Un anno è passato, ce la farò ora?

  • Amelie, sto leggendo questo 3d da un po', avrei voluto intervenire ma... non so veramente cosa potrei consigliarti, perchè mi ritrovo su tante cose che hai detto e... tutto quello che posso dire è che io ci sto provando. A fare che? Non lo so esattamente a dire la verità :D , ma sto seguendo il mio istinto, e davvero, sto vivendo giorno per giorno perchè un progetto ben delineato adesso non ce l'ho... non sono nelle condizioni purtroppo di avere delle certezze o garanzie, e oscillo tra quello che vorrei davvero e quello che devo invece fare... non è la condizione ideale in cui vivere, ma per adesso è così... cerco di mantenere un equilibrio tra le due cose, e mi sforzo di non dimenticare quale sia la mia natura e di tenere a mente ciò che sento, ciò che desidero, per non lasciarmi andare e accettare passivamente tutto ciò che mi accade.
    Un colpo al cerchio, e uno alla botte... faccio dei passi piccolissimi, a volte proprio minimi... ma spero che nel tempo mi portino a qualcosa di concreto.

    Se ti senti insoddisfatta per qualcosa, gratificati con qualcosa di piccolo e raggiungibile, impegnarti anche in ciò che non ti piace sembrerà forse meno pesante... procedi per piccole scadenze, piccoli impegni... l'importante è che non resti immobile e sfrutti le tue giornate per fare qualcosa di cui sei soddisfatta... che sia riuscire a studiare un capitolo di un libro o fare il sospirato secondo piercing...

    Un abbraccio :)

    Se ci credi ti basta perché poi la strada la trovi da te (E.B.)

  • sto seguendo il mio istinto

    Grazie hachi per le belle parole, il punto sta proprio nelle parole che ho citato da te. Tu stai seguendo il tuo istinto e fai bene a fare così, anche se un progetto in mente non ce l'hai ben definito. Io sono dell'idea che ognuno si costruisce la propria strada passo dopo passo.

    Ma io? Io sto seguendo il mio istinto? A me non sembra proprio. Cioè a volte mi sembra proprio di non riuscire a distinguerlo da ciò che è mio e da ciò che è dei miei genitori.

    Cosa farei se dovessi seguire il mio istinto? Non lo so proprio....a volte di getto dico "Lascerei la facoltà e andrei a Roma", a volte sto zitta, a volte dico boh..

    Ma perchè devo essere così complicata cacchiarola! A sto punto meglio chi va a fare giurisprudenza perchè il padre è avvocato e non si pone troppe domande. Sicuramente vive più sereno di me... :S

    "Vorresti una donna addomesticata e con le ali, invece io ho gli artigli. C’è una Lupa nell’armadio, apri e liberala, falla uscire così respirerà. C’è una Luna Piena che mangerò come un grande formaggio. Sono la Lupa e anche questa notte seguirò il mio istinto." -C. P. Estes- "Non rinnegate la z∙∙∙∙∙a che è in voi, un giorno potrebbe rivelarsi molto utile!" -A. Girard-

  • Ma io? Io sto seguendo il mio istinto? A me non sembra proprio. Cioè a volte mi sembra proprio di non riuscire a distinguerlo da ciò che è mio e da ciò che è dei miei genitori.

    Cosa farei se dovessi seguire il mio istinto? Non lo so proprio....a volte di getto dico "Lascerei la facoltà e andrei a Roma", a volte sto zitta, a volte dico boh..

    Guarda Amelie... se dovessi seguire il mio istinto su tutta la linea e avessi tutti i mezzi di cui avrei bisogno... e dico tutti... allora sarebbe per me tutto più in discesa. Il punto è che devo "accontentare" l'istinto e lo posso fare solo su piccole cose.
    Su altre ingoio i classici bocconi amari. La vita in generale non è mai tutta in discesa, quindi ci si deve adattare molto spesso.
    Non è un periodo in cui posso "spingere" più di tanto, faccio ciò che posso, ma vorrei fare di più, solo che per "lanciarmi" devo tenere conto di tante cose, non esisto solo io del resto, giusto? :rolleyes:

    Se ci si vuole buttare in qualcosa di nuovo, la cosa che può spaventare di più sono i rischi, specie se non abbiamo un buon paracadute pronto ad aprirsi.

