Problemi con nuovo collega

  • Quoto anche le virgole di quello che hai scritto.


    Se solo si potesse fare vivere le stesse sensazioni che prova una persona fortemente introversa, depressa o con problemi di autostima a tutte le persone per una sola settimana o due, allora la gente capirebbe.

    Ma invece la gente pensa che devi reagire e che ti devi svegliare eccetera, allora in conclusione le persone con difficoltà non meritano di essere aiutate.

    A me dispiace, ma non mi ci trovo in questo ragionamento (se parliamo di persone normodotate. A me scusate, ma viene sempre da pensare al mio caro amico M1, normodotato e re dei fannulloni).

    Cioè, ok la timidezza, l'autostima, le difficoltà e tutto, ma un normodotato può fare benissimo lavori che non richiedono particolari capacità. Lavori manuali, da catena di montaggio, lavori che non richiedono formazione eccessiva o chissà che capacità di ragionamento. Mio padre ha lavorato con il coltello tutta la vita, non ci vedo niente di umiliante, anche nel lavoro più umile.

    Che uno possa farsi un'autogiustificazione 'sono normodotato ma non sono in grado di lavorare, datemi il reddito', anche no... Ma gli altri normodotati che fanno lavori umili cosa sono? Scemi?

    Sono morto nel passato, platinato nel presente. Fine.

  • A me dispiace, ma non mi ci trovo in questo ragionamento (se parliamo di persone normodotate. A me scusate, ma viene sempre da pensare al mio caro amico M1, normodotato e re dei fannulloni).

    Cioè, ok la timidezza, l'autostima, le difficoltà e tutto, ma un normodotato può fare benissimo lavori che non richiedono particolari capacità. Lavori manuali, da catena di montaggio, lavori che non richiedono formazione eccessiva o chissà che capacità di ragionamento. Mio padre ha lavorato con il coltello tutta la vita, non ci vedo niente di umiliante, anche nel lavoro più umile.

    Che uno possa farsi un'autogiustificazione 'sono normodotato ma non sono in grado di lavorare, datemi il reddito', anche no... Ma gli altri normodotati che fanno lavori umili cosa sono? Scemi?

    C'è gente che proprio non lo ritiene il lavoro...

    Il tuo amico re dei fannulloni se è così un motivo ci sarà, non credo che si diverta a farsi prendere da fannullone, poi in Italia se ti additano come fannullone sei considerato come un lebbroso del medioevo, quindi non so quanto convenga.

    Se uno non riesce a lavorare, dietro ci possono essere tante cause come quelle psicologiche, motivazionali, scelte di vita o perchè no...difetti congeniti non invalidanti tipo la sindrome di gilbert, se hai questa sindrome a lavoro oltre un tot non ci vai proprio perchè non ce la fai fisicamente e mentalmente...ma nonostante ciò non ti riconoscono l'invalidità.

    Purtroppo non siamo stati assemblati in serie nella catena di montaggio...siamo diversi gli uni con gli altri.

    Detto questo i parassiti ed i furbacchioni non li sopporto neanche io.

  • Allora, seriamente. Io prendo lui come esempio, perché lo conosco e frequento da venti anni. Ti assicuro che è normodotato, distratto, sì, un po' fanfarone se vogliamo, ma abile e arruolato al lavoro. Infatti lui ha lavorato in catena di montaggio pochi anni dopo le scuole medie (non si è diplomato alle superiori. Sempre scelta sua). Poi ha smesso di lavorare per più di dieci anni. Perché? Ma perché lavorare se i tuoi ti danno la paghetta e ti accontenti di avere i soldi per la pizza la domenica? Giuro, questo il ragionamento alla base della sua decisione. Una volta rimasto orfano negli anni, quando l'acqua ha toccato il cu... Come si suol dire... Allora ha ripreso anche lui a lavorare, come cameriere e cassiere.

    Posso dire che nonostante le difficoltà evidenti che ha, non mi fa pena? Guardo indietro agli ultimi venti anni. Altro che 'non si diverte ad essere considerato un fannullone'...

