Passaporto vaccinale: la salvezza per alcuni, un incubo che si avvera per altri

  • restiamo che la strada percorsa adesso, piaccia o meno, è quella dei vaccini, da cui ci si attende meno contagi, meno ospedalizzati, meno morti.

    Ad ogni modo stavo solo facendo delle domande, per me il discorso di Galli significa o l'una o l'altra cosa.

    Piaccia o meno, ci si attende di meglio rispetto all'anno precedente, dici bene, ma in UK sta morendo un sacco di gente, e in Italia ci sarebbero, a detta di Travaglio e Crisanti, 70 morti in più al giorno rispetto all'anno scorso in cui eravamo senza i "vaccini", e senza i lockdown.

    Piaccia o meno, il dato è questo.

    Quindi perché "dare la caccia" o cercare di convincere gli "untori over 60" se per le varianti questi vaccini non funzionano, o funzionicchierebbero sì e no su una sola variante?

    Mentre quelle cure che si sono dimostrate efficaci con tutti i malati le stanno togliendo dalle farmacie di tutti i paesi europei?

    Dove sta la logica?

  • quanti di voi non vaccinati (mi escludo perché SPERO che il vaccino funzioni) domani che vi diagnosticano il Covid accetterebbero tranquillamente di farsi curare (se fosse possibile) con un farmaco fortemente sconsigliato e difeso solamente da un gruppo ristretto di medici?


    Il chinino è conosciuto dal lontano 1600. Poi si passò alla chinina, alla clorochina, quindi all'idrossi- ed alla metil- clorochina.


    L'idrossiclorochina, oltre ad essere un antimalarico, è da tempo impiegata nel trattamento dell'artrite reumatoide e del lupus eritematoso. Due brutte bestie sistemiche, di origine presumibilmente autoimmune, ad elevata componente infiammatoria. Definire l'idrossiclorochina un farmaco sperimentale mi fa ridere. Contro il covid la sua efficacia è però limitata ai primi stadi, se i pazienti ospedalizzati arrivano già con un piede all'altro mondo...


    L'ivermectina è invece un potente antiparassitario che viene usato da circa 40 anni. Il principale effetto indesiderato è quello di funzionare come "depressivo" sui famosi recettori GABA (da cui dipende l'ansia...). Capisci che per una terapia breve questo effetto è marginale.


    Ma non ci sono solo questi due principi attivi... c'è la conosciutissima azitromicina... ci sono tanti principi attivi che contrastano la CID... la semplice aspirina (antinfiammatorio) nelle primissime fasi può fare la differenza...


    Il punto è sempre quello. Con una visita a domicilio tempestiva ed con una terapia mirata sullo stato e la storia del paziente, è raro che il covid faccia troppi danni. Purtroppo ciò continua a non avvenire...


    C'è anche da dire che se sulla "mortalità" di questi decessi con variante UK sopracitati la presenza del vaccino non sembra essere stato determinante


    Lo spero. In caso contrario... sai che significa, vero ?

  • leonardh non ho detto che sono sperimentali, ho detto che sono sconsigliate da OMS per Covid ma mi sembra di poter dedurre che tu le assumeresti senza problemi. Ripeto che è una curiosità per capire poi all'atto pratico come si comportano o comporterebbero le persone in caso di malattia.


    Quindi perché "dare la caccia" o cercare di convincere gli "untori over 60" se per le varianti questi vaccini non funzionano, o funzionicchierebbero sì e no su una sola variante?


    AndreaC perché al momento c'è ancora la fiducia/speranza che i vaccini proteggano anche dalle varianti. Per la variante delta in UK la cosa non sembra così scontata: non si può cantar vittoria né disfatta perché la maggior parte dei contagiati è senza vaccino o con una sola dose; tuttavia ci sono casi di infettati con doppia dose e, in base ai notiziari, circa 12 morti per variante che avevano ricevuto doppia dose.. quindi tocca aspettare e vedere e chi non vuole vaccinarsi non si vaccinerà.

