Non tollero più mio marito ed il matrimonio a distanza

  • Immagino ne abbiate parlato, gli hai detto che per te era inaccettabile? Per me è fatica anche organizzarci se uno di noi manca qualche giorno, visti i figli piccoli, figuriamoci se uno si noi vivesse altrove. Io direi "no" e basta, o cercherei un compromesso tipo ok, vai per qualche tempo poi torni stabilmente qui. Il trasferimento proprio no a meno che il vantaggio come famiglia non sia enorme e indiscutibile (esempio ci sono scuole migliori per il piccolo, università più vicine, opportunità di crescita ecc).

    Sono quattro anni che ne parliamo, il più delle volte litigando...perchè io ogni volta gli rinfaccio che lui se ne è andato contro il mio volere. Quindi lui è perfettamente consapevole del mio punto di vista e mi rinfaccia il fatto che io ho combiato idea, perchè prima che ci sposassimo gli avevo promesso che lo avrei seguito. Pertanto, per lui, la colpa è mia.

    Inoltre, riguardo al fatto che questo trasferimento non porti alcun vantaggio per me e per i bambini, lui ovviamente, la pensa esattamente al contrario!

    Per lui Roma è invivibile, mentre in Calabria si guadagna per qualità di vita. I figli cresceranno e andranno all'università a Roma, ma per lui, la famiglia deve restare unita...in CALABRIA.

  • Mi ritrovo in quello che scrivi e sinceramente mi hai fatto riflettere su un paio di cose su cui, probabilmente, inconsapevolmente non ci ero arrivata. Non ritengo che il mio sia un atteggiamento vittimistico. Certo, è semplice pensare questo non conoscendo cosa ho vissuto in questi anni (ovviamente non posso entrare nei dettagli in poche righe), completamente "sola", senza alcun aiuto. Ho perso anche i miei genitori nel frattempo e mancando anche un suo vero conforto emotivo in queste situazioni, per giunta. Ho abbozzato troppe cose da lui che non andavano bene. Non mi ritengo una vittima, però è evidente quello che ho vissuto e subito, e non posso non tenerne conto pensando alla sorte del nostro futuro. Cosa penso di buono? I figli, la famiglia unita, i momenti che abbiamo condiviso insieme... ma per il resto, se guardo al futuro, vedo solo incertezza, instabilità, solitudine e incomprensione, sacrificio... un sacrificio che continuerei anche a fare, sia chiaro, ma con una persona che lo capisca e mi comprenda e con la prospettiva di un ricongiungimento.

  • Quindi lui è perfettamente consapevole del mio punto di vista e mi rinfaccia il fatto che io ho combiato idea, perchè prima che ci sposassimo gli avevo promesso che lo avrei seguito. Pertanto, per lui, la colpa è mia.

    Ma è vero? Gli avevi promesso questo? Se glielo avevi promesso qualche ragione ce l'ha, non credi?

    Detto questo uno può sempre cambiare idea.

    Solo tu puoi sapere quanto sia importante per te vivere a Roma e non in Calabria, certamente così non potete continuare, una decisione va presa, in un senso o nell'altro.

  • Mi permetto, tralasciando i tuoi motivi personali che vorrebbero farti chiudere il matrimonio, di spezzare una lancia per i piccoli paesi.

    Non avranno i servizi della grande città, non avranno le prospettive di futuro che ti può garantire, per così dire, una metropoli (anche se è tutto da vedere, se hai un'attività già avviata a conduzione familiare o qualcosa di simile), eppure la pace, la calma, i rapporti umani, i costi della vita più bassi, non cedono al confronto.

    Poi ognuno è libero di fare ciò che vuole ma conosco diverse persone che dopo anni in grandi città come Roma e Milano hanno lasciato tutto per tornare in Sicilia o in Puglia prendendo a gestione attività di famiglia e non se ne sono mai pentiti.

  • Sì, glielo avevo promesso... ma secondo te, cosa ti fa capire una persona che in un certo senso ti obbliga, dicendo "io mi sposo solo se tu mi segui"? Oggi, a dirtelo chiaramente, gli direi "vai e restaci". Qualche anno fa, non avendo ancora maturato questa consapevolezza ed essendo succube delle sue manipolazioni, pur di non perderlo ho acconsentito. Ma poi, nel frattempo, ci siamo sposati, abbiamo messo su famiglia a Roma... e quando lui ha preso la decisione di scendere (in pochi giorni), lo sfacelo... perché poi si è aperto il vaso di Pandora. Ho capito di che pasta veramente era fatto, e permettimi, nella vita, per fortuna, si possono cambiare anche delle scelte se ritieni che così facendo finiresti per rovinarti la vita, in balia di un marito profondamente egoista e dei genitori che lavorano con lui tutti i giorni, mettendo il becco in ogni cosa. Per giunta, andare ad abitare nel palazzo di famiglia, perché lui ha un appartamento da ristrutturare proprio sopra ai suoi genitori. Ed ovviamente, lui ha sempre saputo che a me non piaceva l'idea di vivere là, ma non ha mai voluto sentire ragioni. Il pacchetto è questo, prendere o lasciare... e ti dico anche, abbiamo acquistato casa al mare qualche anno fa (in Calabria), indovina dove? Nello stesso villaggio dove sono i suoi... e lì ho sbagliato io ad acconsentire e mi mangio ancora le mani... pertanto mi si propone davanti un quadretto "perfetto" per andare sulla strada del manicomio!

