Sempre sul rapporto con la madre

  • Il problema potrebbe essere il "come" uscirne.

    Sempre a titolo di puro confronto : io non credo che se ne possa uscire tagliando ponti e frequentazioni.

    Il "come" è Sì fondamentale. Purtroppo va ristrutturato l'archetipo che sta alla base della coscienza di famiglia, madre, padre o fratello o sorella. La differenza va introiettata, non usata per coprire la versione precedente.


    Bisogna quindi evitare di trovarsi a ripetere ad ogni occasione utile: "Non devo considerare mia madre per X e Y cose", "Non devo affidare a lei questo ruolo emotivo", etc. Altrimenti diventa una mera coperta sotto la quale fomenta la delusione.


    Bisogna comprendere e accettare la realtà logica (ovvero di avere una madre non madre) a tal punto che ci si ritrova naturalmente a non considerarla per X e Y e a non affidare a lei il tal ruolo emotivo.


    Se fosse una automobile con cui ogni giorno percorriamo 30 minuti a 130 Km/h in autostrada: a un certo punto ci fermiamo a fare benzina e il benzinaio ci fa notare che abbiamo tagli sulle gomme e ci hanno rubato quasi tutti i bulloni delle ruote.

    Tornereste a guidare a 130 Km/h la stessa auto sapendo (introiettando) che non può essere considerata sicura? Penso di no.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • gloriasinegloria: per Natale...farò altrettanto, chiedi se ci sono alternative, io non credo. Come dici tu, parliamo di persone malate e a maggior ragione, per quello che lo spirito del Natale rappresenta, sono del parere che sia doveroso chiudere un occhio su tutte le mancanze.

    bruce0wayne: arrivare al genere di approccio che suggerisci è impossibile secondo me, proprio perché stiamo parlando di persone, non automobili. Va bene farsene una ragione, va bene accettare di ridurre o azzerare le aspettative, ma una madre è una madre anche quando è mancata su cose fondamentali, e non poterci contare non può che lasciare nel cuore una ferita aperta.

  • Cercando di scherzarci...che bel Natale che ci aspetta... :P :saint: :alien: ...................................

    Guarda in tutta onestà, io sono contraria a fare le cose per "dovere", sono abbastanza egoista da fare il possibile per fare qualcosa di bello e piacevole, ma quest'anno vedo poche possibilità vista anche la situazione pandemica. In generale io sono molto schietta e spontanea ed è difficile faccia qualcosa per dovere o per consuetudine o per far piacere ad altri se non ho reale piacere nel farla...è un mio limite.

  • Io parlavo delle "consapevolezze" più che dei gesti concreti.

    E quelle ci seguirebbero dovunque. O almeno : a me seguirebbero dovunque...

    E allora il male minore diventa affrontarle, secondo me. E affrontarle ormai solo con se stessi, se e quando si è ragionevolmente concluso che nessun dialogo potrebbe produrre risultati diversi da quelli già prodottisi nei decenni precedenti.

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • arrivare al genere di approccio che suggerisci è impossibile secondo me, proprio perché stiamo parlando di persone, non automobili. Va bene farsene una ragione, va bene accettare di ridurre o azzerare le aspettative, ma una madre è una madre anche quando è mancata su cose fondamentali, e non poterci contare non può che lasciare nel cuore una ferita aperta.

    Eppure è possibile poiché molti lo hanno fatto, sia in terapia che fuori.


    A parte la mia testimonianza, posso portartene altre. Certo, quando pensi al ruolo di "madre" ti figuri una madre che non è la tua: è immaginaria. Ma tutto il resto, rapporto con il genitore compreso: funziona. Meno aspettative = meno sofferenza.


    Ti sembra impossibile perché non intendi mollare il colpo, oppure perché sei troppo all'inizio del percorso.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • ipposam anch'io credo tu sia davvero fossilizzata nell'ottica di questa impossibilità di cambiamento interiore da parte tua, probabilmente perché intimamente non lo ritieni "giusto" (passami il termine, riduttivo per rendere l'idea).

    Ti assicuro, non per sentito dire ma per esperienze dirette grazie alla professione che svolgo [e che non rivelo per motivi di privacy] che soggetti con, almeno apparentemente, molte meno risorse di quelle che si evince tu possieda tramite i tuoi scritti, sono riusciti a emanciparsi da questo giogo che esponi.

    C'è qualcosa che ti blocca in ciò e il tutto va solamente a tuo discapito

  • Forse è come dite, forse c'è un passaggio che non riesco a fare per qualche motivo, forse davvero è perché non lo ritengo giusto, o banalmente ci sono aspetti della vicenda che sono solo miei e non sono condivisibili su un forum. Certamente provo un profondo senso di ingiustizia. Forse avrei potuto essere più fortunata nell'avere almeno una suocera più equilibrata, una che potesse non dico certo sostituire una madre ma magari essere un riferimento in qualcosa, invece mi è capitata una donna di strette vedute e mezzi, nonché bisognosa lei stessa di un aiuto che, sfortuna sua pure, non sono in grado di darle, penso che mai incontro fu più male assortito.

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