Sono stata educata ad essere troppo buona

  • Quello che salva vite è competente, Sì, ma fa fatica a fare quello che fa. La competenza ha dei costi altissimi, specie in quelle materie dove non si può mai smettere di studiare.

    Altrochè se fa fatica! E non solo perché non deve mai smettere di aggiornarsi, ma anche per un altro motivo: un medico o uno scienziato veramente (e non solo apparentemente) competente deve sapere il perché di tutto, non può solo applicare un protocollo imparato ciecamente a memoria, deve sapere tutti i perché che hanno creato e rendono efficace quel protocollo, come agisce, dove va a toccare, cosa interagisce con cosa per produrre quel risultato, quel frutto, ad un livello tale che se qualcosa non rientra nel caso standard non continua meccanicamente a ripetere ma sa esattamente dove modificare il protocollo o se cestinarlo e crearne uno di nuovo da zero sulle specifiche del singolo caso, anche la morale è un protocollo, quindi lo stesso vale anche nell'educazione.


    Alcuni meccanismi della società sono troppo complessi per poterli archiviare come "buoni" o "cattivi" solo per la matrice del pensiero che c'è dietro o per la loro forma. Ci sono "pensieri buoni" che in determinati contesti generano morte e distruzione e "pensieri cattivi" che possono aiutare a risolvere situazioni rischiose.

    E' terribilmente vero, in alcune situazioni una maturità di pensiero richiede di andare a pescare dalla sacca dei comportamenti moralmente scorretti pur di ottenere buoni risultati che salvino la situazione, anche se questo ci "sporca" la tonaca immacolata. È segno di autentica umiltà accettare una macchia sulla propria tonaca, pur di generare un frutto buono.


    Risulta spesso una vera e propria sfida per chi ha subito una "buona educazione" agire in questo modo se la situazione lo richiede. Viene tormentato dai sensi di colpa, oppure subisce un'umiliazione dell'immagine di persona buona che aveva di sé. Viene appunto umiliato nell'immagine di sé, ossia viene reso autenticamente umile.

  • Non so se è il tuo caso, ma io sono stata cresciuta con la convinzione di dover essere più gentile, generosa, buona ecc... con gli altri che con me stessa.


    Questo mi ha portata a essere presa di mira da chi non si fa scrupoli ad approfittarsi degli altri.


    Sono stata in terapia tanto tempo e finalmente ho capito che avere come priorità se stessi e il proprio benessere, non solo non è sbagliato, ma è sacrosanto. È giustissimo che non puoi aiutare veramente nessuno se non ti prendi PRIMA cura di te stesso.


    È la legge della mascherina di ossigeno in aereo. C'è un motivo se ti dicono che PRIMA devi aggiustarla sul TUO viso e solo DOPO aiutare bambini o altri a metterla. Perché se chi ha bisogno rimane qualche secondo senza ossigeno, lo puoi salvare subito. Se tu rimani senza ossigeno e svieni, morite in due.


    Quindi, oggi, quando mi trovo in una situazione in cui mi viene richiesto o vengo incoraggiata a dare la priorità alle necessità degli altri sulle mie, fermo tutto, rifletto, mi ricordo che è una dinamica sbagliata, metto i miei paletti e, se non vengono rispettati, non mi sento più in colpa ad allontanare la persona che cerca di calpestare la mia sicurezza e il mio benessere.


    E si può farlo sempre con educazione, ma con fermezza.

  • Questo mi ha portata a essere presa di mira da chi non si fa scrupoli ad approfittarsi degli altri.

    La conseguenza è proprio questa.


    È la legge della mascherina di ossigeno in aereo. C'è un motivo se ti dicono che PRIMA devi aggiustarla sul TUO viso e solo DOPO aiutare bambini o altri a metterla. Perché se chi ha bisogno rimane qualche secondo senza ossigeno, lo puoi salvare subito. Se tu rimani senza ossigeno e svieni, morite in due.

    Esattamente.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Ha senso essere brave persone, ma non ha sempre senso comportarsi bene.

    Bisogna adattarsi all'ambiente.

    Adattamento quindi significa che devi anche saper attaccare, aggredire, farti furbo, usare gli altri, sfruttare gli altri... Se dovessi adattarmi all'ambiente in cui vivo diventerei una persona talmente cattiva da metter sotto tutti, in ogni luogo, lavoro o ambiente sociale.


