica volta in cui ho provato a fare cose, usando esattamente lo schema "ci vado e basta. Quel che succede, succede." Oppure provando con l'accettazione (non rassegnazione). "vado, se muoio, ben venga". Una volta sono andato in iperventilazione ed ho rischiato di andare all'ospedale.


    Non so in ottica "lungo periodo e risoluzione" quale strategia paghi di più: ogni qualvolta prendo il farmaco, cerco di "ricostruire" i miei pensieri con l'aiuto della terapeuta che mi segue ora perché, nonostante tutto, continuo a provarci, attribuendo un po' di successo anche a me e non solo al farmaco. Sono consapevole di prendere un asintomatico e non un farmaco che risolve il problema.


    Ora sono senza coperatura farmacologica da un annetto circa o meglio, senza SSRI perché, purtroppo, assumo Xanax 1mg r.p. che sto scalando piano piano. Ho dovuto prenderlo, un annetto fa, perché altrimenti avrei rischiato di perdere il lavoro.


    "I disturbi a cui si vado sono soltanto sensazioni cognitive che non possono ledere realmente la mia salute".
    "Non si può smettere di respirare". "Sto provando solo delle sensazioni sgradevoli che non mi faranno del male. Tra un po' passa (schema a campana". "Non mi può accadere nulla: nessuno è mai morto per un attacco di panico, e nessuno ha mai avuto un infarto". "Respira e rilassati". "Pensa al tuo posto sicuro". E tante altre del genere sono "armi" che ho imparato ma che in questo momento non mi stanno aiutando...

    "L’ansioso edifica i suoi terrori e poi vi si installa: è un pelandrone della vertigine" (Emil Cioran)

  • Ci ho provato dalle 12:00 alle 19:00. Da solo, accompagnato, da guidatore e da passeggero. Non volevo arrendermi in alcun modo. Provavo e riprovavo. Ero anche quasi arrivato al locale ma, siccome era in collina e soffro anche di acrofobia più mi avvicinavo più il sintomo aumentava.


    In questo racconto io credo non si possa neppure parlare di attacco di panico ma, più semplicemente, di ansia anticipatoria. E' come se la tua mente arrivasse a forzare ed auto-indurre simili reazioni psicosomatiche pur di avere un alibi per assecondare l'evitamento.


    Se fossi andato avanti... beh l'attacco di panico sarebbe probabilmente arrivato... sarebbe durato quei 20-30 minutini... e poi sarebbe finito... lasciandoti "rilassato" (stanco) e pronto per goderti il resto della giornata...


    Fuggendo hai evitato l'attacco di panico, ma hai registrato l'informazione deleteria "non sono in grado di farcela".


    Non mi fraintendere... non sto dicendo sia facile... ma credo che la svolta sia iniziare a "cercare l'attacco di panico" piuttosto che fuggirne... almeno per me è stato così... io mi dicevo "ok... panico... sbrigati ad arrivare... fammi fare sti 10 minuti di corsetta passiva... e poi non mi rompere per il resto della giornata"... e così accadeva...

    Modificato 3 volte, l'ultima da leonardh ().

  • Ci provo costantemente, ma non ci riesco anche perché, per quanto riguarda le altezze, il sintomo non sparisce MAI fino a quando non scendo. Ultimo test, 4o5 giorni fa, a casa di un amico al quinto piano. Sono stato lì un'oretta e sono stato con il sintomo di cadere e sprofondare nel vuoto TUTTO il tempo. A volte dovevo tenermi alla sedia. Che senso ha, all'interno di una casa, doversi "mantenere"? Eppure mi ripetevo costantemente di stare sereno, tranquillo, che non era niente, che dovevo restare lì, in quella situazione. Starci. E ci sono stato. Ma non mi è mai passato fino a quando, di corsa, non ho fatto le scale e me ne sono andato. P.S. Me ne sono andato perché me ne dovevo andare, non perché sono scappato. Cos'è che non sta funzinando?

