Ho rincontrato il mio ex per caso

  • Sto male. Malissimo, se devo dirla tutta. Ho perso il lavoro, e ok, già quello basterebbe. Ma come se non bastasse, dopo mesi che non ci vedevamo, ho rivisto il mio ex. In palestra.

    Quella dove ci eravamo iscritti insieme, mesi fa. È più un centro sportivo, in realtà. Tre palestre, quattro piscine, un po' difficile beccarsi ma a quanto pare nemmeno troppo.

    L’ho lasciato io, perché non ce la facevo più. Le sue paranoie mi stavano mangiando viva. Lui stesso, l’ultima volta che ci siamo parlati, ha detto che era stanco, che non funzionavamo. Che era diventata una roba tossica. Dopo di quello: silenzio. A parte un messaggio di auguri al mio compleanno, tanto per tenere la facciata da bravo ragazzo.

    Abbiamo finito a parlare per sei ore, io della mia situazione lavorativa, lui mi ha parlato di cosa aveva fatto in tutto questo tempo, sembrava stesse bene e fosse felice, che non gli fossi mancata minimamente, mentre io gli ho detto che per i primi mesi ero stata molto male per la rottura.

    Durante tutta questa chiacchierata mi sono distratta dai pensieri, e anche se sapevo che non dovevo farmi trascinare, il fatto di non voler pensare a quello che stava accadendo nella mia vita è stato più forte. Mi ha detto che aveva l'ansia perché voleva toccarmi, che non voleva lasciarmi ma che non ce la faceva più, che alla fine lo avevo lasciato io e non ne capiva il motivo, in realtà gliel'avrò spiegato mille volte, quindi non capisco cosa ci sia da capire, dato che quella rottura per me è stata difficilissima io piangevo tantissimo e lui sembrava di ghiaccio.

    Riaccompagnandomi a casa mi ha baciata e io ho risposto, travolti un po' da quella che era l'attrazione che tra noi due non è mai mancata, dopo il bacio mi fa che alla fine come coppia non stavamo bene insieme e io ho concordato con lui, anche se non capisco bene perché baciarmi a quel punto.
    Non ci siamo scritti, ma il giorno dopo me lo sono ritrovata in piscina ed è venuto a sedersi dove stavo io, abbiamo passato un po' di tempo insieme, scherzato, riso, ma sta volta non c'è stato nulla a livello fisico.


    Oggi ho deciso di rimanere a casa perché non credo sia la scelta giusta farmi false speranze, non credo sia cambiato, e non mi pare che si sia reso conto nemmeno delle sue responsabilità, anzi ho visto una persona molto serena a riguardo. Credo che entrambi non vogliamo riprendere il discorso, e che l'attrazione fisica potrebbe farci ricadere nuovamente in un abisso.
    Tra l'altro dato che da parte mia c'è ancora dell'affetto, e anche uno stato mentale non stabile data la situazione, meglio evitare, poi domani partirò fino a domenica per portare le prime cose da Roma a dove vivono i miei.

    E' vero che ho tempo per trovare lavoro, ma preferisco lo stesso non avere troppo cose nel mio appartamento, in caso non riuscissi a trovare niente, meglio essere provvidenti.


    Il problema di base che sono in un vortice, ho paura di tornare a vivere con i miei, in cui c'è mio padre che soffre di disturbi psicologi ed è aggressivo, paura di finire in depressione perché mi ritrovo di nuovo da sola ad affrontare tutto e mi chiedo dove ho sbagliato.
    Mi chiedo perché vedo coppie sostenersi e io devo sempre lottare da sola tutte le volte, a volte anche se la solitudine non mi spaventa diventa estremamente difficile non avere un minimo di appoggio da qualcuno. Il fatto di aver visto il mio ex mi ha riportato in mente tanti ricordi, tante cose e il fatto di averlo visto così tranquillo, mi ha fatto pensare che tutte le cose vissute insieme fossero facili da rimuovere totalmente.


    Cosa ho costruito in questi cinque anni? Mi sento un fallimento da tutti i lati, lavorativo, affettivo ecc. Come ha sempre detto pure mio padre del resto, sembra che sta volta si sia avverato quello che diceva di me. "Sei un fallimento, nessuno ti amerà, non sai fare niente."


    Ieri sera ero talmente disperata, che ho preso due pillole di lexotan, mi sono addormentata piangendo, svegliata in lacrime e ho continuato a mettere a posto le mie cose, cercare lavoro piangendo senza riuscire a smettere, e anche ora che sto scrivendo non riesco a fermare le lacrime.

