Oggi sarebbero stati 17 anni di matrimonio

  • Non so se li vivono direttamente, ma se hanno questo atteggiamento è probabile che manchino di empatia.

    E’ difficile anche la posizione di chi deve giudicare e per alcuni è necessaria una maschera.

    Quasi sempre ci si dimentica che dentro quella stanza i veri soggetti da tutelare sono quelli che hanno (o avrebbero) subito un sopruso o che lo subirebbero in futuro se non si ponesse un freno.

    In parallelo è indispensabile anche ricercare le carenze organizzative che portano al burnout come quello lamentato dall’opener.

    Chi denuncia certi fatti (se veri) può essere visto come una spia (dal denunciato) o come una persona coraggiosa (dai parenti dei pazienti), la verità non è mai così semplice.

    Aldilà di questo auguro all’opener di superare le sue difficoltà e di ritrovare la serenità.

    Consultando abbastanza esperti puoi trovare conferma a qualsiasi opinione.

  • Cosa intendi con questa frase? Che non vivono i problemi direttamente?

    Come dicevo da un po' di anni non è più permesso a chi lavora di avere momenti di debolezza e di fragilità.

    E di conseguenza anche da parte dirigenziale è cresciuto a dismisura un atteggiamento di rigidità e di non accettazione di certe manifestazioni di burnout, stanchezza ed altre problematiche che influenzano pesantemente la vita del lavoratore e che non vanno minimamente a scalfire la sensibilità di qualche dirigente seduto dietro ad una scrivania.

    Quello che interessa è il rendimento, sono gli obbiettivi aziendali, la soddisfazione dell'utente (per carità, è la prima cosa da tenere presente questa e siamo pagati apposta per garantirgli benessere).


    Sei un numero, punto. Hai fatto un errore? Ed ora paghi. Lo hai fatto per stanchezza/esaurimento/problemi psicologici? Fatti tuoi, i problemi personali vanno lasciati fuori dalla porta del posto di lavoro e se non ce la fai più a sopportare certi ritmi frenetici significa che non sei adatto per quella mansione specifica.

    Oramai la colpevolizzazione del lavoratore è diventata di uso comune e se ci fosse più unione tra tutti la situazione non sarebbe così catastrofica (Dividi et impera).

    Sull'atteggiamento della dirigente non posso dire nulla, quello è il suo ruolo che rispecchia in pieno l'atteggiamento di una certa politica oramai in voga da diverso tempo.

    Quando al governo delle Regioni c'erano certe giunte di Sinistra era il paese del Bengodi, mentre oggi siamo all'esagerazione opposta. Trenta/quarant'anni fa si sono mangiati tutto ed oggi a noi tocca raschiare e raccogliere i cocci.


    Io ho un amico che lavora in Polizia, che mi raccontava che anche da loro i provvedimenti disciplinari fioccano come durante una nevicata. E quando qualcuno di loro fa il botto (burnout) si ritrova completamente solo, senza supporto e col rischio di vedersi togliere la pistola per ragioni di sicurezza.

    Ma sono esseri umani anche loro, con tutte le debolezze e fragilità del caso, nonostante la rudezza ed il timore che può incutere la divisa che indossano.

    Ed anche nelle FFOO va di moda il primeggiare da usare degli ultimi arrivati a discapito di quelli più anziani di servizio.


    L'unica alternativa è arrivare presto alla pensione, sperando poi di avere ancora abbastanza tempo per godersela.

  • Beh! Buono, no? Andrà tutto bene, tranquillo. Per quanto riguarda l'atteggiamento rigido della dirigente, che dirti, sarà un problema suo. Non aspettarti che gli altri capiscano, specie i dirigenti. Tu sai cosa significa il tuo lavoro e solo questo conta. Del resto fregatene.

    Che andrà tutto bene non penso proprio, presumo che qualche giorno di punizione me lo prenderò.

    Come già dicevo spero solo che non sia troppo consistente.

  • quindi non riscontri nella collega un volerti sabotare nel lavoro ? È un episodio singolo, diciamo. Ha fatto la "spia" non perché ti vuole fuori dai giochi e le stai antipatico ma per seguire le direttive.

    Quella collega non c'è più, è andata a lavorare in un altro ospedale.

    Ha praticamente messo in atto una ritorsione a seguito di una mia segnalazione amichevole su di lei in termini di "mancata collaborazione".

    Il problema si è verificato in quanto qualcuno (o più probabilmente qualcuna) le ha riferito la cosa e questa ha costruito tutto l'apparato vendicativo documentando errori da me commessi, prevalentemente per forza dell'abitudine, senza rendermene praticamente conto ma comunque non ammessi per varie motivazioni.

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