Invecchiamento/vecchiaia...che effetto vi fanno?

  • Posto in questa sezione perchè a me fanno un effetto negativo che temo abbia qualcosa di patologico, e mi pacerebbe sentire i vostri pareri.


    La causa occasionale è semplicemente il racconto di cara amica che torna dalle vacanze in isola da sogno e mi dice che con mare e natura da favola...il marito molto più grande di lei...ha passato quelle vacanze in casa, mentre lei andava per nuotate e sentieri.

    So perfettamente che lui non ce la fa più fisicamente per problemi osteo-muscolari e ...forse...anche per un principio di problemi neurodegenerativi.

    Questa cosa mi tocca nel vivo, perchè comunque conosco anche lui dalla mia adolescenza e lo ricordo giovane, forte, atletico...


    Ma rifletto che a me l'invecchiamento fa proprio un effetto terribile, fino al punto che mi deprime in senso letterale quello di mia madre o di tutte le persone sue coetanee che conobbi giovani e forti.


    E poi...benchè non sia mai stata di quelle persone che si affannano in fitness-cure estetiche & Co. ...l'idea della vecchiaia come forma di degrado psicofisico ...qui lo so che sembro pazza, però è vero...mi portò a trovare un intimo risvolto positivo persino nel divorzio , del tipo "non assisteremo reciprocamente al degrado di ciò che fu giovane e bello e forte!".


    La recidiva è costante: anche con compagno successivo...nel tempo notavo i segni di invecchiamento (anche solo cutaneo) e questo mi faceva un male che secondo me non è normale. E anche lì...confesso...chiusi per tante e tante altre ragioni, ma la consolazione "e non assisteremo reciprocamente al degrado psicofisico" era una vera liberazione gioiosa.


    Ho sempre pensato che un qualche ruolo ce l'abbiano i miei retaggi profondi di timidissima e perfettina, ma questo varrebbe solo per la visione e proposizione di me stessa.

    E invece sto proprio male anche nel constatare l'invecchiamento altrui.


    Mi serve uno bravo o succede anche ad altri? ?(

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • E poi...benchè non sia mai stata di quelle persone che si affannano in fitness-cure estetiche & Co. ...l'idea della vecchiaia come forma di degrado psicofisico ...qui lo so che sembro pazza, però è vero...mi portò a trovare un intimo risvolto positivo persino nel divorzio , del tipo "non assisteremo reciprocamente al degrado di ciò che fu giovane e bello e forte!".

    Naturalmente è qualcosa che penso spaventi chiunque, anche se alcuni processi di degenerazione sono inevitabili, non tutto è perduto, e non credo che bisogna necessariamente rassegnarsi al passare degli anni. A parte che la scienza medica sta progredendo molto nel campo della longevità, non voglio fare nomi di possibili futuri farmaci, ma stanno studiando vari trattamenti che non dico possono invertire il processo, ma sicuramente possono aiutare molto.


    Il fitness e l'allenamento fisico è importantissimo, ci sono atleti e bodybuilder settantenni che hanno un corpo migliore di tanti ventenni. Vedi Serge Nubret, Bill Pearl, Frank Zane e altri.

    No one knows a prescription drug’s side effects like the person taking it. Make your voice heard.

  • Grazie Adam.

    Sì, certo, l'invecchiamento non fa piacere a nessuno. Solo che io mi ci fisso, resto lì a pensarci e ripensarci, senza farmene capace.

    Mi consolo un pò quando vedo persone come Piero Angela o come Liliana Segre o anche come Amanda Lear...solo che...non è che siano così comuni... :(


    La mia sensazione è che la genetica, nel bene o nel male, vinca su tutto.

    Non discuto del ruolo che può avere lo stile di vita, ma ...(tanto per dire)...il marito della mia amica è sempre stato un salutista (è pure medico) e uno sportivo; il minimo sindacale fisso nella sua vita è stato il calcetto amatoriale, con tanto di allenamenti e partite, e poi la bici, il nuoto. Ma...ossa e muscoli stanno dando forfait già da qualche anno, mentre anche la mente denota qualche défaillance corposa.

    Un'altra botta in testa mi viene da una signora che abita a poca distanza da me, e che dovrebbe essere sui 66 anni. Vita sanissima e attivissima da ottima mamma di famiglia e padrona di casa. La invidiavo pure un po' perchè non avendo la patente si faceva ogni giorno la sua lunghissima passeggiata per la spesa quotidiana, e camminando di buona lena. Autentico shock vederla camminare barcollante, fermarsi davanti al mio cancello per salutarmi e vederla assolutamente confusa su tutto, fino a chiedermi quanti figli ho...quando ci conosciamo da circa trent'anni con tanto di caffè e persino qualche cena con le rispettive famiglie... e anche lì...processi neurodegenerativi più che evidenti...

