Paura di morire da solo

  • E' semplice...

    E' che sono statali...

    Si, capisco cosa intendi.

    Questi tizi non sono ingiudicabili o insindacabili, sono esseri umani come gli altri

    Appunto, poi il caffè magari pure anche glielo offro, ma non di certo se partono con un atteggiamento da: "levati che decido io".


    In "casa" mia? Ma stiamo scherzando?!

    sennò come dice Garden che il mio corpo è loro?

    Esatto.


    Comunque stiamo scivolando OT. Avendo già espresso con chiarezza il mio pensiero, su questo tema mi fermerei qui.


    Poi, sul discorso principale degli anziani che cadono in casa e che faticano ad arrivare al telefono, ne capitano di casi, pure mia nonna mi pare di ricordare che una volta sia caduta in casa e si è rotta il femore finchè eravamo fuori casa, è che appunto poi siamo rientrati sennò chissà come sarebbe andata.

  • si stava meglio quando lo stato investiva nella spesa sanitaria

    Questo sicuro. E secondo me c'è margine di peggioramento.

    Sul fatto dei dottori che non vadano giudicati altra cosa che non ha senso..

    Non intendevo niente di quello che hai detto.

    Io mi sono esposto male, è ovvio che tutto sta nella misura. A me risulta più facile pensare a pazienti maleducati rispetto a medici maleducati, è questione di prospettiva. E giusto ridimensionare chiunque se lo meriti, arrivare a menare un infermiere al pronto soccorso no

    "levati che decido io"

    Io non credo siano comuni operatori sanitari di questo tipo, come non credo siano comuni pazienti che hanno l'atteggiamento "levati decido io, sono io la priorità, altrimenti vi meno". E nello specifico, nel pronto soccorso, è più casa dell'infermiere, se così vogliamo dire.

    Sono morto nel passato, platinato nel presente. Fine.

  • Io mi sono esposto male

    No, tranquillo, comprendo da ciò che hai scritto che si stava solamente osservando la questione da due differenti punti di osservazione.

    è ovvio che tutto sta nella misura. A me risulta più facile pensare a pazienti maleducati rispetto a medici maleducati

    Quindi appunto, è una questione di punto di osservazione. Se ne possono trovare su entrambi i fronti a mia opinione, quanto comuni siano su entrambi i fronti, necessiterebbe di una statistica. A fronte di questo vuoto statistico, ognuno stava probabilmente soggettivamente "visualizzando" situazioni differenti, riconducendole forse, a proprie memorie, acquisite o dirette.

  • Per tornare alla discussione iniziale.


    Antartico sei ancora giovane. E hai molto ancora da dare e fare. Se hai questa profonda paura e la convinzione granitica che sarai solo anche in vecchiaia, non ti resta che agire in tal senso. Crea una rete di amicizie e conoscenze che ti permettano di sentirti parte di una comunità. Ti assicuro che per essere nel pensiero di qualcuno basta essere persone gentili ed altruista, quando ti comporti bene con gli altri... prima o poi il buono ti torna indietro. E in vecchiaia qualcuno si ricorderà di te, di quella persona che è stata gentile con gli altri.

    "Everybody has a plan until they get punched in the face"

  • Boh... io so che si consultano più dottori e si cerca, nei limiti del possibile, di andare da quello ritenuto più affidabile, che ha una buona nomea, che ti spiega meglio la situazione...

    Certo e, giusto per aggiungere una specifica sulle spiegazioni, io consulto più che volentieri anche il mio "metaforico dottore" preferito, quello che non rischierà mai di perdere la pazienza non essendo umano e, sempre non essendo umano, non rischierà di sentirsi forse destabilizzato da un mio tentativo di comprendere: "internet doctor".


    All'interno del quale spesso ho trovato anche la splendida possibilità di poter confrontare e leggere le testimonianze o "recensioni" delle persone comuni, che parlano per esperienza vissuta e dunque non teorica, per esempio sulle qualità personalmente percepite riguardanti gli effetti di un determinato prodotto o sulle caratteristiche specifiche di un determinato problema.


    In quanto personalmente, dal momento che oggi ve n'è la possibilità (possibilità che personalmente apprezzo), non ho la benché minima intenzione di permettere a una mia eventuale mancanza di conoscenza di cogliermi impreparata e rischiare dunque di minare quella che è la mia sicurezza interiore ideologica riguardante questo preciso ordine gerarchico.

    aver studiato, non dona il potere di invertire tale ordine gerarchico.