    Bisogna quindi essere consapevoli di quanto si è disposti a rischiare... un conto è sognare una vita diversa, un conto è viverla davvero, quella vita... se ci si fa troppe aspettative, facile che queste verranno deluse inesorabilmente, il fallimento è dietro l'angolo.

    Potresti ad esempio fare delle piccole prove, vedere come te la cavi provando a fare qualcosa che potrebbe servirti per affrontare un cambiamento radicale (come il trasferimento di città di cui parli)... avvicinarti gradualmente al tuo sogno senza mollare la tua vita, in modo da poter fare dei passi indietro senza rischi di nessun tipo...

    So di dire cose molto generali ma non conosco bene la tua storia e non vorrei darti consigli fuori luogo.

    Ma perchè devo essere così complicata cacchiarola! A sto punto meglio chi va a fare giurisprudenza perchè il padre è avvocato e non si pone troppe domande. Sicuramente vive più sereno di me... :S

    Beh... forse è un pochino meglio avere dei dubbi e sentire di avere un margine di libertà (almeno di pensiero! 8o ) piuttosto che percorrere una strada dettata da altri... credo comunque, che quando ci si rende conto di non aver seguito il propri desideri ma quelli di altre persone, sia ugualmente pesante rispetto a chi ha dei dubbi... c'è chi si trova a fare i conti prima, chi dopo... chi magari è più "fortunato" e ha le idee più chiare ma...qualche momento di crisi capita a tutti! ^^

    Se ci credi ti basta perché poi la strada la trovi da te (E.B.)

  • Guarda Amelie... se dovessi seguire il mio istinto su tutta la linea e avessi tutti i mezzi di cui avrei bisogno... e dico tutti... allora sarebbe per me tutto più in discesa. Il punto è che devo "accontentare" l'istinto e lo posso fare solo su piccole cose.
    Su altre ingoio i classici bocconi amari. La vita in generale non è mai tutta in discesa, quindi ci si deve adattare molto spesso.
    Non è un periodo in cui posso "spingere" più di tanto, faccio ciò che posso, ma vorrei fare di più, solo che per "lanciarmi" devo tenere conto di tante cose, non esisto solo io del resto, giusto? :rolleyes:

    Forse è questo il punto. Hachi, scrivi che bisogna accontentarsi, adattarsi. Probabilmente sono parole che nascono da un atteggiamento realistico e maturo nei confronti della vita. Però sento che non mi appartengono ora. Io non voglio accontentarmi o adattarmi, perchè lo vedrei come un vivere a metà. E l'ho fatto per troppi, troppi anni. Fino ad ora ho sempre, sempre pensato agli altri, al loro bene, alle loro esigenze. Io ero quella che doveva stare dietro a tutti, un pò il materasso di turno che doveva sempre attutire i colpi e non creare problemi. Mai!

    Il punto è che da quando l'anno scorso in terapia ho affrontato il mio passato, io mi sono stufata, ho tirato fuori la rabbia come una reazione violenta a tutto ciò che ho passato! Sì, non mi sta più bene avere quel ruolo. Voglio pensare a me, alle mie esigenze, alle mie aspirazioni. Voglio scorprirmi e vivere davvero, come non ho mai fatto e questo non significa buttarsi a destra o a manca come capita, la testa sul collo ce l'ho e la mia eccessiva maturità me la porto sempre dietro. Però è come se mi sentissi insofferente. Sì, ecco...insofferente alle responsabilità verso gli altri e alle loro imposizioni.

