Riflessioni su complottismo e mass media

  • Una sorta di presa di coscienza critica di fronte all'annientamento dei principi democratici da parte di chi si definisce democratico a spada tratta. E niente vi saluto dicendo che sto diventando complottista...

    "Complottista" è un termine che non significa nulla e serve unicamente a "rinchiudere" i pensatori critici all'interno di un'etichetta che incorpora anche tutta una serie di individui che, seppur sul fronte - apparentemente - opposto, in realtà seguono le stesse identiche logiche "di gregge" di coloro a cui affermano di opporsi. In questo modo è possibile per i "benpensanti" screditare con facilità qualunque posizione, non importa quanto argomentata e sostenuta da fatti e ragionamenti, utilizzando tutta una serie di teorie strampalate opportunamente fatte circolare, principalmente sui social, ed alle quali individui privi anch'essi di senso critico (o comunque non disposti ad utilizzarlo per seguire una "fede", che si tratti di "complottismo" oppure "scientismo") forniscono sia una sorta di spuria "validazione" (sempre di gregge, alla pari della narrativa ufficiale) che diffusione capillare all'interno di quello che viene considerato, a torto non essendolo affatto, un movimento omogeneo.


    No, come giustamente hai scritto è la tua coscienza critica che, risvegliatasi o perlomeno "disturbata" nel suo torpore indotto, ti ha permesso di realizzare quello che da sempre hai davanti agli occhi pur non riuscendo a distinguerlo. Ora che hai "visto" molto probabilmente non riuscirai più a "non vedere" od a dimenticare di "avere visto", questo è il destino che accomuna tutti coloro che sperimentano tale processo. Se sei realmente determinata ad intraprendere questo percorso preparati, come già puoi averne avvisaglia dal tono di certi interventi in questa stessa discussione, a tutta una serie di osservazioni sminuenti e qualunquiste volte a screditare il messaggero piuttosto che il messaggio, insomma ad "attraversare il deserto" ed a ritrovarti improvvisamente sola anche in mezzo a persone che credevi di conoscere bene. Chi ha vissuto "dall'altra parte" il Covid sa molto bene, suo malgrado, cos'abbia significato tutto questo.

  • Una cosa è il complottismo, in cui non voglio ricadere. Un'altra è l'analisi super partes e la sfiducia nei mass media.

    Il complottismo secondo me è nato perchè molti si sono resi conto che l'informazione non è a servizio dei cittadini, come invece vorrebbero far passare e come dovrebbe essere.

    E che purtroppo un giornalismo che viene nutrito da manager e imprenditori, non può essere di per sè stesso "libero".


    E' importante quindi essere aperti e cercare informazioni su diverse piattaforme che abbiano visioni politiche diverse. In questo modo è possibile reperire molti dati e farsi un'idea più ragionata e un po' più scevra da campanilismi.


    E' indubbio che ogni lotta e controversia, mascherata da religioni o politica, è in realtà dovuta sempre a questioni economiche. Al popolino viene venduta e ricamata con principi di vario genere, ma la sostanza è sempre economica o egemonica.

    Pertanto la questione israeliano/palestinese è nata da una specie di risarcimento e da una convenienza militare. Si è voluto risarcire gli ebrei per l'enorme orrore impostogli, concedendogli l'agognata terra e creare uno stato cuscinetto occidentale che facesse da "garante" e da spina nel fianco del mondo islamico. Questo è stato fatto però in modo frettoloso e con la solita tracotanza occidentale. Il risultato è stato che i paesi confinanti non hanno gradito questa imposizione e hanno scatenato una guerra dopo il primo giorno di proclamazione dello stato di Israele. In quel giorno si doveva proclamare anche lo stato Palestinese, ma la guerra ha stoppato tutto il processo e quello stato non è mai nato.

    Israele aveva amici potenti nell'America e poteva disporre di ingenti capitali. Pertanto la guerra è stata vinta. Ma in luogo di rimanere confinati nei territori che gli erano stati assegnati, Israele ha portato avanti una vera e propria campagna di annessione. Cosicchè la Palestina si è vista "mangiare" sempre più territori fertili. E questo ha esacerbato ancor di più gli animi.

    Ricordiamoci che l'ortodossismo ebraico non differisce molto dall'ortodossismo islamico, se non che gli ebrei hanno una predilezione per la divulgazione della cultura e dell'imprenditoria in ogni loro fascia sociale e sono molto organizzati in ogni cosa.

    Pertanto non credo che la questione possa essere risolta finchè ci saranno così tanti interessi in gioco. C'è sempre infatti chi stimola con attentati armati e faide l'odio, ogni volta che c'è aria di accordi di pace (come in questo caso appunto, in cui gli Emirati stavano per concludere alcuni accordi di affari con Israele).

    Stessa cosa per gli stati africani, per le guerre in Iraq, Iran, Libano e Libia, promossi dagli Usa o da Inghilterra e Francia per il controllo del petrolio.

    Quando le persone inizieranno a rendersi conto di essere semplici strumenti in mano alla propaganda, allora forse smetteranno di volersi ammazzare credendo a sciocchezze come la religione, la razza o la presunta superiorità civile.


