A proposito del gruppo Facebook "Mia Moglie"

  • Certo embè? Tu hai una caratteristica sommi pere con mele per sostenere tesi così... tanto per essere interessante secondo me il più delle volte... tranquillo ho imparato a bloccare i post disturbanti

    È certamente un oggettificazione della donna, mica guardi le modelle in lingerie su Postalmarket perché ti interessa la loro psiche, non sappiamo neanche chi siano e come si chiamano. Comunque lo facevo pure io, era una pratica comune tra i maschi a quei tempi, pare.


    Cosa c'è di disturbante? Tu secondo me ti triggeri troppo facilmente, appena si dice qualcosa che cozza con le tue idee, la prendi sul personale come se ti avessero dato un ceffone in faccia. Nessuno ti ha detto nulla di male. Se vogliamo le discussioni a senso unico cambiamo forum, andiamo su dittatura del pensiero punto it.

    Attenzione: i miei post possono provocare vertigini, nausea, visione offuscata, allucinazioni.

  • Questa è una descrizione di un problema diverso rispetto a quello ripetuto nelle ultime pagine, cioè il problema del consenso.

    Non si tratta di problemi differenti, quello del consenso è legato a doppio filo all'oggettivizzazione e spersonalizzazione della donna, quando essa non è più considerata soggetto di diritto, ma una "merce" le cui immagini (in questo caso) possono essere scambiate liberamente in rete, senza implicazioni etiche o morali.

  • Boh, davvero qui si fa fatica a immaginare le donne come esseri umani senzienti e liberi, se ci si pongono certe domande.

    Pare che non si possa disgiungere la sessualità dalla degradazione dell'altro.

    Max_2023 guardare una donna per strada non è un problema, fissarla insistentemente magari in luoghi chiusi tipo carrozza del treno o dove lei non ha "via di scampo" la può mettere a disagio, perché comunichi aggressività.

    Guardarsi i porno non è un problema (dall'altro lato ci sono attori), andare su un sito a chiedere ad altri uomini foto delle loro figlie è un problema grande quanto una casa.

    Fare tutte le pratiche più strane con una partner consenziente non è un problema, far circolare le sue foto nella chat degli amici di calcetto è un problema grande come una casa.


    Non lo so, è così difficile da capire? Mi pare che qui ci siano arrivati solo LeggeraMente e fran235, tutti gli altri sembrano annaspare come se si trattasse di risolvere un'equazione di quarto grado.

    Mi viene da dire che non solo vi manca la più minima familiarità con una donna, anche solo amica o sorella, ma proprio l'empatia di base per capire quando una cosa è una violazione di un diritto altrui e quando no.

    Vi ricordo che c'è stato anche il caso di una ragazza che si è suicidata perché non ha resistito alla gogna in cui l'ha messa l'ex fidanzato che ha diffuso suoi filmati intimi.


    Detto questo mi ritiro, ho messo due link ad articoli che chiariscono la faccenda dal punto di vista legale, e spiegano il punto di vista delle vittime. Penso li abbia letti solo Evelyn91.

  • Non si tratta di problemi differenti, quello del consenso è legato a doppio filo all'oggettivizzazione e spersonalizzazione della donna, quando essa non è più considerata soggetto di diritto, ma una "merce" le cui immagini (in questo caso) possono essere scambiate liberamente in rete, senza implicazioni etiche o morali.

    No, perché ci sono molti casi di donne che si oggettificano consenzientemente da sole, ad esempio pornostar o creatrici di contenuti pornografici. In quel caso il consenso c'è, ma l'oggettificazione rimane.

    Attenzione: i miei post possono provocare vertigini, nausea, visione offuscata, allucinazioni.

  • Non si tratta di problemi differenti, quello del consenso è legato a doppio filo all'oggettivizzazione e spersonalizzazione della donna, quando essa non è più considerata soggetto di diritto, ma una "merce" le cui immagini (in questo caso) possono essere scambiate liberamente in rete, senza implicazioni etiche o morali.

    Boh, pare di dover spiegare la teoria della relatività.

  • Boh, davvero qui si fa fatica a immaginare le donne come esseri umani senzienti e liberi, se ci si pongono certe domande.

    Pare che non si possa disgiungere la sessualità dalla degradazione dell'altro.

    No, infatti il mio discorso andava oltre. Ho già detto che non tocca il caso dei siti in questione, lì non obietto nulla. E' sull'oggettivazione il mio problema. Cerco di essere pratico.


    In certi paesi dell'Europa (Svezia, Francia) la prostituzione, anche quando è puramente consenziente, prevede la punizione amministrativa del cliente, e solo del cliente, con multe anche molto salate (diverse migliaia di euro). E ripeto, non sono previste eccezioni, anche quando la donna è consenziente e vende il suo corpo volontariamente.