    Sono stanca di rendere conto sempre a qualcuno, di pensare sempre alle esigenze altrui. Mi sento come un cavallo un pò imbizzarrito, che scalpita. Forse da qui deriva il rifiuto dello studio. Io non ero convintissima di iscrivermi quest'anno, l'ho scelto per esasperazione e perchè i miei me l'avevano "indirettamente" imposto. Quindi la vivo come una costrizione e non come una libera scelta fatta per piacere.
    Insomma, io al discorso università ho pensato fin dal penultimo anno del liceo e sai, penso di aver battuto il record di facoltà considerate. Sono passata da architettura e restauro a giurisprudenza, fino a medicina per fare psichiatria e poi psicologia ecc. Chi più ne ha più ne metta. Eppure ci ho sempre pensato come se fosse una tappa obbligata e non una libera scelta, mi spiego? Non che non voglia laurearmi eh, solo che fino ad ora l'ho vissuta ancora come "scuola dell'obbligo", non vedendo invece che dovrebbe essere solo un modo offerto all'individuo per auto-realizzarsi.
    Boh, non so. Forse devo rimettermi la maschera della brava bambina e semplicemente mettermi a studiare un pò svogliata come al liceo, senza troppi giri intorno...

    Beh... forse è un pochino meglio avere dei dubbi e sentire di avere un margine di libertà (almeno di pensiero! 8o ) piuttosto che percorrere una strada dettata da altri... credo comunque, che quando ci si rende conto di non aver seguito il propri desideri ma quelli di altre persone, sia ugualmente pesante rispetto a chi ha dei dubbi... c'è chi si trova a fare i conti prima, chi dopo... chi magari è più "fortunato" e ha le idee più chiare ma...qualche momento di crisi capita a tutti! ^^

    Sì, certo! Era un momento di sconforto. Però a volte penso davvero che essere troppo profondi e sensibili in certe situazioni faccia solo peggio. Vorrei fregarmene un pò di più ed essere un pò più "leggera" e semplice, lineare...invece sono così...contorta!

    "Vorresti una donna addomesticata e con le ali, invece io ho gli artigli. C’è una Lupa nell’armadio, apri e liberala, falla uscire così respirerà. C’è una Luna Piena che mangerò come un grande formaggio. Sono la Lupa e anche questa notte seguirò il mio istinto." -C. P. Estes- "Non rinnegate la z∙∙∙∙∙a che è in voi, un giorno potrebbe rivelarsi molto utile!" -A. Girard-

  • Citazione

    Hachi, scrivi che bisogna accontentarsi, adattarsi. Probabilmente sono parole che nascono da un atteggiamento realistico e maturo nei confronti della vita. Però sento che non mi appartengono ora. Io non voglio accontentarmi o adattarmi, perchè lo vedrei come un vivere a metà.

    Mmmmm capisco.
    Vuoi pensare a te stessa e alle tue esigenze, e questo mi sembra fisiologico. ti sei stufata di sforzarti di essere quello che vogliono i tuoi genitori, e anche questo è stra-giustissimo.

    Quello che mi chiedo è: questo studio su cui non riesci a concentrarti e che ti fa stare tanto male per questo, c'è modo di vederlo NON come un sottostare alle imposizioni di terze persone, ma come un iniziare a pensare davvero alle tue esigenze?

    Leggendo i tuoi desideri, vedo che (se sei stata davvero sincera sincera :D ) non c'è ancora un progetto determinato. Vorresti tornare a Roma, non ho ben capito se x sentirti libera (..fuga?) o a farci qualcosa di specifico, una facoltà che lì da te non c'è o non c'è di buon livello, un corso, un'attività, qualcosa. Per il resto, sono tutte cose fattibili ovunque, e soprattutto FATTIBILI PIù FACILMENTE SE TI SENTI A POSTO CON LA COSCIENZA. E questo passa dal provare a concentrarti sul prossimo esame.
    Il che non significa che dopo non potrai più cambiare facoltà...ma che magari potrai farlo con la precisa cognizione di quello che ti lasci alle spalle!

    lo sai cosa? Mi sembra che la tua sia la comprensibile paura di non volerci entrare, in questo anno. Ma andrà bene, andrà bene anche se paradossalmente studi come una matta e poi bocci tutti gli esami (e non succederà, non ho la palla di cristallo ma mi sento di poterlo assicurare comunque). Perchè l'importane è viverlo, e poi eventualmente decidere che il prossimo sarà altrove, a fare un'altra cosa.