    Personalmente dunque, questo diviene il mio personale modo di tutelare tale ordine, in quanto: sapere è potere.

    una volta il paziente era subordinato al dottore e per me questo è il giusto ordine delle cose.

    Per fortuna, dal mio punto di vista, con civiltà, non siamo più "una volta". (Fine ulteriore OT).

    • Nuovo

    Quindi appunto, è una questione di punto di osservazione. Se ne possono trovare su entrambi i fronti a mia opinione, quanto comuni siano su entrambi i fronti, necessiterebbe di una statistica. A fronte di questo vuoto statistico, ognuno stava probabilmente soggettivamente "visualizzando" situazioni differenti, riconducendole forse, a proprie memorie, acquisite o dirette

    Esatto, evidentemente pensiamo a situazioni differenti.

    Io per mia esperienza personale non ho mai avuto problemi con sanitari, son stato operato varie volte, anche con complicazioni post-operatorie e ho sempre trovato professionalità. In un intervento hanno sbagliato, ho avuto delle complicazioni e son dovuto tornare a farmi operare di nuovo. Sono convinto che qualcuno si sarebbe scagliato contro la malasanità, l'incompetenza etc. Io invece, in questo caso, dico che chi fa può sbagliare, mentre chi non fa niente non sbaglia mai.


    Altro esempio reale e vicino: mio padre è ammalato da anni ed è in cura, prende dei farmaci costosissimi, che se non li passasse la mutua non potrebbe sicuramente permettersi. Va regolarmente a fare esami e visite, non paga quasi nulla. Il personale mi dice che è sempre molto gentile, si lamenta solo che spesso gli danno appuntamento ad un'ora e poi deve aspettare anche un paio d'ore. Rispetto alla possibilità di curarsi (che non avrebbe in altre parti del mondo a causa dei costi) è comunque poca cosa.


    Non ho compreso a che casi vi riferite, mi sembra più a visite. In quel caso (se devo farmi visitare per farmi operare un ginocchio, ad esempio) ognuno è libero di farsi visitare anche da dieci specialisti e decidere se farsi operarsi o meno.

    Per fortuna, dal mio punto di vista, con civiltà, non siamo più "una volta

    Fin là. Non sono completamente d'accordo con questa tendenza, che metaforicamente è molto simile alla tendenza nella scuola di certi genitori di volersi imporre sugli insegnanti, arrivando magari a giustificare "le botte". Anche qui, il rischio di pensare a situazioni estreme opposte c'è, esisterà sicuramente l'insegnante indecente che se le meriterebbe, come esistono tanti studenti (e relativi genitori) che le meriterebbero. Chiudo anch'io l'OT.


    Riguardo al topic, la paura di morire solo, non ce l'ho. Quando muore una persona tendo a pesare la qualità della sua vita, più che i suoi anni o altro. Del tipo: ha vissuto felice gli ultimi anni? Se si buon per lui, almeno quello. Sono molto fatalista riguardo alla morte, penso banalmente che la morte fa parte del ciclo della vita. Leggendo questo thread ho pensato che se fossi morto lo scorso venerdì notte, se ne sarebbero accorti della mia assenza a lavoro il martedì successivo... Penso sia la condizione della maggior parte delle persone single che vivono da sole, ma sinceramente non ne sento il peso, forse solo perché non sono anziano e vedo davanti a me ancora qualche decennio in cui poter fare attivamente qualcosa per me (che non si riduce ad una relazione e a figli).

    Sono morto nel passato, platinato nel presente. Fine.

    • Nuovo

    Esatto, evidentemente pensiamo a situazioni differenti.

    Sì, senz'altro.

    In un intervento hanno sbagliato, ho avuto delle complicazioni e son dovuto tornare a farmi operare di nuovo. Sono convinto che qualcuno si sarebbe scagliato contro la malasanità, l'incompetenza etc. Io invece, in questo caso, dico che chi fa può sbagliare, mentre chi non fa niente non sbaglia mai.

    Su questo sono d'accordo, è ovvio che se ti operano può capitare l'errore umano; nemmeno io me la prenderei per un semplice errore umano. Differente, ad esempio, è invece se io avessi firmato un piano di cura e poi esso venisse cambiato di propria iniziativa senza informarmi e chiedermi nuovamente il consenso su tali modifiche.