    Mi permetto, tralasciando i tuoi motivi personali che vorrebbero farti chiudere il matrimonio, di spezzare una lancia per i piccoli paesi.

    Non avranno i servizi della grande città, non avranno le prospettive di futuro che ti può garantire, per così dire, una metropoli (anche se è tutto da vedere, se hai un'attività già avviata a conduzione familiare o qualcosa di simile), eppure la pace, la calma, i rapporti umani, i costi della vita più bassi, non cedono al confronto.

    Poi ognuno è libero di fare ciò che vuole ma conosco diverse persone che dopo anni in grandi città come Roma e Milano hanno lasciato tutto per tornare in Sicilia o in Puglia prendendo a gestione attività di famiglia e non se ne sono mai pentiti.

    Certamente, ed in parte condivido, ma non con il contesto che mi propone mio marito, io mammeta e tu! Ci sono situazioni e situazioni, e poi soprattutto, dipende anche da come è fatta una persona e da quello che vuole. Altrimenti, tutte le città sarebbero spopolate...

  • perchè prima che ci sposassimo gli avevo promesso che lo avrei seguito. Pertanto, per lui, la colpa è mia.

    Scusa ma perché glielo hai promesso?

    Onestamente non capisco perché fare queste promesse se non ne eri del tutto convinta.

    Te lo chiedo perché anch'io ho subìto le conseguenze di promesse non mantenute, di solito quando chiedo una cosa riempio il tutto di "ne sei sicura? Non è che cambi idea? Sicura davvero?", se dall'altra parte mi vengono date garanzie allora per me il patto è fatto. Poi puntualmente non si rispetta nessuno degli accordi presi. Se oggi io e tante altre persone evitiamo di fare e pretendere promesse è a causa di questi atteggiamenti, non lamentiamoci poi se le relazioni si sfasciano.

  • io ho combiato idea, perchè prima che ci sposassimo gli avevo promesso che lo avrei seguito. Pertanto, per lui, la colpa è mia.

    Anche per me.


    Senza farne drammi o sentirsi accusate....nella dinamica delle cose che descrivi, c'è una promessa non mantenuta, e quando una promessa non viene mantenuta, parlando in generale, la colpa è di chi non la mantiene (che a sua volta può avere 1000 motivi per non averla mantenuta, ma rimane il fatto che non l'ha mantenuta).

    Ci saranno altre colpe anche dall'altra parte... non sto dicendo sia l'unica colpa.


    Detto questo, se c'è un modo per provare a cambiare la dinamica della vostra comunicazione che è solo un continuo litigare e rinfacciare...

    uno dei modi è "accollarsela" questa colpa....ammettere di aver cambiato idea (non con una posizione tipo ho cambiato idea, fattelo andare bene, punto) per paura, per pensieri non positivi sul futuro , per tanti altri pensieri ansie e paure che all'epoca della promessa non avevi.... che poi tra l'altro credo sia più o meno la verità, ed esprimere il tuo bisogno di averlo accanto, le tue difficoltà nell'affrontare il quotidiano senza di lui....i tuoi sentimenti di solitudine nell'averlo così lontano...


    Non penso possa cambiare di molto la situazione, soprattutto se per lui l'attività di famiglia è diventato un impegno che non potrebbe abbandonare così facilmente....ma sarebbe almeno una piccola possibilità di fare breccia sul suo carattere che abbiamo capito più o meno in quale tipologìa rientra, per quantomeno ripartire da una comunicazione un po meno avvelenata, più distesa..... anche fosse in vista di una decisione come quella di separarsi....


    Ciao.

  • Scusa ma perché glielo hai promesso?

    Onestamente non capisco perché fare queste promesse se non ne eri del tutto convinta.

