Io e le app di incontri. Consigli?

  • Ecco io vorrei avere esattamente questo spirito, ma non so cosa mi blocca. Cioè, mi convince assolutamente l'approccio, lo consiglierei pure ai miei amici o qui sul forum, eppure, io non mi ci vedo. Sempre quella sensazione di non essere abbastanza (capace, fortunata, ecc), di perdere tempo e di sentirmi sempre più "sfigata", di fare paragoni col mio ex, e simili. In questo senso parlo di blocco.

    Sono molto belle le cose che ti hanno scritto, ma non ti percepisci in quel sistema di cose/modalità/schematismi, altro... Non la percepisci come tua questa condizione. Quel che mi dispiace, MissMarple, è che ti sottovaluti, indipendentemente dalle APP. Poi non fanno per te, ok.


    La sensazione è che in altre tipologie di incontro, anche quelle casuali, staresti comunque in disparte. Il punto è che pensi di essere "sbagliata", "non abbastanza", "sfigata" e questo ti blocca psicologicamente.


    Dipende moltissimo da come ti approcci al mondo esterno, prova a farlo senza pensare a queste cose: le pensi tu di te, ma gli altri non credo. Cerca di valorizzare te stessa per quanto piace a te (non per gli altri, di quello che ipoteticamente possano pensare gli altri di te, neppure conoscendoti, fregatene). Le stesse identiche cose svalutanti del sé stesso le possono pensare gli altri rispetto a loro.

    Altra sensazione è che forse ti basterebbe una sola conferma di essere apprezzata per cambiare modo di ragionare in merito. Non intendo "dipendere da quella conferma", ma solo percepire di averla. *Forse non è per te neanche il momento giusto questo, quindi sei poco incline a conoscere altre persone, anche una sola intendo.

    Scusa le tante interazioni, la mia percezione è stata fin da subito che il parere di ragazze e non di ragazzi ti potesse essere più utile. Poi ho comunque dato il mio contributo, e non so sinceramente se ho fatto bene a farlo...


    Fino a che punto un ragazzo possa aiutarti con frasette o post vari, non vivendo la tua condizione/sensazione, non lo so sai? *Tieni comunque conto dei loro pareri, ti possono decisamente essere più utili per capire come migliorare la tua autostima. In ogni caso tu non sottovalutarti.

    Ho sciupato il tempo, ed ora il tempo sciupa me. (William Shakespeare)

  • Taigi non sei il primo che mi fa notare, e mi succede anche nella vita reale, che tendo a svalutarmi e a percepirmi in modo sempre negativo, cosa che non avviene all'esterno. Nessuno degli amici con cui ho parlato mi ha mai fatto capire di percepirmi come una sfigata. Qualche esempio? Le coppie mi invitano a uscire (sono io che mi ci sento " a disagio" come a elemosinare il loro tempo, ma...appunto, mi invitano loro), sul lavoro vengo apprezzata (e tendo sempre invece a sminuire il mio operato), le persone cercano e si fidano dei miei consigli (per me invece non dico nulla di che), e per quanto riguarda i ragazzi fu proprio il mio ex a dirmi chiaramente che mettevo io un muro, quando ero una ragazza carina e intelligente che nulla aveva da invidiare alle coetanee e poteva tranquillamente piacere.

    Vorrei aumentare la mia autostima e sto lavorando per farlo, ma la strada è parecchio lunga.

    La cosa anomala è che io sotto sotto ho stima di me, so di essere una persona valida, buona (che per me è la cosa più importante), capace, ma mai abbastanza, ed evidentemente non mi ci vedo nel mondo delle relazioni.

  • Ciao!


    Non ho letto tutti i post perché sono troppi.


    Alla fine sei riuscita a provare qualche app di incontri?


    Dici che il tuo problema è non riuscire a sbloccarti e dare un'impressione di chiusura.

    Credo che usare queste app potrebbe essere proprio la soluzione per impare a sbloccarti e acquisire più sicurezza in te stessa. Attraverso il filtro di uno schermo è più facile aprirsi e lasciarsi andare.

    Se il tuo problema è la foto del profilo all'inizio potresti usarne una neutra, un paesaggio ad esempio. Magari potresti specificare nella bio che vuoi usare la chat solo per fare due chiacchere.


    Sarebbe un'ottima palestra per metterti alla prova e acquisire sicurezza, rimanendo comunque in un ambiente dove puoi mantenere il controllo dato che rimane online se tu non vuoi proseguire la conoscenza.

