Il collega

  • La persona che stavo attualmente frequentando viene in effetti dall'Africa e se n'è andato di sicuro per lasciarsi alle spalle una situazione difficile di povertà e solo lui sa cos'altro, ma non è che tutti gli africani siano persone che vengono in Europa coi barconi scappando dalla guerra, ma soprattutto non tutte le persone "di colore" (non amo questo termine) sono inevitabilmente portatori di problemi o chissà quali situazioni.

    Ma infatti mi pare di aver scritto "spesso" nel mio messaggio, e non "sempre". E c'è una bella differenza.

    Sta di fatto che le probabilità che tu possa andare incontro ad incompatibilità culturali, sociali ed economiche sono molto più alte con persone provenienti da aree povere del mondo. Ed è normale che sia così, le loro priorità sono spesso diverse dalle nostre.

    Discorso diverso se queste persone vivono in Italia da tanti anni ed hanno 'assorbito' la nostra cultura, lì il problema non si pone.

  • Ma in quest'ultimo caso Maeva non ha idealizzato più di tanto, ha sempre avuto ben presenti fin dall'inizio le criticità e le incompatibilità, perciò mi chiedo come abbia fatto ad agganciarsi a questo ragazzo, senza quella dose di forte idealizzazione.


    Detta terra terra, io penso che Maeva più o meno inconsciamente si vada a cercare col lanternino queste situazioni con uomini indisponibili perché di base l'idea di costruire una relazione solida e duratura la terrorizza. Anche l'assenza totale di attrazione fisica nei confronti di ragazzi molto più in linea con lei e la sua vita è un sintomo di questo, per me.

    Si hai ragione, forse in questo caso non ha idealizzato perché i campanelli d'allarme li ha visti sin da subito ma ha deciso di ignorarli.

    È ancora più "grave" allora, perché non era accecata dall'infatuazione.

    Il punto secondo me è che quando ti piace qualcuno è difficile fare ragionamenti razionali, a volte ci si lascia trasportare, è del tutto normale, non bisogna però incaponirsi con il tipo indisponibile e passare oltre, e credo che Maeva stavolta l'abbia capita.

  • Il mio parere è che quando si sono lasciati con l'ex... sono state troncate di netto delle dinamiche (di dipendenza affettiva, di attrazione fisica e sessuale, eccetera, di cui abbiamo molto discusso nell'altro thread).


    E' rimasto uno spazio vuoto, una pagina bianca da riempire nel percorso di Maeva.


    La storia con il collega, per me, è riprendere il filo che era stato interrotto con l'ex. Diciamo che certe problematiche o si risolvono senza immergersi direttamente nell'esperienza (ma la terapia deve essere molto efficace), oppure, gioco forza, bisogna creare, a livello inconscio, un'esperienza per avere lo "specchio" dove riflettersi e risolvere ciò che è rimasto in sospeso dentro sé stessi.


    Ora, dato che la vecchia terapia non spostava granché, almeno questa esperienza con il collega ha fatto sì che si tornasse sui punti lasciati in sospeso con l'ex.


    Paradossalmente è una cosa positiva, cioè, un'occasione di crescita, ma bisogna lavorare, lavorare duramente su se stessi.

  • Ma comunque mi sembra si stia un po' girando attorno al problema parlando di attrazione fisica per persone di altra etnia, o di relazione con differenza di età che in certi casi funzionano, eccetera.


    Io mi atterrei ai fatti di questa relazione. Allora, personalmente trovo un po' surreale quello che ho letto sinceramente. Lui in Africa e Maeva che ha paura si sposi e comincia a controllare, lui che gli dice "ne parliamo tra due mesi"... "trova un altro"...


    Maeva vuoi provare a costruire comunque una relazione seria con lui? Nel senso credi possa comunque funzionare? Al netto della dipendenza affettiva...

    Sinceramente. Io e lui siamo diversissimi, anche se abbiamo sempre detto di volerci venire incontro in questi mesi. Nonostante le diversità e gli attriti, lui si è sempre mostrato disponibile a parlare, a chiarirsi...anche se io chiedevo chiarimenti ogni 3 per 2 e credo che anche questo abbia un po' appesantito il rapporto. Perchè chiaramente io non sono convinta, non riesco a fidarmi, non mi piace il suo modo di comunicare così scarno, le sue sparizioni, il darmi un po' per scontata, anche se lui dice che era solo per la situazione eccezionale causata dalla sua partenza e che avrei almeno dovuto aspettare il suo ritorno in Italia per poter dire se funziona o meno.

    Non mi piace nemmeno il modo in cui ha perso il lavoro: aveva un contratto di apprendistato di 3 anni e i nostri datori di lavoro non glielo hanno voluto rinnovare perchè non hanno notato in questo tempo una vera motivazione da parte sua e hanno ritenuto non fosse il suo lavoro perchè faceva giusto il minimo sindacale. Sarebbe bastato un minimo di impegno da parte sua per farsi rinnovare il contratto e non trovarsi ora in questa situazione complicata di doversi cercare da zero un altro posto.