    Nel caso dell'Ucraina, a Putin non frega nulla dei civili del Donbass. Quanto del fatto che in esso vi sono i maggiori giacimenti di gas e minerali della nazione. Gas che l'Ucraina si apprestava a vendere direttamente all'Europa, bypassando la Russia. Senza contare che la Russia era in declino economico e che Putin ha sempre mirato a ristabilire l'impero economico dell'URSS. Per lui l'Ucraina era un suo dominio.

    Con questo non voglio dire che mi stia simpatico Zelenski e la sua combriccola di pseudonazionalisti. L'Ucraina, come quasi tutti i paesi dell'est che sono stati soggiogati dall'ideologia comunista con la forza, odia il comunismo e tende molto verso l'estrema destra. Pertanto non sarei molto felice che la stessa venisse inglobata nell'Unione Europea. Paesi come la Polonia, L'Ungheria ecc. stanno regredendo sul fronte dei diritti civili e femminili. Molto pesantemente.

    Ovviamente anche agli Stati Uniti non frega nulla dell'Ucraina, ma è solo una pedina per espandere il proprio mercato. Perchè gli Stati Uniti invadono il mondo con la loro supremazia economica, oltre che con il loro esercito.

    Ma è un giochino che sta per concludersi. Cina e India, con il medio oriente, pur non amandosi molto vicendevolmente, stanno facendo fronte comune perchè non ci stanno più a dividersi le briciole lasciate dagli USA. Volenti o nolenti, in maniera pacifica/economica, oppure con le armi, otterranno il posto che gli spetta nell'ordine mondiale. E prima l'occidente ne verrà a patti, e prima riusciremo a costruire nuovi equilibri.

    Altrimenti la risposta sarà una sola.... e non sarà piacevole per nessuno di noi cittadini comuni.

  • Io ho un ottica Marxiana... tutte le guerre (incluse le atrocità annesse e connesse e presenti in tutti i conflitti) sono guidate da interessi economici, tutte il resto (etnia, religione, patriottismo, etc etc) sono il condimento per convincere le persone comuni a combatterle.

    Purtroppo anche io... anche se continuo a non capire come si arrivi a certi livelli.

  • Allora un conto il complottismo come definizione, un conto chi oggi è definito così.


    Mi spiego, oggi un complottista è semplicemente uno che si è posto qualche domanda riguardo temi su cui non c'era spazio al dubbio, io sono un complottista (definito così da molti) perché non ho fatto il vaccino COVID.


    La faccenda si è allargata al conflitto russo ucraino (complottista chi provava ad andare contro le posizioni stabilite da Biden), oggi complottista diventa irrimediabilmente una persona che esprime solidarietà al massacro palestinese.


    Rispondendo al titolo del thread, ormai la situazione è abbastanza tragica sul discorso Mass Media, però mi tolgo un sassolino dalle scarpe, lo era tragicamente anche durante il COVID solamente che molte persone non avevano questa sensibilità, che oggi per i motivi tragici che si vivono, per forza di cose resuscita.

  • Il livello di affidabilità dell'informazione in Italia è scarso. Pochi giornali rientrano nella decenza. L'unico/ultimo verificato era Il Sole 24 ore.

    La fonte di questa informazione è pubblica e si rifà a test standard che vengono effettuati in tutti i Paesi. L'Italia è piuttosto bassa in classifica.


    Lo stesso scenario della guerra di Gaza lo abbiamo anche riguardo quella in Russia e tutte le altre guerre che riguardano occidente/oriente in generale.


    Bisogna stare attenti però a usare termini come "democrazia", perché viene spesso confuso con "anarchia".

    La democrazia non è la libertà totale: è una forma complessa di limitazione della libertà di tutti per tramite di una rappresentanza.


    In democrazia si possono anche usare propagande o "armi sporche".

    Il fatto che un regime sia "democratico" non ne garantisce in alcun modo la genuinità generale, anzi: più il popolo è corrotto e corporativo e più l'operato del governo democratico sarà corrotto e corporativo. Il governo attuale ne è chiara dimostrazione.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Ri-saluto chi si ricorda di me. Leggo i vostri commenti e mi rendo conto che ho troppo deviato sul termine "complottista" che in realtà avevo usato un po' in chiave ironica. Ciò che mi crea una sorta di costante sofferenza interiore è percepire la violenza con cui anche i più impensabili tra giornalisti e politici difendono l'indifendibile (e forse qualcuno finalmente si sta disallineando)


    Non voglio fare la pivella, che le guerre siano guidate da interessi economici e che la guerra implichi il più totale disprezzo della vita umana non è una novità. E non è certo che si possa mettere riparo dando credito a slogan come "bombe intelligenti", "guerra per esportare la democrazia"...ma è l'omologazione delle reazioni di chi ha potere e visibilità che mi sconcerta, sia di politici che di mass media.

    L'assenza quasi totale di reazione o di una qualunque forma di opposizione e la violenza verbale esercitata nel tentativo di nascondere ostinatamente l'elefante dietro il dito.

