Scuola di solitudine

  • Ciao Saritta , mi rivedo tanto nelle tue parole. Anche io tendo ad evitare gli incontri, anche io ho paura di farmi terra bruciata intorno. È un modo di essere che non è facile comprendere. Nel mio caso, oltre al fatto che stare in compagnia di me stessa mi piace, dietro c'è anche il mio assoluto bisogno di spazi per ricaricarmi dai tanti stimoli esterni, per "ricentrarmi", per sentire me stessa.

    Anche se visto dal fondo dell'acqua appare deformato, il cielo è cielo.

    Banana Yoshimoto

  • dietro c'è anche il mio assoluto bisogno di spazi per ricaricarmi dai tanti stimoli esterni, per "ricentrarmi", per sentire me stessa.

    Mi ci ritrovo molto.

    Non provo noia quando sono sola, tranne sporadicamente, ad esempio quando lavoro da casa, a fine giornata ho una sorta di noia e bisogno di stimoli.

    Ma generalmente, ho un intenso mondo interiore e soprattutto mi ricarico, mi resetto, depongo la maschera, sento proprio un sollievo quando chiudo il mondo fuori. La famosa batteria sociale che si scarica, e ha bisogno di solitudine per ricaricarsi. Mi sento bene anche a fare cose da sola: dai tragitti in auto ascoltando podcast, al giro per negozi, alle lunghe camminate, alle commissioni, la pausa pranzo per i fatti miei, tutte situazioni in cui la gente c'è, ma di fatto fa solo da sfondo. Non ho mai avuto alcun timore della folla né degli spazi aperti, solo il rumore e le voci troppo alte mi disturbano un po'. Ciò che mi frena è proprio l'impegno preso, il vincolare il mio tempo libero a un'attività in compagnia che dovrebbe essere ricreativa ma di fatto non lo è.

    Penso che i momenti di solitudine nel nostro caso siano una scelta consapevole, un rifugio da un mondo che talvolta non ci rispecchia.

    Tu Hawthorn come gestisci le amicizie? Ti è stato fatto notare da qualcuno questo tuo modo di essere?

  • Ci tengo a precisare che non sto dicendo che in pubblico recito sempre una parte.

    Spesso è così, soprattutto sul lavoro: parole pesate, scelte, evitate.

    Ma qualche volta mi sento anche a mio agio e me la vivo serena.

    Però, mentre qualche anno fa mi piaceva organizzare, avere i weekend impegnati, ora vivo proprio l'impegno a uscire in un altro modo: uno scoglio, che ho solo voglia che passi.

  • Beh comunque Saritta sei in una posizione meno estrema della mia. La mia condizione non è comunque di totale solitudine. Lavoro e figli mi impediscono di isolarmi completamente. Però mi danno fastidio le interazioni con gli altri. Sono andato ad una cena qualche settimana fa che ha riunito vecchi amici legati da situazioni passate. Ma non mi sono trovato a mio agio. Ho spesso usato parole di convenienza, sono stato sul vago per non andare troppo sul personale. Intanto tutti sanno di tutti quando vivi in un paesello come il mio. Dopo una settimana avevo un altra cena, quelli nati nel '69, come il sottoscritto, ma ho glissato... e volentieri. Per non parlare della prossima cena in arrivo, ex compagni delle superiori... lasciamo perdere!


    Quando sono a casa mi butto molto nella lettura, mi piace, mi tiene compagnia, mi fa uscire dai confini che mi sono fissato usando, in prestito, le esperienze dello scrittore di cui sto leggendo. Oppure guardo film e serie TV con lo stesso scopo.

    Mia figlia ha un po' notato questa cosa, come sempre le donne sono particolarmente perspicaci, ed è un po' preoccupata. A volte mi incita a fare una uscita insieme a lei oppure insieme anche al fratello. Noi li chiamiamo "giretti". Ma rimango sempre nella mia comfort zone perché loro mi sono comunque vicini sempre.


    L'ultima volta che ho interagito con qualcuno è stato alla fine di questa estate. Ammanco di luce, per cui esco per controllare se è solo un problema mio o di tutto il condominio. In realtà era un problema di tutto il quartiere. Mi siedo fuori, davanti al condominio abbiamo un tavolino e delle seggiole da giardino. In quel momento rientra la vicina che abita sul mio stesso pianerottolo. Informata della situazione ha pensato di aspettare anche lei per cui si è seduta al tavolino. Abbiamo cominciato a chiacchierare del niente per poi passare anche a cose più personali. E' stato interessante e decisamente bello, di fatto abbiamo parlato dalle 17:30 fino alle 23. Quando ho guardato l'orologio non ci credevo. Ma sono di quelle esperienze più uniche che rare di cui non tengo conto.


