Abbuffata di sesso, bisogno di capire cosa è l'amore

  • Ci siamo arrivati, peccato che il punto di arrivo è insoddisfacente come il punto di partenza, è il commento che mi è venuto di fare dopo aver letto l'articolo di oggi su La Repubblica.


    La rivoluzione dei costumi operata con il movimento studentesco del 1968, allorquando si predicava l'esigenza di liberalizzare il sesso, vedeva in piazza giovani che sapevano cosa era l'amore (sulla base degli insegnamenti tradizionali familiari), conoscevano poco o per niente il sesso (del quale non si parlava in famiglia ed era questione ammantata di segreto), e contestavano la correlazione amore/sesso vagheggiando una società dove l'attività sessuale fosse libera e consapevole.


    Adesso, 50 anni dopo, dopo diverse generazioni che si sono susseguite nell'era di Internet, del trionfo della comunicazione diffusa e senza vincoli, si scopre che l'indigestione fatta di sesso in tutte le forme (e gratis) fa ricercare l'amore come rapporto essenziale per la crescita degli adolescenti e degli esseri che si apprestano ad entrare e vivere nella fase della giovinezza.


    Si sa molto (anche se in forme spesso confuse) del sesso, si conoscono le ritualità dei corpi nella pornografia, ma non si sa come sia l'amore. Anzi, si sente una forma di oppressione sociale nel consumare il sesso, senza ricollegarlo alla sfera dei sentimenti.


    Forse abbiamo toccato il fondo ed inizia una risalita alla maggiore consapevolezza. Chissà ...

    Mi piacerebbe sentire le opinioni di chi si ferma a leggere su questo Forum

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    Vi posto un articolo comparso oggi su Repubblica che mi sembra emblematico del discorso sopra accennato.


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    Da La Repubblica - Articolo di Benedetta Perilli 20 maggio 2021

    Quei ragazzi in cerca d’amore: “Non insegnateci solo cos’è il sesso”



    "Oggi il sesso è un obbligo sociale, un'ansia, un passaggio imposto. E noi ragazzi ormai ci sentiamo quasi forzati a farlo per dimostrare di essere cresciuti. Io invece vorrei vivere in un mondo in cui nessuno deve dimostrare di saper svolgere un atto sessuale". Tommaso ha 17 anni e un problema ormai diventato generazionale: vorrebbe sapere come si fa l'amore. Non quello fisico ma soprattutto quello sentimentale, quello fatto di condivisione, consenso e rispetto. Tutto quello che sa lo ha imparato parlandone con i suoi genitori e vivendo le sue esperienze. Ma niente gli è arrivato dalla scuola. Lo abbiamo incontrato insieme ad altri otto liceali, tutti tra i 17 e i 18 anni, al Mattatoio di Roma.

    Nove ragazzi scossi, come i loro coetanei, dai recenti fatti di cronaca che vedono come protagonisti giovanissimi finiti sotto accusa per stupro di gruppo, dal caso di Ciro Grillo e dei suoi tre amici alla violenza su una 18enne da parte dei quattro di Campobello di Mazara fino all'ultimo accaduto di Savona con due minorenni che sarebbero state violentate da cinque ragazzi che avrebbero poi condiviso sui social il video. Fatti che interpellano le loro coscienze: può succedere anche a me di vestire i panni della vittima o del carnefice alla fine di una serata alcolica? Ecco le loro risposte alle nostre domande.

    Sesso, violenza, chat, cosa sta succedendo ai ragazzi ?

    "È cambiato il modello erotico, il modo di concepire i rapporti interpersonali e di aprirsi all'altro e con ciò è cambiato anche l'amore", spiega Giorgio, 17enne arrivato all'incontro insieme all'amico Niccolò. Che completa il suo pensiero: "Per tanti nostri coetanei il rapporto sessuale non comprende una profonda conoscenza dell'altro, ovvero l'amore, ma solo un divertimento, spesso orientato da un punto di vista maschile, da fare velocemente e poi abbandonare". Dello stesso parere è anche la 18enne Ame che aggiunge: "Si dà per scontato che a un ragazzo piaccia il sesso. Non è così, bisogna dare voce alle persone che lo vivono diversamente. Io mi sono sempre sentita libera dalle imposizioni sociali e credo sia dovuto anche al fatto che sono omosessuale e non mi interfaccio con gli uomini".