    E qui sto parlando di under 70.

    Se poi andiamo over 70... =O

    Il condominio di città in cui sono cresciuta è proprio fonte perenne di malessere, perchè vedere quale fine ingrata abbiano fatto tante persone che io bambina vidi aitanti sui quaranta...è devastante. Con malattie e morti che nella stragrandissima maggioranza dei casi sono dovute a forme di demenza senile e dintorni, ma che non sono di molto migliori per quanti hanno patologie di degenerazione osteo muscolare... :rolleyes:

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • A me un po' sì però soprattutto per quanto riguarda me stessa. Ovvero mi impressiona (no che non ci dormo eh) vedere le rughe, il fisico meno tonico, la puppa che cala ^^

    Invecchiare per me equivale inevitabilmente a imbruttire e questo mi dispiace. Ai problemi reali dell'invecchiamento non penso forse perché ancora li vedo più lontani ma da brava ansiosa ovviamente mi spaventano anche quelli. Negli altri l'invecchiamento estetico non mi disturba, lo noto ma riesco a percepirlo come una cosa naturale mentre mi dispiace vedere l'affaticamento, le capacità più ridotte delle persone anziane a cui voglio bene, mi ci confronto male e a volte tendo a "rimuovere".

  • Invecchiare per me equivale inevitabilmente a imbruttire e questo mi dispiace.

    Già... :(

    E fosse solo l'imbruttire fisicamente...alla fine sarebbe il meno.

    Ma è il degrado psicofisico globale che mi spiazza e mi atterrisce.

    E' il rincitrullimento di persone che sapevi essere capaci e sveglie e oggi, prendendo insieme l'ascensore, mi chiedono confuse "Gloria ma dove devo andare per tornare a casa mia?" e siamo solo al piano di sotto di casa sua e in una gradinata che è la stessa da sempre e in cui vive da 40 anni; così come mi disintegra vedere in carrozzina, con la colonna vertebrale spezzata per aver spostato un vaso di fiori, un fior di donnina che ha partorito quattro figli sanissimi e sanissimamente li ha allevati, pesando per tutta la vita non più di 50 chili...

    :S ;(

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  • Taci taci, io stavo per aprire lo stesso thread una settimana fa :( . Solo che io, in effetti, forse sono più egocentrica di te e mi avvilisce principalmente il mio declino, meno quello altrui. Anche se anche in questo dipende: se sono persone mie coetanee addirittura un po' mi consola, perchè mi dico che almeno non solo l'unica, mentre è tristissimo vedere diventare progressivamente invalide le persone che abbiamo conosciuto giovani, forti e sane, genitori in primis. Purtroppo, dai cinquanta in poi il destino è quello, ma per me è una fonte di sconforto e paura continua.

    L'unica differenza è che, anche se condivido che dover mostrare all'eventuale partner il proprio declino inesorabile sia molto brutto, mi sembra anche infinitamente peggio doverlo affrontare da sola (e per sola intendo proprio sola, perchè quando morirà mio padre non avrò neanche un parente, ed è a questo che alludo quando dico che ho il terrore delle solitudine, non certo all'abitare da sola in sè e per sè).

    Comunque, io già da qualche anno ho una grave forma di artrosi a una spalla che mi limita moltissimo, mille movimenti anche banalissimi non li posso più fare e sto considerando l'operazione di protesi, ma nello stesso tempo mi spaventa sia l'intervento che tutto il tempo di recupero, oltre al fatto che è poco realistico aspettarsi un risultato ottimale, cioè la spalla di quando avevo vent'anni. A questa artrosi invalidante, che purtroppo peggiora costantemente, si sono aggiunte ultimamente tutta una serie di problemi e invalidità tipici dei 50 e oltre, che stanno dando un bell'aiuto alla mia depressione.

    Poi si sommano i problemi degli altri, non solo a livello emotivo, ma a volte anche pratico, perchè questa è l'età in cui i genitori, se sono ancora vivi, spesso hanno bisogno di cure e di assistenza.
    Questo giusto per fare una sintesi, ma per la lamentela completa meglio che passi al mio diario o abuserei del tuo thread ;).

  • Naturalmente è qualcosa che penso spaventi chiunque, anche se alcuni processi di degenerazione sono inevitabili, non tutto è perduto, e non credo che bisogna necessariamente rassegnarsi al passare degli anni. A parte che la scienza medica sta progredendo molto nel campo della longevità, non voglio fare nomi di possibili futuri farmaci, ma stanno studiando vari trattamenti che non dico possono invertire il processo, ma sicuramente possono aiutare molto.


