Messaggi di Zaraki

    Potrei rispondere con un messaggio lunghissimo, ma mi limito a chiedervi di quale realtà stiate parlando. Vedo tanta ipocrisia in molti messaggi, i quali non considerano che questi meccanismi fallaci esistono principalmente QUI, nel nostro bel Paese.

    Di cosa state parlando? Incontro tra domanda e offerta, scelte lungimiranti, analisi sul futuro. Tutti figli di Adam Smith o forse di Nostradamus? Allora facciamo una bella cosa, buttiamo giù la fontana di Trevi e facciamoci un bell'albergo. Tanto le cose da vedere a Roma sono tante, quindi non ci mancherà. Anzi, creiamo posti di lavoro e guadagno...certo, ci mancheranno le monetine lanciate dai turisti, ma il mercato va così. Ora bisogna pensare se c'è un modo ottimale di riciclare la pergamena usata per i manoscritti antichi...vi farò sapere.

    Nel frattempo speriamo che le persone decidano diversamente rispetto a Neil ne L'attimo fuggente.

    Buongiorno. Forse sfugge un particolare, qui sto parlando di dottorato di ricerca, non di laurea. La laurea è accessibile a tutti (a parte i corsi a numero chiuso. Il mio era a numero chiuso e si è visto che gran risultato), il dottorato di ricerca no. C'è un concorso da vincere, pochissimi posti a disposizione e tanti requisiti non scritti da rispettare. Capirei se si parlasse di triennaline in scienze delle merendine o nuove c∙∙∙∙e che si sono inventati tipo scienze gastronomiche, ma qui parliamo del più alto grado di istruzione esistente al mondo! Se poi in questo schifo di Paese tutto ciò non viene considerato è un altro paio di maniche, ma far passare la cosa come "normalità" quando in altri paesi gente non laureata prende stipendi da invidiare, metterebbe quasi in discussione intraprendere un percorso accademico (vedi l'esperienza dell'amico di Giak).

    Non capisco di cosa rabbrividisci; è possibile che il suo dottorato sia in un ambito utile al suo lavoro, è anche possibile non fosse spendibile direttamente nel mondo del lavoro, così come è anche possibile e verosimile che pensasse di fare una carriera da ricercatore/professore universitario e abbia cambiato idea lungo la strada per via della lunghezza e difficoltà del percorso.

    Insomma le motivazioni possono essere le più varie...di certo è sempre bene avere delle qualifiche, ma è compito nostro trovare il modo di spenderle, nessuno viene a cercarti a casa solo perchè hai una laurea, un master o un dottorato.

    Oltre al fatto di aver detto che dietro un dato (il dottorato in questo caso) ci possa essere un mondo di ragioni, tutto ciò che hai scritto lo hai dedotto sulla base di cosa esattamente?

    Io ho semplicemente scritto che una persona con una qualifica accademica che risponde al telefono e alle email nell'ambito dell'assistenza al cliente mi perplime. Non è la sola, conoscevo anche un'altra ragazza che con un dottorato di ricerca in filologia italiana lavorava come bidella (ma lì c'erano delle ragioni psichiche che sono emerse negli anni ed è un'altra storia).

    Dico solo che, al di là delle ragioni specifiche, una cosa del genere mi lascia sgomento...tutto qui.

    Sono molto provato. Il nostro ufficio svolge un'attività di supporto per un ente, il quale ha dei dipendenti con i quali collaboriamo. Le attività di questi dipendenti sono tendenzialmente le stesse, assistenza a decine di enti sparsi per l'Italia. Ebbene, in un momento morto ho fatto una ricerca e ho scoperto che un collega ha conseguito un dottorato di ricerca presso un'importante università. Sia chiaro, sono consapevole che ci sia sempre un mondo dietro dei semplici dati, ma il fatto che un Dottore possa fare un lavoro di questo genere mi fa rabbrividire. Non ho davvero parole.

    In tutto questo, non vi ho detto che lei aveva un altro :D . Ed è forse la cosa meno cattiva che gli abbia fatto... c'è molto molto di peggio, ma non lo riporto perché non riguarda me personalmente e sarebbe off topic. Comunque, per ritornare in topic, si dice che la risposta più plausibile sia anche quella più semplice, nel caso specifico che lei abbia bloccato Zaraki di sua sponte. La vita mi ha insegnato l'opposto, che non è mai la risposta più semplice, soprattutto quando si tratta di coppie ?(.

    Fino a prova contraria le spiegazioni possono essere molte. Diciamo che io sposo quella che ho già citato, conoscendo lei e basandomi sulla filosofia occamista.

    Grazie ipposam  la huesera , rispondo ad entrambe in un unico post.

    Premetto che sono un perfezionista anch'io, infatti il disagio che provo è simile a quando una persona viene tacciata di stupidità, quindi spesso è principalmente una questione di orgoglio.

    Le dimenticanze che ho sono perlopiù di natura burocratica e non vanno a intaccare il lavoro vero e proprio. Il problema è che, alla luce di questo tipo di dimenticanze, le critiche che vengono mosse dai clienti risultano fondamentalmente inutili e fine a sé stesse.

    Faccio un esempio sciocco: il capo vuole che quando si entri in ufficio venga chiusa la porta. Tu lo fai per mesi, un giorno te ne dimentichi. Il capo ti redarguisce dicendo che hai sbagliato a non chiudere la porta, ma che senso ha? Tu sai che la porta va chiusa, altrimenti non lo avresti fatto tutti i giorni nel corso degli ultimi 4 mesi...spero di aver reso l'idea.

    Anche io mi sento così spesso... il mio consiglio è pensare che è tutto un cinema. Io mi immedesimo nel Gabibbo in quei momenti e parlo con cadenza veneta o romana, così mi sento molto meno serio e tutto intorno mi appare più leggero.

    Grazie per la risposta. Devo precisare una cosa, ossia che queste mie dimenticanze (non parlerei di errori) mi vengono fatte presente in un secondo momento. Ciò che voglio dire è che questa sensazione negativa non la vivo durante l'orario di lavoro, anzi! Nel momento in cui inizio un nuovo turno lavorativo, il passato viene scacciato via e diventa quasi un incentivo per fare più attenzione!

    Ho notato che ogni volta che sbaglio qualcosa a lavoro e mi viene fatto notare mi sento in colpa. Noto che la maggior parte delle persone che conosco e che lavorano se ne fregano altamente, consigli su come gestire questo tipo di emozioni?

    Non ti offendere, ma sembra una visione piuttosto egocentrica. Credo che nemmeno Elena di t∙∙∙a penserebbe che il motivo per cui annulla la propria vita amicale sia a causa sua.

    Come hai detto tu, il suo desiderio di chiudere è con tutto il gruppo, non solo con te. Se avesse voluto tagliare i ponti per una presunta/probabile infatuazione nei tuoi confronti, avrebbe potuto farlo senza precludersi l'amicizia dell'intero gruppo.

    Penso che potrebbe esserci qualcosa dietro, ma si potrebbe ipotizzare qualsiasi cosa. Non so se la premessa che hai fatto sia legata alla tua interpretazione dei fatti. In ogni caso, non è detto che abbia tagliato corto con te e comunicato la sua voglia di non partecipare più a questi "raduni" online e non, perché si sia invaghito di te. Ripeto, le spiegazioni potrebbero essere un'infinità. La cosa più semplice da fare è sempre la stessa in questi casi: chiedere al diretto interessato se sta bene e come mai ha preso questa decisione.