Persone orientate allo stile di vita, persone orientate alla carriera

  • Ascoltavo oggi uno short di una career coach statunitense che diceva sostanzialmente questo:


    Esistono due tipi di persone, per quanto riguarda il lavoro: quelle orientate allo stile di vita e quelle orientate alla carriera.


    Quelle orientate allo stile di vita scelgono prima che tipo di vita vogliono avere, e poi scelgono il lavoro di conseguenza.

    (esempio: il nomade digitale che vuole girare il mondo e fa l'assistente virtuale, non perché lo appassiona ma perché gli permette di non dipendere da un luogo fisico)


    Quelle orientate alla carriera, che scelgono il lavoro da fare e costruiscono la loro vita intorno ad esso.

    (esempio: il medico che sceglie il suo lavoro per vocazione)


    Il problema è che la stragrande maggioranza delle persone è orientata allo stile di vita, ma è costretta a vivere una vita orientata alla carriera.


    Cosa ne pensate? Come pensate che si possa ricentrarsi e spostare attenzione verso lo stile di vita e le cose che si amano?

  • La risposta breve è No, non si può, o quantomeno: la maggior parte delle persone non può farlo.


    Il motivo deriva direttamente dalla legge naturale che vede le risorse come limitate e i bisogni come infiniti. Subito dopo c'è la capacità personale e la produttività. Per essere realmente produttivi girando il mondo bisogna saper fare molto bene il proprio lavoro o essere abbastanza "skillati" da riuscire a condensare molte ore di lavoro in poche. A stento ce la fanno i 40enni con 20 anni di esperienza alle spalle, figurati gli altri.


    La vita con un lavoro orientato allo stile di vita è una vita che tendenzialmente produce poco e/o in ultima istanza, in uno strato di economia estremamente ridotto: una nicchia. La stragrande maggioranza di quelli che fanno questa vita (tipo la Ferragni) sono ricchi di famiglia e il loro saldo spese/entrate nella vita generalmente è estremamente negativo (bruciano i soldi di famiglia e lavorano per darsi un tono).


    Per dirla in un altro modo: se scappassimo tutti in un isola tropicale ad aprire un chiringuito: torneremmo all'età della pietra, con le città che cadono a pezzi, le industrie deserte e tre miliardi e mezzo di chiringuiti a saturare le spiagge tropicali con il prezzo di uno spritz a 0,000000001 euro.


    Poi ci sono i lavori che ti permettono di stare con un piede fuori dagli obblighi del '900, tipo sviluppare software o fare consulenza (in vari campi). A chi fa un lavoro del genere capita di lavorare mentre sta seduto al chiringuito, ma sono eccezioni.


    Nel nostro Paese la presenza fisica è ancora molto importante per via della scarsa struttura economica e soprattutto aziendale. Le aziende vivono ancora nel '900 e chi le amministra a livello di consapevolezza non è ancora uscito dalla pubertà (a prescindere dall'età).


    Il lavoro ci fa così tanta paura e ha un peso così tanto importante soprattutto perché siamo italiani e l'Italia è il peggior Paese al mondo in cui lavorare. Tutti i dati di tutte le istituzioni private, pubbliche, italiane ed estere confermano questa tesi.


    All'estero, a seconda del Paese, le cose vanno un po' meglio. In Germania per esempio le ferie sono obbligatorie, frequenti e sacre. Nel settore alberghiero ci sono i turni e gli stipendi (mai visti in Italia nel settore alberghiero, né gli uni, né gli altri, tranne che in Toscana).

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Non posso che concordare con questa analisi dettagliata. Il mercato del lavoro in Italia è ormai in una condizione non più da paese sviluppato e non è una sensazione, ma un dato di fatto supportato da qualunque analisi. In una condizione del genere ben pochi possono permettersi un orientamento allo stile di vita checché ne dicano i guru che spuntano come funghi raccontando come hanno cambiato vita.

    I ricordi sono sempre bagnati di lacrime

  • Quelle orientate allo stile di vita scelgono prima che tipo di vita vogliono avere, e poi scelgono il lavoro di conseguenza.

    Falso. Scegli un lavoro tra le opportunità che hai avuto e poi fai la vita che ti puoi permettere con quanto guadagni.


    Quelle orientate alla carriera, che scelgono il lavoro da fare e costruiscono la loro vita intorno ad esso.

    Per come la vedo io, scegliere un lavoro per vocazione non ha molto a che fare con la carriera, che presuppone al contrario un impegno finalizzato a migliorare la propria posizione a livello gerarchico e quindi anche sociale. Chi dedica molto tempo al lavoro in questo senso, spesso non ha altri interessi al di fuori di esso.