    Non so se è il tuo caso, ma io sono stata cresciuta con la convinzione di dover essere più gentile, generosa, buona ecc... con gli altri che con me stessa.

    Sono cresciuta empatica ed altruista, buona in senso morale, i miei intendevano: "fai sempre del bene, sii sempre generosa, aiuta chi ha bisogno..." Cose di questo tipo, per farvi capire. Se hai un imprinting di questo tipo è come dare un agnello ai lupi. Eppure mi son salvata, perchè? Forse grazie a mia nonna che mi ha buttata invece lì nel cortile a giocare coi ragazzi sporchi e cinici? Forse ho imparato da loro a sopravvivere. A volte infatti ci penso a tutte quelle estati in cui i miei mi lasciavano dai nonni per andare a fare i loro viaggi, io ero ancora troppo piccola, e quindi forse son stati quei "bimbi sperduti" a darmi quella forza che ho dentro di me e gli strumenti necessari per affrontare tutte le avversità della vita e a raggiungere degli obiettivi positivi? Devo ringraziarli così come devo ringraziare voi per tutte le risposte che mi avete dato e per aver cercato di vedere questa cosa da più punti di vista. E vi ringrazio di avermi risposto anche quando non ci sono stata, quando non sono qui a scrivere. Oggi vi dico a tutti GRAZIE.

  • Ma qual è la tua fonte? Non è assolutamente vero questo. Io sono immersa nel mondo bambini, ho una figlia di quasi 8; è pieno di bambini generosi, affettuosi, amichevoli, la sua classetta è stupenda.

    Ho parenti nel mondo della scuola sia materna, primaria e superiore e ho un nipotino perchè sono zia. Quindi vedo i bambini, li frequento, ascolto le loro discussioni, anche i discorsi delle madri, guardo i loro comportamenti, le parole che si dicono l'un l'altro. Qui son abituati già da piccoli a certe cose. È un'eccezione? Non so, visto che son stata in più scuole e ho visto sempre gli stessi comportamenti. Ma può darsi che esistano scuole diverse, come quelle Montessori o Steineriane, in cui magari ci son comportamenti diversi dati da un metodo educativo differente.

  • Adattamento quindi significa che devi anche saper attaccare, aggredire, farti furbo, usare gli altri, sfruttare gli altri... Se dovessi adattarmi all'ambiente in cui vivo diventerei una persona talmente cattiva da metter sotto tutti, in ogni luogo, lavoro o ambiente sociale.

    Non necessariamente tutto assieme e non esattamente come fanno "i cattivi", ma bisogna essere in grado di difendersi.


    Se l'ambiente è insano ci sta comportarsi in modo insano per sopravvivere.

    Lo sto sperimentando anche su me stesso in questo periodo che devo gestire un tot di persone tra le quali spiccano personalità viziate, infantili e con poca attitudine al metodo.


    Per stare ad ascoltare e correggere tutti stavo impazzendo io.

    Per adattarmi ho iniziato a comunicare a senso unico e a far valere la gerarchia. Quindi:

    1. piccoli attacchi,
    2. non rispondere quando la domanda non è formata correttamente o è inadeguata, fuori contesto, ripetitiva o fuorviante,
    3. furbizia, ovvero prevenire azioni errate imponendo dei limiti o impostando una impossibilità fisica di operare in modo infantile, frettoloso
    4. mettere tutto per iscritto e ribadire le ripetizioni, contando gli errori

    Non penso di dover mai "usare" qualcuno, ma se mi costringessero sarei in grado di farlo.


    Purtroppo in certi ambienti il modo di fare "siamo tutti uguali e collaboriamo" non funziona. Si trasforma in un imbuto di incombenze che ricadono tutte sulla testa dei soliti empatici.


    Ho parenti nel mondo della scuola sia materna, primaria e superiore e ho un nipotino perchè sono zia. Quindi vedo i bambini, li frequento, ascolto le loro discussioni, anche i discorsi delle madri, guardo i loro comportamenti, le parole che si dicono l'un l'altro. Qui son abituati già da piccoli a certe cose. È un'eccezione? Non so, visto che son stata in più scuole e ho visto sempre gli stessi comportamenti. Ma può darsi che esistano scuole diverse, come quelle Montessori o Steineriane, in cui magari ci son comportamenti diversi dati da un metodo educativo differente.