    "L’ansioso edifica i suoi terrori e poi vi si installa: è un pelandrone della vertigine" (Emil Cioran)

  • "Non mi fraintendere... non sto dicendo sia facile... ma credo che la svolta sia iniziare a "cercare l'attacco di panico" piuttosto che fuggirne... almeno per me è stato così... io mi dicevo "ok... panico... sbrigati ad arrivare... fammi fare sti 10 minuti di corsetta passiva... e poi non mi rompere per il resto della giornata"... e così accadeva...".

    Tutto molto interessante, peccato che la molla che fa scattare questo pensiero sia guasta in chi soffre di agorafobia e panico. O non staremmo qui a discuterne.

    Sai quante volte io ho provato e riprovato? E quante volte ho sofferto come Nelluccio? E mi sono abbattuta e sentita vinta?

    Non so...A volte i tuoi interventi mi sembrano quelli dei motivatori dei corsi obbligatori per i disoccupati. Belli, per carità, ma poco empatici e di scarso aiuto. Solo la mia impressione.

    Non sopporto più le persone che mi annoiano anche pochissimo e mi fanno perdere anche un solo secondo di vita. (Goffredo Parise)

  • "Non mi fraintendere... non sto dicendo sia facile... ma credo che la svolta sia iniziare a "cercare l'attacco di panico" piuttosto che fuggirne... almeno per me è stato così... io mi dicevo "ok... panico... sbrigati ad arrivare... fammi fare sti 10 minuti di corsetta passiva... e poi non mi rompere per il resto della giornata"... e così accadeva...".

    Tutto molto interessante, peccato che la molla che fa scattare questo pensiero sia guasta in chi soffre di agorafobia e panico. O non staremmo qui a discuterne.

    Sai quante volte io ho provato e riprovato? E quante volte ho sofferto come Nelluccio? E mi sono abbattuta e sentita vinta?

    Non so...A volte i tuoi interventi mi sembrano quelli dei motivatori dei corsi obbligatori per i disoccupati. Belli, per carità, ma poco empatici e di scarso aiuto. Solo la mia impressione.

    Anche io ci ho provato centinaia di volte. Non una. Centinaia. Forse di più. È dal 1994 che ho problemi: tra ansia, disturbo da attacchi di panico e fobie varie, compresa, di tanto in tanto, una leggera ipocondria e depressione secondaria causata, probabilmente, dalle tante limitazioni che mio malgrado devo affrontare. Ho cambiato tante volte terapeuta e credo di aver capito bene quali strumenti cognitivi debbano essere utilizzati e come utilizzarli. Semplicemente non funziona. O almeno non funziona per me. O non ci riesco. Siamo tutti pronti ad ammettere che una dieta funzioni per qualcuno non per altri, che un farmaco funzioni per qualcuno non per altri. Ma per certe persone la psicoterapia deve funzionare per forza. Boh!

    "L’ansioso edifica i suoi terrori e poi vi si installa: è un pelandrone della vertigine" (Emil Cioran)

  • Ma adesso come va? Sei ancora nella fase dell' evitamento? a vent'anni ho superato il panico con l'aiuto della psicoterapia e con il fare tutto andando oltre la paura, probabilmente mi aiutava la giovane età e una grossa voglia di fare; intorno ai trenta invece sono stata esattamente come te al matrimonio ( tra l'altro ho vissuto una situazione simile alla tua per il matrimonio di una mia amica) ; tornavo indietro da tutto alla fine non riuscivo ad arrivare nemmeno alla fine della strada in cui abito e in quel caso ho assunto farmaci e piano piano ho riacquistato autonomia (mi era rimasta la paura di viaggiare ma poi sono riuscita a fare anche dei viaggi) . Purtroppo da un po' sto di nuovo male ansia generalizzata e pensieri ossessivi :-( e uso xanax al bisogno. In questo caso però c'è anche un problema familiare piuttosto serio che mi ha provocato molto stress. Ogni momento è a sé, i farmaci possono sbloccare ma non sono risolutivi. A me a volte aiuta pensare che è tutto dentro di me, l'esterno non ha niente di realmente pericoloso o minaccioso. E mi aiuta pensare che esistono persone relativamente serene e equilibrate che vivono bene. Non so perché ma mi rassicura. Ieri ho fatto un'ora e mezzo di macchina da sola, ad un certo punto pensavo di non farcela ma non ho rinunciato. In questi casi, concordo con Leonardh, non rinunciare è fondamentale.

