Tutto sugli Asperger

  • Avvelenamento del pozzo, d'ogni modo ci può essere un fondo di verità nella domanda, a mio avviso il fatto per cui non si sovviene ad accordo nemmeno con Juniz, è che Bruce conosce persone di questo genere per lavoro, dunque tutta gente di un certo scaglione di livello e di competenza. Ma esistono tanti livelli della cosa, in certi casi prevale la disfunzionalità e basta.

    Quello che intendo dire è che a mio avviso non tutti gli asperger sono privi di bias, almeno il risultato può essere lo stesso, perchè possono aver imparato a memoria cose sbagliate e crederci con fermezza, se poi non sono tanto intelligenti possono non avere la capacità di rendersi conto che sono sbagliate. Non tutti sono intelligenti, certi sono solo ripetitivi, certo se si è a contatto con gente che lavora per un azienda o simili, è ovvio che il livello è un altro, e lì si può effettivamente parlare di strati di profondità nella visione e capacità di concentrazione alienante.

  • Un asperger poco intelligente nel medioevo potrebbe aver appreso a memoria che per curare le ferite dovevi metterci sopra le ragnatele, i famigliari di tale individuo avrebbero probabilmente vissuto nascondendo ogni graffio, per timore di svegliarsi la mattina ricoperti tipo bozzolo, con lui che li fissava in silenzio meditabondo da un angolo della stanza, dopo aver concluso la sua opera.


    Intelligenza e neurodivergenza non sono sinonimi, certo se l'intelligenza si associa ad una neuro divergenza, come suggerisce il termine stesso "divergenza", l'intelligenza può divergere, ossia uscire dai paletti e dagli schemi classici, deragliare e dunque essere innovativa, battere sentieri non arati in precedenza. Nel divergere divergerà forse anche da gli schemi istintuali della specie, le dinamiche sociali e di branco, e la persona sarà disadattata ma più libera effettivamente da quelli che sono i bias derivanti dagli istinti, le emozioni. Utili a livello di dinamica sociale ma inutili a livello elaborativo su argomenti tecnici.


    Ma, come ripeto, a mio avviso dipende da una combinazione di fattori, non slegati dal grado di intelligenza intrinseco del singolo individuo. Allo stesso tempo penso che un alto grado di intelligenza porti a divergere per forza, perchè prima o poi si arriveranno a vedere con chiarezza determinati schemi e dunque tendenzialmente ad affrancarsene, alias a divergerne.


    La capacità di concentrazione alienante può in effetti non essere neurotipica, perchè richiede un certo grado di freddezza emotiva prolungata. E la fredezza è una forma di disadattamento. Allo stesso tempo penso che un alto grado di intelligenza, che sia neurotipico o meno, possa essere indotto in risposta a fattori stressogeni ambientali. Prendi un neurotipico, rinchiudilo in una torre biblioteca da solo per anni e anni, srnza anima viva a parte i libri, alla fine avrà probabilmente imparato a menoria anche l'elenco telefonico di quella biblioteca, non diversamente da un neurodiverso.


    Intendo dire che il fattore alienante può anche essere indotto da un ambiente alienante e non necessariamente intrinseco dell'individuo in origine. Ossia il disadattamento neurodivergente a mio avviso può anche essere indotto. La noia e la solitudine possono indurre una sofferenza che faccia neurodivergere per alienazione un neurotipico, la stessa alienazione che viene spontanea senza soffrirne a chi è freddo di natura. Come al solito sono mie ipotesi.

  • Ma per piacere... giusto per capire: tu ti poni tra i neurotipici oppure no? Perché mi sta nascendo il sospetto che queste tue pregiudiziali siano di comodo per nascondere una certa presunzione di superiorità implicita a tuo vantaggio.

    Io temo di non essere propriamente neurotipico, ma nemmeno sono neurodivergente. Ho una mentalità che mi ha permesso di interagire con persone neurodivergenti, pur vivendo con successo tra i neurotipici. Nei vari test risulto borderline. Nelle varie occasioni di diagnosi non sono mai stato diagnosticato neurodivergente, anche se il dubbio è venuto a tutti. Non saprei con precisione dove collocarmi, ma ho imparato dai neurodivergenti a non dare nulla per scontato, a non essere schiavo dei bias cognitivi, a valutare tutto di volta in volta, a dare priorità ai fatti e non alle sensazioni o alle pulsioni (in natura nasco impulsivo).


    Che i neurotipici siano schiavi dei bias cognitivi è dato più che accertato. Te lo potrebbe confermare qualsiasi pubblicitario, senza necessità di scomodare uno psicologo. Chi ha la fortuna, come me, di aver conosciuto anche l'altra sponda: capisce gli errori di quella da cui proviene.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Io temo di non essere propriamente neurotipico, ma nemmeno sono neurodivergente. Ho una mentalità che mi ha permesso di interagire con persone neurodivergenti, pur vivendo con successo tra i neurotipici. Nei vari test risulto borderline. Nelle varie occasioni di diagnosi non sono mai stato diagnosticato neurodivergente, anche se il dubbio è venuto a tutti. Non saprei con precisione dove collocarmi, ma ho imparato dai neurodivergenti a non dare nulla per scontato, a non essere schiavo dei bias cognitivi, a valutare tutto di volta in volta, a dare priorità ai fatti e non alle sensazioni o alle pulsioni (in natura nasco impulsivo).