    (Non c'entra molto, ma che facoltà fai attualmente?curiosità)

  • Random, hai scritto le stesse riflessioni che stavo facendo oggi, centrando in pieno il punto.
    Questa scelta universitaria la sento come un'imposizione di terzi. E' questo il nodo da affrontare.

    Quello che mi chiedo è: questo studio su cui non riesci a concentrarti e che ti fa stare tanto male per questo, c'è modo di vederlo NON come un sottostare alle imposizioni di terze persone, ma come un iniziare a pensare davvero alle tue esigenze?

    Eh, non lo so! E' come se sentissi un'avversione ogni volta che mi pongo davanti ai libri, un non interesse e temo che tutto nasca dal fatto che ho preso coscienza di quanto questa scelta formalmente l'abbia fatta io, ma sostanzialmente io-in-simbiosi-con-i-miei. Quindi torniamo sempre al discorso "imposizione".

    Leggendo i tuoi desideri, vedo che (se sei stata davvero sincera sincera :D ) non c'è ancora un progetto determinato. Vorresti tornare a Roma, non ho ben capito se x sentirti libera (..fuga?) o a farci qualcosa di specifico, una facoltà che lì da te non c'è o non c'è di buon livello, un corso, un'attività, qualcosa.

    No, non c'è un progetto. Ci sono desideri, ma molto astratti e lontani. Vorrei tornare a Roma per sentirmi libera di prendere le mie decisioni, non perchè c'è una facoltà specifica. Lì ho trascorso giorni di serenità e tranquillità (pur mancando comunque un'idea chiara sulla facoltà) come da tempo non facevo. Ero davvero un'altra persona rispetto a qua. Non la vedrei come una fuga però, solo un modo più semplice e immediato per risolvere determinati problemi che riscontro qua. In ogni caso, mi rendo conto che per ora non è fattibile, mi costringo ad accettarlo perchè è questo che si fa con un atteggiamento maturo nei confronti della vita, no? Accetto, sapendo però che appena ne avrò concretamente la possibilità deciderò di andarci. :)

    o sai cosa? Mi sembra che la tua sia la comprensibile paura di non volerci entrare, in questo anno.

    Paura? No, secondo me è proprio una questione di volontà. Non so, a volte mi sembro una bambina capricciosa che punta i piedi, ma la mia psicologa sostiene invece che sto soltanto manifestando apertamente le mie idee e tirando fuori la mia personalità. Ora come ora, dopo anni di repressione, viene fuori in maniera un pò "drastica", devo trovare un giusto equilibrio, ecco.

    (Non c'entra molto, ma che facoltà fai attualmente?curiosità)

    No, c'entra in realtà perchè è collegato al discorso della volontà. Subito dopo la maturità, mi sono iscritta a Lettere Classiche a Milano (dopo aver considerato in meno di due anni un numero esorbitante di facoltà, nella più completa confusione e ansia), ma dopo nemmeno tre settimane sono andata in crisi. Stavo affrontando un percorso con la psicologa molto molto arduo e destabilizzante. Non avevo testa di mettermi sui libri e ho cominciato subito ad avvertire sensazioni negative. Mi svegliavo al mattino chiedendomi come mai dovessi prendere il treno, perchè diavolo seguire quelle lezioni. Mi sentivo un automa, che fa non perchè decide, ma perchè deve (Sensazioni che anche ora avverto).

