Malessere continuo h24, chiedo aiuto

  • Mi unisco a cicciomozart (molto belle le sue testimonianze in giro per il forum tra l'altro) nel confermare che, sebbene non sia affatto semplice né immediato, guarire anche totalmente dall'ansia è possibile

    Dai disturbi d'ansia la scienza, oggi, ci dice infatti che è possibile pure una totale remissione dei sintomi, idem dicasi per le depressioni unipolari ad esempio, o per i disturbi ossessivo-compulsivi.

    La mindfulness è stata strumento prezioso anche per me, come la psicoterapia ACT che mi sento fortemente di citare, una terapia a indirizzo di terza generazione che fonde appunto la mindfulness all'aspetto cognitivo-comportamentale.

    I farmaci? Risposta sincera? Sono stati manna, oro puro per me. Loro mi hanno permesso la prima risalita, una grandissima e commovente rinascita, forse è stato come nascere davvero per la prima volta in tutta la mia vita.

    Assaggiare la felicità vera, non quella euforica dell'alcol per dire, rimane per me ricordo indelebile che poi tutt'oggi prosegue, con una serenità che va avanti da quasi un decennio (nonostante abbia sospeso le cure).

    Debbo precisare che io ho sofferto tanto da arrivare al ricovero, perché non stavo proprio bene: da lì diagnosi multiple in comorbilità, vale a dire disturbo d'ansia generalizzato con episodio depressivo maggiore, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo da attacchi di panico e altro che ora neanche avrebbe senso specificare stile lista della spesa, per tanti motivi a partire dalla privacy.


    Io auguro a tutti quelli che leggono qui di sperare, non mollare e continuare a ricevere aiuto!
    Non voglio farla passare come un miracolo, per l'amor di Dio, però nel mio caso c'è stata una "fioritura" impressionante...
    Non avevo mai vissuto davvero. Io non sapevo cosa diamine fosse la vita, prima di questa primavera.
    Se durerà? Non lo so e non mi importa, anzi, probabilmente ci saranno anche le spine in futuro (come per chiunque) ma, adesso inteso come concetto mindfulness del "qui e ora", mi godo pienamente il presente.
    Non serve altro...

  • Che bello…❣️

  • Melodia Neanch'io so cosa vuol dire vivere... Vedo gli altri felici di vivere ma non capisco il perché. Sono curioso: che cos'è la felicità vera? Che vuol dire vivere davvero?

    Ciao,


    in sincerità penso non ci sia una risposta valida o adatta per tutti: la felicità, come gli equilibri interni, è qualcosa di fortemente personale. Per Tizio potrebbe essere aver ottenuto una solidità sul piano economico, per Caio una bella famiglia, per me delle soddisfazioni in altro campo o avere un bel lavoro, per un altro ancora aver scritto un romanzo o registrato una canzone. Insomma, non penso di poter esprimere perfettamente cosa siano queste cose, non per chiunque.

    La felicità è un sentimento molto potente, ti dirò. Non penso possa essere eterna o sempre stabile e, forse, è un "bene" che sia così. L'obiettivo di una terapia, in fondo, dovrebbe essere quello di imparare a gestire gli eventi difficili della vita (che tutti possono vivere prima o poi) e saperne uscire senza pesanti strascichi.

    Se proprio debbo darti una risposta aperta, libera e un po' naive o ingenua, ti dico che ci si sente così quando si è felici: ti alzi la mattina e ti senti baciato dal Sole, hai già mille pensieri propositivi e ti svegli letteralmente col sorriso. Ogni cosa ti emoziona, un profumo o una qualsiasi immagine, un suono o una melodia. E' tutto amplificato e ci si sente un po' bambini, anche se forse tante e tanti di noi nemmeno da bambini purtroppo hanno assaggiato una felicità piena. Ecco perché io in prima persona ho parlato, nel mio caso, più che di "rinascita" di una vera e propria "nascita", perché prima io non conoscevo la vita, ho sempre vissuto un pallido surrogato della suddetta, un'esperienza a metà in sintesi. E' così poetica da risultare quasi irritante, a tratti, soprattutto per chi non la vive o per anni non l'ha vissuta. Personalmente, da quel momento ho cominciato però a vivere, fare delle esperienze che non avevo mai provato, dalle più banali quotidiane (perché mi mancava pure quella "normalità") alle più complesse e sfaccettate.

    Sai, io scrivevo le esatte cose che hai espresso anche tu sopra: vedevo tutti gli altri felici, ma non riuscivo proprio a capirli. Non capivo proprio come ci si potesse sentire, davvero. E' stato sconcertante vivere per la prima volta questo stato senza utilizzare alcolici o altri aiutini momentanei (spesso ad esempio mi abbuffavo e, temporaneamente, mi sembrava di sentirmi una persona allegra quando era l'ora di mangiare).


    Io comunque vi auguro di trovare la vostra strada al mondo, frase molto sempliciotta, ma è tutto quello che in sincerità posso sperare per chi, come me, sa cosa voglia dire aver sofferto.
    Un abbraccio a tutti

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