Ho cambiato lavoro.
Nel tuo caso, quindi, il disagio era legato al tipo di lavoro che svolgevi. Bisogna capire se, nel caso della persona a cui fa riferimento l'opener, il problema sia lo stesso oppure se si tratti di un desiderio più generale di non voler più lavorare.
Si tratta di tuo padre,di tuo marito o di tuo figlio?
Non so quanti anni abbia Leila ma scarterei l'ipotesi del figlio e del padre... ha 52 anni la persona in questione.
Classica crisi di mezza età? Ma lui chi sarebbe, il tuo compagno/marito? E' per questo che saresti (giustamente) preoccupata?
Il mio compagno.
No non vuole proprio lavorare, perché se ci fosse un alternativa lo capirei.
Quindi spera e pensa e crede che lo mantieni tu?
Ha altri introiti per, eventualmente, mantenersi?
Posso capire periodi no, quindi magari potrebbe intanto prendere un aspettativa dal lavoro non retribuita, se la cosa è fattibile per il lavoro che fa. Diversamente, è un azzardo non da poco.
Mi chiedo però, anche a livello pratico, dopo una persona come trascorre le giornate?
Cosa fa? Per un periodo fa sicuramente bene uno stacco, ma poi?
Anche perchè, solo che esci di casa per fare qualcosa soldi ce ne vogliono.
No non vuole proprio lavorare, perché se ci fosse un alternativa lo capirei.
Nze po' fa... fine della questione.
Ragazzi, secondo voi è "normale" che un uomo di 52 anni, con un posto di lavoro sicuro (che al giorno d'oggi è una benedizione), voglia smettere di lavorare e non fare nulla? Senza preoccuparsi di come fare per vivere? Io non riesco a farmene una ragione, mah!
Dipende.
Chi non ha sognato una volta di non dover più lavorare o di mollare tutto e vendere noci di cocco su una spiaggia tropicale?
Fin lì niente di preoccupante.
Bisogna vedere cosa c'è a monte: disagio/problemi sul lavoro? Altrimenti problemi che deprimono? Necessità di cambiare?
Quindi spera e pensa e crede che lo mantieni tu?
Ha altri introiti per, eventualmente, mantenersi?
Se ho capito bene Leila non ha una situazione lavorativa stabile. Ha dovuto affrontare anche un problema di salute per cui ha perso il precedente lavoro.
Non credo che possa fare affidamento su di lei.
Sarebbe il mio sogno smettere di svegliarmi la mattina presto, dovermi lavare e vestire, prendere quel sudicio bus e buttarmi ogni mattina nel pollaio con i colleghi.
Nel tuo caso, quindi, il disagio era legato al tipo di lavoro che svolgevi. Bisogna capire se, nel caso della persona a cui fa riferimento l'opener, il problema sia lo stesso oppure se si tratti di un desiderio più generale di non voler più lavorare.
Io avevo attribuito tutta la mia insoddisfazione al lavoro, alle sue dinamiche, a certe persone che rendevano l'azienda un ambiente di "M".
Ho cambiato lavoro, ma proprio lavoro, non solo azienda... e vuoi per le (nuove) persone, vuoi per le (nuove) dinamiche, vuoi perché non c'è stato nessun follow-up, devo comunque comunque fare in conti la mia dose di "M".
E non è che non lo sapessi: ne ero consapevole e ne ho solo avuto l'ennesima conferma.
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