Scuola di solitudine

  • La lampadina e il frigorifero non hanno grossi effetti sulla psiche.

    Sul frigo contemporaneo (da 2,5k) avanzerei qualche dubbio se dotato di IA e interconnesso con la bilancia pesa-persone che se ti becca ad aver messo su 200 gr non previsti lo comunica al frigo che blinda la porta, ti apre un microsportello che ti propina un'insalatina scondita mentre tutti gli altri gadgets domotici in coro ti ammoniscono ossessivamente con tono grave ed inquietante "pèntiti peccatore, pèntiti..."

  • A me sta capitando l'opposto, dopo tanti anni per conto mio, non ce la faccio più. Non mi basto, non riesco più nemmeno a guardare un film perché lo guardo con me stessa tanto.

  • A riguardo delle interazioni virtuali tra persone pesanti, che si sentono sole in compagnia anche reale ma di persone leggere, io non l'ho mai sperimentato di persona, ma ho sentito parlare bene di reddit in questo senso.

    Sì, reddit è uno dei social utilizzati per argomenti "pesanti", ma ce ne sono anche altri.

    Persino questo sito ha una funzione simile. Alcuni degli argomenti che trattiamo qui sono "pesanti" come macigni.



    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Avete mai pensato alle sensazioni che provate quando siete depressi? Avete mai pensato invece alle sensazioni che provate quando non lo siete? Quando state meglio? Quando siete depressi e vi scontrate con la realtà!

    Lì qualcosa potrebbe accadere e potreste realmente fare qualcosa per cambiare in meglio (per voi) la vostra vita però non c'è la fate? :pensive_face:


    Vivere meglio vuol dire accettare o trovare un equilibrio in questa società? Lo so, spaventoso e inquietante...

    Quando sto meglio è perché accetto tutto quello che mi circonda , ma in che modo ci sono arrivato? Con l'effetto dei farmaci? Una sedazione al mio vero io... Una sedazione che sì, non mi fa sentire il dolore , ma che spegne quella parte di me che cerca altro...

    Depressione, ovvero "premere verso il basso", quando siamo schiacciati da tutto.


    Viviamo in questa società e dobbiamo esserne all'altezza e condividerne i valori... Valori... Che valori esistono oggi? La gentilezza, la sensibilità, il rispetto, l'educazione, la compassione, l'altruismo etc.. sono considerati alla stregua di difetti... debolezze...

    Allora spero ancora una volta di deprimermi per trovare in quella situazione il coraggio e la forza di seguire una via diversa dall'accettazione di questo presente... Ora non mi identifico in niente, ma non so se questo mi possa proteggere...


    Per ora sembra funzionare ma è pur sempre un trucco :slightly_smiling_face:

  • E' proprio qui la madre di tutti i problemi secondo me.

    Ma chissà perchè la psicologia, la psichiatria, ci metto anche la neurologia, la sociologia, la politica, la cultura ecc ecc non ne vogliono mai parlare???

    Io credo che nelle tribù delle Andamane, fra gli indiani d'America pre-colonizzazione, gli indios dell'Amazzonia ecc non c'era tutto quest'esaurimento che c'è oggi qui in occidente e Giappone/Corea associate.


    Il progresso ha i suoi indubbi pro ma ha inevitabilmente anche i suoi contro.

    Certamente, attualmente ci sono pro e contro, ma non penso che i pro e contro siano davvero legati al progresso in senso stretto. La tecnologia è solo uno strumento. Un mezzo di potere, il potere equivale alla forza che è la capacità di svolgere un lavoro, nulla più. Come ho detto anche altrove la forza non è una virtù perché non è né buona né cattiva, ma è un valore in quanto è misurabile, ad esempio anche il potere/forza monetario è misurabile, così anche il potere tecnologico, basta guardare le sfide tra le auto da corsa, vincerà quella che ha un potere tecnologico misurabile maggiore. Insomma sono tutti strumenti, sta a noi l'uso che ne facciamo.


    Ed è proprio qui che sta il punto. Userò la frase di Spider-Man "Da grandi poteri derivano grandi responsabilità". Ma i nostri istinti naturali non sono tarati per relazionarsi adeguatamente con una tale e improvvisa sovrabbondanza di potere, sono obsoleti. Come montare il motore di una Ferrari su un triciclo. Quindi la tecnologia ci lancia una sfida: crescere come individui, per poter accogliere il motore più potente senza finire in pezzi.