    Ma no. E' risaputo che per svariati motivi il lavoro con i bambini è devastante, sia per il comportamento dei bambini stessi, sia per l'ambiente di ansia e "terapia intensiva costante" che si deve sopportare.

    Nell'elenco delle professioni che generano più stress lavoro correlato di INAIL è una delle prime della classifica.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Credo di esser stata educata troppo buona e questo mi si sta ritorcendo contro. Mi spiego meglio. Mi hanno insegnato ad essere brava, gentile, onesta, corretta, generosa e affettuosa. A quanto pare i miei genitori si son dimenticati che il mondo là fuori non era un bel paradiso e quindi mi sto rendendo conto che mi mancano certe cose per poterlo fronteggiare, per difendermi, proteggermi, integrarmi ed esser considerata una di loro. A quanto pare il mio essere "diversa" corrisponde a questa mancanza di furbizia, cattiveria, crudeltà e disonestà. Quindi secondo voi come posso rimediare a tutto ciò? Come colmare queste grosse lacune?

    Ciao, comprendo perfettamente il tuo discorso, rivedo me stessa e rientra nelle mie continue domande. Il dilemma si avvicina molto al post sulla troppa disponibilità che ho da poco esposto qui sul forum. Faccio parte della generazione a cui da piccoli veniva insegnata la troppa educazione e la troppa attenzione verso l'altro. Certo questo mi ha reso una persona empatica e spesso ne riconosco la positività, ma fin troppo empatica. Credo che l'errore in cui inciampiamo sia quello, come dici, di ritenersi "diversi", "sbagliati" come se i giusti fossero loro: i furbi, gli strafottenti, gli egoisti... i "cattivi", quando in realtà dal nostro punto di vista è il loro l'atteggiamento più sbagliato che possa esserci.

    Credo che nella vita la furbizia in una certa dose sia necessaria ma come in tutte le cose c'è un limite a tutto. Ed anche al nostro buonismo purtroppo.

    Quindi mi unisco al club di chi cercherà di seguire il consiglio che ti hanno già dato, e cioè di saper riconoscere la situazione in cui ci sia bisogno di dare un limite alla gentilezza e alla correttezza e provare a farlo così da essere più rispettose verso noi stesse e le nostre necessità. Lo auguro a te e lo auguro a me e a chi come noi è stanco di sopportare tutte queste dinamiche marce della società.

  • Personalmente aggiungerei altri due punti: il trattore e il canto delle sirene.


    Il trattore o carro armato: quando sei da solo in un ambiente ostile e hai un obbiettivo che è corretto raggiungere, dopo che hai preso la tua decisione, puntalo! E vai avanti diritto come un trattore, non importa quanto è dissestata la strada, se piove o se i lupi cercano di mordere i cingoli. Non ascoltare proteste, consigli non richiesti, falsi moralismi, non cercare gratitudine, e invece aspettati attacchi: spegni le ansie e continua a puntare la meta senza fermati finché non ci arrivi, tenendo in conto che comportarsi così drena tante energie, quindi sarebbe da fare solo in casi di necessità.


    Il canto delle sirene: potrà capitare che alcune persone che non desiderano davvero che tu faccia una certa cosa si offrano volontarie nell'aiutarti a realizzare quella cosa, se sono sirene smetti di ascoltare il loro canto, se dopo un breve periodo non ti avranno ancora aiutato prova a insistere, ma se procrastinano sempre con una scusa diversa cerca di fare da solo senza di loro: se erano sirene vedendoti che le scavalchi e che ci riesci lo stesso si arrabbieranno, perché il loro intento in realtà era di ostacolati passivamente, tenendoti ad aspettare il loro aiuto in eterno.

  • Il genitore dovrebbe dare le basi, le ossa te le farai vivendo nel mondo.

    Non credo che spaventandoti e dicendoti che il mondo è un posto orribile ti avrebbero aiutato di più, ma reso più fragile, avresti visto pericoli ovunque.

    Il metodo migliore per imparare e crescere è affrontare le situazioni sulla propria pelle, quando la situazione lo richiede.

    Nella mia testa, c'è sempre stata una stanza vuota per te..quante volte ci ho portato dei fiori, quante volte l'ho difesa dai mostri. Adesso ci abito io e i mostri sono entrati con me.

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