    In realtà per il momento mi sento molto sereno nella mia solitudine. Me la vivo bene anche se spero di non diventare un orso!!! 8o

  • stato interessante e decisamente bello, di fatto abbiamo parlato dalle 17:30 fino alle 23. Quando ho guardato l'orologio non ci credevo. Ma sono di quelle esperienze più uniche che rare di cui non tengo conto.

    Gli incontri spontanei e inattesi, qualche volta, possono rivelarsi piacevoli e illuminanti, come hai detto tu è raro, ma accade. E non c'è il fastidio di dover organizzare, capita e basta. Sono le chiacchierate migliori :)

    Penso che tutti abbiamo bisogno di socialità, anche in piccole dosi, anche il mio timore è diventare troppo orso ^^ e che magari un giorno possa sentire la mancanza di legami non coltivati.

  • Penso che tutti abbiamo bisogno di socialità, anche in piccole dosi, anche il mio timore è diventare troppo orso ^^ e che magari un giorno possa sentire la mancanza di legami non coltivati.

    Io ti consiglio di non commettere mai l'errore di arrivare a quel punto, perché tornare indietro è quasi impossibile (mia esperienza, ahimè). Cerca di coltivare le amicizie nel tempo senza recidere il cordone che ti lega a loro (a meno che non si presentino validi motivi per farlo). Cerca di non rimanere isolata, anche dovesse costarti tante energie.

  • Io ti consiglio di non commettere mai l'errore di arrivare a quel punto, perché tornare indietro è quasi impossibile (mia esperienza, ahimè). Cerca di coltivare le amicizie nel tempo senza recidere il cordone che ti lega a loro (a meno che non si presentino validi motivi per farlo). Cerca di non rimanere isolata, anche dovesse costarti tante energie.

    Sì hai ragione, magari cercherò di ricominciare piano piano. Prima non ero così, infatti pensavo si trattasse di una fase, ma ora sta durando troppo e non ho più "scuse", diciamo. Anzi ho sempre criticato chi da adulto trascura troppo le amicizie e si riduce senza amici in una routine fatta di casa-lavoro, la coppia stessa secondo me ha bisogno di spazi individuali con le proprie amicizie, e da questo punto di vista non ci siamo mai negati tali spazi a vicenda. Ma è come se ora non ne sentissi più alcun bisogno (io, che in passato ho sempre reclamato la mia libertà anche all'interno della coppia).

  • Tu Hawthorn come gestisci le amicizie? Ti è stato fatto notare da qualcuno questo tuo modo di essere?

    Sono un po' un disastro da questo punto di vista. Io nel momento del bisogno ci sono sempre, sono presente, faccio sentire chiaramente la mia vicinanza. Ma nei momenti tranquilli magari tendo a non farmi sentire così spesso. Ovviamente non tutti comprendono che non è mancanza di interesse. Io sono anche un tipo di persona che si preoccupa di disturbare, che non vuole invadere troppo la vita degli altri, quindi non sto lì a scrivere ogni giorno, per esempio.

    Il problema è appunto che non tutti possono accettare questo modo di essere, e che il rischio di isolarsi c'è. Di fatto ho tanti conoscenti ma amici nel vero senso della parola sono rari.

    Come te devo stare attenta a non isolarmi, perché alla fine mi piace pure molto la compagnia, anche se a piccole dosi.

    Anche se visto dal fondo dell'acqua appare deformato, il cielo è cielo.

    Banana Yoshimoto

  • Saritta  Hawthorn anche io come voi.

    Non sono fidanzata, forse per questo dovrei forzarmi ad uscire dal guscio, e in realtà lo faccio ma non per questo motivo, più per non cedere alla pigrizia/voglia di solitudine e perchè mi sembra brutto deludere gli amici rifiutando. Sinceramente, ultimamente, se ci penso i motivi per cui esco sono questi.

    Difficilmente propongo (questo da sempre) e anche io non sono di quelle che si fa sentire ogni giorno, e a volte sono stata anche criticata ma oggettivamente devo dire che sono sempre disponibile come amica per cui non mi sento in colpa.

    Mi rendo conto che con pochissime persone non mi pesa organizzarmi per uscire, sono sempre meno ed effettivamente ho notato questo cambio di atteggiamento da qualche mese a questa parte.

    Sarà l'età...anche io ho perso un genitore recentemente e da allora passo più tempo in famiglia.

  • Stavo riflettendo sul fatto che in questi giorni non sto facendo niente per fare qualcosa.

    Potrei sentire qualche amico o conoscente (i pochi che non sono fuori per il ponte?), almeno provarci, ma niente, non mi va, sono pigra, insofferente, sto benissimo dentro casa insomma.

    Sbaglio?

    Dovrei mettermi su un'app e usare questo tempo per cercare qualcuno ad esempio?

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