  • So benissimo che un uomo mediamente broccola con la qualunque, ma penso che ci sia una differenza abissale tra quando si avvicina alla donna perché ha avuto un minimo di interazione che gli ha fatto davvero venire curiosità e voglia di avere a che fare con lei, e quando la avvicina solo perché l'ha vista in fotografia. Dirò di più, nel primo caso generalmente uomo e donna si avvicinano spontaneamente entrambi l'uno all'altro, cosa che di rad

    Sono completamente d'accordo con te, una foto non dice nulla di nessuno nel catalogo delle figurine, e potrebbe essere anche mia nonna, quando era giovane. Poi esistono applicazioni che camuffano la voce.


    Onestamente una donna deve colpirmi, deve avere un certo fascino e certe caratteristiche. Va beh, sarò io complicato ma è stato sempre così, anche quando ero molto giovane.

  • Taigi non sei il primo che mi fa notare, e mi succede anche nella vita reale, che tendo a svalutarmi e a percepirmi in modo sempre negativo, cosa che non avviene all'esterno. Nessuno degli amici con cui ho parlato mi ha mai fatto capire di percepirmi come una sfigata. Qualche esempio? Le coppie mi invitano a uscire (sono io che mi ci sento " a disagio" come a elemosinare il loro tempo, ma...appunto, mi invitano loro), sul lavoro vengo apprezzata (e tendo sempre invece a sminuire il mio operato), le persone cercano e si fidano dei miei consigli (per me invece non dico nulla di che), e per quanto riguarda i ragazzi fu proprio il mio ex a dirmi chiaramente che mettevo io un muro, quando ero una ragazza carina e intelligente che nulla aveva da invidiare alle coetanee e poteva tranquillamente piacere.

    Vorrei aumentare la mia autostima e sto lavorando per farlo, ma la strada è parecchio lunga.

    La cosa anomala è che io sotto sotto ho stima di me, so di essere una persona valida, buona (che per me è la cosa più importante), capace, ma mai abbastanza, ed evidentemente non mi ci vedo nel mondo delle relazioni.

    Ciao. Anche perchè una persona amica tende a idealizzare e non a pensare cose del genere. Gli amici ti conoscono per come sei e ti stimano, vogliono la tua presenza...

    Le ultime due righe fanno percepire che (forse) questo muro tu lo possa mettere per difenderti dalle relazioni stesse, e che si sia verificato un trauma psicologico (ha un nome preciso in psicologia e viene considerato un disturbo post traumatico da distress, che può insorgere anche dopo tre anni da un brutto evento vissuto(?)).


    Lasciando perdere le APP, per le quali non provi piacere nell'usufruirne: nella vita reale se ipoteticamente quel muro non lo frapponessi cosa accadrebbe di negativo per te? Nel caso che quel muro invisibile tu per davvero lo interponga tra te e gli altri, prova a capire cosa accadrebbe.

    Se invece il problema è maggiormente profondo fatti aiutare a delinearlo uscendo con una cara amica e poi chiedendo a lei come le appari in situazioni sociali, giusto per avere un parere terzo che ti faccia da specchio. Il come ti comporti, da come descrivi, non dipende certo dall'aspetto fisico, ma dal tuo comportamento magari in difesa(?). Come vivi le tue emozioni?

    (Puoi non rispondere a queste domande se ti creassero disagio, imbarazzo o fastidio).

    Ho sciupato il tempo, ed ora il tempo sciupa me. (William Shakespeare)

  • Secondo me per capirsi non è sufficiente l'osservazione esterna, e non è cambiando comportamenti in modo forzato che si risolvono le cose.


    Per crescere bisogna fare esperienza, capire i propri punti deboli e i propri punti di forza ricevendo direttamente i feedback alle proprie azioni. Ricevere validazione dalle solite persone che già conosci e con cui si è creato già un equilibrio nelle dinamiche relazionali (equilibrio non vuol dire che sia necessariamente sano, significa una situazione stabile e abitudinaria) può non essere sufficiente a sbloccarsi.

    A volte è necessario mettersi in gioco e ricevere validazione in modo inaspettato dove non te lo saresti aspettato per acquisire autostima.

    Modificato una volta, l'ultima da holizec ().

  • Secondo me per capirsi non è sufficiente l'osservazione esterna, e non è cambiando comportamenti in modo forzato che si risolvono le cose.


    Per crescere bisogna fare esperienza, capire i propri punti deboli e i propri punti di forza ricevendo direttamente i feedback alle proprie azioni. Ricevere validazione dalle solite persone che già conosci e con cui si è creato già un equilibrio nelle dinamiche relazionali (equilibrio non vuol dire che sia necessariamente sano, significa una situazione stabile e abitudinaria) può non essere sufficiente a sbloccarsi.

    A volte è necessario mettersi in gioco e ricevere validazione in modo inaspettato dove non te lo saresti aspettato per acquisire autostima.

    Ciao, piacere holizec, benvenuta.