    C'è qualcosa di nuovo in questi ragazzi. Per esempio: la rivoluzione sessuale è stata un momento di svolta ma oggi se ne vedono anche i limiti. "Sembra che sia tutto così manifesto e libero ma invece continuiamo a coprire sotto una facciata di immagini volgari la grande vergogna che ancora c'è", riflette Caterina, bisessuale, con un padre più femminista di lei. Crede che si possa anche fare sesso con leggerezza ma mai senza emozioni.

    La vostra educazione sessuale come è avvenuta ?

    "Siamo stati formati da persone che arrivano dalla realtà del consultorio, persone che se parlano di sesso parlano di contraccezione e Aids. Adesso la tematica dello stupro si fa sentire molto tra di noi. Tutti sappiamo cos'è, nessuno ci spiega quanti anni rischia chi stupra una persona, quali sono le aggravanti, cosa c'è dietro. Da quando ho 6 anni a scuola ho partecipato ad almeno una conferenza ogni anno sulla Shoah, un tema importantissimo, ma mai a una conferenza su queste tematiche", risponde Elisa, quasi 18 anni. E poi c'è chi ha dovuto fare tutto da sola, come Cyan. "Ci tengo a dire che sono trans, non ci sono tante persone della mia età, come me, che parlano della loro esperienza. A causa della cultura del pudore l'educazione sessuale è un argomento che non viene affrontato. Viverlo da persona trans significa essere soli, cercare nella folla quell'altra persona che vedi e che forse è come te per capire come andare avanti. Non ci sono fonti, ho fatto tutto su internet, scoprendo profili di persone come me".

    Su Internet c'è una quantità di porno gratuito mai vista prima. Credete ci sia una relazione tra la violenza con cui i giovani vivono oggi la sessualità e l'industria pornografica ?

    "L'avvento del porno gratuito online ci ha cambiati, acuendo la strumentalizzazione della donna come un giocattolo. Non avendo esperienza i ragazzi guardano quei video e pensano che sia normale fare sesso così", osserva Matteo. "I genitori ci avrebbero dovuto dire che il porno è una finzione, un'industria cinematografica", aggiunge Elisa che racconta di essere stata impaurita dalla visione del primo video porno. Per Irene, 18enne elegante e pacata, "la pornografia non influenza la realtà ma la rappresenta". Giorgio nota che "nel porno ci sono violenza e corpi che non si toccano, elementi che si ritrovano poi nelle relazioni sentimentali. C'è una desacralizzazione del corpo che mette in discussione la dimensione dell'intimità". Cyan è ancora più esplicita: "Mi vengono a chiedere di fare sesso perché trovano esotico andare a letto con una persona trans, come se fossi una categoria di YouPorn. Sono vergine e vorrei solo poter fare l'amore come una persona della mia età".

    Nei "Comizi d'amore" del 1965 Pasolini domandava a dei militari cosa preferissero tra essere Don Giovanni o bravi padri di famiglia. Voi cosa scegliereste ?

    "La domanda spinge a contrapporre due visioni, che sono diventate due archetipi, una leggera e una più costruttiva, una dicotomia che si è trasformata in una gabbia per troppi uomini. Io una risposta non la so dare, a me piace tanto l'amore e mi piacerebbe che qualcuno ci insegnasse a farlo", conclude Giorgio.


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    (-------------------- 8) -----------------------)

    Ogni cosa umana ha un inizio ed una fine: il lavoro finisce, l’amore muore, l’esistenza arriva alla fine, eppure ci affanniamo a considerare eterne cose e sentimenti che non lo sono e soffrire per la loro caducità. Irrazionalità umana, per fortuna.

  • Interessante punto di riflessione.

    Purtroppo a quasi 44 anni mi rendo conto di essere ormai lontanissimo dalla cultura adolescenziale, e che i tempi rispetto ai miei 16 anni sono drasticamente cambiati.

    E' un peccato che le nuove generazioni vivano un sesso così freddo, impersonale, emotivamente vuoto.

    Oggi da uomo adulto mi rendo conto che il sesso senza amore è come una pizza surgelata confrontata a una pizza appena sfornata da un forno a legna.. la mangi ugualmente, ma l'impatto che ti da è completamente diverso.