    Oppure se percepissi atteggiamenti scocciati da "cosa vuoi saperne tu, levati" qualora discutessi tale piano di cura dopo essermi autonomamente informata nel dettaglio, perché la "casa" è mia, dunque: io non mi levo proprio per niente.


    In questi casi, levo "l'elettricista" dalla mia "casa": lo cambio.


    Ovvio che, anche qui c'è un limite, perché un conto è discutere civilmente per un reale motivo, cioè perché davvero hai un dettaglio che ritieni significativo e utile da dire; un conto è discutere allo scopo egoico preciso di "far vedere chi comanda in casa". A me non interessa comandare, ma nemmeno mi faccio zittire e comandare a mia volta. Tanto meno su qualcosa di mia proprietà.


    Altra cosa che "proprio non esiste né in cielo né in terra" è l'insistenza. Anche in un negozio, se trovo un venditore insistente, con quel negozio ho chiuso.

    Va regolarmente a fare esami e visite, non paga quasi nulla. Il personale mi dice che è sempre molto gentile,

    C'è sempre gente gentile, e tanta anche.

    si lamenta solo che spesso gli danno appuntamento ad un'ora e poi deve aspettare anche un paio d'ore. Rispetto alla possibilità di curarsi (che non avrebbe in altre parti del mondo a causa dei costi) è comunque poca cosa.

    Concordo.

    Non ho compreso a che casi vi riferite, mi sembra più a visite.

    Personalmente ho incontrato qualche atteggiamento poco rispettoso, ma tutto sommato ho trovato più gente gentile.


    Sui casi a cui io mi riferisco, non mi basterebbe una pagina per spiegare, soprattutto in uno specifico ambito; casi di cui sono andata a leggere centinaia di testimonianze da vari commenti di gente comune che raccontava le sue esperienze di vita, liberamente sotto a vari video, ma non solo. Maggiormente all'estero, tipo in paesi come l'America e l'Australia, paesi nei quali non mi recherò mai, nemmeno per una breve vacanza.

    Riguardo al topic, la paura di morire solo, non ce l'ho.

    Nemmeno io in realtà, tanto comunque non sarà mai un bel "passaggio", salvo che non capiti un infarto improvviso. Fosse se non altro almeno per l'aspetto ontologico greve che implica.


    Che si sia in compagnia oppure da soli, la profonda implicazione rimane la medesima.

    Quando muore una persona tendo a pesare la qualità della sua vita, più che i suoi anni o altro. Del tipo: ha vissuto felice gli ultimi anni? Se sì, buon per lui, almeno quello.

    Infatti, a questo punto, è questa la cosa che conta di più, anche secondo me.

    Sono molto fatalista riguardo alla morte, penso banalmente che la morte fa parte del ciclo della vita.

    Personalmente, ho più di un'ipotesi sul tema, ma non so quale sia quella corretta.

    Leggendo questo thread ho pensato che se fossi morto lo scorso venerdì notte, se ne sarebbero accorti della mia assenza a lavoro il martedì successivo...

    Può capitare, se si vive da soli, di venir "ritrovati" un po' in ritardo (anziani o meno); d'altronde, appunto, difficilmente sarà "elegante" come passaggio.

    Penso sia la condizione della maggior parte delle persone single che vivono da sole, ma sinceramente non ne sento il peso, forse solo perché non sono anziano e vedo davanti a me ancora qualche decennio in cui poter fare attivamente qualcosa per me (che non si riduce ad una relazione e a figli).

    Appunto e, penso che sia anche quello a cui converrebbe puntare anche al protagonista del thread, ovvero a cercare di vivere meglio che può il tempo che ha.


    Se davvero teme per la vecchiaia, penso che, appunto, come gli sia stato suggerito, gli convenga iniziare fin da ora a informarsi nel dettaglio su tutte le soluzioni di cohousing o strutture disponibili; insomma, mettere le mani avanti, ora che il tempo per farlo lo ha.

    • Nuovo

    Oppure se percepissi atteggiamenti scocciati da "cosa vuoi saperne tu, levati"

    Ovvero, la spesso sentita questione del: "Chi decide": l'ordine corretto è: tu proponi, io decido.


    Liberamente, senza nessuna insistenza, con tutto il tempo che mi serve per valutare dettagliatamente e, sulla base anche di informazioni da fonti esterne se lo desidero.

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