    Gli ho chiesto se il lavoro non gli piacesse, ma lui ha affermato e giurato che quel lavoro gli piaceva molto e che non lo faceva solo per lo stipendio, altrimenti se ne sarebbe andato prima.

    Stessa cosa della nostra relazione: afferma di tenerci, ma si comporta come se non fosse proprio così.

    Quindi non so, mi sembra un ragazzo ancora molto immaturo per certi versi e, pur essendo una persona tranquilla che è per il vivi e lascia vivere, faccio fatica a vederlo ora come ora all'interno di una relazione importante.

  • Non è proprio così, ci deve essere anche un minimo di affinità in altre cose per quel che mi riguarda. Con il mio ex, ad esempio, mi sono sentita subito a mio agio per i suoi modi di fare ecc, non è che mi sia basata SOLO sull'attrazione fisica.

    Con la psicologa non è mai emerso nulla in proposito nonostante abbia provato più volte ad intavolare questa questione.

  • Ma infatti mi pare di aver scritto "spesso" nel mio messaggio, e non "sempre". E c'è una bella differenza.

    Sta di fatto che le probabilità che tu possa andare incontro ad incompatibilità culturali, sociali ed economiche sono molto più alte con persone provenienti da aree povere del mondo. Ed è normale che sia così, le loro priorità sono spesso diverse dalle nostre.

    Discorso diverso se queste persone vivono in Italia da tanti anni ed hanno 'assorbito' la nostra cultura, lì il problema non si pone.

    Infatti ci sono anche persone integrate, o anche persone di seconda generazione che sono nate qui.

    Il ragazzo che stavo frequentando è abbastanza integrato, pur trovandosi ancora in una situazione economica non proprio idilliaca.

  • Penso anch'io che il collega sia andato a riempire il vuoto lasciato dal mio ex. Se da un lato mi ha traghettata fuori da quella storia, di contro ho solo spostato l'ossessione da un oggetto all'altro.

    Ne ho parlato con la psicologa, ma a parte confermare la mia idea e rimarcare sempre l'importanza di rimanere focalizzata sulla mia vita (evidentemente non ci riesco, altrimenti lo farei), non è che abbia approfondito più di tanto la cosa o aggiunto elementi utili per me.

  • Sinceramente. Io e lui siamo diversissimi, anche se abbiamo sempre detto di volerci venire incontro in questi mesi. Nonostante le diversità e gli attriti, lui si è sempre mostrato disponibile a parlare, a chiarirsi...anche se io chiedevo chiarimenti ogni 3 per 2 e credo che anche questo abbia un po' appesantito il rapporto. Perchè chiaramente io non sono convinta, non riesco a fidarmi, non mi piace il suo modo di comunicare così scarno, le sue sparizioni, il darmi un po' per scontata, anche se lui dice che era solo per la situazione eccezionale causata dalla sua partenza e che avrei almeno dovuto aspettare il suo ritorno in Italia per poter dire se funziona o meno.

    Non mi piace nemmeno il modo in cui ha perso il lavoro: aveva un contratto di apprendistato di 3 anni e i nostri datori di lavoro non glielo hanno voluto rinnovare perchè non hanno notato in questo tempo una vera motivazione da parte sua e hanno ritenuto non fosse il suo lavoro perchè faceva giusto il minimo sindacale. Sarebbe bastato un minimo di impegno da parte sua per farsi rinnovare il contratto e non trovarsi ora in questa situazione complicata di doversi cercare da zero un altro posto.

    Gli ho chiesto se il lavoro non gli piacesse, ma lui ha affermato e giurato che quel lavoro gli piaceva molto e che non lo faceva solo per lo stipendio, altrimenti se ne sarebbe andato prima.

    Stessa cosa della nostra relazione: afferma di tenerci, ma si comporta come se non fosse proprio così.

    Quindi non so, mi sembra un ragazzo ancora molto immaturo per certi versi e, pur essendo una persona tranquilla che è per il vivi e lascia vivere, faccio fatica a vederlo ora come ora all'interno di una relazione importante.

    Ho messo in grassetto diversi punti del tuo post.

    Troppe cose che non ti piacciono, troppe cose che non ti vanno bene.

    L'inizio di una conoscenza con una persona deve essere una "favola", deve essere serena.

    Mi pare non ci sia reciprocità.

    Come si può pensare di costruire un rapporto su queste basi?


    di contro ho solo spostato l'ossessione da un oggetto all'altro.

    Questa è un affermazione pesante, positiva però la tua consapevolezza che si tratta di ossessione.

    "Niente limiti, Solo orizzonti..."

  • Il problema è che io tutta sta roba la vedo, la capisco...ma non so come modificare lo schema. Per questo la decisione di cambiare terapeuta.

    Altrimenti dopo il mio collega arriverà un altro a colmare i vuoti, ma non risolverò il problema.

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