Come e perché l amore diventa abitudine ?

  • per lavoro le persone mi danno più possibilità di guardare dentro.

    Proprio così!

    Ed è esattamente nel contesto ultra-amicale e beneficiante di squarci oggettivi che , parlando di coppie ma non soltanto, è agevolissimo bypassare l'autonarrazione di qualunque segno ed attingere ad un vissuto concreto che spesso c'entra assai poco con l'autonarrazione, quale che ne sia il senso (autodemolitivo e cinico o, all'opposto, autoincensante e speranzoso).

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • Non c'è una molla che scatta: il cambiamento è lento e progressivo.
    Semplicemente ci si abitua e si da per scontato, ESATTAMENTE COME PER QUALUNQUE ALTRA COSA nella vita.

    La differenza rispetto altre cose (hobby, posto di lavoro, automobile, ecc) è che:
    mentre le altre cose possiamo cambiarle
    -senza stravolgimenti EMOTIVI
    -in poco TEMPO (con un paio di firme si vende l'auto vecchia e domenica siamo già in gita con l'auto nuova)
    -in qualunque FASE della vita
    le relazioni importanti invece
    - comportano enormi stravolgimenti emotivi
    - richiedono molto tempo per arrivare ad avere la stessa confidenza e profondità con un eventuale nuova persona (sempre che si trovi o si abbia voglia di trovarla)
    - quando ormai non si è più giovani si tende a... evitare di distruggere tutto e uscire dalla "comfort-zone" in nome di una ricerca di felicità che potrebbe rivelarsi una chimera. Gli ormoni si quietano e iniziano gli acciacchi, si sta sul divano col plaid a guardare la D'Urso anzichè uscire con le persone conosciute su Tinder.

    Occhio che l'ultimo punto sembra da ignobili perdenti paurosi senza onore, ma invece è il più importante: il cervello umano gioca spesso brutti scherzi ed è davvero molto alto il rischio di prendere una cantonata: E' difficile stabilire QUANDO la nostra storia davvero non vale più la pena di essere portata avanti, col rischio di CAPIRNE IL VALORE SOLO DOPO AVERLA PERSA!
    Penso che un buona cosa sarebbe mollare il colpo NON nell'illusione di passare al meglio ("lasciare la strada vecchia per la nuova"), bensì solo perchè ci è impossibile continuare così. Cioè dobbiamo farlo considerando che l'alternativa possa essere il restare da soli per il resto dei nostri giorni, cenando per sempre in un monolocale con una scatoletta di tonno o una pizza d'asporto.
    Insomma, la scelta di lasciare la strada vecchia ("quel che si lascia") non deve essere fatta per la nuova ("quel che si trova").

  • Premetto che non ho letto 5 pagine di risposte, mi limito a darti il mio punto di vista, anche se, probabilmente potrà assomigliare ad altri.
    Ritengo che l'essere umano abbia fondamentalmente bisogno di stabilità, in più settori della propria vita, non da ultimo quello affettivo. Ecco perché certe coppie sembra vadano avanti quasi per inerzia. Entrare nelle dinamiche di una famiglia, ancorché composta da solo due individui, è sempre cosa difficile.
    Per la mia esperienza, posso dire che nella vita di coppia, se alla base c'è amore e stima reciproca, si è in grado di superare molte prove. Bisogna avere capacità di adattamento, farsi valere o cedere con il proprio partner, quando è giusto. Parlare molto è alla base di un buon rapporto duraturo, perché i muri si iniziano a costruire, giorno dopo giorno, dalle cose non dette, da silenzi che poco a poco diventano baratri.
    Certo, piacerebbe a tutti fare una vita meravigliosa, avere un lavoro che ti fa guadagnare migliaia di € all'anno, con poche preoccupazioni, il sesso che va alla grande, una salute di ferro ecc. ecc. Se fosse così ci troveremmo in una favola, la vita è tutt'altro.

  • Sposata da 25 anni, più 7 anni di fidanzamento, pensavo fossimo una coppia stabile .... 4 anni fa scopro che lui chatta con un'altra, mi mente e mi fa credere che il messaggio era un errore .... dopo altro tempo scopro che invece si sentiva e scriveva a questa persona .... altre bugie mi dice che eras di Venezia ci riproviamo di nuovo.... ogni volta mi ha mentito ... ci riproviamo ancora...scopro che è della ns città anzi lavora nella sua azienda ... adesso dopo gravissimi problemi di salute di mia mamma che mi hanno costretta a stare lontana io abito in Piemonte mia mamma a Napoli ... scopro che si sentono ancora :hmm: ... Ora ci riproviamo ma non so se riesco a passare sopra a tutto ciò lui non vuole darmi spiegazioni in merito dirmi cosa c'è stato...
    Adesso la questione è ... che fare ? Finché una coppia va avanti nelle reciproche stima, affetto e rispetto va tutto bene , ma se tt questo non c'è più .... Portare avanti un rapporto perché è più comodo piuttosto che rimettersi in gioco o perché non si vogliono ferire i genitori anziani o perché non ci sono i soldi per mantenere un'altra casa ... Le figlie 15 e 17 sono grandi ma non abbastanza ...

  • Non c'è una molla che scatta: il cambiamento è lento e progressivo.
    Semplicemente ci si abitua e si da per scontato, ESATTAMENTE COME PER QUALUNQUE ALTRA COSA nella vita.
    ....

    Ciao Germano, per quanto mi riguarda questo post è da "incorniciare".
    E non solo perché sono d'accordo, ma perché per me è stato (è) esattamente così, è successo questo.