    Ora, la cosa a me non interessa, né mi ha interessato in passato, l'ho spiegato in passato il perché e non voglio tornarci su (anche perché ora ho una certa età). Non è una questione personale. Ma ci sono uomini, soprattutto giovani, che hanno bisogno dello sfogo del sesso, ne ho conosciuti anche nella mia adolescenza. Se questo discorso dell'oggettivazione viene portato all'estremo, come secondo me tende a fare Alba Cremisi, e riallacciandomi con certe concezioni presenti nel nord Europa (sulla prostituzione, ma anche sulla pornografia), può essere un problema per molti uomini, e io lo vedo come una posizione mossa da puri motivi ideologici, dato che c'è il consenso.


    Il punto è proprio l'oggettivazione e la mercificazione consensuale, e ripeto, non c'entra il caso in questione (ok, forse sono OT).

  • E' importante sottolineare come il contesto culturale non condizioni solo gli uomini, ma anche le donne, che nascono e crescono immerse in una società che normalizza l'oggettivazione femminile, interiorizzando modelli e aspettative su come dovrebbero apparire, comportarsi o farsi percepire.


    Questo significa che anche quando esprimono consenso, ad esempio partecipando a pratiche sessuali consensuali o producendo contenuti erotici, quel consenso può essere influenzato da norme culturali che le spingono a oggettivarsi o a mercificarsi, anche senza esserne pienamente consapevoli.


    In altre parole, la presenza del consenso individuale non elimina automaticamente gli effetti della mercificazione e dell'oggettivazione: questi fenomeni continuano a operare in maniera più sottile, condizionando percezioni, scelte e comportamenti. Studi in psicologia sociale, ad esempio sul concetto di "self-objectification", dimostrano che l'esposizione a media sessualizzati può portare le donne a interiorizzare una visione di sé centrata sul corpo e sulla gratificazione altrui, influenzando anche decisioni considerate "libere" o consensuali.

    Questo discorso non distingue l'oggettificazione sessuale da quella reale. Che differenza c'è ad esempio tra l'oggettificazione nei porno, e l'esaltazione della violenza in certi film? O l'esaltazione della velocità nelle gare motociclistiche? O l'esaltazione della violenza fisica negli sport di combattimento?


    Inoltre questo discorso non considera potenziali cause biologiche sottostanti. Come fai ad escludere che i maschi non sentano l'esigenza biologica di comportarsi in certi modi? Magari addirittura più oggi che in passato, con il miglioramento dell'alimentazione, è aumentata pure l'altezza, magari pure il testosterone (in realtà credo stia mediamente calando, ma per colpa dell'inquinamento!)


    Infine non capisco cosa proporresti per cambiare le cose, senza passare per la censura o la dittatura. Faccio presente che si dice che la prostituzione è il lavoro più vecchio del mondo, e che basta una sola pornostar e una connessione ad internet per ricascarci. Anche se riduci il fenomeno culturale del 99%, resta comunque materiale erotico a sufficienza. Anche perché un tempo bastava Postalmarket, quindi figuriamoci.

    Attenzione: i miei post possono provocare vertigini, nausea, visione offuscata, allucinazioni.

  • Dipende. Io certe volte mi sono reso conto (e mi rendo conto talvolta) di essere troppo insistente in certi miei sguardi quando vedo una donna molto attraente (capita di rado, ma qualche volta capita...). Lo faccio senza rendermene conto, e talvolta mi sono reso conto che la donna in questione si è risentita.


    Ma io siti del genere non li ho mai frequentati, non ci sono mai andato su, nemmeno sapevo che esistessero. E non mi permetterei mai di fare cose del genere, si tratta di comportamenti camerateschi volgari e violenti. E sono d'accordo che, nella misura in cui sono fatti in modo non consensuale, debbano essere puniti.

    Tu lo fai in maniera involontaria e senza secondi fini. Io parlo di altro, che non spiegherò qui in dettaglio visto che riguarda mia figlia.

    Accettare non significa rassegnarsi - Mai giocare a scacchi con un piccione

  • Io invece vedo rosso quando sento la frase "condannare senza se e senza ma". Che è una frase senza senso, che banalizza le questioni, e spesso usata nella propaganda. Non a caso l'ho sentita spesso negli ultimi anni, durante il Covid, riguardo all'Ucraina o a Gaza. Io i "se e i ma" ce li metto eccome, sempre, anche in eccesso.

    Ognuno reagisce anche in base al proprio vissuto. E non aggiungo altro, se non riconfermare: senza se e senza ma.

    Accettare non significa rassegnarsi - Mai giocare a scacchi con un piccione

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