    Prima il potere era nella mani della natura e noi eravamo succubi, come dei bambini che si affidano ad un genitore, la tecnologia ha segnato una nostra ribellione al genitore è ha quindi introdotto la razza umana ad una fase di adolescenza. L'adolescenza si sa, come tutte le fasi di passaggio è uno stato ibrido, imperfetto, non si è già più bambini ma nemmeno ancora si padroneggia lo stato adulto, e questo crea un conflitto, quello che stiamo vivendo in questa epoca. Non siamo ancora abbastanza maturi come individui per raggiungere uno stato di equilibrio sano con il potere tecnologico. Siamo ancora che ci facciamo i dispetti e le lotte tribali. Ecco che la useremo per controllare e dominare gli altri (istinto del territorio) o dio solo sa per soddisfare che istinti naturali.


    Se natura e progresso si osteggiano significa che sono opposti. Ma gli opposti sono concetti strettamente legati l'uno all'altro, come caldo e freddo, luce e buio, tipo il simbolo del tao, sono le due facce opposte della stessa medaglia. Ora siamo succubi di tutta la medaglia, sia della nostra natura, dei nostri istinti più primordali, sia della tecnologia. A mio avviso, per diventare adulti, va dominata tutta la medaglia, non solo metà, quindi va padroneggiata tanto la tecnologia, mettendola al nostro servizio invece che esserne schiavi, quanto la nostra natura; per non dare una bomba atomica in mano a una "scimmia". Ora la domanda è: cos'è un essere umano che ha padroneggiato la sua natura?


    Se penso che la tecnologia potrebbe essere usata per far fare tutto il lavoro "becero" alle macchine, sgravando da esso l'uomo, e concedendo quindi all'uomo un sacco di tempo libero per dedicarsi all'otium romano, a studiare, progettare e coltivare se stesso in bellezza e coscienza, a divertirsi, a vivere bene, libero dalla fatica e dalle malattie, ma ci vorrebbe una redistribuzione della ricchezza prodotta dalle macchine, ma questo i nostri avari istinti di natura animale per ora ce lo impediscono, per questo dico che va dominata tutta la medaglia, non solo un lato.

  • Effettivamente andarsene interrompendo il dialogo è un po' antipatico.

    Quindi rispondo:

    perché se quello che qui accade "non vi piace" o "vi infastidite" ne fate una questione di "autorità" tale da dovervene andare?


    Capisco se proprio l'argomento fosse totalmente fuori dal vostro interesse, ma nel caso sappiamo che non è così.


    Questa "intolleranza" alle volte è figlia dell'abitudine a vivere in solitudine o comunque senza frequentazioni significative e vincolanti, per cui: siete sempre voi a decidere che film guardare, che argomento trattare e come trattarlo.


    Per stare con gli altri a volte è necessario allargare quelle corde che nell'abitudine a frequentare prevalentemente se stessi tendono a stringersi.


    Lo dico perché capita anche a me, non perché mi ritenga più bravo di voi ad evitare il problema.

    E' vero questo difatti ti ho laikato, però c'è anche un altro fattore e cioè che quello che dovevo dire l'ho detto e molto altro da dire non c'era per questo volevo andare via. Poi se ci fate caso prima di ieri non sono mai intervenuto in questo thread perchè l'argomento solitudine per me è scontato, quindi...

    Inoltre ho il sospetto che questo thread sia stato concepito da un dialogo nel thread di Duegoccedichanel fra appunto Duegoccedichanel, me, Psycho Mantis e qualche altro che non ricordo nel periodo di Ferragosto, così per dire.

    Comunque si se sei abituato a stare da solo ti comporti come quando sei alla tv on-demand, ti ritrovi un potere decisionale enorme e ne abusi.

    Totalmente d'accordo.

    Tutto prevedibile, ed in certa misura è ciò che si vuole ottenere.

    Ecco...e qui finalmente trovo risposta alla mia domanda. :thumbup:

    Non è la politica a decidere, sono i mega global brand che impongono ai politici cosa possono o non possono decidere.

    Gli intellettuali realmente indipendenti ne parlano eccome, ma non sono ascoltati, o ascoltati con sufficienza e denigrati.

    Dai, che lo sai meglio di me :S

    Certo...lo so che sai che so ^^, ma ho usato il termine "politica" per fare una sintesi...e vedo che anche la parola politica una certa orticaria l'ha provocata...ora figurati addentrare qui dentro le robe "superiori alla politica"...avrebbe provocato il mio ban. ^^

    Infatti, soprattutto il primo è considerato islamofobo, misogino, populista etc, invece, depurato da alcuni suoi eccessi, propone un sincero e genuino umanesimo che apprezzo sin dai suoi primi lavori.

