Non mi ama, ma mi dà più amore di quanto ne abbia mai ricevuto

  • La dipendenza affettiva è una dipendenza a tutti gli effetti, come per la droga, l'alcool o il gioco d'azzardo per citare le più conosciute.
    Si ha la consapevolezza del male che ci si sta facendo, ma evidentemente quel male colma dei vuoti che sono ancora più dolorosi.

    E' proprio così, solo che spesso i vuoti che va a colmare non sono "più dolorosi" della dipendenza: semplicemente non sono in una zona di comfort e non c'è garanzia di poterli riempire altrove (o almeno questo crede la mente).


    Restare in una dipendenza per colmare continuamente dei vuoti che si potrebbero interrompere a monte è una azione estremamente comune data da una scelta psichica, una paura e una scelta fisica.

    Uscirne non è da tutti. Lo dico da persona con indole incline alle dipendenze.


    Ma vuoi mettere la comodità? Io al tempo ero sposato, vivevo con mia moglie.
    Trovai in questa relazione una dispensa d'emozioni disponibile e senza "controindicazioni".

    Errore mio fu abusarne, goderne troppo fino a non poterne fare a meno.
    Proprio come i deboli che con la cocaina trovano un coraggio sconosciuto, che anzi che lavorare (duramente) per trovare quel coraggio non fanno altro che ripetere l'esperienza della droga ancora una volta, e un altra ancora, e ancora poi basta.

    Hai fatto lo stesso errore che fanno alcune persone avvicinando sessualmente personaggi estremamente "altolocati" o estremamente "bravi a letto". Una volta "provate" certe emozioni non riescono più a farne a meno, perché credono di non poterle trovare altrove. Non riescono quindi a tornare sulla terra con gli altri mortali e vivono nel limbo fino a che dura.


    Non ti so dire se sia "giusto" o "sbagliato". Posso solo dire che nell'imprevedibilità della vita questa è una condizione non più precaria di quelle che sembrano assolutamente stabili.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Io la cocaina (poca), l'alcol, la marijuana li ho usati. E la ludopatia. Le sigarette. Dipendenza affettiva. Sono anche io dipendente. La scelta ce l'hai ed è legata all'accorgerti che un qualcosa non ti soddisfa veramente. Ti tiene imprigionato. Come quelle persone che ti danno un po' di affetto e tu ti ci attacchi, come un topo col pulsante, ma quell'affetto esce solo ogni tanto. O magari un bel cellulare, con le sue notifiche che dopo giorni che non ti considera nessuno, ti fa sentire improvvisamente esistente e tu ti ci attacchi ore e ore e ore nella speranza di un messaggino. Invece dentro di noi c'è anche una parte forte, che sa dire di no. Sa decidere cosa ci nutre davvero e come procurarselo. Le scelte di oggi variano di poco a poco fino a cambiare totalmente un domani. Il tuo vuoto puoi osservarlo, decidere di fare altro. Ma penso che questo accadrà solo quando starai male da non sopportare più.


    Domanda: in tutto questo, tu hai delle amicizie? Quali sono le tue attività giornaliere? Lavori?

  • Io la cocaina (poca), l'alcol, la marijuana li ho usati. E la ludopatia. Le sigarette. Dipendenza affettiva. Sono anche io dipendente. La scelta ce l'hai ed è legata all'accorgerti che un qualcosa non ti soddisfa veramente.

    Il problema principale è che io non mi sono MAI sentito soddisfatto veramente, ho passato la vita passando da momenti di commiserazione a momenti di esaltazione. Oggi non valgo nulla, domani mi sento Dio.
    Il momento è che queste montagne russe, che vanno avanti da sempre, mi hanno fatto dimenticare chi sono realmente, quindi non so se io sono quello che si piange addosso o quello che si crede un grande uomo.

  • Domanda: in tutto questo, tu hai delle amicizie? Quali sono le tue attività giornaliere? Lavori?