    Capire le ragioni di questo glaciazione emotiva è difficile.

    Forse l'era del web ne è responsabile, i social. Il fatto che viviamo (e ancor più i giovanissimi) in vetrina ha reso tutti più composti e frenati.

    E mentre prima ci si lasciava andare all'amore, oggi ci si comporta come attori davanti a una telecamera.


    Forse in vita mia l'amore è quello che più mi ha fatto soffrire, ma mi chiedo che vita sarebbe stata senza.
    E quanto sarebbe stato vuoto fare sesso senza quell'amore a volte doloroso.

  • Credo che il problema sia più ampio, non limitato all'amore.

    Ciò che manca è educazione, nel vero senso della parola. Giovani che non comprendono ciò che sentono, spesso fermi al mero impulso.

    Chi non comprende le emozioni non può nemmeno vivere i sentimenti, è come cose parlare senza conoscere l'alfabeto. L'amore sta dentro in quel segmento. Il sesso relegato a resto meccanico, eseguito come imparato (perlopiù dai porno).


    Incollo un breve estratto da un articolo di U. Galimberti che da anni si occupa del malessere dei giovani e di questo aspetto parla già da tantissimi anni.


    Ma vediamolo, il percorso che dall'impulso conduce all'emozione e da ultimo al sen­timento. L'impulso è la più primitiva delle cariche emotive e ha come linguaggio il gesto. Gli episodi di bullismo sono l'esem­pio classico di ragazzi la cui maturazione emotiva si è fermata a questo stadio. Punirli, sospenderli dalla scuola non serve a nien­te, perché non sono in grado di distinguere con chiarezza cosa è bene e cosa è male, cosa è giusto e cosa è ingiusto. Questi ragaz­zi vanno "educati" cioè condotti (e-ducere) dall'impulso all'emozione, che è la riso­nanza emotiva che una mia parola, un mio gesto produce in me, in modo che, grazie a essa, io possa avvertire la differenza che a livello impulsivo non colgo.

    Kant diceva che la differenza tra bene e male possiamo anche evitare di definirla, perché ciascuno la "sente" naturalmente da sé. Oggi non è più così, se è vero che alcu­ni ragazzi non distinguono tra corteggiare una ragazza o aggredirla sessualmente, tra parlar male di un professore o prenderlo a calci, tra non amare lo straniero o bruciarlo mentre dorme su una panchina.

    Dall'emozione si passa al sentimento che non è un dato "naturale" ma "culturale". I sentimenti si imparano attraverso modelli, storie, narrazioni. I miti greci, per esempio, descrivevano con Zeus il potere, con Atena l'intelligenza, con Apollo la bellezza, con Afrodite la sensualità, con Ares l'aggressi­vità, con Dioniso la follia. Attraverso i miti si prendeva contatto con la dimensione sentimentale che guida la condotta degli uomini.

    Oggi non possiamo più tornare ai miti, ma abbiamo il serbatoio di conoscenza dei sentimenti umani rappresentato dalla let­teratura, frequentando la quale, si impara che cos'è il dolore, la gioia, l'entusiasmo, la noia, la compassione, la disperazione, in tutte le forme e le articolazioni in cui que­sti sentimenti si declinano. Oggi le nostre scuole, per adeguarsi alla cultura tecnologica, tendono a marginalizzare la letteratura, per cui avremo sempre di più tecnici senz'a­nima, ma soprattutto uomini che conducono la propria vita senza la più pallida idea di sé e dei sentimenti che li abitano.

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

  • Aggiungo una citazione di altro recente articolo, tratto da Avvenire.it, del 18 maggio 2021, nel quale sono incappato per caso poco fa (scherzo del motore di ricerca), che commenta la discussione andata in onda su "Non è l'Arena" di domenica scorsa, terza parte, che non ho visto (avevo lavorato tutto il giorno e sono andato a dormire esausto).

