Mi sento considerata come un piano B

  • Non penso proprio. Te ne saresti accorta (o se ne sarebbe accorto lui). Raramente nessuno se ne accorge per anni e anni.


    Sarà semplicemente che hai usato termini più incisivi di quello che intendevi.

    Un conto è "non accontentarsi", che nell'accezione sana è "accontentarsi appena si arriva alla propria realistica aspettativa, anche inconsciamente". Tutt'altro invece sono situazioni in cui senza l'altro manca l'aria o "si rivoltano le budella" o altre cose estreme che poi sono tratti distintivi di rapporti come quello tra la la Cecchettin e quel diavolo dei suo fidanzato omicida. Se vai a leggere anche lui (come gli altri di quella razza) scriveva cose simili.

    In tutte le cose della vita è questione di misura, mi sembra ovvio che a morire dietro qualcuno non si muore davvero, l'esasperazione è per enfatizzare la differenza col ragazzo di cui parla l'opener: scambiare amicizia e amore è un errore che fa perdere tempo.

  • Sicuramente lo spunto di riflessione è quello che sto vivendo o, comunque, mi auguro di poter dire presto "ho appena vissuto", perché sto elaborando per uscirne. In pratica, mi sento considerata come il piano B, una ragazza dai mille valori e che forse idealmente sarebbe pure la ragazza da sposare però, per il momento, il lui di turno preferisce coltivare altre conoscenze femminili e altri flirt.


    Se avete delle esperienze simili, potete raccontarle. Vi siete mai sentiti essere come un piano B oppure voi, per primi, avete avuto problemi ad approcciare con una persona-amica che vi piaceva, ma non siete riusciti né volevate completamente allontanarla e vi siete dati ad altre conoscenze? Come è finita?

    Ciao Creamy, non so quanti anni hai... ma quello che hai scritto mi ha fatto pensare alla me stessa di tanti anni fa. Solo che in me c'era molta più delusione, tristezza e rabbia. Non so fino a che punto tu tenga a questa persona, io ero COTTA. INNAMORATA PERSA. Mai provato prima o dopo un sentimento del genere ed è stata una disfatta, ne sono uscita con le ossa rotta e il cuore completamente a pezzi.

    Il mio consiglio è scappa... fuggi più lontano che puoi dalla quella persona. Subito. Anche se sembra difficile.

  • Sicuramente lo spunto di riflessione è quello che sto vivendo o, comunque, mi auguro di poter dire presto "ho appena vissuto", perché sto elaborando per uscirne. In pratica, mi sento considerata come il piano B, una ragazza dai mille valori e che forse idealmente sarebbe pure la ragazza da sposare però, per il momento, il lui di turno preferisce coltivare altre conoscenze femminili e altri flirt.


    Se avete delle esperienze simili, potete raccontarle. Vi siete mai sentiti essere come un piano B oppure voi, per primi, avete avuto problemi ad approcciare con una persona-amica che vi piaceva, ma non siete riusciti né volevate completamente allontanarla e vi siete dati ad altre conoscenze? Come è finita?

    Guarda il consiglio che posso darti è di lasciarlo perdere e guardare altrove.

    Esiste sicuramente un altro ragazzo che troverai attraente come lui, anche più di lui, e per il quale sarai il piano A.

  • In tutte le cose della vita è questione di misura, mi sembra ovvio che a morire dietro qualcuno non si muore davvero, l'esasperazione è per enfatizzare la differenza col ragazzo di cui parla l'opener: scambiare amicizia e amore è un errore che fa perdere tempo.

    E' comunque "pericoloso" usare questi termini, poiché per le nuove generazioni leggere di situazioni di malessere normalizzate, anche da parte degli adulti è un insegnamento indiretto fortemente dannoso.


    I giovani sono già sbilanciati in tal senso, in modo particolare la porzione femminile. Se normalizziamo certi termini associandoli alle relazioni rischiamo di diseducare ancora di più.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • E' comunque "pericoloso" usare questi termini, poiché per le nuove generazioni leggere di situazioni di malessere normalizzate, anche da parte degli adulti è un insegnamento indiretto fortemente dannoso.


    I giovani sono già sbilanciati in tal senso, in modo particolare la porzione femminile. Se normalizziamo certi termini associandoli alle relazioni rischiamo di diseducare ancora di più.

    Per me è più dannoso lasciar passare il messaggio che una persona vale l'altra, che amicizia e amore sono parenti interscambiabili, che basta una simpatia forse ricambiata per fare coppia, che l'importante alla fin fine è preservarsi dal cambiamento, che bisogna farsi accettare graniticamente per come si è fatti senza lasciare spazio al cambiamento che a volte la relazione impone.

    Per me sono questi i principali pericoli oggi.

  • Per me è più dannoso lasciar passare il messaggio che una persona vale l'altra, che amicizia e amore sono parenti interscambiabili, che basta una simpatia forse ricambiata per fare coppia, che l'importante alla fin fine è preservarsi dal cambiamento, che bisogna farsi accettare graniticamente per come si è fatti senza lasciare spazio al cambiamento che a volte la relazione impone.

    Per me sono questi i principali pericoli oggi.

    Può essere, ma nessuno ha paventato ciò in questa discussione.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Mi ha colpito molto il fatto che il mio famoso amico (ma fate finta sia un amico qualunque) nel biglietto di auguri per il mio compleanno, tra le dediche degli altri amici, mi abbia semplicemente scritto "ti voglio bene", senza neanche aggiungere "auguri" e in esteso, come tanto si usa fare.


    Facendo mente locale, immagino sia più un messaggio di ringraziamento perché lo supporto. La volta prima gli ho espressamente detto che voglio che gli vada tutto bene nella vita e l'ho visto quasi commosso.


    Vorrei capire in questo caso cosa dovrei fare, nel senso se la prossima volta che lo vedo, se c'è la situazione senza altre persone, gli dico che mi ha fatto piacere la sua dedica e che gli voglio bene anche io? In realtà è pure un periodo in cui mi sento un po' offesa nei suoi riguardi, comunque per carità gli voglio bene. Non glielo dico e faccio finta di niente? Quindi c'è bisogno di ricambiare il gesto per forza? A volte mi perdo in un bicchiere d'acqua xD

  • Io non necessariamente gli direi qualcosa come risposta al biglietto, ma alla prossima occasione utile gli direi che gli voglio bene anche io (ovviamente se fosse quello che sento ma immagino di sì!).

    Per la motivazione: dipende che tipo è, ci sono persone che elargiscono "ti voglio bene" "ti adoro" senza troppi problemi e altre che esternano meno.

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