    Che i neurotipici siano schiavi dei bias cognitivi è dato più che accertato. Te lo potrebbe confermare qualsiasi pubblicitario, senza necessità di scomodare uno psicologo. Chi ha la fortuna, come me, di aver conosciuto anche l'altra sponda: capisce gli errori di quella da cui proviene.

    Pensa che colpo di fortuna! Sei sostanzialmente neurotipico MA sei riuscito TU (nonostante tutti gli altri neurotipici lo siano a tuo parere più o meno invariabilmente e senza speranza) ad affrancarti e non essere più schiavo dei bias cognitivi. Quelli cioè che praticamente riproponi nei tuoi interventi a cadenza regolare come le tasse. Questi ultimi inclusi, ovviamente, dato che ritenere i neurodivergenti (+ te) alieni da tali processi mentali rappresenta precisamente un bias cognitivo.


    Se non fossi certa che sei terribilmente serio, penserei mi stai trollando.

  • Pensa che colpo di fortuna! Sei sostanzialmente neurotipico MA sei riuscito TU (nonostante tutti gli altri neurotipici lo siano più o meno invariabilmente e senza speranza) ad affrancarti e non essere più schiavo dei bias cognitivi.

    Ce ne sono tanti di personaggi neurotipici che sono in grado di pensare come i neurodivergenti: non sono certo l'unico. Siamo una minoranza. Su questo non esiste dubbio alcuno, così come sul fatto che la massa (neurotipica) sia schiava dei bias.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Ce ne sono tanti di personaggi neurotipici che sono in grado di pensare come i neurodivergenti: non sono certo l'unico. Siamo una minoranza. Su questo non esiste dubbio alcuno, così come sul fatto che la massa (neurotipica) sia schiava dei bias.

    TU non avrai dubbio alcuno, io invece ne ho molti, a partire dal fatto che tu possa essere esente da bias cognitivi mentre, di rimando, suppongo che a tuo parere ne soffra chiunque altro partecipi a questa (o qualunque altra) discussione senza rientrare nel tuo immaginario gruppetto elitario di "liberi ed oggettivi pensatori (pseudo)asperger senza pregiudizi". Qualcuno certamente molto più saggio di me ammoniva di cercare la trave nel proprio occhio, prima di indicare la pagliuzza in quello altrui... asperger o meno.

  • Precisiamo schiavi... non soggetti, tendenti, inclini ai bias ma schiavi. E' probabilmente un termine più scientifico che se ripetuto più volte diventa più autorevole.

    In un certo senso è una schiavitù perchè gli istintinti da cui i bias derivano sono un "software" installatoci da madre natura senza chiederci il permesso. Utile per carità, non saremmo vivi altrimenti, ma non è democratico, è tirannico. Tanto più che in qualità di "usciti dal bosco" certi nostri istinti arcaici creano solo discordie sociali.


    Penso ad esempio a quanto l'imprinting possa fare soffrire un figlio se si ritrova un genitore disfunzionale.

  • Precisiamo schiavi... non soggetti, tendenti, inclini ai bias ma schiavi. E' probabilmente un termine più scientifico che se ripetuto più volte diventa più autorevole.

    Per schiavi intendo... letteralmente schiavi.


    Faccio un esempio estremamente banale:

    Il mondo dello spettacolo, così come quello internet degli streamer, così come quello dei rappresentanti e venditori vari, le tizie delle previsioni del tempo, le telegiornaliste di sky e di ogni rete TV è pregno di persone belle ma quasi completamente vuote. Vivono tutti di rendita per il solo "effetto alone".


    Il resto lo trovi qui:

    https://www.andreasaletti.com/…nti/mappa-bias-cognitivi/


    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • In un certo senso è una schiavitù perchè gli istintinti da cui i bias derivano sono un "software" installatoci da madre natura senza chiederci il permesso. Utile per carità, non saremmo vivi altrimenti, ma non è democratico è tirannico. Tanto più che in qualità di "usciti dal bosco" certi nostri istinti arcaici creano solo discordie sociali.

    Comprendo Garden, ma ero sarcastica.


    Le parole hanno un'energia, con le parole si può creare comunione oppure separazione fra gli uomini, persino discordia, metterli gli uni contro gli altri (una cosa che non ha senso perché neurodiversi o tipici che siano, siamo tutti esseri umani, la diversità ha il solo scopo di creare più comprensione, non forme di gerarchie). Le parole insomma sono formule magiche. E la parola schiavi associata a un gruppo di individui (peraltro generalizzato) proprio non mi piace.

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