Voi cosa gli consigliereste di fare?

  • Buongiorno a tutti e scusate l'assenza, va tutto bene comunque e spero lo stesso valga per voi.


    Un conoscente mi ha chiesto un consiglio e sinceramente non so che cosa rispondergli, in quanto io stesso nella sua situazione mi troverei in difficoltà viste molte cose in comune.

    Questo ragazzo ha un lavoro in Italia, non è appagato professionalmente da questo impiego e per questo sta cercando qualcosa altrove.

    Ha ricevuto un'ottima proposta e ha tempo fino a Natale per dare una risposta.

    Ci sono diversi pro e diversi contro e sinceramente non so davvero che cosa consigliarli.

    PRO:

    1) Il lavoro sarebbe molto più vicino alle sue competenze e afferma che gli piacerebbe di più;

    2) Lo stipendio sarebbe praticamente il doppio e il contratto sarebbe a tempo indeterminato;

    3) Sarebbe in una città molto più piccola di quella in cui vive, senza caos, traffico o problemi di spostamento;

    4) Avrebbe la possibilità di essere indipendente e di scegliere in autonomia ciò che vuole e ciò che gli piace;

    5) Non ha problemi di lingua, quindi non avrebbe troppe difficoltà ad ambientarsi.


    CONTRO:

    1) Il lavoro che ha ora gli dà abbastanza libertà e, seppur non gratificante, non lo stressa affatto ed è in grado di gestirlo senza problemi. Soprattutto sa quello che lascia ma non sa quello che trova;

    2) Considerando le spese che dovrebbe affrontare, i soldi che metterebbe da parte equivalgono allo stipendio che percepisce ora e che comunque mette da parte non avendo spese e vivendo in famiglia;

    3) Si allontanerebbe dalla sua realtà quotidiana fatta di famiglia e amici (ecco, questo a me non peserebbe molto :grinning_face_with_sweat: );

    4) L'indipendenza comporterebbe avere tutto sulle sue spalle: casa, lavatrici, spesa, cucina, bollette...(questa però è una mia considerazione, lui me lo ha accennato ma magari non vive la cosa con ansia come la vivrei io perlomeno)

    5) Ama il suo Paese, lasciare l'Italia significherebbe andare a vivere in una realtà che comunque non è la sua. Lui è un estimatore dell'arte, quindi figuriamoci.


    NON SO DAVVERO COSA DIRE soprattutto perché avrei dei problemi molto simili anch'io e queste domande me le sono poste molte volte...voi che ne pensate?

  • La situazione è complessa, e come spesso accade in questi casi, la decisione dipende molto dalle priorità personali e da cosa il tuo conoscente ritiene più importante nella sua vita in questo momento.


    Se è più motivato dalla crescita personale e professionale, probabilmente accettare sarebbe la scelta migliore. D’altra parte, se i legami familiari e la serenità della routine attuale hanno per lui più peso, restare in Italia potrebbe essere la soluzione più adatta.


    In ogni caso, è importante che la scelta venga fatta valutando con attenzione tutti i pro e i contro.

    Potresti suggerirgli:


    - di fare una lista dei suoi valori e delle sue priorità, così da chiarirsi le idee su ciò che è davvero importante per lui;


    - di riflettere se si sente pronto a gestire una vita più autonoma e indipendente o se preferisce restare nella comodità e nella stabilità della sua attuale routine.

    Teniamo quello che vale la pena di tenere e poi, con il fiato della gentilezza soffiamo via il resto. George Eliot

  • Visto che parli di "ragazzo", senza dubbio l'esperienza che descrivi lo arricchirebbe di esperienza, lo farebbe crescere, gli permetterebbe di evolvere. Non vedo particolari "contro"; sarebbe molto diverso se avesse già situazioni più consolidate qui...case, famiglia, figli...ma se così non è, vale la pena mettersi alla prova.

  • Ciao e grazie per la risposta.

    In effetti gli avevo chiesto quali fossero le sue priorità e lui in linea di massima mi ha risposto elencandomi i pro e i contro che ho scritto nel primo messaggio.

    Diciamo che le sue priorità sono suddivise in compartimenti stagni, perché a suo avviso è difficile stilare una "classifica" basata sull'importanza per delle priorità che riguardano sfere diverse, in questo caso la sfera lavorativa e la sfera famigliare (anche se poi io ho aggiunto che il tutto fa parte della quotidianità di ognuno e seppur da un lato siano cose scindibili, dall'altro fanno parte della medesima cosa).