    Molti amici, non li frequento certo come un tempo.
    Le relazioni sociali sono impegnative e costose, ma ne ho.
    Lavoro, ho sempre fatto il piccolo imprenditore, con risultati più che altalenanti. Da qualche tempo lavoro in una azienda come dipendente, pagato discretamente a seconda dei risultati.
    Le giornate passano veloci, molto veloci di solito.
    Nell'ultimo anno sono stato tantissimo tempo con lei dato che l'ho aiutata a ristrutturare casa (non economicamente), cosa che mi ha assorbito tantissime energie, tempo e che mi ha ulteriormente legato. Abbiamo fatto qualche piccolo viaggio nel 2023 (4, nulla di che), oltre ai viaggi con lei sono partito per lavoro o svago altre 3-4 volte. Insomma la mia vita è esattamente il contrario di una vita monotona.
    Quando sono "di buona" sono una persona che piace alle donne, ma diverse di queste quando hanno saputo di questa mia relazione si sono allontanate.

  • Delle volte devo dire che mi sento un pò stufo di questa situazione troppo comoda per certi aspetti, troppo scomoda per altri..
    La psicologa (cambiata circa 6 mesi fa) dice che un giorno semplicemente mi stuferò di prendermela e finirò per fregarmene, e vederla o non vederla sarà per me la stessa cosa.

    E questa storia, seppur abbia di suo l'adrenalina che solitamente dura qualche settimana, inizia a essere pesante.

    E per quanto io voglia bene a questa donna, mi rendo conto che, sarà per il suo trascorso, ha una visione totalmente distorta dei rapporti.

    Saranno le storie precedenti andate malissimo, sarà il suo lavoro, sarà quel che sarà ma mi sento come se giocassi a scacchi con un piccione.
    Sicuramente l'altro ha consolidato in lei l'egoismo, in cambio della sua compagnia nei weekend e feste comandate ha taciuto sempre su qualsiasi decisione o comportamento.


    E lei, forte di questa abitudine, male accetta atteggiamenti più normali quali ho io.


    Certo che a pensarci è incredibile, la persona che più di tutte mi abbia fatto sentire unico è una persona per cui non sono unico manco per nulla.


    Guardando dentro di me ho notato, osservando il passato come questa storia abbia suscitato in me reazioni molto diverse nel tempo.


    - Confusione. Quando mi "innamorai" mi resi contro dell'assurdità del tutto. E confesso che lascia andare a briga sciolta le emozioni illuso di essere forte di una situazione che controllavo. Non rischiavo nessun sputtanamento, non rischiavo che questa donna potesse presentarsi a casa mia e di mia ex, avevo la possibilità di vederla quando volevo semplicemente fissando un appuntamento. E soprattutto non avevo alcuna vergogna a mostrare la mia debolezza data la natura professionale degli incontri.
    Lei non conosceva nessun amico, parente o familiare, quindi non c'era la paura che "raccontasse".
    Il gioco dell'amore però nella mia testa sarebbe durato poco, qualche settimana, il tempo che io rinsavissi o che lei mi bloccasse e cancellasse dalla sua lista.
    Le prime settimane ero in uno stato di confusione mentale assurda, e oggi, onestamente mi chiedo come potessi provare qualcosa del genere verso una persona che di fatto non conoscevo per nulla.

    Avevo un vuoto così grande che è bastato davvero poco per farmi capire che dentro di me c'era una voragine.


    - Inadeguatezza.
    Passato un pò di tempo, e iniziato a conoscerla, ho iniziato a pensare che il motivo per cui le cose non prendessero una piega diversa fosse semplicemente che io "non fossi abbastanza".
    E questa sensazione è durata davvero tanto, sono approdato qui con l'idea di essere una persona di poco valore, così poco valore da non meritare nemmeno una "poco di buono".

    - Ingiustizia.
    Passato altro tempo, usciti dal rapporto cliente-esercente, iniziato a frequentarci e standole affianco anche nella vita reale, col passare del tempo ho iniziato a sentire un senso di ingiustizia.
    Ingiusto sentirmi "quello dopo", ingiusto sentirmi un amante verso una persona che lei definiva un amico, ingiusto ricevere briciole e così via.
    Questa sensazione col tempo mi ha portato a far emergere parti di me non proprio esemplari, tra cui sete di vendetta, e vero e proprio odio verso di lei e verso l'altro.


