Non tollero più mio marito ed il matrimonio a distanza

  • Tu ti sposi a prescindere, perché se ami una persona, puoi stare ovunque

    Io personalmente penso non sia così.


    L'amore non basta a fare una relazione.


    Può esserci amore (anzi dovrebbe essere imprescindibile in un matrimonio o in un qualsiasi rapporto definito serio), ma incompatibilità su tanti punti per cui diventa impossibile non tanto creare, ma mantenere una relazione.


    E infatti prima o poi i nodi vengono al pettine, come nel tuo caso.


    Ciao.

  • Mi permetto, tralasciando i tuoi motivi personali che vorrebbero farti chiudere il matrimonio, di spezzare una lancia per i piccoli paesi.

    Non avranno i servizi della grande città, non avranno le prospettive di futuro che ti può garantire, per così dire, una metropoli (anche se è tutto da vedere, se hai un'attività già avviata a conduzione familiare o qualcosa di simile), eppure la pace, la calma, i rapporti umani, i costi della vita più bassi, non cedono al confronto.

    Poi ognuno è libero di fare ciò che vuole ma conosco diverse persone che dopo anni in grandi città come Roma e Milano hanno lasciato tutto per tornare in Sicilia o in Puglia prendendo a gestione attività di famiglia e non se ne sono mai pentiti.

    Però consentimi di dire che se non ci sei nato passare da grande città a piccolo centro è dura.

    Chi ci è nato sente la mancanza del tranquillo tran tran di paese; io vivo a metà nel senso che passo parte dell'anno in grande città e l'estate sul mare in piccolo centro, e beh nonostante ami moltissimo il piccolo centro dove vado, quando torno in città "respiro", per il piccolo centro bisogna essere portati., i piccoli orizzonti non sono per tutti.

  • Esattamente, sono pienamente d'accordo.

  • Sì, glielo avevo promesso... ma secondo te, cosa ti fa capire una persona che in un certo senso ti obbliga, dicendo "io mi sposo solo se tu mi segui"? Oggi, a dirtelo chiaramente, gli direi "vai e restaci". Qualche anno fa, non avendo ancora maturato questa consapevolezza ed essendo succube delle sue manipolazioni, pur di non perderlo ho acconsentito. Ma poi, nel frattempo, ci siamo sposati, abbiamo messo su famiglia a Roma... e quando lui ha preso la decisione di scendere (in pochi giorni), lo sfacelo... perché poi si è aperto il vaso di Pandora. Ho capito di che pasta veramente era fatto, e permettimi, nella vita, per fortuna, si possono cambiare anche delle scelte se ritieni che così facendo finiresti per rovinarti la vita, in balia di un marito profondamente egoista e dei genitori che lavorano con lui tutti i giorni, mettendo il becco in ogni cosa. Per giunta, andare ad abitare nel palazzo di famiglia, perché lui ha un appartamento da ristrutturare proprio sopra ai suoi genitori. Ed ovviamente, lui ha sempre saputo che a me non piaceva l'idea di vivere là, ma non ha mai voluto sentire ragioni. Il pacchetto è questo, prendere o lasciare... e ti dico anche, abbiamo acquistato casa al mare qualche anno fa (in Calabria), indovina dove? Nello stesso villaggio dove sono i suoi... e lì ho sbagliato io ad acconsentire e mi mangio ancora le mani... pertanto mi si propone davanti un quadretto "perfetto" per andare sulla strada del manicomio!

    Beh son sincera no, io non avrei accettato assolutamente, lui aveva già i suoi piani è chiaro questo; avete pure comprato la casa al mare nel villaggio dove sono i suoi, io sarei scappata a gambe levate! Non so che tipo di compromesso possiate trovare oggi, ma secondo me hai preso troppo alla leggera i suoi piani.

    Perché se gli avessi detto il contrario, lui non si sarebbe sposato.

    Ma io non capisco perchè era così importante sposarlo...voglio dire, uno con quei progetti spaventosi! Tu hai sposato i suoi piani! E ora lo stai tradendo, perchè hai sempre saputo che erano orrifichi per te, come sarebbero per moltissime altre persone, me in primis!

    Adesso o lui ti viene incontro in qualche modo o gli vai incontro tu, non ci sono altre soluzioni.

  • Beh son sincera no, io non avrei accettato assolutamente, lui aveva già i suoi piani è chiaro questo; avete pure comprato la casa al mare nel villaggio dove sono i suoi, io sarei scappata a gambe levate! Non so che tipo di compromesso possiate trovare oggi, ma secondo me hai preso troppo alla leggera i suoi piani.

    Esattamente così, avete espresso chiaramente il concetto. Io di una cosa mi prendo la colpa: la leggerezza con cui ho preso sotto gamba tutta la situazione ed il pacchetto che stavo "sposando"... e i nodi sono venuti tutti al pettine, uno per uno, e adesso sto scontando tutte le conseguenze di una scelta sbagliata. Però nonostante ciò, non riesco ad arrivare a quel senso di "accettazione" e provo ancora solo tanta rabbia verso di lui. Invece vorrei arrivare al punto di accettare che lui sia così, profondamente diverso da me e che siamo totalmente "incompatibili" sia per vedute che caratterialmente.

  • Sì, ho capito, ma se tu ami una persona, ci hai fatto un figlio e avete costruito una famiglia a Roma, come fai a mettermi davanti a questa scelta? Io, se fossi stata al suo posto, non avrei mai trovato il coraggio di lasciare tutto e andarmene, perché prima di tutto viene la "tua" donna. Se metti prima il tuo "smisurato amore per la terra natia", questo mi ha fatto disinnamorare di lui...


