Come e perché l amore diventa abitudine ?

  • Ognuno di noi in queste cose riporta necessariamente il proprio vissuto e tende a proiettarlo come se fosse una regola universale....lo faccio anche io spesso. A prescindere da questo...l'amore diventa una abitudine? Forse, ma é poi un male? Che cosa intendiamo per abitudine? Il fatto forse che è finito l'innamoramento. Non la vedo di per sé come una cosa negativa. In fondo a parte la riproduzione che non sempre c'è cosa vuol dire essere una coppia? Forse semplicemente fare almeno un pezzo di questo faticoso cammino insieme. Tenersi un po' la mano. Darsi un po' di calore...perché spesso fa freddo.Trovare con la mano un corpo accanto al nostro in una notte in cui ci svegliamo di soprassalto in preda a una palpabile angoscia. Dividere una pizza e dire "facciamo a metà? ", preparare una moka e offrirne una tazzina perché vediamo che lei o lui sono stanchi e in fondo lo siamo anche noi. Poi tornati una sera dal lavoro c'è una voce che conosciamo, quella di cui ci siamo innamorati che ci chiede come va. Nella vita queste cose possono non esserci e si possono facilmente perdere ....tutto sommato meglio averle un po'. Forse non per sempre, forse qualche volta, ma almeno un po'.

    Concordo su tutto. Certo, la passione è meravigliosa, ma io che ho lasciato mio marito per inseguirla e ora sono sola, adesso invidio anche quelle il cui amore è diventato abitudine.

  • è ovvio che quella che tu racconti non è una buona azione, manco vista da fuori.

    Non è che sia di capitale importanza, posto che di "cattive abitudini" penso che ciascuno di noi abbia un campionario infinito.
    Ma insomma:
    era abitudne che la nuora preparasse la prima colazione al suocero e poi lavasse le stoviglie di cui si era servito.
    Fin qui, scusa, chi non direbbe che è una bella abitudine? (piccolissimo gesto di gentilezza verso una persona anziana che ti ospita).

    Poi ne conosci i lati nascosti e l'animus, e scopri che quella "bella abitudine" è un vero orrore.

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • l'azione può sembrare "buona" perché la si giudica con ignoranza.

    Ma senza alcun dubbio! :beer:

    Solo che , molto IT direi, di abitudini altrui possiamo (come nel mio esempiuccio) ignorare sia le gesta che l'animus, mentre..delle nostre abitudini è difficilissimo (salvo dissociazioni) ignorare le gesta, ed è facilissimo ricondurle all'animus che le guida e determina.
    E spesso (cioè quando ce la cantiamo da soli) è più facile intuire quell'animus per chi ci osserva di quanto lo sia per noi stessi. Ma questo è un proprio un classico.

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • Al di là del fatto che ci siano abitudini "buone" e "cattive" (che effettivamente mi pare logico e nel mio caso il problema sono ovviamente le seconde...), c'è anche un altro caso: l'aver a che fare con persone abitudinarie.
    Nel bene e nel male, persone che si adagiano, che non vorrebbero mai abbandonare i loro schemi, le loro abitudini, i posti...
    In questo caso diventa ancora più difficile perché vedi proprio che la persona è restia al cambiamento e devi sempre essere tu a smuovere le acque, a proporre qualcosa, che si tratti semplicemente di provare un nuovo locale o cambiare meta per le vacanze, o provare qualcosa di nuovo. O ancora cercare di risolvere un problema facendo qualcosa di diverso anche se comporta l'uscire dalla propria routine.
    In questo caso penso che la mancanza di stimoli e l'appiattimento si acuiscano ancora di più. Solo che talvolta sono dinamiche che si rendono evidenti dopo un bel po' di tempo insieme...