  • Ma adesso come va? Sei ancora nella fase dell' evitamento? a vent'anni ho superato il panico con l'aiuto della psicoterapia e con il fare tutto andando oltre la paura, probabilmente mi aiutava la giovane età e una grossa voglia di fare; intorno ai trenta invece sono stata esattamente come te al matrimonio ( tra l'altro ho vissuto una situazione simile alla tua per il matrimonio di una mia amica) ; tornavo indietro da tutto alla fine non riuscivo ad arrivare nemmeno alla fine della strada in cui abito e in quel caso ho assunto farmaci e piano piano ho riacquistato autonomia (mi era rimasta la paura di viaggiare ma poi sono riuscita a fare anche dei viaggi) . Purtroppo da un po' sto di nuovo male ansia generalizzata e pensieri ossessivi :-( e uso xanax al bisogno. In questo caso però c'è anche un problema familiare piuttosto serio che mi ha provocato molto stress. Ogni momento è a sé, i farmaci possono sbloccare ma non sono risolutivi. A me a volte aiuta pensare che è tutto dentro di me, l'esterno non ha niente di realmente pericoloso o minaccioso. E mi aiuta pensare che esistono persone relativamente serene e equilibrate che vivono bene. Non so perché ma mi rassicura. Ieri ho fatto un'ora e mezzo di macchina da sola, ad un certo punto pensavo di non farcela ma non ho rinunciato. In questi casi, concordo con Leonardh, non rinunciare è fondamentale.

    Ciao Boccaccio. Anche io da giovane non mi arrendevo mai e lottavo. Adesso sono completamente bloccato. Ho provato a fare esposizioni, ma non riesco a gestire i sintomi. La stessa psicoterapeuta mi ha consigliato di utilizzare per un periodo i farmaci. Anche lei non è per la demonizzazione dei farmaci. In tutti questi anni ho pensato che, probabilmente, il modo migliore per vivere una vita quantomeno accettabile sia alternare l'utilizzo di farmaci a periodi di "disintossicazione". Al momento ho due prescrizioni da parte di due neuropsichiatri ma non ho ancora deciso quale farmaco prendere. Ho un po' paura. Ho trovato e mi sono iscritto a questo forum proprio per cercare un confronto sui farmaci ma al momento non ho ricevuto risposta al mio post originale.

    "L’ansioso edifica i suoi terrori e poi vi si installa: è un pelandrone della vertigine" (Emil Cioran)

  • a casa di un amico al quinto piano. Sono stato lì un'oretta e sono stato con il sintomo di cadere e sprofondare nel vuoto TUTTO il tempo. A volte dovevo tenermi alla sedia.


    Sino a questo momento abbiamo parlato di ansia, attacchi di panico ed agorafobia.


    Da quanto ci stai raccontando, nel tuo caso la componente attacco di panico non sembrerebbe così marcata e la patologia sembrerebbe risiedere, invece, in una serie di fobie ossessive e persistenti. Entriamo in un campo meno standard e più delicato...


    Stando così le così si potrebbe anche pensare a classi di farmaci "diverse"... ma qui mi fermo e ti rimando allo specialista in psichiatria... nessuno dietro un forum può darti indicazioni valide a questo punto...

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