    :thumbup:

    Ci posso provare io a tenere qua mai e giuseppex, due utenti senza dubbio interessanti (il secondo lo conosco da un po' di più).

    Che ve possino...tu e Bruce mi avete fatto intervenire di nuovo. :cursing:


    Scherzo... :)

    A me sta capitando l'opposto, dopo tanti anni per conto mio, non ce la faccio più. Non mi basto, non riesco più nemmeno a guardare un film perché lo guardo con me stessa tanto.

    Comprendo bene...


    Io resisto bene perchè sono rimasto molto deluso dalle mie vecchie compagnie e dalle ultime presunte.

    In pratica con questi elementi era diventata una competizione _uscire, condividere, anche nel parlare del più e del meno, ecc_ era tutto un utilitarismo sfrenato...la macchina, il modo di vestirsi, con chi ti fai vedere, dove usi andare...ma basta!!!

    Allora mi son detto "ma che devo stare più stressato di quando lavoro? Tanto vale la sera starmi a guardare in maniera sonnacchiosa una partita del campionato di seconda divisione svedese..." ^^

    Oh di sicuro mi rilassa e mi toglie un po' di pensieri!

    Ma al di là di questo comunque ho sviluppato un altro tipo di socialità...una socialità meno fidelizzata, io in tutte le occasioni dove posso attacco bottone con sconosciuti parlando del più e del meno, questo nel lavoro, alla fila nelle poste, dal tabaccaio, al supermercato...ovunque dove posso.

    Ho tre vantaggi così facendo: sono libero di esprimermi tanto l'altro non mi conosce e forse non mi rivedrà più, anche lui è più libero di esprimersi quindi il nostro rapporto di condivisione è più libero, spontaneo e paradossalmente libero da quasi tutti i filtri, ed in ultimo facendo questo mi trovo sempre la porta semi-aperta per conoscere qualcuno che potrà diventare forse chissà un mio autentico nuovo amico con cui condividere qualcosa di nostro interesse.

    E faccio questo nonostante sia una persona timida ed introversa...quindi se lo faccio io penso che possano farlo anche altri qui.


    Ciao :)

  • ma ho usato il termine "politica" per fare una sintesi.

    Mi era molto chiaro.

    In realtà ti ho risposto in considerazione del fatto che in tanti potrebbero non aver letto (e come non capirli :S ) le nostre fanta-elucubrazioni sul cosmo scaturite dal dibattito "pandemico".

    comunque ho sviluppato un altro tipo di socialità...una socialità meno fidelizzata

    mi trovo sempre la porta semi-aperta per conoscere qualcuno che potrà diventare forse chissà un mio autentico nuovo amico

    Io uguale, pari-pari, un relazionarsi mordi-e-fuggi, senza particolari aspettative, ma sempre possibilista.

    E' comunque un buon training, perchè chiudersi nel totale solipsismo è innaturale e malsano.

    Credo sia un adattamento naturale al dato di fatto che le relazioni (di qualunque tipo) sane sono ormai sempre più difficili da iniziare e mantenere, eppure continuo a percepirne insopprimibile necessità.

    Il mio motto è non sono anti-sociale, sono anti-idioti :D

  • Non ho letto tutti gli ultimi commenti, comunque mi sembra di capire di non essere la sola asociale che, se da un lato si lamenta della solitudine, dall'altro la ricerca come bisogno irrinunciabile. Il mio cercare occasioni di socialità e il conseguente viverle si scontra spesso con l'insoddisfazione che mi lasciano tali occasioni. Spesso mi sono pentita di aver accettato inviti che non mi hanno lasciato niente, non mi hanno arricchita, dove non sono entrata in connessione con nessuno e dove davvero non vedevo l'ora di andarmene ritenendo quello tempo sprecato. Ecco, se l'alternativa a simili inviti è rimanere sola a casa, preferisco quest'ultima opzione. Non so se è una scelta egoistica, un istinto di sopravvivenza o solo un sano amor proprio. Sarò fatta male io ma il bisogno di socialità e il bisogno di solitudine in me vanno di pari passo. Però non è facile conciliare questi due bisogni perché spesso sei portata a dover dare spiegazioni o a farti andare bene situazioni dalle quali vorresti solo scappare. Una cosa che ho capito, e che magari spiegherò meglio in seguito, è che scappo a gambe levate dai rapporti simbiotici, sia in amore che in amicizia, quelli totalizzanti che ti escludono dal mondo. No, preservo la mia individualità e la mia libertà, tutto il resto deve essere un arricchimento, non una dipendenza. L'ho capito tardi purtroppo.

