Mai detto alla persona in questione, solo pensato o scribacchiato per conto mio. Mi terrorizza l'idea di dirlo. Soffro di vertigini (non se ho un appiglio), penso che più o meno lo vivrei come fare bungee jumping: impossible. Penso che darei meno peso ad andare ad arruolarmi, lo prenderei troppo seriamente se lo dicessi, troppi contrappesi da "calcolare".
Ti amo
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Mai detto alla persona in questione, solo pensato o scribacchiato per conto mio. Mi terrorizza l'idea di dirlo. Soffro di vertigini (non se ho un appiglio), penso che più o meno lo vivrei come fare bungee jumping: impossible. Penso che darei meno peso ad andare ad arruolarmi, lo prenderei troppo seriamente se lo dicessi, troppi contrappesi da "calcolare".
Garden, comprendo le tue paure, altroché. Però quando ti viene da dentro lo dici, insomma ti viene dall'anima, certe volte proprio non riesci a trattenerlo, e ti garantisco che io più volte me lo sono ricacciato giù. Le volte che non ci sono riuscita, perché proprio DOVEVO dirlo perché se no mi pareva che sarei scoppiata, mi aggrappavo al suo braccio e nascondevo il viso contro la sua spalla, era una cosa così profonda, così mia che mi vergognavo, cionondimeno dovevo dirlo
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Garden, comprendo le tue paure, altroché. Però quando ti viene da dentro lo dici, insomma ti viene dall'anima, certe volte proprio non riesci a trattenerlo, e ti garantisco che io più volte me lo sono ricacciato giù. Le volte che non ci sono riuscita, perché proprio DOVEVO dirlo perché se no mi pareva che sarei scoppiata, mi aggrappavo al suo braccio e nascondevo il viso contro la sua spalla, era una cosa così profonda, così mia che mi vergognavo, cionondimeno dovevo dirlo
Uao!
...
Io a volte lo sento, ma mi parte il "sei inadeguata vergognati, esecuzione capitale in loco se osi", ma non come pensiero proprio come istinto... e in seguito arriva anche il pensiero, il piccolo ragioniere con l'abaco in mano, che mi elenca i punti da recuperare per essere ok e le energie che serve spenderci sopra, e mi chiede: ma tu ci "reffi"? ...e io che lo guardo con la bolla al naso, hemmm...
insomma sono presa male.
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La prima volta che mi sono resa conto di essere "bloccata" è perchè non sono riuscita a dirlo neanche come addio, pochi minuti prima di salutare una persona, sapendo che non l'avrei rivista.
Quindi ciò che per me rappresenta questa frase è un muro.
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Mi dispiace davvero tanto per te
Personalmente non la considero affatto una formula di rito, non potrei mai pronunciarla se non la sento con tutta me stessa e prima di farlo ho già messo in atto tutti i gesti possibili per dimostrarla con i miei comportamenti ma, ci tengo a dirlo, questi gesti non sono mai frutto di un ragionamento ma proprio mi sorgono spontanei, mi vengono dal cuore e mi rendono felice, la felicità che c'è nel donare senza nessuna aspettativa in cambio. Io l'amore lo vivo così, chiaro che comprendo che il tuo vissuto ti abbia segnato molto, il tradimento è una ferita profonda e molto difficile da guarire.
Ti ringrazio per la solidarietà.
Tuttavia, perdona la mia patetica difesa, ma un uomo come me, che ha avuto la sfortuna di sentirselo dire più volte e poi di vedersi voltare le spalle proprio il giorno in cui a quel "ti amo" ha risposto "anch'io amore mio, più dell'infinito", cosa dovrebbe pensare di questa frase?
Noi siamo le nostre esperienze, noi siamo ciò che la società forma e ciò che le nostre coscienze insegnano. Noi siamo le nostre gioie e i nostri dolori.