  • L'abitudine è il nemico numero uno della coppia, quello che crea la maggior parte dei problemi di coppia e che purtroppo le sfascia. Come e perchè chiedevi.
    Il problema di base è che in ogni rapporto si arriva ad un punto in cui ci si sente arrivati (per qualcuno è il fidanzamento, per qualcuno la convivenza, per altri il matrimonio) come se essere arrivati ad una determinata fase del rapporto di coppia ne sia in qualche modo il punto di arrivo.
    SI dimentica che in realtà nella vita, in generale, ma ancora di più in un rapporto di coppia, nulla è scontato e non bisogna mai sentirsi arrivati.
    Per farmi capire meglio la coppia è come un albero: all'inizio quando è un piccolo germoglio è naturale dedicargli molta cura e attenzione; man mano che cresce (dopo un anno due tre) è certamente più forte e sembra meno bisognoso di cure, quando però c'è qualche evento che lo minaccia (tempeste, parassiti etc) si corre subito ai ripari; andando avanti negli anni (10-15) questa pianta diventa più forte e rigogliosa e si attende solo che dia i frutti in primavera, ormai si fanno solo le cose necessarie per far si che non muoia ma non ci si dedica più tempo e attenzione; trascorso molto tempo (20 - 25 anni) l'albero è lì con il suo fusto grande e forte che fa ombra d'estate e da frutti in primavera, si crede, per errore, che non ci sia più molto da fare e alla fine lo si lascia lì nonostante i pericoli siano sempre in agguato... arriva un brutto inverno e le radici si gelano e l'albero muore.
    I problemi di coppia possono manifestarsi in una qualunque di queste fasi e bisogna si cercare di porvi rimedio ma bisognerebbe cominciare a fare un lavoro di prevenzione: dedicarsi del tempo da soli, vivere dei momenti di intimità senza fretta, continuare a sedurre l'altro etc.
    Solo così non si vivrà la tanto temuta "abitudine" e soprattutto non ci si espone al rischio della "rottura".

    Marialucia Landolfi

  • L'abitudine è il nemico numero uno della coppia, quello che crea la maggior parte dei problemi di coppia e che purtroppo le sfascia. Come e perchè chiedevi.
    Il problema di base è che in ogni rapporto si arriva ad un punto in cui ci si sente arrivati (per qualcuno è il fidanzamento, per qualcuno la convivenza, per altri il matrimonio) come se essere arrivati ad una determinata fase del rapporto di coppia ne sia in qualche modo il punto di arrivo.
    SI dimentica che in realtà nella vita, in generale, ma ancora di più in un rapporto di coppia, nulla è scontato e non bisogna mai sentirsi arrivati.
    Per farmi capire meglio la coppia è come un albero: all'inizio quando è un piccolo germoglio è naturale dedicargli molta cura e attenzione; man mano che cresce (dopo un anno due tre) è certamente più forte e sembra meno bisognoso di cure, quando però c'è qualche evento che lo minaccia (tempeste, parassiti etc) si corre subito ai ripari; andando avanti negli anni (10-15) questa pianta diventa più forte e rigogliosa e si attende solo che dia i frutti in primavera, ormai si fanno solo le cose necessarie per far si che non muoia ma non ci si dedica più tempo e attenzione; trascorso molto tempo (20 - 25 anni) l'albero è lì con il suo fusto grande e forte che fa ombra d'estate e da frutti in primavera, si crede, per errore, che non ci sia più molto da fare e alla fine lo si lascia lì nonostante i pericoli siano sempre in agguato... arriva un brutto inverno e le radici si gelano e l'albero muore.
    I problemi di coppia possono manifestarsi in una qualunque di queste fasi e bisogna si cercare di porvi rimedio ma bisognerebbe cominciare a fare un lavoro di prevenzione: dedicarsi del tempo da soli, vivere dei momenti di intimità senza fretta, continuare a sedurre l'altro etc.
    Solo così non si vivrà la tanto temuta "abitudine" e soprattutto non ci si espone al rischio della "rottura".

    mi è piaciuto l'esempio dell' albero. a me invece viene in mente l'esempio della fiamma, che, se non adeguatamente alimentata con ossigeno, si affievolisce e muore. infatti per me così è stato.

    "In tutte le cose, ai più grandi piaceri è prossima la noia" - Cicerone

  • mi è piaciuto l'esempio dell' albero. a me invece viene in mente l'esempio della fiamma, che, se non adeguatamente alimentata con ossigeno, si affievolisce e muore. infatti per me così è stato.

    E' molto bella anche la tua metafora, ed è significativo che per ognuno di noi l'amore si raffiguri in modo unico. E' la meraviglia di una delle emozioni più grandi che esistano: è universale e personale allo stesso tempo.

    Marialucia Landolfi

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