  • Spesso mi sono pentita di aver accettato inviti che non mi hanno lasciato niente, non mi hanno arricchita, dove non sono entrata in connessione con nessuno e dove davvero non vedevo l'ora di andarmene ritenendo quello tempo sprecato.

    Buongiorno Duegoccedichanel :hugging_face: Bentornata!

    Capisco perfettamente questa sensazione, provandola spesso quando sono in contesti di socialità. Mi capita ogni tanto di pentirmi addirittura di un invito che io stessa ho fatto... poi naturalmente non mi tiro indietro per correttezza, non sono una che dà buca se non per reali impedimenti. Quello che cerco di fare è chiedermi "Hai davvero voglia di partecipare a quell'evento? Sei disposta a sacrificare parte del tuo tempo libero/solitudine per stare con quelle persone?" se la risposta è no, cerco di evitare. Ma non sempre è possibile, qualche volta dobbiamo fare buon viso.

    Anni fa mi adattavo meglio a questo tipo di situazioni, crescendo invece sono diventata più selettiva, intollerante verso situazioni che oltre a non arricchirmi, mi succhiano energie e basta, mi scaricano la batteria sociale. Questo si unisce anche alla mia scarsa tolleranza verso le persone: in un gruppo, più o meno sento subito con chi non ho sintonia (mi ricollego anche all'altro aspetto di cui avevamo discusso in altro thread: le persone che non si interessano di te, non ti fanno domande e non vanno oltre la superficie). In realtà mi basterebbe poco: parto diffidente, ma mi basta un gesto amichevole per sciogliermi.

    Quindi, se da un lato mi piacciono i contesti dove c'è gente, vita, allegria, dall'altro so che la mia batteria si ricarica davvero quando sono sola. Cerco di bilanciare il mio tempo libero con un mix di socialità e solitudine.

    Mi sto impegnando per ritagliarmi ogni settimana, quando possibile, una piccola cosa da fare da sola, proprio per scaricare e mantenere la mia identità, e anche per vedere come mi trovo a fare cose da sola. Per esempio sabato ho fatto un tratto di camminata sul lago, abbastanza lungo, con varie tappe lungo il percorso per fare bagno/relax e mi ha rilassato molto, poi ammetto che in alcuni momenti mi è mancata la condivisione (con il partner per esempio, o mio fratello con cui ogni tanto faccio gite), intendo quella parte di condivisione per cui quando vedi qualcosa di bello lo commenti o ti fai una risata. Ma forse è solo perché non sono ancora abbastanza ferrata sulle attività in autonomia.

    Ci sono poi delle attività che preferisco condividere: il cinema per esempio, secondo me parte dell'esperienza è proprio il commentare il film con qualcuno, però non escludo che potrei andarci anche da sola.

    Ecco, se l'alternativa a simili inviti è rimanere sola a casa, preferisco quest'ultima opzione.

    Decisamente...

    Quando già sai benissimo che tipo di invito è e come ti sentirai, e lo vedi come un peso.

    Penso che l'esigenza di solitudine non debba diventare troppo forzata, cioè qualche volta dobbiamo spronarci alla socialità, anche se magari ne abbiamo voglia solo al 50%, per evitare di costruirci un muro attorno, però se la situazione ci crea disagio (perché magari assomiglia ad altre già vissute in passato, e si ripeterebbero gli stessi schemi), non vedo il senso di parteciparvi.

    Sarò fatta male io ma il bisogno di socialità e il bisogno di solitudine in me vanno di pari passo. Però non è facile conciliare questi due bisogni perché spesso sei portata a dover dare spiegazioni o a farti andare bene situazioni dalle quali vorresti solo scappare.

    Non so se capita anche a te, a me a volte accade di avere una reale difficoltà di scegliere cosa voglio fare: come se fossi divisa in due, e non sapessi scegliere tra due opzioni, perché in entrambi i casi rinuncerei a qualcosa. E mi capita di scegliere, sempre con il pensiero all'altra opzione e un po' di rammarico e insoddisfazione di fondo. Ma mi capita soltanto qualche volta, forse perché emerge il mio lato più indeciso.

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