Mi viene voglia di farla finita

  • Sono giorni che sto male fisicamente con l'intestino. Tutto è accompagnato da ansia, che mi porta a vivere qualsiasi cosa con estrema sofferenza fisica e mentale. Sono stato in cura per anni, sono stato meglio per poi ricadere in questo altalenante vortice durante il COVID. Questi giorni sono impegnativi per diverse ragioni, il fatto di dover vivere questi momenti sentendomi addosso degli impegni ai quali dover adempiere è straziante. Vado a letto con dolori e pensieri e mi sveglio con dolori e pensieri, neanche durante la notte riesco a stare tranquillo. Ho provato ad andare nuovamente in terapia, ma non mi è stato inutile e prima della scorsa estate ho smesso di comune accordo. Ho riprovato a contattare il CSM, ma mi è stato detto che non hanno nulla da offrirmi oltre a quello che già avevo tentato.

    Ora sto qui, dolorante e con pensieri negativi, l'unica cosa che mi viene da pensare è sperare che mi venga un colpo e farla finita. La mia ragazza mi ha invitato a pensare come questo sia un momento di sofferenza acuta, ma ci sono altri momenti in cui sto bene. Lo riconosco, ma non voglio continuare così ed è per questo che sto anche valutando se allontanarmi da lei (anche se a suo avviso è una stupidaggine). Lei offuscata da sentimenti nei miei confronti, io offuscato dalla sofferenza che vivo. Sto valutando inoltre la possibilità di farla finita e spendere i soldi che ho per chiedere un consulto in Svizzera per un'eventuale eutanasia.

    La verità è che non ho provato tutte le strade per star meglio, ma non ho l'appoggio di nessuno e andare alla ricerca di un malessere che sia fisico o psicologico è per me una strada più complicata e tortuosa rispetto a quella di una fine. Sono così stanco che non ho nemmeno la forza di piangere.

    Ora come ora vorrei solo che un fulmine mi colpisse, anche se con l'avvento della primavera è difficile. La primavera che la gente vive, mentre nella mia testa c'è solo un rigido inverno.


    Vi chiedo scusa.

  • Ciao Zaraki, mi dispiace leggerti così sconfortato.

    Ma i sintomi che hai sono psicosomatici oppure legati a intolleranze, disturbi intestinali? Perché quelli sono affrontabili in maniera abbastanza semplice, sono molto comuni e diffusi, a volte ci vuole tempo e vari tentativi con diete mirate, ma le soluzioni ci sono.

    Non conosco bene la tua storia, quindi immagino abbia radici antiche ma posso solo ipotizzare, o magari leggere tuoi vecchi thread.

    La vicinanza della tua ragazza ti aiuta? Lei com'è caratterialmente? State insieme da tanto?

  • qual è la difficoltà nel provare a curare il problema all'intestino?

    Anni fa andai da una psicologa di un ospedale. A suo avviso andava tutto bene e quindi mi indirizzò verso un gastroenterologo. Feci diverse analisi, tutte negative. Presi un farmaco (mi pare contro la colite ulcerosa) e la cosa non migliorò. Infine, feci una colonscopia e le cose a loro avviso andavano bene.

    Passarono altri anni e andai prima da altri psicologi, poi da un altro gastroenterologo. Feci solo una visita da quest'ultimo, mi prescrisse altre analisi e non ricordo nemmeno se le feci (portai mia madre con me e quando parlai di un aspetto legato all'ansia, quasi mi "ridicolizzò" dando per scontato che fosse quella prima ancora di leggere gli incartamenti).

    L'anno scorso ho provato una dieta durata un mese, non hai idea di cosa comportò a casa...continui rinfacci e un susseguirsi di problemi legati al cucinare, alla spesa ecc.

    Teoricamente potrei/dovrei/vorrei fare degli esami legati a intolleranze alimentari (feci una decina di anni fa solo quello per la celiachia ed era negativo), ma non saprei da cosa partire e a quanto ho letto e sentito da medici non sono nemmeno troppo attendibili se non quello specifici per celiachia e lattosio.