  • perché al momento c'è ancora la fiducia/speranza che i vaccini proteggano anche dalle varianti.

    La cosa più antiscientifica che ci sia, per l'HIV Gallo disse che l'avrebbero trovato in due anni un vaccino; non si è mai trovato in quasi 40 anni proprio a causa delle sue mutazioni. Mentre l'anno scorso ci dicevano che persino l'antinfluenzale poteva servire, e un sacco di gente, in mancanza ancora di un vaccino per il Covid, corse a farselo.

    Un vaccino vale solo per una variante, punto, se no stiamo parlando di scientismo e giochiamo a chi la spara più grossa.

    Per questo dire che un vaccino funzionicchi anche per altre varianti/mutazioni o addirittura altri virus è una roba, questa sì, da ciarlatani.

    Ed è Galli ad averla detta.

  • leonardh non ho detto che sono sperimentali, ho detto che sono sconsigliate da OMS per Covid ma mi sembra di poter dedurre che tu le assumeresti senza problemi. Ripeto che è una curiosità per capire poi all'atto pratico come si comportano o comporterebbero le persone in caso di malattia.


    Io vorrei essere tempestivamente visitato "alla vecchia maniera" e vorrei mi venisse prescritto ciò che, in base al mio stato di salute, in base alla mia storia pregressa, in base all'esperienza del medico che ho di fronte (che opera in scienza e coscienza e non facendo il ragioniere con la linea guida generica davanti), può aiutare il mio sistema immunitario a fermare l'infezione e scongiurare scenari infausti.


    Oggi sappiamo per certo che perdere tempo e sottovalutare la problematica infiammatoria può far aggravare velocemente il quadro...

  • Sintetizzando il messaggio:

    "Avevate capito male. AstraZeneca potete usarlo tutti"

    Vaglielo a spiegare ora a chi pensava di fare il mix, agli under 60, a chi è morto spiegarlo non serve.


    https://www.ansa.it/canale_sci…fe-bb34-71c22c9ad29f.html

    Conta parecchio il fatto che AZ sia il vaccino meno costoso in assoluto (perché è fatto "alla vecchia maniera" e contiene quindi il virus).

    Sarà anche quello inviato (comprato e venduto) a tutte le altre aree disagiate del pianeta (perché anche l'Italia è ufficialmente declassata [dal punto di vista economico] a Paese del secondo mondo).

    Eppure, Turbociclo, i numeri ci dicono che questo virus ha ucciso lo 0,05 percento degli abitanti del Pianeta, quindi niente affatto la peste che i telegiornali stanno strombazzando da 16 mesi.

    Certo è che le modalità di questa "pandemia" sono uniche.

    Una epidemia contagiosa non arriva solo in Italia scavalcando mezzo mondo e facendo diventare solo noi il paese più contagiato subito dopo i cinesi.


    Ritengo quindi che i tamponi possano aver giocato un ruolo determinante in tutta questa storia

    I numeri sono OpenData e sono disponibili a tutti. Si possono interpretare in vari modi, ma sempre con metodo scientifico e ricalcando le interpretazioni storiche efficienti di questo tipo di numeri.


    Va da se che il problema covid non è un problema solo italiano: sta facendo molti più danni in Paesi meno attrezzati del nostro. Basti affacciarsi ai numeri del nord Europa o della GB per capire le dinamiche di base:

    - chi si è protetto di meno ha più morti*

    - chi sperava nell'immunità di massa ha più morti*

    - chi pensava che non esistesse ha più morti*

    - etc.


    *in proporzione alla popolazione. In Norvegia sono 4 gatti... ne sono morti 2.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Come mai l'Italia è stato il paese più contagiato dopo i cinesi, Andrea? Se tu tieni conto che la metà dei decessi l'abbiamo avuta in Lombardia (adesso dovrei aggiornarmi) vuol dire che tutto il resto d'Italia ha avuto cifre simili a quelle del resto d'Europa, forse inferiori come media. E qui ritorniamo al problema dei primi focolai, laddove nasce il sospetto delle vaccinazioni di massa avvenute in quelle zone poco tempo prima del covid. Mi pare che se ne sia parlato, nel caso si può approfondire l'argomento...