    In ogni caso, lui mi ha detto che il lavoro è la cosa più importante in ottica futura, dunque lo è anche tutto ciò che è legato ad esso. Questo impiego gli offrirebbe un ottimo stipendio, sarebbe apparentemente più vicino alla sua persona, dunque gratificante, (considerando la sua formazione e le sue esperienze precedenti) e avrebbe un contratto a tempo indeterminato, ossia una stabilità contrattuale che ora non ha. D'altro canto, sarebbe una scelta capovolgente e, soprattutto, dovrebbe licenziarsi da un lavoro che sì non ama ma che comunque fa da tempo, che non lo stressa, che gli concede abbastanza libertà e nel quale ha trovato una quadra. In conclusione, mollerebbe tutto per fare un vero e proprio salto nel vuoto sul piano lavorativo e NON.

    A quel punto non ho più saputo cosa rispondergli...

  • Visto che parli di "ragazzo", senza dubbio l'esperienza che descrivi lo arricchirebbe di esperienza, lo farebbe crescere, gli permetterebbe di evolvere. Non vedo particolari "contro"; sarebbe molto diverso se avesse già situazioni più consolidate qui...case, famiglia, figli...ma se così non è, vale la pena mettersi alla prova.

    Mi sembra un consiglio un po' azzardato. Non ha 40 anni, ma non ne ha nemmeno 20. Sa quello che lascia, ma non sa quello che trova.

    A mio personale avviso, potrebbe "partire per l'avventura" nel caso in cui avesse una situazione a casa tranquilla e se avesse almeno un dieci anni di meno. Nel caso in cui se ne andasse, sarebbe a titolo definitivo. Non penso che la famiglia lo riaccoglierebbe a braccia aperte, soprattutto perché non avrebbe più un lavoro con il quale mantenersi e contribuire alle spese.

  • Mi sembra un consiglio un po' azzardato. Non ha 40 anni, ma non ne ha nemmeno 20. Sa quello che lascia, ma non sa quello che trova.

    A mio personale avviso, potrebbe "partire per l'avventura" nel caso in cui avesse una situazione a casa tranquilla e se avesse almeno un dieci anni di meno. Nel caso in cui se ne andasse, sarebbe a titolo definitivo. Non penso che la famiglia lo riaccoglierebbe a braccia aperte, soprattutto perché non avrebbe più un lavoro con il quale mantenersi e contribuire alle spese.

    Per me è molto più azzardato a un'età simile vivere senza prospettive di crescita e rimandare ulteriormente la vita adulta e l'uscita di casa. Un conto se non c'è proprio modo, un altro non provarci nemmeno quando se ne ha l'occasione.

  • Non penso che la famiglia lo riaccoglierebbe a braccia aperte, soprattutto perché non avrebbe più un lavoro con il quale mantenersi e contribuire alle spese.

    Ciao, da genitore mi ha un po' sorpreso questa frase. Se mia figlia decidesse di rendersi indipendente, pur con delle incognite, io la incoraggerei e la supporterei. Ma le direi anche che, in caso di 'fallimento', la porta di questa casa per lei (come per gli altri miei figli), sarebbe sempre aperta.

    Accettare non significa rassegnarsi - Mai giocare a scacchi con un piccione

  • Ciao, da genitore mi ha un po' sorpreso questa frase. Se mia figlia decidesse di rendersi indipendente, pur con delle incognite, io la incoraggerei e la supporterei. Ma le direi anche che, in caso di 'fallimento', la porta di questa casa per lei (come per gli altri miei figli), sarebbe sempre aperta.

    Evidentemente sei un genitore migliore di loro, non entro nel merito perché non conosco nel dettaglio la sua situazione e non mi azzardo a chiedergli nulla. So solo che lavora fin dai tempi dell'università.

    Buon per i tuoi figli, non so cos'altro aggiungere :grinning_face_with_sweat:

  • Per me è molto più azzardato a un'età simile vivere senza prospettive di crescita e rimandare ulteriormente la vita adulta e l'uscita di casa. Un conto se non c'è proprio modo, un altro non provarci nemmeno quando se ne ha l'occasione.

    Questo invece è un giudizio, ignorante di tutto ciò che ruota attorno a questo ragazzo. Personalmente non mi permetterei mai di dirgli una cosa del genere... forse se fosse un mio amico potrei avanzare una riflessione simile... forse.

  • Questo invece è un giudizio, ignorante di tutto ciò che ruota attorno a questo ragazzo. Personalmente non mi permetterei mai di dirgli una cosa del genere... forse se fosse un mio amico potrei avanzare una riflessione simile... forse.

    Certo che è un giudizio, è una valutazione sulla base degli elementi che hai dato.

    Chiaramente certe cose si possono dire se c'è un rapporto tale da permetterlo. Anche io non lo direi certo a un estraneo; ma un estraneo non chiederebbe a me cosa ne penso.

    Del resto, io, con marito e due bambini piccoli, mi sono presa la briga di cambiare lavoro dopo oltre dieci anni di comfort zone, perdendo anche molte certezze. Se lo chiedi a me, un trentenne non può non cambiare lavoro per non stressarsi o uscire di casa. L'obiettivo del trentenne è diventare realmente autonomo, non sedersi in un grigio ufficio e tirare a campare.

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