    - Mancato riconoscimento del mio valore.

    Se all'inizio mi sentivo una nullità, col tempo ho ripreso la mia fiducia verso me stesso, almeno parzialmente. E la sensazione è diventata più un senso di mancata devozione. Un ragionamento tipo "io sono migliore di te, sono migliore di lui, devi ringraziare che ci sono io".

    ovviamente parlo di sensazioni non costanti, a partire dal senso di inferiorità iniziale a quello di superiorità che spesso alleggia nella mia testa nei tempi recenti.


    Ma la cosa, brutta, che ho notato, è che da sempre è stato un susseguirsi di strategie e tentativi di manipolazione. Che lei sia chiaro ha praticamente sempre sgamato. E che col tempo sono diventati più orientati al danneggiare gli altri che avere benefici per me.
    E sono finito in loop di perenne competizione verso l'altro, finendo per preferire il sapere che sta male anche lui che lo stare bene anche io.

    Premesso che sono tuttora dipendente affettivo nei suoi confronti, premesso che non trovo donne che suscitano in me lo stesso interesse, ho dei momenti di lucidità dove mi viene da dire semplicemente "il gioco non vale la candela".

    E niente, avevo voglia di dirlo.

  • Premesso che sono tuttora dipendente affettivo nei suoi confronti, premesso che non trovo donne che suscitano in me lo stesso interesse, ho dei momenti di lucidità dove mi viene da dire semplicemente "il gioco non vale la candela".

    Se fossi un incallito freudiano direi che si tratta di una coazione a ripetere fortemente legata a un copione edipico in cui la trama vede il figlio rubare la madre al padre. anche dal punto di vista sessuale, non riuscendoci e finendo in un loop che causa problemi anche al padre.


    ...se fossi un incallito freudiano. Ma non lo sono.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Se fossi un incallito freudiano direi che si tratta di una coazione a ripetere fortemente legata a un copione edipico in cui la trama vede il figlio rubare la madre al padre. anche dal punto di vista sessuale, non riuscendoci e finendo in un loop che causa problemi anche al padre.


    ...se fossi un incallito freudiano. Ma non lo sono.

    Mi sfugge la connessione alla mia situazione onestamente.. :grinning_face_with_sweat:

  • Quando si ripete un copione di questo tipo l'oggetto del desiderio non è la madre, ma un'altra donna indisponibile a livello sentimentale e/o occupata con un altro.

    Ah ok, scusa non avevo compreso..
    Guarda di quello ne ho sofferto in passato effettivamente, da ragazzino mi innamoravo sistematicamente di ragazze impegnate o comunque non disponibili, il più delle volte senza nemmeno farmi avanti..
    Nel caso specifico non ti so rispondere.
    Nel senso che io mi ci sono innamorato quando non sapevo nemmeno che esistesse sto tizio, e quando ho effettivamente avuto conferma della natura del loro rapporto ero ormai bello che cotto..
    Che poi questa indisponibilità alimenti il desiderio, che questa sorta di "sfida" sia un pò alla base del motivo per cui vado avanti.. beh, non siamo lontani. La psicologa dice che è come se io dovessi per forza fare le cose in competizione con qualcun'altro, e secondo lei se lui andasse via perderei interesse, per ritrovarlo nel momento in cui appare una nuova persona.

  • Buonasera a tutti.

    Esattamente 4 anni fa scrissi il mio primo post su questo forum.

    È incredibile come situazioni che normalmente sembrano dover durare qualche mese si trascinino poi per anni.


    A rileggermi oggi, però, mi chiedo come mai, senza tutto ciò che è successo in questi 4 anni, fossi così preso.


    Solitamente il tempo appiattisce tutto, spegne la passione.

    Invece sono qui, dopo 4 anni, sulle montagne russe.

    E a guardare allora, quando tanto mi agitavo, mi rendo conto che ero sul bruco mela dei bambini, e che dovevano ancora arrivare quelle per i grandi.


    È sano? No, non credo che lo sia.


    Ma fa sentire incredibilmente vivi (che non è felici).

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