    Ho quindi lasciato senza dare nemmeno un esame e ho lavorato per un annetto, continuando il percorso con la psicologa. Per un pò mi sono riproposta di non pensare all'università, avevo proprio un netto rifiuto di tutto ciò che poteva essere manifestazione o passatempo intellettuale. Intanto i miei, contrari fin da subito alla scelta di abbandonare gli studi, continuavano ad assillarmi con la decisione universitaria. "Allora, hai fatto nuove riflessioni?", "La nostra più grande paura è che tu decida di lavorare e non riprenda a studiare", "La condizione che ti poniamo è che a settembre tu ti iscriva a qualcosa", "Mettiti in testa che a settembre ti devi iscrivere, quindi pensaci".
    Così verso gennaio ho cominciato a pensare alla scelta con profonda angoscia e inquietudine. Non sapevo minimamente che pesci pigliare. Sta di fatto che nella nebbia ho cominciato ad intravedere un interesse verso l'area della psichiatria, della psicologia e della filosofia. Ho letto qualche libro e sono andata a seguire delle lezioni a Torino, lezioni che ho trovato interessanti e stimolanti.
    Nel frattempo ho cominciato a fare test su test, mille domande nella testa, ho tagliato il capello non in 4, ma in 20 e più mi comportavo così, più naturalmente l'ansia saliva, perchè non ottenevo risposte certe.

    I miei continuavano a chiedermi e si è instaurato un dialogo quasi simbiotico con loro, tant'è che ad un certo punto non capivo più ciò che era frutto mio, di Federica e ciò che era frutto loro. Insomma, supposizioni, idee, voli pindarici, continue influenze non hanno fatto altro che incasinare la situazione. Alla fine ero esasperata e completamente a terra. A giugno ho avuto un piccolo esaurimento nervoso. Ho quindi cercato di staccare la mente e la scelta era diventata il mio chiodo fisso, come se da quello dipendesse il mio star bene.
    Così ad un certo punto esasperata mi sono buttata e mi sono iscritta di nuovo a Lettere Classiche (avevo seguito alcune lezioni anche di lettere durante i mesi precedenti e non mi avevano entusiasmata), in un ateneo più piccolo qua vicino.

    Non ho provato nulla quando mi sono iscritta, non ero nè contenta nè scontenta. Sono arrivata al giorno prima delle lezioni senza sapere l'orario, nè le aule. Dovrei scaricare gli appunti che i prof mettono in rete e non lo faccio. Da questo punto di vista non mi riconosco, io sono una persona molto puntigliosa e precisina, perchè me ne strasbatto così? L'unico motivo che mi viene in mente è che non è un interesse mio, che nasce da me.

    Quando la psicologa mi ha chiesto "Quali sono le motivazioni che stanno alla base della scelta di Lettere?", ho avuto il vuoto totale nella mente, davvero non sapevo cosa rispondere. Ho detto "Mi piace scrivere", risposta assolutamente detta perchè non sapevo che altro dire.
    Poi mi ha chiesto "Quali sarebbero state le motivazioni alla base della scelta di psicologia?", ho subito pensato che essa espirmeva la parte più vera e pura di Federica, perchè è un interesse nato da lei, non frutto di altre influenze esterne.

    Questa pappardella è per cercare di spiegare meglio la mia situazione. Scusate se sembro una bambina capricciosa o un'egoista, sto solo cercando di trovare me stessa e costruirmi la mia strada e non ditemi che il mio percorso universitario è bizzarro o assurdo, lo so già da me. :whistling:

    Ps. C'è una "novità" positiva però in tutto questo casino. Ho letto in facoltà che domani ci sarà un seminario dal titolo "Filosofia e spazio pubblico", relativo alla facoltà di filosofia. Ho letto gli interventi (es. maschera e finzione: la consulenza filosofica nell'istituto psichiatrico, o globalizzazione e delocalizzazione) e subito mi sono interessata, ho sentito qualcosa dentro, tant'è che penso proprio di andare a seguirlo. E sono felice di questo, insomma...so ancora interessarmi alle cose! :blush:

    "Vorresti una donna addomesticata e con le ali, invece io ho gli artigli. C’è una Lupa nell’armadio, apri e liberala, falla uscire così respirerà. C’è una Luna Piena che mangerò come un grande formaggio. Sono la Lupa e anche questa notte seguirò il mio istinto." -C. P. Estes- "Non rinnegate la z∙∙∙∙∙a che è in voi, un giorno potrebbe rivelarsi molto utile!" -A. Girard-

  • Capisco cosa intendi Amelie, giustamente vorresti dare una svolta differente alla tua vita e che sia una scelta solo tua e no ndi altri. Questo desiderio è un tuo diritto, comprendo il tuo stato d'animo.