    Provo a spiegare meglio la frase: a volte non sono molto chiaro nel delineare i pensieri (per mie caratteristiche penso per immagini e traduco mentalmente in parole e viceversa).

    Intendevo come una persona cara possa valutare per lei come si comporta nei contesti sociali. A me serve in tante cose, chiedo a persone amiche dei feedback che poi mi sono utili sia per capire che per l'appunto cambiare (scusa non volevo portare il discorso su di me, mi aiuta particolarmente perché sono autistico e mi è indispensabile una visione terza).

    Vediamo, tu non scrivi cose sbagliate, però il mettersi in gioco facendolo con le stesse dinamiche di sempre non aiuta a cambiare e nel suo caso a capire perchè (ipotizzavo poi non saprei, infatti chiedevo se fosse così oppure no, anche scrivendo di non rispondere nel caso di imbarazzo).

    Non mi è chiara la frase "cambiando comportamenti in modo forzato", scusa ma non mi pare di averlo scritto, nel caso sia deducibile dal mio post me ne discosto completamente.

    *Mai cambiare forzatamente, ma solo valutare se ci siano cose migliorabili in sé e cambiare per sé stessi e non per gli altri (intendo questo holizec, magari ho spiegato male un concetto a cui tengo veramente tantissimo).

    Mi piace molto questo passaggio dal tuo post: "Per crescere bisogna fare esperienza, capire i propri punti deboli e i propri punti di forza ricevendo direttamente i feedback alle proprie azioni..."

    Si, ma se la persona non è in grado di farli suoi quei feedback perché in stato di tensione, depressa, con una visione non congrua della propria realtà, per non avere messo in atto modalità che avvicinano gli altri anziche allontanarli?


    Non intendo dire che Miss Marple sia depressa, in quanto non lo posso dedurre da nulla e lei non parrebbe descriversi in questi termini, ma forse non essendo il suo momento di migliore fiducia in sé stessa, magari l'avere un aiuto esterno potrebbe incoraggiarla (?).


    Ti pongo un esempio su quello che mi è accaduto due giorni fa in due diversi negozi con

    due ragazze: io di solito non guardo mai in faccia gli altri e nei negozi ci sto il minimo indispensabile. Ad una ho chiesto un'informazione per una cosa che a me realmente serviva, non era una scusa per parlarci. Lei, oltre a darmi l'info, è rimasta a discorrere piacevolmente.

    Il secondo feedback è relativo all'altra ragazza, anche lei molto carina. Mi è passata a 5 metri e istintivamente mi sono girato in quanto non me lo attendevo, lei è tornata indietro e si è voltata diverse volte con un fare molto simpatico.


    Non era mio intento provarci con loro, ho una relazione seria e non ci ho minimamente pensato, però se fossi stato nella condizione di single? Forse si. Ma non guardando quasi mai nessuno non avrei avuto affatto interazioni di alcun tipo. Sarebbe dipeso da me o dal loro? Credo da me. Intendo: se mi metto in condizione di assertività allora le cose cambiano radicalmente. Se non lo faccio restano inesistenti.

    Nel caso di Miss Marple, forse è quello il passaggio che può venire meno e la sfiducia in sé non gli permette di mettersi in gioco. Poi non so se questo sia il momento idoneo per lei affinchè lo faccia, né posso sapere se può farlo nel modo adatto per lei, né se lo eviti. Per quello l'osservazione da parte di una persona terza potrebbe esserle d'aiuto, in quanto dirimente.

    Grazie di aver letto.

    Ho sciupato il tempo, ed ora il tempo sciupa me. (William Shakespeare)

  • Ciao! Scusa, in realtà il tuo commento era chiaro e ti eri spiegato in modo esaustivo, solo l'ho citato perché mi ha dato lo spunto per la mia riflessione che in parte si discostava dalla tua, per poi ampliare il mio discorso su tutt'altro.

    Quindi scusa, in realtà forse non avrei dovuto citarti perché in questo modo ho dato l'impressione di controbattere al tuo post quando in realtà non era mia intenzione.


    In realtà condivito in parte il tuo pensiero.


    - "Però il mettersi in gioco facendolo con le stesse dinamiche di sempre non aiuta a cambiare. Nel suo caso a capire dei perchè"


    Esatto. Su una app non ci sono le stesse dinamiche di sempre. È un ambiente controllato, per certi versi innocuo. Il fatto che non interagisci con la persona di presenza ma attraverso delle parole scritte può essere molto d'aiuto a chi soffre di ansia per esempio. E quindi può essere una valida palestra per fare esperienza con persone diverse e auto osservarsi nel modo in cui si interagisce con tipi diversi e capire cosa va e non va nel nostro approccio.