    E questa è sicuramente la cosa giusta da fare, è il consiglio migliore che si possa ricevere. Però è difficile. Non sempre si ha la forza.

    Difficile anche capire quando sia arrivato questo limite (che rende le cose impossibili nel continuare), perché se poi fosse solo una percezione momentanea? Una crisi?
    Poi magari non si ha il coraggio di rimanere da soli (se questa solitudine diventa totale e quindi tocca tutte le sfere affettive, tra cui anche le amicizie) o affrontare le conseguenze della propria scelta, perché comporterebbero sofferenze per più persone o altri problemi pratici che ti renderebbero la vita molto difficile.

    Però grazie per aver scritto quelle parole. :)

  • Ognuno di noi in queste cose riporta necessariamente il proprio vissuto e tende a proiettarlo come se fosse una regola universale....lo faccio anche io spesso. A prescindere da questo...l'amore diventa una abitudine? Forse, ma é poi un male? Che cosa intendiamo per abitudine? Il fatto forse che è finito l'innamoramento. Non la vedo di per sé come una cosa negativa. In fondo a parte la riproduzione che non sempre c'è cosa vuol dire essere una coppia? Forse semplicemente fare almeno un pezzo di questo faticoso cammino insieme. Tenersi un po' la mano. Darsi un po' di calore...perché spesso fa freddo.Trovare con la mano un corpo accanto al nostro in una notte in cui ci svegliamo di soprassalto in preda a una palpabile angoscia. Dividere una pizza e dire "facciamo a metà? ", preparare una moka e offrirne una tazzina perché vediamo che lei o lui sono stanchi e in fondo lo siamo anche noi. Poi tornati una sera dal lavoro c'è una voce che conosciamo, quella di cui ci siamo innamorati che ci chiede come va. Nella vita queste cose possono non esserci e si possono facilmente perdere ....tutto sommato meglio averle un po'. Forse non per sempre, forse qualche volta, ma almeno un po'.

    I ricordi sono sempre bagnati di lacrime

  • nella vita di coppia, se alla base c'è amore e stima reciproca, si è in grado di superare molte prove

    Indubbiamente, sì.
    Ma suppongo (o almeno così la intendo io) che laddove si parla di "sola abitudine" si alluda a quei casi (tanti, tanti, tanti) in cui di amore e di stima reciproci non è rinvenibile alcuna traccia e in cui sono invece presenti, e visibilissime anche ai terzi, vistose manifestazioni di disamore e disistima reciproci, eppure...tutto continua e tutto "vabbè" sotto lo stesso tetto... e non di rado per dipendenze incrociate connesse alle possibilità economiche, ma non soltanto.

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • Ognuno di noi in queste cose riporta necessariamente il proprio vissuto e tende a proiettarlo come se fosse una regola universale....lo faccio anche io spesso. A prescindere da questo...l'amore diventa una abitudine? Forse, ma é poi un male? Che cosa intendiamo per abitudine? Il fatto forse che è finito l'innamoramento. Non la vedo di per sé come una cosa negativa. In fondo a parte la riproduzione che non sempre c'è cosa vuol dire essere una coppia? Forse semplicemente fare almeno un pezzo di questo faticoso cammino insieme. Tenersi un po' la mano. Darsi un po' di calore...perché spesso fa freddo.Trovare con la mano un corpo accanto al nostro in una notte in cui ci svegliamo di soprassalto in preda a una palpabile angoscia. Dividere una pizza e dire "facciamo a metà? ", preparare una moka e offrirne una tazzina perché vediamo che lei o lui sono stanchi e in fondo lo siamo anche noi. Poi tornati una sera dal lavoro c'è una voce che conosciamo, quella di cui ci siamo innamorati che ci chiede come va. Nella vita queste cose possono non esserci e si possono facilmente perdere ....tutto sommato meglio averle un po'. Forse non per sempre, forse qualche volta, ma almeno un po'.

    :hail: :love:

    Si tende, in base al proprio vissuto , a fare coincidere la parola "abitudine" con uno sfiorimento-peggioramento-inaridimento... e noia.
    Ma non è così.
    Non necessariamente, non per tutti.
    Può essere semplicemente la fase più profondamente felice e meravigliosa di una storia.
    Ma è questione di storie, appunto.

    La propria esperienza infelice associa contenuti infelici finché non fa irruzione,appunto, un'esperienza di segno opposto.
    Che può anche non capitare mai, la vita non è così sotto controllo...quindi neanche così "decodificabile".
    Io ho appena passato un po' di tempo con due "abitudinari" felici, anche se le cose non mi girano proprio al massimo e felicissima non sono, sono riuscita a percepire lo stesso quel benessere e mi ci sono crogiolata un po' come un gatto randagio al sole caldo ;)

  • Noi siamo quello che facciamo ripetutamente. Perciò l'eccellenza non è un'azione, ma un'abitudine.
    (Aristotele)

    In omaggio ad Aristotele (che certamente non si può riassumere in una frase decontestualizzata) ...tento l'applicativo e mi ritrovo a pensare alle centinaia di mgiliaia di casi CONCRETI in cui ...l'abitudine non esprime nessun'altra eccellenza che quella di farsi il fegato verde e la vita nera per continuare a sopportare un compagno/a che non significa niente di niente, se non vessazioni alle quali non è materialmente possibile sottrarsi (in TANTI casi) solo per indigenza economica, e che si sommano a tutti quelli (diversi) in cui ci si raccontano favole in nome di vere e proprie dipendenze da carenze affettive di una vita intera...
    E questi casi, a MIGLIAIA, sono FATTI e non citazioni...........

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

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