    Però non so, di fatto, guardando la realtà, un cambiamento così radicale forse non sarebbe la soluzione, nel senso: passare da un estremo all'altro, senza avere bene in mente un progetto specifico, mi sembra un po' azzardato, mi dà l'idea che se tu ci provassi ne rimarresti ancora più scottata.

    Per questo dico: prova a vivere le piccole opportunità che hai ora, in modo da renderti conto piano piano di ciò che vuoi veramente e cosa puoi fare per realizzarlo.
    Un conto è se dici: voglio andare a Roma e quel che capita capita, oppure se, come suggerisce Random, non hai già un'idea di cosa faresti una volta arrivata lì (seguire una scuola particolare ad esempio) e cosa potresti fare per cavartela da sola.

    Del resto, se non hai un progetto ben preciso, difficilmente i tuoi genitori ti daranno il benchè minimo appoggio, neppure morale, perchè se già non sono ben disposti riguardo a certe cose, ancor meno lo saranno vedendo che sei così indecisa.

    Prenditi magari un periodo di tempo per decidere, vivere tutto come fosse una prova, per testare... nel frattempo prova a studiare un pochino, magari invece di due esami ne prepari uno... sei molto giovane, quindi se ancora non sei sicura di ciò che vuoi fare della vita, non prendere ogni impegno (che sia un esame, o altro) come una specie di obbligo "a vita" irreversibile.

    Ops! Ho postato appena dopo di te... con il tuo intervento sopra forse hai già risposto a quanto ho scritto qui... comunque è positivo che abbia trovato qualcosa che ti entusiasma!!! ^^ Sarà un modo per farti vivere quell'ambiente in maniera piacevole! ;)

    Se ci credi ti basta perché poi la strada la trovi da te (E.B.)

  • Ops! Ho postato appena dopo di te... con il tuo intervento sopra forse hai già risposto a quanto ho scritto qui... comunque è positivo che abbia trovato qualcosa che ti entusiasma!!! ^^ Sarà un modo per farti vivere quell'ambiente in maniera piacevole! ;)

    Lo spero Hachi, non sai quanto.. Sono così confusa e spacco il capello in ventimila...uff, vorrei davvero staccare e basta!! Voglio cambiare, non posso mica continuare così...una svolta, anche piccola... ?(

    "Vorresti una donna addomesticata e con le ali, invece io ho gli artigli. C’è una Lupa nell’armadio, apri e liberala, falla uscire così respirerà. C’è una Luna Piena che mangerò come un grande formaggio. Sono la Lupa e anche questa notte seguirò il mio istinto." -C. P. Estes- "Non rinnegate la z∙∙∙∙∙a che è in voi, un giorno potrebbe rivelarsi molto utile!" -A. Girard-

  • Lo spero Hachi, non sai quanto.. Sono così confusa e spacco il capello in ventimila...uff, vorrei davvero staccare e basta!! Voglio cambiare, non posso mica continuare così...una svolta, anche piccola... ?(

    Certo ma... piccola quanto? E che tipo di svolta? Il problema è sempre lì, capire cosa desideri e cosa fare perchè avvenga.
    Perchè non cominci col realizzare i piccoli desideri che avevi elencato nella pagina precedente?
    Mi riferisco a quelli che avevi chiamato "cose stupide", che tanto stupide non sono! ^^
    Sono fattibili, piccole, ma possono dare quella piccola svolta che cerchi... darebbero un sapore diverso alla vita che fai ora. :)

    Se ci credi ti basta perché poi la strada la trovi da te (E.B.)

  • Il problema è sempre lì, capire cosa desideri e cosa fare perchè avvenga.