    Aveva la coscienza pulita. Mai usata.

  • Idrossiclorochina: dalla Spagnola al Covid


    Nel mese di novembre 1918, in piena epidemia di febbre “spagnola”, la rivista medica americana JAMA (Journal of American Medical Association) pubblicava, nella rubrica “Correspondence”, a firma del medico H.A. Klein di Chicago, un articolo di circa mezza pagina tornato d’attualità in tempi di Covid-19.


    Il dottor Klein riferiva di aver trattato, sia privatamente che presso l’Alexian Brother’s Hospital, un certo numero di casi d’influenza e polmonite influenzale ottenendo risultati molto soddisfacenti. Descriveva quindi le tre fasi della malattia:

    la prima caratterizzata da brividi, febbre e dolori muscolari; la seconda da conseguenze sulla respirazione; la terza da problemi circolatori, dispnea e cianosi.

    Klein trattava i pazienti, il prima possibile, con 20-30 ml di soluzione satura di cloridrato di chinino iniettata per via endovenosa e somministrava anche 4 grani (0,26 g) di bisolfato di chinino, insieme a 6 grani (0,39 g) di salicilato di sodio. Klein specificava poi la durata precisa e la modalità del trattamento. Intervenendo sui pazienti entro tre giorni dalla comparsa dei sintomi, quindi in fase 1, si manifestava un rapido e continuo recupero nel giro di 1-3 giorni. In nessun caso i pazienti entravano nella seconda fase o manifestavano complicanze. Anche quelli che venivano curati dopo 3 giorni dalla comparsa dei sintomi, oppure che avevano già problemi respiratori, venivano recuperati nel giro di 1-8 giorni. La mortalità in quelli che si trovavano già nella terza fase era molto bassa. A ulteriore conferma della validità del suo trattamento, Klein riportava anche i dati positivi della conta dei leucociti.

    Venendo a noi, sappiamo bene che dall’inizio della nefasta pandemia da Covid-19 non si è mai smesso di parlare dell’idrossiclorochina e che grazie a una dichiarazione del Presidente statunitense Donald Trump il farmaco è salito di nuovo alla ribalta proprio in questi giorni. A parte la mossa di Trump, che ha rivelato di assumere con regolarità compresse di idrossiclorochina solfato (non si capisce con quale criterio), il farmaco non ha mai smesso di interessare gli specialisti per le sue potenzialità nella lotta contro il Covid-19.

    È notoriamente un antimalarico, impiegato anche nella cura dell’artrite reumatoide, che si ritiene possa combattere la replicazione del virus, ridurre la gravità dell’infezione ed evitare la terapia intensiva. Sono state avviate sperimentazioni ma i risultati definitivi non saranno disponibili prima di un anno. Una cosa è certa anche per noi profani: data la sua tossicità va esclusa del tutto la possibilità del “fai da te”.

    Proprio su questo giornale è apparso, poco più di un mese fa, un brillante articolo del collega Adriano Zecchina dedicato a clorochina e idrossiclorochina. L’autore, con notevole lungimiranza, scriveva: “sembra di capire, a un chimico come me, digiuno di biologia e di patologia, che di clorochina e idrossiclorochina si continuerà sempre di più ad occuparsi, nel corso della presente emergenza”. Anche chi scrive questo articolo è un chimico analitico, digiuno di virologia, ma essendo appassionato di storia della scienza ha colto un collegamento tra l’articolo di Klein e le attuali sperimentazioni, quindi ha pensato di riferirne qui, anche per sottolineare la continuità della ricerca.

    Per saperne di più: H. A. Klein, The Treatment of “Spanish Influenza”, JAMA, 1918, 71 (18), 1510


    https://www.scienzainrete.it/a…d/marco-taddia/2020-06-07

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