    Pensi sia stato sfottuto di più lui in quanto fannullone, o io quando studiavo e facevo lavoretti nel weekend? Chi pensi fosse lo scemo del villaggio secondo il suo punto di vista? Lui che viveva alla giornata, senza preoccuparsi un minimo del futuro, o io che passavo la giovinezza a lavorare nel weekend per mantenermi l'università? La risposta è ovviamente intrinseca, ma non era mica l'unico che mi bersagliava... Lui il caro reddito di cittadinanza se l'è preso finché è durato. Mentre l'immigrato, o quello normodotato che si deve adattare, faceva il suo lavoro alienante in fabbrica (che ho fatto anch'io in passato).

    Io non parlo di nessuna sindrome, nessuna patologia. Parlo di gente che ha pensato di essere tanto furba, per anni, a vivere così, alle spalle dei genitori, dello stato (che siamo noi, ricordo). Lanciando la palla delle responsabilità più lontano possibile, e che ad una certa si ritrova il conto da pagare. Aggiungo, nord-est Italia dove, per fortuna, se uno vuole un lavoro se lo trova ancora. Scusate il lungo messaggio personale, ma io certe frasi di M1, certe sfottute, certe giustificazioni, non le dimentico. E chiudo dicendo che tra amici ci siamo sempre rotti le scatole, anche attaccandoci nelle ideologie. Ma 'un amico lo accoltelli da davanti' e su questo non ci siamo mai tirati indietro. So che può sembrare una scena in cui 'amici deridono l'amico debole che ha difficoltà a rapportarsi al mondo del lavoro', invece è molto, ma molto più, 'fannullone per scelta, che campa di paghetta e sussidio, sfotte i comuni lavoratori. Gli scemi che si svegliano la mattina e il weekend per una manciata di euro in più rispetto a quelli che prende lui senza fare niente'. Quando per dieci anni senti questo mantra, poi provi pietà quando si ritrova senza soldi? Sei pronto ad aiutarlo in quanto amico, o gli tireresti un bel calcio, dopo che per dieci anni poteva rivedere un po' le sue posizioni ed essere un po' più lungimirante?

    Solo questo, il mio attacco va a chi come M1, normodotato, ha pensato di poter vivere tutta la vita di caramelle... E adesso si ritrova i denti cariati e senza soldi per il dentista... E non sa con chi prendersela...

    Per chiunque sia invece davvero impossibilitato, abbia patologie fisiche, mentali etc, il discorso è totalmente differente. Il welfare e l'aiuto li ritengo fondamentali.

    Sono morto nel passato, platinato nel presente. Fine.

  • Premetto che non ho letto tutte le risposte.

    Ho lavorato per molti anni con una collega (mia risorsa) proprio come il tuo collega; in particolare lei era sotto psicofarmaci e aveva impressionanti vuoti di memoria e faceva parecchi errori a causa di questo. Nessuno voleva lavorare insieme a lei.

    E beh io personalmente mi sono regolata così; l'ho osservata, le ho affidato incarichi alla sua portata, ho sorvolato quando ha sbagliato, ho preso le misure con quello che riusciva a fare e quello che invece la bloccava, quando ho potuto ci ho messo una toppa io, e l'ho fatta sentire a suo agio, l'ho coinvolta sempre di più, sempre tenendo presenti le sue difficoltà., quindi non affidandole task critici, o tali da metterla in difficoltà (ad esempio cose da smarcare con urgenza o in tempi rapidi, il che la metteva particolarmente in allarme e la portava a sbagliare). Ho lavorato con lei per anni. Oggi fa un altro mestiere, ma siamo ancora amiche e ci frequentiamo quando possibile fuori dal lavoro; è una delle persone migliori che io abbia conosciuto, sicuramente ha dei problemi, direi sotto controllo grazie ai farmaci, ma per me è stata preziosa collaboratrice e oggi è preziosa amica.