    Il fitness e l'allenamento fisico è importantissimo, ci sono atleti e bodybuilder settantenni che hanno un corpo migliore di tanti ventenni. Vedi Serge Nubret, Bill Pearl, Frank Zane e altri.

    Gli atleti da te citati appartengono alla categoria dei super dopati (l'epoca d'oro dei vari schwarzenegger-columbu-ferrigno-zane ecc ), come tutti i campionissimi dell'epoca. quindi non fanno testo: anzi semmai sarebbero da indicare come esempi da evitare visto l'abbondante e palese (ammesso anche in varie interviste) uso di farmaci dopanti nocivi alla salute: c'è un video su youtube dove si spiega quali tipi di farmaci assumeva e come ne aumentava le dosi in corrispondenza delle gare il famoso Arnold.



    Concordo invece sul fatto che l'attività fisica sia un ottimo aiuto per invecchiare bene, unita a sana alimentazione e altrettanto sano stile di vita.


    P.S: ho un libro di Bill Pearl, che hai citato, sull'allenamento coi pesi dove prima condanna l'uso dei farmaci, dopo averne visto gli effetti negativi su atleti di sua conoscenza, poi ne ammette l'uso in 2 diverse fasi della sua vita. Si trattava di farmaci per bestiame. Quindi fammi un favore: non portare come esempio di salute gente che ha usato certe schifezze.

  • io, in effetti, forse sono più egocentrica di te e mi avvilisce principalmente il mio declino, meno quello altrui.

    Ah ma non è che non mi preoccupi il mio! (Il mio avvilimento è in chiave altruistica, ma il mio terrore è molto autocentrato!


    Io dico che si comincia a pensarci quando verso i 45 comincia il primo schiaffetto tangibile del declino: rendersi conto che è subentrata la presbiopia, e che per leggere bene "come prima" ...acc...servono gli occhiali della farmacia... :| Che, guarda caso, in passato si definivano comunemente "occhiali per i vecchi"...


    Credo che se qualcuno mi regalasse una copia de "le tre età della donna" di Klimt...glielo romperei in testa :) :S

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • E poi un altro effetto pessimo/deprimente mi si produce con quei "collage del passato" di artisti e persone di spettacolo che le TV in austerity somministrano a gogo'.


    Finchè si tratta di persone non più in vita e morte da giovani...(prendiamo Rino Gaetano per tutti)...può dispiacere l'idea della beffarda morte prematura, e basta.


    L'effetto deprimente si acuisce di molto quando il collage riguarda persona morta anziana. Ultimo esempio Raffaella Carrà. Che vecchiaia e malattia l'abbiano portata via per sempre...mi rendeva proprio doloroso rivedere i filmati di questa bella ragazza al pieno della sua vitalità.


    Ma lo scoramento tocca l'apice quando il collage riguarda anziano vivente e avviene in sua presenza/intervista.

    Sì...ci sono alcuni che se la godono e forse pensano sia di essere eterni e sia di essere sempre gli stessi (mi viene in mente Lino Banfi, peraltro mai piaciuto neanche un po').

    Ma per i più arguti e ironici (penso a persone tipo Arbore, Andrea Roncato, Jerry Calà, Christian de Sica, ecc.) sembra proprio di leggergli in faccia la consapevolezza che quello spirito rocambolesco non c'è più, e che non c'è più neanche in quei casi in cui si è costretti per lavorare a far finta che ci sia. E questi spaccati mi sembrano proprio la visualizzazione deprimente della vecchiaia. :(

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • Guarda, vuoi ridere? Io sono un po' miope, avevo fatto l'intervento di correzione per la miopia anni fa, ma poi lo sono tornata, anche se decisamente meno di prima. Per certi versi, il fatto di essere tornata un po' miope dopo i 40 è stato un vantaggio, perchè mi ha permesso di posticipare di qualche anno la presbiopia.

    Da inizio 2021, invece, mi sono dovuta rassegnare al fatto che anche da vicino non ci vedo più bene e devo usare gli occhiali anche per leggere. Bè, non so perchè, ma questa cosa mi ha avvilito anche più che altri palesi segni di invecchiamento, come le rughe e i il corpo che cede da tutte le parti :( .

    Probabilmente perchè, oltre alla seccatura estetica degli occhiali, che per altro ho portato per moltissimi anni, quindi è il meno, si tratta proprio di un'invalidità funzionale con cui dobbiamo fare i conti più volte al giorno. Sarà anche fisiologica invece che patologica e comune a tutti, dopo una certa età, ma è una gran seccatura, anche perchè, nella vita quotidiana, si ha bisogno continuamente di leggere qualcosa e il fatto di non riuscirci più senza occhiali mi ricorda ogni minuto del declino dovuto all'età.

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