Quelli che non mi conoscono o non conoscono il mio dolore ripetono "ma non sono tutte così", senza sapere come ho costruito la mia relazione, con quali sforzi, con quale spirito di sacrificio e di cieca fedeltà. Se non sono "tutte" così allora chi non dovrebbe essere così? Io, senza rompere l'anonimato, dico che sono stato sia nella salute che nella malattia sempre presente, sempre con la stessa costanza nei miei sentimenti, nei miei sacrifici e senza pretendere niente in cambio se non la sincerità. Eppure questo non basta, perché se fosse bastato questo io a quest'ora non sarei qui e di certo non avrei perso tempo con Gallone iscrivendomi su questo forum. Invece è stata quella rottura a farmi andare su Google (inventando la patetica scusa che non era per me) a cercare discussioni e lo sai perché, perché quei "ti amo" mi hanno ferito, mi hanno letteralmente distrutto. Come si può distruggere un uomo grande e grosso? Dicendogli "ti amo" e poi tradendolo. Ecco come lo distruggi. Non c'è bisogno di picchiarlo, non c'è bisogno di pugnalarlo, basta questo per fargli provare un dolore peggiore delle ferite fisiche.
Il "ti amo" è importante? Lo pensavo anch'io eppure guardami come mi ha ridotto. Guarda questo "ti amo" cosa mi ha fatto.
È patetico lo so, mi fa schifo scrivere questo post e mi fa schifo scriverlo a te che ti porti un fardello ben più grande del mio. Forse sto diventando egoista e cattivo, forse queste giornate, il tempo, il ritorno di un'estate che per me ha segnato l'apice del mio dolore l'anno scorso mi stanno rendendo il tipo di uomo che detestavo fino a poco tempo fa. O forse ho solo paura del tempo: più passa e più si allontana il mio ultimo giorno di felicità.
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Red Hood mi dispiace, io non so davvero cosa dirti, mi arriva il tuo dolore e la tua infelicità straziante. Non esiste classifica o gerarchia della sofferenza, la sofferenza è sofferenza punto. Però se posso vorrei dirti questo, sulla base della mia esperienza personale: nessun dolore, per quanto profondo, per quanto lacerante, per quanto annientante, dura per sempre. La ferita resta, ovvio, può cicatrizzarsi più o meno bene, ma resta, non viene cancellata mai. Viene a far parte di te. E poi la vita va avanti, sembra retorica ma non lo è, il tempo passa e applica dei bendaggi su quella ferita che piano piano comincerà a fare un po' meno male. Quanto tempo non è dato sapere, per ognuno è diverso, ma prima o poi il tempo medicherà. Naturalmente non dimenticherai mai ma potrai stare meglio, ti abbraccio.
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Due giorni prima di lasciarmi mi disse l'ultima volta ti amo e fino al giorno prima mi salutava con "buongiorno amore". Era tutto amore nelle sue parole...mi lasciò con 5 righe di messaggio. Ti amo vuol dire qualcosa? Non lo so più, se devo fare un discorso generale posso dire di me stesso...quando l'ho detto era perché lo sentivo. Probabilmente non vale in assoluto.
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L'ho detto una volta, parecchio tempo fa.
Sono solo due paroline che da sole dicono poco o nulla, ma messe insieme sono fuoco.
Credo non lo dirò mai più, ma solo perché non credo proverò mai più un amore come quello.
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Non le ho mai dette perché sono troppo preziose.
O forse troppo sopravvalutate.
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Vi faccio sorridere ripescando un ricordo dai tempi del Klondike.
Quinta ginnasiale, secondo banco al centro. A una certa ora, un raggio di sole attraversava la larga vetrata che occupava un'intera parete, andando a illuminare di luce settembrina il banco centrale e una ragazzetta bionda intenta a scolpirvi sopra le due paroline che mai avrebbe avuto il coraggio di pronunciare, soprattutto non davanti al suo fidanzato dagli occhi azzurri e dai lunghi riccioli biondi. Era bellissimo, timido, dolce. La ragazzetta non riusciva a credere di essersi fidanzata col ricciolino... Si vergognava perfino a pronunciare il suo nome: così l'aveva inciso sul banco, preceduto dalle due paroline magiche. C'erano voluti giorni per completare l'opera, sfruttando i momenti di pausa e qualche lungo spiegone, ma alla fine il banco, vecchissimo e pieno di scritte e incisioni di chissà che secolo, aveva trovato una nuova verve grazie a quella scritta.
La scritta era appena ultimata, sarà stato un venerdì... Il sabato, il fidanzato (sigh) improvvisamente spezzò il cuore alla ragazzetta, che assorbì malamente il colpo, e passò il resto dell'anno nel vano tentativo di cancellare quella scritta: ogni tanto però, tra una versione e l'altra, quelle paroline, quel nome, facevano capolino, lasciandole un languore amaro nell'anima, e solo una piccola consolazione: almeno non era un tatuaggio.
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