    Mi sento devastata, confusa, non riesco a capire che fare e cosa sto facendo, sembra che devo lasciare tutta la mia vita già domani, anche se ho tempo, e questo male dentro mi toglie il fiato, non mi fa respirare ho pensieri davvero negativi, ieri ero fuori controllo totalmente.


    Lo so che c'è di peggio ma perché mi sta succedendo questo? E perché sono cosi spaventata? Mi sembra di aver perso tutto quanto e di non avere le capacità per essere considerata da un'altra azienda, di non essere così brava.
    La cosa brutta è che vorrei sentire lui, ma mi sto trattenendo perché sarebbe sbagliatissimo, ma non so come riuscire a calmarmi, ho affrontato tante crisi, anche a livello di salute, ma ora mi sento inerme, spaventatissima.

  • Mi dispiace per la situazione che stai vivendo.


    La mia sensazione è che le impressioni avute sul tuo ex sono filtrate dal momento negativo: percepisco un po' di rancore nei suoi confronti (e ciò è comprensibile), inoltre hai parlato del fatto che non ti sembri positivo averlo visto così tranquillo, come se questo significasse che tu non sia stata importante o che non abbia sofferto per la vostra rottura.


    Da come hai descritto il vostro incontro: non direi sia così. L'attrazione mi sembra evidentemente reciproca, dunque non credo che abbia archiviato il vostro rapporto. Poi, che non voglia, al momento, vedere/affrontare i motivi della rottura: è un altro discorso. Ma ti dirò, per ora meglio così, non mi sembra sia il momento per parlare di queste cose con lui.


    Comprendo che tu ti senta sola, però, in queste situazioni, l'unico modo per non peggiorare la propria solitudine è cercare di comprendere di più se stessi e anche gli altri.


    Partirei da te stessa: non sei un fallimento, perché noi esseri umani non siamo dei progetti che possono riuscire o no: siamo appunto umani, con dei limiti. Come tutti, quindi, anche tu avrai i tuoi limiti: forse non hai ancora trovato un equilibrio negli affetti. Ma se non ricordo male, vivi da sola, lontano dai tuoi, praticamente da sempre e ti mantieni. Non è poco. La perdita del lavoro inoltre non è imputabile a te, anzi, accettavi pure condizioni lavorative non ottimali.


    Per quanto riguarda gli altri: se proprio devi tornare dai tuoi e sai già che tuo padre ha dei problemi: torna a casa con uno stato d'animo preparato. Non essere tuttavia troppo prevenuta, anche le persone difficili, con disturbi psichici, talvolta, riescono a manifestare comprensione. Non dico che tuo padre possa cambiare, anche perché non conosco la situazione e l'entità del suo disturbo, ma non è detto che si creino necessariamente conflitti.


    Per il tuo ex invece: sentirlo non trovo sia moralmente sbagliato, in fondo, siete stati insieme, ma penso che ci siano troppe emozioni in gioco per adesso: non vorrei che passassi dall'attrazione, a emozioni negative, eccetera.

    DALI :hibiscus:

  • Grazie mille Juniz per la risposta. Cerco di rispondere per punti ma sono da cellulare.


    Verso il mio ex non ho rancore, con lui riesco a provare delle emozioni mai provate con nessuno, anche se sembra non capire perché è finita, pur avendoglielo spiegato molte volte.

    Litigavamo troppo, non si poteva parlare con lui che se ne usciva con una paranoia diversa, che creava una lite. Mi accusava di nascondere delle cose, lui stesso mi disse che era stufo.

    La rottura è stata con me in lacrime e con lui freddo come una pietra.


    L’ho visto anche il giorno dopo in piscina, non c'è stato però nessun bacio, siamo stati bene, gli ho chiesto di prenderci qualcosa in serata ma mi ha detto che aveva da fare e mi ha proposto per venerdì, ma io ero impegnata.

    Vorrei portare un po’ di cose dai miei, quindi sono andata da loro al momento.

    A lui non gliel'ho detto, gli ho solo detto di un colloquio e del licenziamento.


    Gli ho pure detto che certe cose solo lui me le ha fatte provare, fatto sta che non si è fatto sentire né per chiedermi come andasse né altro. Pertanto non lo so, forse è meglio così, alla fine dubito che sia cambiato, e si l’attrazione effettivamente c’è ma ho dei dubbi invece sui suoi sentimenti.


