Ci siamo arrivati, peccato che il punto di arrivo è insoddisfacente come il punto di partenza, è il commento che mi è venuto di fare dopo aver letto l'articolo di oggi su La Repubblica.
La rivoluzione dei costumi operata con il movimento studentesco del 1968, allorquando si predicava l'esigenza di liberalizzare il sesso, vedeva in piazza giovani che sapevano cosa era l'amore (sulla base degli insegnamenti tradizionali familiari), conoscevano poco o per niente il sesso (del quale non si parlava in famiglia ed era questione ammantata di segreto), e contestavano la correlazione amore/sesso vagheggiando una società dove l'attività sessuale fosse libera e consapevole.
Adesso, 50 anni dopo, dopo diverse generazioni che si sono susseguite nell'era di Internet, del trionfo della comunicazione diffusa e senza vincoli, si scopre che l'indigestione fatta di sesso in tutte le forme (e gratis) fa ricercare l'amore come rapporto essenziale per la crescita degli adolescenti e degli esseri che si apprestano ad entrare e vivere nella fase della giovinezza.
Si sa molto (anche se in forme spesso confuse) del sesso, si conoscono le ritualità dei corpi nella pornografia, ma non si sa come sia l'amore. Anzi, si sente una forma di oppressione sociale nel consumare il sesso, senza ricollegarlo alla sfera dei sentimenti.
Forse abbiamo toccato il fondo ed inizia una risalita alla maggiore consapevolezza. Chissà ...
Mi piacerebbe sentire le opinioni di chi si ferma a leggere su questo Forum
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Vi posto un articolo comparso oggi su Repubblica che mi sembra emblematico del discorso sopra accennato.
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Da La Repubblica - Articolo di Benedetta Perilli 20 maggio 2021
Quei ragazzi in cerca d’amore: “Non insegnateci solo cos’è il sesso”
"Oggi il sesso è un obbligo sociale, un'ansia, un passaggio imposto. E noi ragazzi ormai ci sentiamo quasi forzati a farlo per dimostrare di essere cresciuti. Io invece vorrei vivere in un mondo in cui nessuno deve dimostrare di saper svolgere un atto sessuale". Tommaso ha 17 anni e un problema ormai diventato generazionale: vorrebbe sapere come si fa l'amore. Non quello fisico ma soprattutto quello sentimentale, quello fatto di condivisione, consenso e rispetto. Tutto quello che sa lo ha imparato parlandone con i suoi genitori e vivendo le sue esperienze. Ma niente gli è arrivato dalla scuola. Lo abbiamo incontrato insieme ad altri otto liceali, tutti tra i 17 e i 18 anni, al Mattatoio di Roma.
Nove ragazzi scossi, come i loro coetanei, dai recenti fatti di cronaca che vedono come protagonisti giovanissimi finiti sotto accusa per stupro di gruppo, dal caso di Ciro Grillo e dei suoi tre amici alla violenza su una 18enne da parte dei quattro di Campobello di Mazara fino all'ultimo accaduto di Savona con due minorenni che sarebbero state violentate da cinque ragazzi che avrebbero poi condiviso sui social il video. Fatti che interpellano le loro coscienze: può succedere anche a me di vestire i panni della vittima o del carnefice alla fine di una serata alcolica? Ecco le loro risposte alle nostre domande.
Sesso, violenza, chat, cosa sta succedendo ai ragazzi ?
"È cambiato il modello erotico, il modo di concepire i rapporti interpersonali e di aprirsi all'altro e con ciò è cambiato anche l'amore", spiega Giorgio, 17enne arrivato all'incontro insieme all'amico Niccolò. Che completa il suo pensiero: "Per tanti nostri coetanei il rapporto sessuale non comprende una profonda conoscenza dell'altro, ovvero l'amore, ma solo un divertimento, spesso orientato da un punto di vista maschile, da fare velocemente e poi abbandonare". Dello stesso parere è anche la 18enne Ame che aggiunge: "Si dà per scontato che a un ragazzo piaccia il sesso. Non è così, bisogna dare voce alle persone che lo vivono diversamente. Io mi sono sempre sentita libera dalle imposizioni sociali e credo sia dovuto anche al fatto che sono omosessuale e non mi interfaccio con gli uomini".
C'è qualcosa di nuovo in questi ragazzi. Per esempio: la rivoluzione sessuale è stata un momento di svolta ma oggi se ne vedono anche i limiti. "Sembra che sia tutto così manifesto e libero ma invece continuiamo a coprire sotto una facciata di immagini volgari la grande vergogna che ancora c'è", riflette Caterina, bisessuale, con un padre più femminista di lei. Crede che si possa anche fare sesso con leggerezza ma mai senza emozioni.
La vostra educazione sessuale come è avvenuta ?
"Siamo stati formati da persone che arrivano dalla realtà del consultorio, persone che se parlano di sesso parlano di contraccezione e Aids. Adesso la tematica dello stupro si fa sentire molto tra di noi. Tutti sappiamo cos'è, nessuno ci spiega quanti anni rischia chi stupra una persona, quali sono le aggravanti, cosa c'è dietro. Da quando ho 6 anni a scuola ho partecipato ad almeno una conferenza ogni anno sulla Shoah, un tema importantissimo, ma mai a una conferenza su queste tematiche", risponde Elisa, quasi 18 anni. E poi c'è chi ha dovuto fare tutto da sola, come Cyan. "Ci tengo a dire che sono trans, non ci sono tante persone della mia età, come me, che parlano della loro esperienza. A causa della cultura del pudore l'educazione sessuale è un argomento che non viene affrontato. Viverlo da persona trans significa essere soli, cercare nella folla quell'altra persona che vedi e che forse è come te per capire come andare avanti. Non ci sono fonti, ho fatto tutto su internet, scoprendo profili di persone come me".
Su Internet c'è una quantità di porno gratuito mai vista prima. Credete ci sia una relazione tra la violenza con cui i giovani vivono oggi la sessualità e l'industria pornografica ?
"L'avvento del porno gratuito online ci ha cambiati, acuendo la strumentalizzazione della donna come un giocattolo. Non avendo esperienza i ragazzi guardano quei video e pensano che sia normale fare sesso così", osserva Matteo. "I genitori ci avrebbero dovuto dire che il porno è una finzione, un'industria cinematografica", aggiunge Elisa che racconta di essere stata impaurita dalla visione del primo video porno. Per Irene, 18enne elegante e pacata, "la pornografia non influenza la realtà ma la rappresenta". Giorgio nota che "nel porno ci sono violenza e corpi che non si toccano, elementi che si ritrovano poi nelle relazioni sentimentali. C'è una desacralizzazione del corpo che mette in discussione la dimensione dell'intimità". Cyan è ancora più esplicita: "Mi vengono a chiedere di fare sesso perché trovano esotico andare a letto con una persona trans, come se fossi una categoria di YouPorn. Sono vergine e vorrei solo poter fare l'amore come una persona della mia età".
Nei "Comizi d'amore" del 1965 Pasolini domandava a dei militari cosa preferissero tra essere Don Giovanni o bravi padri di famiglia. Voi cosa scegliereste ?
"La domanda spinge a contrapporre due visioni, che sono diventate due archetipi, una leggera e una più costruttiva, una dicotomia che si è trasformata in una gabbia per troppi uomini. Io una risposta non la so dare, a me piace tanto l'amore e mi piacerebbe che qualcuno ci insegnasse a farlo", conclude Giorgio.
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