    Il tentativo estremo di negare un'evidenza chiara come una fotografia: c'è in corso un tentativo di sterminio di una popolazione o, a volerla vedere più rosea, c'è un'azione militare guidata dalla sete di sangue e vendetta. E' lì, che ci parla con centinaia di morti al giorno, mancanza di fornitura di aiuti umanitari, mancato rifornimento di carburante indispensabile per gli ospedali, acqua e luce razionate. Voglio dire: è davanti a noi e non è più nemmeno lontanamente legittima difesa di uno stato dall'esecrabile terrorismo di Hamas.


    Allora guardo quelle facce ingessate, quegli assurdi post dove si gioisce per due ostaggi liberati a fronte di centinaia di morti civili, dove si parla della "cattiveria dei cattivi" mettendo chi è altrettanto assassino nella posizione di presunta vittima (manipolando pure la Shoà) e, davvero, mi prende lo sgomento: non della guerra in sé ma della TOTALE ASSENZA DI REAZIONE UMANA. Va bene la propaganda tipica delle guerre ma qui si arriva all'assurdo di difendere e giustificare l'indifendibile. Sempre stato così? Può essere ma solitamente qualcuno che si discosta c'è.


    Ho vissuto giorni in cui questa sensazione mi ha provocato rabbia e sofferenza, mi sono un po' risollevata sentendo almeno le dichiarazioni di Borell (UE commissione difesa) e Guteress (ONU). Ho intravisto un barlume di umanità, ma c'è stato un momento dove la forzatura e l'imposizione della chiave di lettura dei fatti è stata violenta: con Israele senza se e senza me, il diritto alla difesa di Israele, lo sciacallaggio su quelle immagini dei 1400 civili uccisi (azione che ovviamente condanno con altrettante veemenza e convinzione per carità).


    E sì lasciando perdere i complottismi mi sento provata, più guardinga e più attenta rispetto a ciò che mi circonda. Informarsi ormai è un'impresa titanica, una sorta di sopravvivenza al caos.

    Da un punto di vista di analisi politica mi sento di condividere praticamente tutto ciò che hai detto. E' un punto di vista molto lucido.

  • Da un certo punto di vista la mia vita è più semplice e lineare rispetto al tema in generale della guerra. I mass media possono dire quello che vogliono (tra l'altro io non ho neanche la televisione) e fare la loro narrazione di parte che poi spesso non è neanche una bugia pura quanto piuttosto quella che alcuni sociologi chiamano post verità. Per Me la guerra è sempre un abominio dove le vittime sono sempre le persone, la maggioranza sacrificata per gli interessi di una minoranza. Le vittime sono i civili e i soldati russi, ucraini, israeliani, palestinesi, etc etc in un gioco infernale che non si ferma mai. Non mi serve soffermarmi sul singolo episodio in qualunque modo venga raccontato. La guerra è un momento acuto di un continuo sfruttamento dell'uomo sull'uomo. Persone che non si conoscono e che in un'altra condizione sarebbero amici mandati a massacrarsi l'un l'altro... rileggere Brecht non fa mai male.

    I ricordi sono sempre bagnati di lacrime

  • La democrazia non è la libertà totale: è una forma complessa di limitazione della libertà di tutti per tramite di una rappresentanza.

    Vai ripetendo spesso questo ritornello, ma invece il prof. Barbero dice che la democrazia è l'espressione massima della libertà, altro che limitazioni!

    Il fatto che un regime sia "democratico" non ne garantisce in alcun modo la genuinità generale, anzi: più il popolo è corrotto e corporativo e più l'operato del governo democratico sarà corrotto e corporativo. Il governo attuale ne è chiara dimostrazione.

    Lascia perdere l'italietta...

    La democrazia...quella vera sta sempre più abbandonando l'occidente collettivo.

    Lo dicono gli stessi oligarchi europoidi alla Vonderleyen che si la volontà popolare, che si l'opinione pubblica è importante e ci vuole tanto rispetto...ma quel che sa da fare si fa punto.


    Scimmiottano la Cina.


    Si prospettano tempi interessanti...

  • Tutti sono vittime nelle guerre e poi lontano dai potenti a volte l'umanità dà segni di piccola speranza...

    Ecco un classico esempio di propaganda di parte. Tralasciando il fatto che Fanpage è sostanzialmente un ripetitore acefalo di qualunque versione ufficiale del momento, ovviamente gli ucraini anche in questo caso sono i buoni che si prendono carico pure delle sofferenze dei russi cattivi e brutti. Non esiste nulla spacciato dai media che non sia volto alla manipolazione della percezione, a volte in maniera plateale ed altre più sottili come questa. Ciò non toglie che episodi di questo genere non possano accadere, e saranno certamente accaduti in ogni epoca ed ogni parte coinvolta, ma stranamente ormai assistiamo solamente a fatti simili che coinvolgono solo ed esclusivamente una delle due, cancellando di fatto l'altra, e relativi a quella per cui noi, noi intesi come occidente, facciamo il tifo. Ucraina, Israele, o di chiunque altro si tratti, basta che stia dalla parte giusta, cioè la nostra. E tutti gli altri vadano pure al diavolo.

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