Buongiorno, sono 4 anni che mio marito, originario della Calabria, è tornato a vivere nel suo paese per proseguire l'attività dei suoi genitori. Io sono nata e cresciuta a Roma, lavoro qui ed ho una casa nella mia città. Ci siamo sposati a Roma ed è qui che abbiamo creato la nostra famiglia.
Il problema è che con la distanza ho preso consapevolezza dei miei problemi con mio marito (che presumo sia affetto anche da un disturbo della personalità di tipo narcisistico), a cui si aggiungono i malumori della sua decisione di lasciarci soli qui a Roma.
Lui ha sempre desiderato tornare a vivere nel suo paesello ed io l'ho assecondato dicendogli che lo avrei seguito. Ma non immaginavo di certo che avrebbe preso questa decisione così in fretta e per giunta lasciandoci così da soli (all'epoca mio figlio più piccolo aveva a malapena un anno e mezzo).
Lui tuttora sta giù e non ha la minima intenzione di rientrare, anzi aspetta che siamo noi a trasferirci giù, sperando che io trovi lavoro lì, cosa alquanto difficile, visto il lavoro che faccio... (sono dipendente di banca).
Per giunta, non tollero il fatto che lui sia totalmente invischiato con i suoi genitori (è tornato a vivere in casa con loro) giorno e notte, ed anche se mi assicura che non saranno mai motivo di attrito tra noi, io non faccio che litigare con lui a causa loro perché ogni volta lui prende le loro difese... quindi non oso immaginare che vita d'inferno potrei fare trasferendomi giù!
Pertanto ormai sono mesi e mesi che il nostro matrimonio è in crisi, perché io sono piena di "rabbia" nei suoi confronti e lui si chiude nel suo silenzio, ignorando i miei stati d'animo.
Mi sembra quasi che ormai si stia tirando avanti qualcosa di già rotto.
Io però attribuisco un valore molto grande alla "famiglia", quindi non riesco a fare quel passo che mi permetta di chiudere questa storia e molte volte penso che sbagli solo a pensare di mettere fine al mio matrimonio.
Secondo voi, cosa dovrei fare?