    Inoltre è un ambiente neutro. Solitamente gli incontri nel mondo reale si fanni in ambienti dove siamo già conosciuti (a lavoro, a una cena tra amici) quindi situazioni in cui il nostro comportamento è già codificato, e inconsciamente ci capita di comportarci come gli altri si aspettanoche ci comportiamo (se nel tuo gruppo di amici sei timido e riservato sembrerà strano che improvvisamente diventi spavaldo e attacchi bottone tutta la serata con uno sconosciuto). Sono meccanismi inconsci, che ovviamente non valgono per tutti, ma per alcuni avvengono.

    Quindi in una situazione neutra, dove non c'è nessuno che abbia aspettative su di te, sei per forza di cose costretto a metterti in gioco e confrontarti con te stesso.


    Con forzato intendevo dire quando si prova ad attuare un comportamento che fino a quel momento non facevamo spontaneamente. Portando l'esempio che hai fatto tu, guardare una ragazza e manifestare un atteggiamento assertivo. Ebbene se qualcuno mi fa notare che io non attuo questi comportamenti, anche se li ritengo validi se non fanno parte del mio modo abituale di comportarmi per metterli in atto dovrò "sforzarmi" e quindi potrei sentirmi a disagio.


    - "Si, ma se la persona non è in grado di farli suoi quei feedback poichè in stato di tensione, depressa, con una visione non congrua della propria realtà, per non avere messo in atto modalità che avvicinino gli altri invece che allontanarli?"

    Hai ragione, l'aiuto esterno può aiutare. Ma non è sufficiente secondo me. Per acquisire autostima deve ricevere validazione, per non avere delle reticenze ad aprirsi deve sentirsi a suo agio. L'aiuto esterno può aiutarti a capire dove sbagli ma per acquisire sicurezza e farlo diventare un tuo comportamento spontaneo bisogna passare dalla teoria alla pratica e sentire sulla propria pelle cosa vuol dire ricevere feedback positivi comportandoti in modo naturale e spontaneo.

  • Taigi non sei il primo che mi fa notare, e mi succede anche nella vita reale, che tendo a svalutarmi e a percepirmi in modo sempre negativo, cosa che non avviene all'esterno. Nessuno degli amici con cui ho parlato mi ha mai fatto capire di percepirmi come una sfigata. Qualche esempio? Le coppie mi invitano a uscire (sono io che mi ci sento " a disagio" come a elemosinare il loro tempo, ma...appunto, mi invitano loro), sul lavoro vengo apprezzata (e tendo sempre invece a sminuire il mio operato), le persone cercano e si fidano dei miei consigli (per me invece non dico nulla di che), e per quanto riguarda i ragazzi fu proprio il mio ex a dirmi chiaramente che mettevo io un muro, quando ero una ragazza carina e intelligente che nulla aveva da invidiare alle coetanee e poteva tranquillamente piacere.

    Vorrei aumentare la mia autostima e sto lavorando per farlo, ma la strada è parecchio lunga.

    La cosa anomala è che io sotto sotto ho stima di me, so di essere una persona valida, buona (che per me è la cosa più importante), capace, ma mai abbastanza, ed evidentemente non mi ci vedo nel mondo delle relazioni.

    Ti capisco bene. E ci sto lavorando anch’io.

    Forse, aver dovuto ripartire da una situazione devastante legata alla mia salute, mi ha dato la spinta di fregarmene del giudizio degli altri (era quello, inconsciamente, che mi faceva sentire ‘da meno’. E non era tanto quello che gli altri pensavano… quanto quello che IO pensavo pensassero… paranoie…)


    Non è vero che non ti ci vedi. Hai solo paura di non essere all’altezza sotto alcuni punti di vista.

    Ma non devi convincerti di essere all’altezza.

    Non ci riusciresti.

    Devi solo fregartene.

    E allora, quando le paranoie non ci saranno più, capirai di essere all’altezza di tutto quello che vuoi.

    Se tutto va bene, potresti già essere in una relazione, quando lo capirai.

    Ama la goccia che fa traboccare il vaso, è nascosto lì dentro ogni bel cambiamento

  • MissMarple comunque ti ripeto, posso consigliarti come punto di partenza, quelle applicazioni che uniscono più persone in uno stesso contesto, perché ci sono molte persone come noi che si sentono sole ( tu per carità hai i tuoi amici, carissimi immagino, ma a volte si deve necessariamente allargare il giro per evolvere pure ) e sono contesti in cui non hai l' imbarazzo di avere una sola persona davanti, quindi andrebbe tutto più liscio. Poi relazione o non relazione quello è un secondo step :) sto comunque vedendo che questa cosa dell' insicurezza di sé racchiude tantissime persone. Io nel mio caso lo giustifico come il non avere fatto tante esperienze e non essermi confrontata con tante persone...ma questa è un' altra storia

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