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    Sesso e giovani, Giletti fa riflettere

    di Andrea Fagioli martedì 18 maggio 2021


    Il porno influenza i giovani? È questa la domanda posta in apertura della terza parte di Non è l'arena, domenica su La7, per introdurre il tema adolescenti e sessualità. E va riconosciuto a Massimo Giletti, che non sempre si distingue per i toni pacati e la riflessione serena, di avere in questo caso affrontato un argomento così delicato con cognizione di causa offrendo senza sconti uno spaccato interessante e preoccupante. Una volta tanto anche gli ospiti in studio (Vittorio Sgarbi, la psicoterapeuta Stefania Andreoli, l'avvocatessa Andrea Catizone e il giornalista Luca Telese) hanno dato vita a un confronto costruttivo. Persino Sgarbi, a parte qualche guasconata delle sue, è stato riflessivo e addirittura ha criticato la pubblicità in cui compaiono due donne che si baciano, definendola un'ostentazione pericolosa per il messaggio di tendenza che contiene. Due gli spunti per il dibattito: la vicenda del figlio di Beppe Grillo e un intervento di Alessandro D'Avenia nel quale lo scrittore afferma che il 90 per cento dei ragazzi tra gli 8 e i 16 anni consuma ogni giorno pornografia in rete, ma non solo: ancora più drammatico è quanto D'Avenia racconta di avere appreso da una psicoterapeuta, ovvero che il primo rapporto sessuale di molte adolescenti in cura dalla professionista è stata una violenza. Dati incredibili, che purtroppo le ragazzine intervistate da Non è l'arena hanno confermato parlando dell'uso frequente di alcol e droghe e di rapporti sessuali molto spesso non consenzienti in conseguenza dello sballo, oltre alla tendenza sempre più diffusa, da parte dei maschi, di filmare il tutto e di condividerlo sui social. Quello di Non è l'arena è stato dunque un pugno nello stomaco che, come ha detto Talese, ha offerto motivi di riflessione, ma anche sensi di colpa in quei genitori che hanno permesso tutto questo anche solo mettendo un cellulare nelle mani di un bambino.

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    Mi domando come possa leggersi che "il primo rapporto sessuale di molte adolescenti in cura dalla professionista è stata una violenza", senza saltare sulla sedia, e parlo da padre di figlia femmina, prima che da uomo.


    Se si inizia il percorso della crescita da adolescente a giovane in questo modo sbagliato, come si può credere nell'amore e nel piacere della sessualità in un contesto di affermazione delle libertà di un individuo ?


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    Ogni cosa umana ha un inizio ed una fine: il lavoro finisce, l’amore muore, l’esistenza arriva alla fine, eppure ci affanniamo a considerare eterne cose e sentimenti che non lo sono e soffrire per la loro caducità. Irrazionalità umana, per fortuna.

  • Bellissimo il paragone con la pizza, lo trovo molto calzante :) .

    Per il resto, sono (ahimè) troppo lontano dal mondo dei giovani per azzardare spiegazioni e teorie. Probabile che la maggior accessibilità del porno, o meglio di tipi di porno diversi, faccia la sua parte, ma non credo sia solo quello.

    Se penso alla mia generazione, la pornografia era ovviamente già seguitissima, soprattutto dai maschi, ma magari non già a 8 anni. In più, era facile trovare foto ma video non molto, e anche solo per via del mezzo più limitato era più difficile veicolare situazioni veramente pesanti con violenza ecc. Non sono molto esperta :saint:, ma probabilmente adesso è facile avere accesso a video con situazioni tali che il classico giornale o fumetto porno della mia adolescenza risulterebbe una lettura da convento.

    Però, il problema non può essere solo quello.

    Il problema dev'essere anche la perdita di un solido confine fra fantasia e realtà, ovvero di una chiara percezione dei tuoi limiti come membro di una società civile. Almeno per quello che riguarda la violenza, nel sesso e fuori. Voglio dire, anche a me piacciono i film polizieschi, drammatici o di guerra in cui la gente muore ammazzata, ma non per questo penso che sparare al prossimo sia una bella cosa... :face_with_rolling_eyes: .

    Per quel che riguarda la mancanza dei sentimenti, cioè il sesso senza amore, ho un grosso dubbio. Secondo me non è che prima si amava di più, ma solo che si sco**va meno. Quindi sì, certo, si fa più spesso senza amore, ma non è detto che sia calato il sentimento, forse è solo aumentato il sesso. Il che non mi sembra negativo in sè e per sè, ma lo diventa se la mancanza di amore e di intimità emotiva si traduce anche in mancanza di rispetto. Cosa che purtroppo sembra avvenire, e forse più fra i giovani che fra gli adulti.