    Vorrei solo un aiuto a livello pratico, invece a casa ho solo rinfacci, continui atteggiamenti da Ponzio Pilato quando si parla di un problema e tanta, tanta frustrazione che si va a sommare ai sensi di colpa.

  • Non è una colpa stare male. Hai notato se, nei periodi in cui ti senti meglio, i fastidi allo stomaco si alleviano? Sai il nostro intestino è come un secondo cervello, somatizza tantissimo il malessere psichico.

    Hai mai fatto un consulto con uno psichiatra? Seguito terapie farmacologiche?


    Lo so che l'ambiente domestico ti fa stare peggio, ma sappi che non hai nessuna colpa. Sei solo una persona che non viene compresa nel suo malessere. Un abbraccio caro, forza <3

  • Ciao Zaraki,

    Mi dispiace leggerti così sconfortato.

    Ma i sintomi che hai sono psicosomatici oppure legati a intolleranze, disturbi intestinali? Perché quelli sono affrontabili in maniera abbastanza semplice, sono molto comuni e diffusi, a volte ci vuole tempo e vari tentativi con diete mirate, ma le soluzioni ci sono.

    Non conosco bene la tua storia, quindi immagino abbia radici antiche ma posso solo ipotizzare, o magari leggere tuoi vecchi thread.

    La vicinanza della tua ragazza ti aiuta? Lei com'è caratterialmente? State insieme da tanto?

    La componente legata all'ansia c'è sicuramente, ma come dicevo in un'altra risposta stavo pensando di fare dei test per intolleranze alimentari, perché sto male anche quando sono a casa tranquillo. Non so come spiegarmi, ma è come se non avessi la forza di andare alla ricerca di qualcosa che non so nemmeno se uscirà fuori.

    Non ho parlato mai della mia storia se non a pezzi in diverse discussioni (non necessariamente mie).

    La mia ragazza non vive più nella mia stessa città, quando ci vediamo la cosa mi fa piacere da un lato, ma dall'altro mi carica mentalmente di responsabilità e impegni, come se l'andare a mangiare fuori fosse più un dovere che un piacere, perché appunto lei non vive più qui.

    Lei cerca di aiutarmi, cerca di sostenermi e di farmi pensare alle cose positive, ma in risposta io sono una m∙∙∙a e quando vivo quei momenti la tratto anche male, mettendo il broncio o cercando dei compromessi a causa del mio malessere.

    Ci siamo conosciuti all'università, le cose all'inizio andavano perfettamente, il COVID ci ha allontanato fisicamente, ma mai emotivamente. Sono riandato da uno psicologo anche grazie a lei, purtroppo con scarsi risultati come mi pare di avere già detto

    Zaraki no....sei una mente molto brillante, non è giusto.


    C'è qualcosa, qualche attività o luogo che riesce a darti conforto?

    Ti ringrazio per il complimento anche se non sono del tuo stesso avviso. La vita purtroppo non è giusta o sbagliata.. purtroppo.


    La mia sarà una "non risposta", nel senso che l'unica cosa che mi crea sollievo è l'evitamento. Starmene tranquillo a casa, senza dover rendere conto a niente e a nessuno. Non è una soluzione, soprattutto perché a volte sto male fisicamente anche a casa, però è meglio di moltissime altre cose al di fuori di quella che io chiamo una comfort-zone immaginaria.

  • Zaraki mi dispiace molto che ti senti così e sono contenta tu abbia aperto questo thread, perché nell’altro potevo mandarti solo la reazione dell’abbraccio essendo che l’hai impostato come “diario” e dunque chiuso a commenti esterni.


    Ascolta, ricordando un po’ altri tuoi interventi secondo me a gettarti giù in maniera così dolorosa è anche l’ambiente famigliare che non ti fa sentire visto/ apprezzato sufficientemente. Con questo non voglio dire che i tuoi genitori sono cattive persone, non mi permetterei mai e non conosco la situazione, ma a volte stare dentro casa da adulti esacerba certi meccanismi duri a morire con il risultato che questi ci fanno colare a picco. La distanza in questi casi è sana, ti fa tornare a rifiorire letteralmente.