    Te lo chiedo perché anch'io ho subìto le conseguenze di promesse non mantenute, di solito quando chiedo una cosa riempio il tutto di "ne sei sicura? Non è che cambi idea? Sicura davvero?", se dall'altra parte mi vengono date garanzie allora per me il patto è fatto. Poi puntualmente non si rispetta nessuno degli accordi presi. Se oggi io e tante altre persone evitiamo di fare e pretendere promesse è a causa di questi atteggiamenti, non lamentiamoci poi se le relazioni si sfasciano.

    Perché se gli avessi detto il contrario, lui non si sarebbe sposato... Ad oggi, col senno di poi, ti dico che lo avrei mandato letteralmente al diavolo, perché è stato un vero e proprio "ricatto emotivo". Tu ti sposi a prescindere, perché se ami una persona, puoi stare ovunque. Però certo, avere la pretesa che da Roma, tua moglie si sposti in un paese, è una pretesa un po' azzardata e all'epoca lui ancora lavorava a Roma. Ma io, dal momento che, erano anni che ci lasciavamo e prendevamo, avevamo il primo figlio (all'epoca di 7 anni), pur di non perderlo, ho acconsentito. MA ripeto, in quel momento ci credevo, non è stata una bugia.

    Tutte queste cose, quello che provo e come mi sento, glielo ho detto miliardi di volte, con le buone, litigando, ma niente, non si smuove. Lui è così e non posso avere la pretesa che cambi. Devo solo fare chiarezza dentro di me su cosa voglio per il mio futuro. Di certo, non spero più che lui torni a Roma da noi. O scendo io, o la storia sarà destinata a chiudersi... È triste, ma è così.

  • Sì, glielo avevo promesso... ma secondo te, cosa ti fa capire una persona che in un certo senso ti obbliga, dicendo "io mi sposo solo se tu mi segui"?

    Io veramente non vedo obblighi in questa richiesta.

    Lui voleva una donna che lo seguisse, punto. Mica ti ha detto di sposarlo per forza, ti ha semplicemente fatto presente questo:

    Cerco una donna che mi segua in Calabria, se sarai tu va bene, se non sarai tu va bene lo stesso.

    L'inganno è stato promettergli qualcosa che non potevi promettere, non lui che ti ha semplicemente detto di volere una donna che lo seguisse.

    Se non ti stava bene gli dicevi di no e ti trovavi un altro uomo, di Roma, che non aveva il tarlo del ritorno alla terra promessa.

    I suoi silenzi fanno capire di essere deluso da questa brusca inversione a U che hai fatto, per lui tornare nella sua terra era la cosa più importante e adesso che ha realizzato il suo sogno (che ti aveva fatto presente PRIMA del matrimonio), gli stai riversando addosso il tuo pentimento.

    Scusa ma qui non vedo egoismo da parte sua, è stato chiaro sin dal principio, te lo ha detto, ti ha detto ciò che voleva dalla vita e tu eri d'accordo. Adesso viene fuori che gli hai promesso qualcosa che non volevi solo per sposartelo ma il cattivo è lui?

    Guarda, fai una bella cosa, chiedigli la separazione, stai a Roma, di tanto in tanto gli spedisci i figli, non vedo alternative. E magari la prossima volta fai attenzione a ciò che prometti.


    Poi sulla questione delle case in Calabria e sul suo legame con i genitori: queste sono dinamiche strettamente personali che avresti dovuto conoscere, mi sembra strano che prima del matrimonio, quando di solito c'è un fidanzamento, tu non ti sia mai accorta del suo attaccamento alla gonnella di mammà. Mica hai incontrato un tizio per caso in strada e gli hai chiesto di sposarvi, ci sarà stato un ragionevole tempo prima di quell'importante passo no? Siete stati fidanzati prima, giusto? Ecco in quel periodo lui non ti ha mai mostrato quanto ci tenesse al babbo e alla mamma?

  • Sì, ho capito, ma se tu ami una persona, ci hai fatto un figlio e avete costruito una famiglia a Roma, come fai a mettermi davanti a questa scelta? Io, se fossi stata al suo posto, non avrei mai trovato il coraggio di lasciare tutto e andarmene, perché prima di tutto viene la "tua" donna. Se metti prima il tuo "smisurato amore per la terra natia", questo mi ha fatto disinnamorare di lui...


    E comunque la questione dei genitori, per ovvi motivi, si è amplificata molto da quando lui è sceso giù, perché finché era a Roma, a 600 km di distanza, da un certo punto chi se ne frega, ovviamente. Una volta sceso giù, molte situazioni sono cambiate ed ho visto da vicino la realtà della situazione, che prima non vedevo e, da un lato, meno male che sia andata così, perché ho aperto gli occhi su tante cose!


    Forse non sono stata chiara, ma prima che noi ci sposassimo, avevamo già un figlio! E tu mi metti davanti a una scelta?

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