  • Per quel che riguarda la mancanza dei sentimenti, cioè il sesso senza amore, ho un grosso dubbio. Secondo me non è che prima si amava di più, ma solo che si sco**va meno. Quindi sì, certo, si fa più spesso senza amore, ma non è detto che sia calato il sentimento, forse è solo aumentato il sesso. Il che non mi sembra negativo in sè e per sè, ma lo diventa se la mancanza di amore e di intimità emotiva si traduce anche in mancanza di rispetto.

    Condivido. E proprio convintamente. :thumbup:

    Non taccio di essere stata, forse proprio per ragioni generazionali, molto positivamente suggestionata anche dalla frase di Pivaldo quando dice che i ragazzi del 68 volevano libertà sessuale ma sapevano cosa fosse l'amore.

    Poi non ho postato nulla proprio perchè qualcosa non mi convince nell'assunto di Pivaldo, benchè mi piacerebbe esserne convintissima.

    Volendo proprio sottilizzare...mi verrebbe addirittura da dire che i primi ad aver confuso il "libero amore" con (solo) "libero sesso" siano stati esattamente i sessantottini.

    Ma poi e comunque e prima...resta anche a me l'interrogativo "quale amore" , in ambito passionale?

    Spiegarmi in questo, ove mai interessante per qualcuno, sarebbe esageratamente complicato anche per me stessa, adesso.

    Tornando a sommi capi : sarei portata a dare alla pornografia quel ruolo che non dubito abbia. Ma penso che a non far credere e sognare l'amore di coppia, nei ragazzi, sia molto più il fatto di non averne nè esempio nè prova.

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • Probabile che la maggior accessibilità del porno, o meglio di tipi di porno diversi, faccia la sua parte, ma non credo sia solo quello.

    Se penso alla mia generazione, la pornografia era ovviamente già seguitissima, soprattutto dai maschi, ma magari non già a 8 anni. In più, era facile trovare foto ma video non molto, e anche solo per via del mezzo più limitato era più difficile veicolare situazioni veramente pesanti con violenza ecc. Non sono molto esperta :saint: , ma probabilmente adesso è facile avere accesso a video con situazioni tali che il classico giornale o fumetto porno della mia adolescenza risulterebbe una lettura da convento.

    Però, il problema non può essere solo quello.

    Il problema dev'essere anche la perdita di un solido confine fra fantasia e realtà, ovvero di una chiara percezione dei tuoi limiti come membro di una società civile. Almeno per quello che riguarda la violenza, nel sesso e fuori.

    D'accordo che non si può ricondurre tutto all'ampio accesso alla pornografia (che esiste da quando l'uomo ha iniziato a fare graffiti sulle rocce), però se guardi al fatto che le possibilità di conoscenza tra gli individui sono preminentemente riconducibili ai siti Internet, il sospetto che si sia creata una dicotomia stabile tra finzione e realtà, con la prima che prevale sulla seconda, si conferma come vera causa della crisi tra gli adolescenti.

    Peraltro, cercare occasioni di incontro su siti Internet è diventata l'occupazione anche dei loro genitori (quelli che ancora si "buttano in pista") e gli adolescenti comprensibilmente imparano che la piazza dove incontrano coetanei è sempre più quella virtuale rispetto a quella della loro città, cittadina o villaggio.

    E' come ordinare la pizza via smartphone, è meno impegnativo che vestirsi ed uscire per andare in pizzeria. La pizza arriva a casa e, se vuoi, te la mangi in sala da pranzo mentre sei in pigiama, senza complicazioni. Se è freddina, la passi al forno o al microonde per uno o due minuti ... ed è pronta.


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    Ogni cosa umana ha un inizio ed una fine: il lavoro finisce, l’amore muore, l’esistenza arriva alla fine, eppure ci affanniamo a considerare eterne cose e sentimenti che non lo sono e soffrire per la loro caducità. Irrazionalità umana, per fortuna.

  • Non taccio di essere stata, forse proprio per ragioni generazionali, molto positivamente suggestionata anche dalla frase di Pivaldo quando dice che i ragazzi del 68 volevano libertà sessuale ma sapevano cosa fosse l'amore.

    Poi non ho postato nulla proprio perchè qualcosa non mi convince nell'assunto di Pivaldo, benchè mi piacerebbe esserne convintissima.