    Lo so, il problema è lì. Durante l'ultima seduta dalla psicologa ho capito che ciò che mi manca qua è un ambiente stimolante e interessante come quello trovato a Roma, una vita sociale che mi permetta di sentirmi attiva e "presente" nel mondo. A Roma sono stata così bene, perchè ho lasciato indietro la Federica del passato con la sua maschera e ho inziato a "sperimentare" la nuova Federica, ma non solo nei grandi passi, anche nelle cose più stupide eh.. faccio degli esempi così magari mi spiego.

    A Roma fumavo tranquillamente in casa o con gli altri, senza farmi problemi di "come mi etichettano" ecc. Qua ad esempio. mi faccio mille paturnie, perchè ho sempre cercato di essere la brava ragazza che non fa niente di sbagliato. I miei ritengono (giustamente, per carità) che il fumo fa male e il mio "genitore interiore" mi giudica ogni qualvolta voglio fumare. Oppure, la storia del piercing e del piccolo tatuaggio...vorrei davvero farli, a Roma non mi farei problemi per niente, qua per lo stesso motivo di prima è come se fossi legata ad un immagine o "pregiudizio" che gli altri hanno di me e mi viene difficile "romperlo". Già per fare il primo piercing..mi sembrava un eventone! E appena fatto sono tornata a casa al settimo cielo, contenta di aver seguito un mio desiderio!

    Ho cercato di spiegare questo blocco che sento, questo essere legata che avverto qua e che non avvertivo invece a Roma, dove mi sentivo libera di essere me...ci sono riuscita? :hmm:

    E poi so che qua mi mancano persone, persone interessanti e stimolanti che ho davvero voglia di conoscere. Le ho incontrate a Roma per esempio, l'amica che mi ha ospitata mi ha presentato la sua compagnia e...cacchio, non ero così serena, aperta da tanto tanto tempo!
    Può sembrare paradossale, ma in questa città di provincia gli stimoli che cerco io mancano e non sto scherzando. Cercherò comunque di trovare ugualmente qualcosa che possa aiutarmi.

    E poi vedo che gli altri comunque vanno avanti e io non riesco a costruire niente. C'è la mia storica amica del liceo, che frequenta nel mio stesso piccolo ateneo Lingue. Ho sempre sentito tantissima differenza con lei, più "superficiale" e infantile rispetto a me (passatemi i termini, non vogliono essere offensivi!). Anche lei l'anno scorso era entrata in crisi e aveva lasciato l'università, si era poi recata in Germania 4 mesi come Au-Pair e alla fine ha scelto Mediazione linguistica. E' riuscita a trovare un sacco di amici in facoltà, un ragazzo prima a Berlino e ora qua, intanto fa una facoltà che le sta piacendo..
    Insomma, mi sale un pò di tristezza e mi chiedo "Quando arriverà il mio momento? E' due anni e passa che sono in terapia per spiccare sto volo benedetto!". Non la invidio, perchè so che non sarebbero queste le persone che cerco io. Le ho conosciute e sono simpatiche, ma per come sono fatta avrei bisogno di altro.
    Fatto sta che lei sta trovando quello che cercava, senza ben sapere nemmeno lei cosa cercava....e io?? ;(

    Perchè non cominci col realizzare i piccoli desideri che avevi elencato nella pagina precedente?

    Sto cominciando infatti, piano piano, anche se mi riesce complicato per i motivi elencati sopra!

    Comunque sono appena tornata dal seminario di filosofia..beh, è stato interessante, anche se un pò complesso! Qualcosa di buono c'è ancora. :)

    "Vorresti una donna addomesticata e con le ali, invece io ho gli artigli. C’è una Lupa nell’armadio, apri e liberala, falla uscire così respirerà. C’è una Luna Piena che mangerò come un grande formaggio. Sono la Lupa e anche questa notte seguirò il mio istinto." -C. P. Estes- "Non rinnegate la z∙∙∙∙∙a che è in voi, un giorno potrebbe rivelarsi molto utile!" -A. Girard-

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