    Mi hanno contattato per fare due colloqui, vedremo come vanno, mi sto impegnando molto, purtroppo andare dai miei significherebbe per me perdere la ragione.

    Mio padre non è una persona comprensiva.

    Quando andai via di casa mi disse che ero una put* e che se morivo a lui non importava.

    É un uomo che non avrebbe dovuto procreare, malato, da lui non ci sarà mai comprensione anzi a vedermi sconfitta ci riderebbe.


    Ho la naspi, non è molto al mese ma forse ho un po’ di tempo per cercare, ho paura non lo nego, paura di non farcela, paura di questa solitudine che ora mi pesa, vorrei davvero un abbraccio, anche solo uno.

    Ci sono momenti in cui non smetto di piangere altri che provo a calmarmi.


    Scrivere al mio ex non credo porterebbe a nulla di buono, se fossimo stati adatti a stare insieme, saremmo insieme a quest’ora.

    Tra l’altro lui non riusciva a starmi vicino nemmeno quando eravamo una coppia se avevo un momento no, figurarsi adesso.

    Sto facendo una gran fatica per non cedere.

  • Conosco, Artemisia, di cosa stai parlando e ti sono vicina. Mi dispiace per quello che stai passando e in questo momento le parole di conforto aiutano, così come sapere di non essere sola. Le disavventure fanno parte della vita: quando le vivi è difficile razionalizzare, ma dire a sé stessi che i fallimenti fanno crescere... ti aiuta.

    Piangi, sfoga tutto il dolore e nel frattempo muoviti a cercare lavoro. Se serve appoggiarsi un po' ai tuoi finché non ti sistemi, fallo! In mezzo a una strada, no proprio! So anche cosa significa avere un genitore con problemi psichici. Prendi consapevolezza di questo, ti aiuterà.

    Fa' tutto ciò che fa bene a te. Se tornare con il tuo ex non va bene, non farlo. Tutto si sistema, vedrai... Abbi fede in te stessa. Ce la farai :)

  • Mi ha colpito molto la frase detta da tuo padre. Ti direi di evitare di introiettarla, visto che è completamente sbagliata, ma penso che abbia purtroppo sortito il suo effetto dopo anni che te la sei sentita ripetere.

    I momenti brutti passano, nel senso che si attenuano. Fare tutto da sola non aiuta certo: se puoi, chiedi un piccolo aiuto.

  • Mi ha colpito molto la frase detta da tuo padre. Ti direi di evitare di introiettarla, visto che è completamente sbagliata, ma penso che abbia purtroppo sortito il suo effetto dopo anni che te la sei sentita ripetere.

    I momenti brutti passano, nel senso che si attenuano. Fare tutto da sola non aiuta certo: se puoi, chiedi un piccolo aiuto.

    Diciamo che questa frase è un po' una maledizione. Nel senso che ho talmente paura che si possa avverare che subito mi viene in mente quando subisco un fallimento. Molte persone mi stanno dicendo di prendermela più con calma, di godermi almeno l'estate, che sono troppo in panico, ma purtroppo non so come mettere a tacere la mente.

  • Solo i disturbi psicologici a cui accenni di sfuggita possono, forse, giustificare una frase che a mio parere è indegna di un padre.

    Ma forse nemmeno... anche io ne soffro, ma non direi mai né a mia figlia né a sua madre cose del genere. E a quest'ultima hai voglia te di cosa potrei tirarle dietro.

    - Tutto questo sacrificio.. solo per questo? -

  • Un figlio è "un pezzo" di genitore che ha sviluppato una coscienza e si è reso indipendente.
    Quasi sempre quando un genitore si esprime con violenza o cattiveria verso un figlio, il reale bersaglio è lui stesso. Sui figli si riflettono più nitidamente tutte le frustrazioni e le insicurezze che hanno accumulato nella vita.

  • Mio padre me ne ha dette anche di peggio, quando sono andata via di casa mi ha dato della poco di buono e che se morivo non gli importava (avevo un tumore al tempo). Purtroppo è molto malato a livello psicologico, tant'è che si è fatto amputare un piede per non curare il diabete, mangia dolci e mette in croce mia madre costantemente, che per fortuna a casa non c'è mai.

    A volte ha delle giornate buone, ma di rimando non ho sentito mai il suo amore, mi sono sempre sentita un oggetto ai suoi occhi, qualcosa da usare.

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