  • Falso. Scegli un lavoro tra le opportunità che hai avuto e poi fai la vita che ti puoi permettere con quanto guadagni.

    Se sei della famiglia giusta le opportunità che hai sono "tutte", nel senso di tutte. Puoi fare quello che vuoi: devi solo scegliere.

    Per questo dicevo che certi stili di vita/lavoro sono alla portata di pochi: è una questione di possibilità. Tutti gli altri scelgono in un paniere molto meno folto e fanno quello che possono.


    Per come la vedo io, scegliere un lavoro per vocazione non ha molto a che fare con la carriera, che presuppone al contrario un impegno finalizzato a migliorare la propria posizione a livello gerarchico e quindi anche sociale. Chi dedica molto tempo al lavoro in questo senso, spesso non ha altri interessi al di fuori di esso.

    In effetti vocazione e carriera sono due cose diverse, anche se condividono parte del percorso.

    Chi vuole fare carriera soffre di più, perché il lavoro che fa è comunque una cosa diversa dalla sua vita. Chi fa un lavoro per vocazione in realtà vive lavorando.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Precisazione: per come lo intendo io ascoltandoli, per gli statunitensi il termine career ha un significato molto più generico che per noi (si può riferire al lavoro/settore lavorativo in cui si è), non significa necessariamente voler diventare dirigenti o simile.

    Tieni conto che in USA la cultura è differente dalla nostra, l'economia ancora di più.


    In USA non si lavora così tanto come in eurozona e di sicuro si lavora molto meno che in Italia. Il lavoro negli USA è una fetta quasi marginale della vita delle persone; viene spesso preso alla leggera e il livello di produttività inteso come valore aggiunto apportato dai singoli lavoratori è mediamente scarso.


    In pratica da loro il lavoro non "soffoca" tanto quanto da noi. Gli USA tendono a compensare alla mancanza di produttività interna con un marketing sfrenato e spremendo fino all'osso le loro colonie commerciali e industriali (Cina, Medioriente, alcune zone EU, etc.) conquistate spesso con la forza (militare o commerciale). Di recente stanno cercando di prendersi anche l'Ucraina per gli stessi motivi.


    Quando un americano quindi dice di voler "lavorare di meno" sta dicendo che vorrebbe impegnarsi 2 a fronte di un impegno precedente di 5 dove un europeo fatica mediamente 11 e un italiano 18.


    Per dirla in un altro modo: chiunque di noi con un lavoro americano si sentirebbe praticamente quasi in ferie.


    Mediando la cultura USA: quando dicono "carriera" intendono persone che lavorano quasi come un europeo. Mentre quando parlano di vocazione intendono un impegno paragonabile a quella di un lavoratore orientale.


    Ovviamente non è così per tutti gli americani. Chi lavora in fondo alla catena alimentare del mercato (portuali, edili, manovali, alberghieri, etc.) fanno comunque una vita paragonabile a quella degli europei.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • In USA non si lavora così tanto come in eurozona e di sicuro si lavora molto meno che in Italia.

    =O ehm, credo che negli USA tu ci sia stato poco (a differenza mia); lavorano una quantità di ore medie appena superiore alle nostre, ma con delle pressioni manageriali ed imprenditoriali pazzesche, pochissime ferie, tutele sanitarie e sindacali bassissime.

    Consultando abbastanza esperti puoi trovare conferma a qualsiasi opinione.

  • Quando un americano quindi dice di voler "lavorare di meno" sta dicendo che vorrebbe impegnarsi 2 a fronte di un impegno precedente di 5 dove un europeo fatica mediamente 11 e un italiano 18.


    Per dirla in un altro modo: chiunque di noi con un lavoro americano si sentirebbe praticamente quasi in ferie.

    Su quali fatti si basa questa tua analisi?

    Attenzione: i miei post possono provocare vertigini, nausea, visione offuscata, allucinazioni.

  • Tieni conto che in USA la cultura è differente dalla nostra, l'economia ancora di più.


    In USA non si lavora così tanto come in eurozona e di sicuro si lavora molto meno che in Italia. Il lavoro negli USA è una fetta quasi marginale della vita delle persone; viene spesso preso alla leggera...


    In pratica da loro il lavoro non "soffoca" tanto quanto da noi.

    È l'esatto opposto, hanno una cultura del lavoro ancora peggiore della nostra, da loro è la norma fare molti straordinari non pagati e spesso non possono staccare nel week-end e durante le ferie.

    Per questo sono ancora più ossessionati di noi dal lasciare il 9 to 5, e paradossalmente per loro è meno rischioso perché hanno anche meno garanzie e diritti di noi al lavoro.

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