  • I problemi li ha, e lui stesso ha ammesso di averli. Non so in cosa consistano e di che natura siano, non so se assume psicofarmaci perché queste cose non ha voluto dirle a noi colleghi. Io ho intuito che potrebbe avere problemi di questo genere e l’ho caldamente invitato a parlarne con la direzione, perché ritengo che sia corretto nei confronti del datore di lavoro, in modo che lui stesso possa anche comprendere meglio come organizzare il lavoro. Dopo questo mio suggerimento, L. ha parlato con uno dei titolari, lo so perché lei stessa mi ha informata di aver parlato con lui. Chiaramente non mi è stato detto cosa si sono detti, e questo va bene così. Ma poi ho chiesto a questa titolare se, secondo lei, questo famoso problema che lui si porta dietro potesse giustificare il suo modo di lavorare e mi ha detto: secondo me no. X/

    Comunque, L. è assunto a tempo indeterminato e ha manifestato la volontà di rimanere lì dove sta. Credo che sia un mix tra poca professionalità, distrazione e qualche problema ulteriore di lieve ritardo magari.

    Non so se è assunto come categoria protetta, penso di no, ma comunque non sono informazioni che circolano, giustamente.

    Bisogna avere un caos dentro di sé per partorire una stella danzante :glowing_star:

  • A me dispiace, ma non mi ci trovo in questo ragionamento (se parliamo di persone normodotate. A me scusate, ma viene sempre da pensare al mio caro amico M1, normodotato e re dei fannulloni).

    Cioè, ok la timidezza, l'autostima, le difficoltà e tutto, ma un normodotato può fare benissimo lavori che non richiedono particolari capacità. Lavori manuali, da catena di montaggio, lavori che non richiedono formazione eccessiva o chissà che capacità di ragionamento. Mio padre ha lavorato con il coltello tutta la vita, non ci vedo niente di umiliante, anche nel lavoro più umile.

    Che uno possa farsi un'autogiustificazione 'sono normodotato ma non sono in grado di lavorare, datemi il reddito', anche no... Ma gli altri normodotati che fanno lavori umili cosa sono? Scemi?

    Destat stiamo parlando di due tipi di persone diverse, come puoi pensare che un malato di depressione e magari anche ansia sia normodotato?


    Il tuo amico lo descrivi come fannullone, quindi una persona che sceglie di sua iniziativa di non volersi impegnare con un atteggiamento collaborativo e propositivo. Chi ha problemi di depressione, e quindi molto spesso anche di ansia e autostima, non è che non vuole impegnarsi o riuscire in qualcosa, vorrebbe eccome...ma non riesce, prova e riprova decine e centinaia di volte per anni e anni ma comunque non riesce, e quindi soffre tantissimo per questo. Lo so perchè l'ho provato di persona per molto tempo.

  • Destat stiamo parlando di due tipi di persone diverse, come puoi pensare che un malato di depressione e magari anche ansia sia normodotato?

    Ad inizio thread si parlava di normodotato. E io su quello mi sono tarato. Poi si, son partito con uno sfogo ot sul mio amico, chiedo venia. Non c'entra nulla con depressioni e affini, non mi permetterei mai.

    Sono morto nel passato, platinato nel presente. Fine.

  • Continuo a ritenere che in questo caso ci sia scarsa empatia nei confronti del collega.

    Io ho intuito che potrebbe avere problemi di questo genere e l’ho caldamente invitato a parlarne con la direzione, perché ritengo che sia corretto nei confronti del datore di lavoro, in modo che lui stesso possa anche comprendere meglio come organizzare il lavoro.

    Ma che vuol dire. Perdonami ma sembra quasi che qui il sottotesto sia "a me non frega nulla dei suoi problemi, non è mia responsabilità, ma del datore di lavoro. A me importa solo che lui faccia il suo lavoro e se non lo fa che non ricada su di me e i miei colleghi".


    Purtroppo forse sto interpretando male, ma questa è la sensazione che mi lascia leggere certe cose.


    Sarà che io sul lavoro sono un po' più proiettato a comportarmi come raccontava ipposam.


    Non ci penserei mai a mandare un collega a parlare col capo senza prima averci parlato io e aver capito quali siano le sue difficoltà, e anche se queste sia il caso di esporle al datore di lavoro.


    Il rispetto al datore di lavoro lo si da anche aiutando gli altri colleghi se dimostrano di averne bisogno.

    Siamo esseri umani, non macchinette a conteggio numerico che eseguono istruzioni.

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