    Perché avevi interrotto il percorso col CSM se posso chiedere? Perché non riprenderlo con gli stessi presupposti di un tempo? Intanto, meglio di niente, poi come saprai di certo, sono percorsi lunghi, quindi è possibile scontrarsi con l’idea di non far progressi.


    Anche lasciare la tua ragazza, che mi sembra che a te tenga e molto, mi sembra proprio una cattiva idea, non è allontanandosi dagli affetti che si starà meglio, anzi.


    Per quanto riguarda i problemi intestinali, perché non vai dal medico di base e ti fai prescrivere qualche esame? Noti che stai male mangiando certi alimenti? I sintomi peggiorano in certi momenti della giornata? Come diceva cinchikira l’intestino è il nostro secondo cervello e può benissimo essere che sia una problematica legata all’ansia, tanto più che qualche tempo fa avevi già scongiurato problemi fisici.


    Prenditi cura di te e pensa che non è un momento destinato a durare per sempre, questo, potrai stare meglio, anzi, bene!

  • Non è una colpa stare male. Hai notato se, nei periodi in cui ti senti meglio, i fastidi allo stomaco si alleviano? Sai il nostro intestino è come un secondo cervello, somatizza tantissimo il malessere psichico.

    Hai mai fatto un consulto con uno psichiatra? Seguito terapie farmacologiche?


    Lo so che l'ambiente domestico ti fa stare peggio, ma sappi che non hai nessuna colpa. Sei solo una persona che non viene compresa nel suo malessere. Un abbraccio caro, forza <3

    Razionalmente so che non è una colpa, ma così è come mi sento nel momento in cui niente e nessuno riesce a capire il tuo malessere. In quel momento inizio a pensare di essere sbagliato, di non essere adatto alla vita.


    Quando andai dallo psicologo che diede una svolta alla mia vita (diciamo così), vedevo che non c'erano dei miglioramenti. Proposi io stesso di intraprendere una terapia farmacologica, credo che fu tra gli sbagli più grandi che feci nel mio percorso.

    Non solo non servirono assolutamente a nulla (parlo di anni, almeno 2-3), ma mi annientarono mentalmente.

    Sempre stanco, difficoltà di memoria e arrivai a prendere una ventina di chili. Sia chiaro, non mi interessa degli effetti collaterali, ma se sono l'unica risposta che i farmaci ti danno senza alcun beneficio allora capisci che è una barzelletta. Mi ricordo ancora ciò che dissi allo psico per motivare questo percorso farmacologico: «sono pronto a tutto».

  • Ho provato a riposare, ma in realtà non ci sono riuscito.


    Il primo era stato interrotto di comune accordo con il mio psico. Stavo meglio, ho iniziato l'uni, mi sono trovato nuovi amici, ragazza...poi la pandemia...poi di nuovo il buio.

    Il secondo tentativo, invece, è stato del tutto inutile. La psicologa non mi stimolava e praticamente me le cantavo e suonavo in maniera del tutto autonoma. Lei ascoltava perlopiù o ripeteva ciò che considerava giusto delle mie analisi/considerazioni.

    Quando poi sono tornato per richiedere aiuto (quando ho iniziato a scrivere su questo forum praticamente) mi hanno detto che non c'era nulla che mi potessero offrire.


    Il mio medico di base mi prescriverebbe "visita gastroenterologica" e poi? Poi dovrei attendere o magari chiedere soldi ai miei per una visita privata che non risolverebbe probabilmente nulla, oltre che alimentare sensi di colpa e discussioni in casa. Però è ovvio che qualcosa dovrò fare! Vorrei fare questi test alimentari, ma come già detto pare siano inutili.


    È un periodo, ma se questo deve emergere così spesso, davvero, non ce la faccio!

    Grazie Paola per il supporto, sia qui che sul "diario" <3

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