    Volendo proprio sottilizzare...mi verrebbe addirittura da dire che i primi ad aver confuso il "libero amore" con (solo) "libero sesso" siano stati esattamente i sessantottini.

    Ma poi e comunque e prima...resta anche a me l'interrogativo "quale amore" , in ambito passionale?

    Per quanto i sessantottini postulassero il "libero sesso" ne facevano meno di quello che si crede, semplicemente perché c'era il condizionamento educativo ricevuto (quello che vedevano in famiglia) che, comunque, frenava le loro eruzioni ormonali. A quel tempo, si pensava alla libertà come conquista per tutti, c'era molto meno individualismo.


    Me ne sono convinto vedendo la disinvoltura con la quale oggi i giovani si preparano ad andare ad incontrare i coetanei con l'idea di entrare in condizione di "sballo" (a partire dai troppi aperitivi per finire con le canne o le droghe sintetiche) per scimmiottare la condizione di passione, nella quale il sesso acquisisce maggiore intensità.


    Da noi eravamo molto più indietro rispetto al mondo anglo-sassone e nord-europeo.

    Quello che accade oggi nella società italiana era già attuale trenta anni fa nell'Occidente più ricco ed avanzato. Al massimo, nei campeggi noi maschietti riuscivamo a portare in tenda a fare sesso le ragazze più grandi francesi, tedesche, scandinave.


    Quando ero all'università in California negli anni '90, sentivo gli studenti ventenni che vivevano stabilmente nel campus organizzarsi per il fine settimana (da venerdì sera a domenica sera) per "andare sotto il tavolo". Era un rito, per me incomprensibile, semplicemente perché se mi ubriacavo mi veniva da vomitare e mi sentivo male.

    La medesima consuetudine accadeva (ed accade) a Londra quando giravo per il centro al ritorno dalla cena e vedevo allineati sui muri esterni dei pubs o sui bordi dei marciapiedi centinaia di bicchieri vuoti che venivano raccolti dai camerieri. E con lievi differenze capitava a Colonia, a Berlino ed a Stoccolma o Amsterdam.

    Si "sballava" e ci si lasciava andare, al punto che al mattino capitava di svegliarsi con colossali emicranie senza nemmeno ricordare che cosa si aveva combinato e chi si aveva incontrato.


    Concludo con il sospetto che oggi la gioventù sia alla disperata ricerca di orgasmi simultanei con i partners amati, dove l'abbandono è totale e l'eccitazione si fonde con l'affetto ed una indicibile tenerezza, condizione di per sé rara ma fantastica, quando la si è provata.


    Si cerca però la scorciatoia, il risultato garantito, ricercando il succedaneo (finzione più o meno chimicamente indotta) perché non si sa come trovare l'originale sensazione (della quale non c'è quasi più memoria).


    Mi sbaglierò ...


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    Ogni cosa umana ha un inizio ed una fine: il lavoro finisce, l’amore muore, l’esistenza arriva alla fine, eppure ci affanniamo a considerare eterne cose e sentimenti che non lo sono e soffrire per la loro caducità. Irrazionalità umana, per fortuna.

  • Avete osservate in che direzione di sviluppa il dialogo?


    La direzione é il 'sesso', quando i giovani citati all'inizio senza alcun dubbio o confusione chiedono di parlare (addirittura insegnare) l'amore ovvero il sentimento.


    Credo che sia quello che quotidianamente succede ai giovani, a scuola, a casa, ovunque: chiedi pere e ti parlano di mele.


    Come si può vivere il sentimento quando ovunque si parla e si vive solo il sesso?

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

  • Come si può vivere il sentimento quando ovunque si parla e si vive solo il sesso?

    Nella mia esperienza con i giovani posso confermare che alla fine è l'amore e l'innamoramento ciò che cercano un po' tutti. Il problema è che il sesso è spesso vissuto come scisso dal sentimento è quindi viaggia su canali diversi. Se culturalmente questa cosa, giusta o sbagliata che sia , era già attribuita agli uomini ora è comune. In parole povere... molto povere: le ragazze (alcune ma non pochissime)mentre cercano l'amore la danno a destra e a manca ?( perché il sesso è vissuto quasi come un'attività fisica scontata tra i sessi.

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