    E comunque la questione dei genitori, per ovvi motivi, si è amplificata molto da quando lui è sceso giù, perché finché era a Roma, a 600 km di distanza, da un certo punto chi se ne frega, ovviamente. Una volta sceso giù, molte situazioni sono cambiate ed ho visto da vicino la realtà della situazione, che prima non vedevo e, da un lato, meno male che sia andata così, perché ho aperto gli occhi su tante cose!


    Forse non sono stata chiara, ma prima che noi ci sposassimo, avevamo già un figlio! E tu mi metti davanti a una scelta?

    Sei stata chiarissima, tuttavia ribadisco che il sogno, il progetto di vita di tuo marito è sempre stato il ritorno alla sua terra natìa. Te lo ha detto, figlio o non figlio, matrimonio o non matrimonio, nel suo pensiero c'è sempre stato il ritorno alle origini. Se te lo ha chiesto dopo un figlio significa che avrebbe messo in conto persino un tuo rifiuto con separazione annessa e gestione a distanza della prole.

    Ora tu sei di fronte ad una scelta, o assecondi tenendo fede alla parola data, oppure lo lasci e ti tieni la tua vita ma senza di lui.

    Tanto se ti ha fatto capire che per lui stare lì è più importante, vuol dire che non puoi pretendere niente.

    Però consentimi di dire che se non ci sei nato passare da grande città a piccolo centro è dura.

    Chi ci è nato sente la mancanza del tranquillo tran tran di paese; io vivo a metà nel senso che passo parte dell'anno in grande città e l'estate sul mare in piccolo centro, e beh nonostante ami moltissimo il piccolo centro dove vado, quando torno in città "respiro", per il piccolo centro bisogna essere portati., i piccoli orizzonti non sono per tutti.

    Legittimo, non mi piaceva che passasse il messaggio sbagliato "piccolo paese = schifezza - grande città = paradiso".

    Ogni persona ha una propria dimensione, ci sono persone che hanno rinunciato persino alla tecnologia per andare sulle montagne a fare gli eremiti, siamo diversi ed è giusto che ognuno si scelga la propria routine.

  • Non volevo far passare il messaggio sbagliato che in un paese si vive male e in una grande città no, ovviamente dipende dai punti di vista e dalle preferenze di ogni persona, perché anche la città è piena di problemi, Roma in primis. Però c'è chi ama la vita più calma e tranquilla, sacrificando magari i servizi che una città offre, chi al contrario preferisce il caos di una metropoli. Sono scelte di vita. Ma io avrei anche lasciato la mia città, che tanto amo, se avessi avuto un rapporto "solido" con mio marito e senza una famiglia d'origine ingombrante che io non tollero. Sono abituata alla riservatezza, all'indipendenza, pertanto queste "connessioni familiari" così strette mi disturbano troppo.

    Anche un grande amore, di fronte a tutto questo, può finire. Ad oggi, il nostro matrimonio è solamente una facciata, perché io soltanto all'idea di scendere giù per un weekend, mi viene l'orticaria.

  • Non volevo far passare il messaggio sbagliato che in un paese si vive male e in una grande città no, ovviamente dipende dai punti di vista e dalle preferenze di ogni persona, perché anche la città è piena di problemi, Roma in primis. Però c'è chi ama la vita più calma e tranquilla, sacrificando magari i servizi che una città offre, chi al contrario preferisce il caos di una metropoli. Sono scelte di vita. Ma io avrei anche lasciato la mia città, che tanto amo, se avessi avuto un rapporto "solido" con mio marito e senza una famiglia d'origine ingombrante che io non tollero. Sono abituata alla riservatezza, all'indipendenza, pertanto queste "connessioni familiari" così strette mi disturbano troppo.

    Anche un grande amore, di fronte a tutto questo, può finire. Ad oggi, il nostro matrimonio è solamente una facciata, perché io soltanto all'idea di scendere giù per un weekend, mi viene l'orticaria.

    Scusa ma se hai deciso cosa possiamo dire noi?

    Tu li non ci vuoi stare, tuo marito a Roma non ci torna manco se fossi ricoperta d'oro, quindi mi dispiace ma a come la metti, oltre al fatto che ormai è tutto di facciata, non credo ci siano alternative per voi.

  • Ci sarebbe l'alternativa nel continuare a vivere un matrimonio a distanza, come stiamo facendo e ovviamente questa cosa ci sta logorando perché per entrambi è inaccettabile vivere un matrimonio uno da una parte e uno dall'altra. Niente, io sono qui per capire se e dove sto sbagliando. Per trovare delle conferme su quello che penso per il futuro.

  • Sono abituata alla riservatezza, all'indipendenza, pertanto queste "connessioni familiari" così strette mi disturbano troppo.

    Su questo hai tutta la mia comprensione, io sono come te, per questo al minimo sentore di situazioni simili l'uomo delle caverne che è in me esce fuori e mi dice "voltati e scappa!".

    Come dice Red Hood, siamo tutti diversi e quello che per qualcuno è casa per altri è un inferno.

    C'è chi ama vivere in contesti simili, in grandi famiglie dove anche lo zio di settimo grado è parte della quotidianità e mette bocca sulla tua vita, chi considera questo un valore, e chi, come me, vuole essere lasciato in pace e scegliere con chi condividere i dettagli della propria vita. Su questo è importantissimo capirsi perchè switchare da una modalità all'altra è praticamente impossibile!

    Non mi sento di escludere del tutto comunque che tuo marito messo alle strette risalga; ha pur sempre un figlio, il richiamo del sangue per la sua cultura è più importante che per altri, io fossi in te giocherei l'ultima carta, gli darei un ultimatum, o torni o ci salutiamo.

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